Il ruolo della Chiesa nella società. Lettera aperta al Presidente della CEI – di Patrizia Stella

di Patrizia Stella

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Verona, Santa Pasqua 2014

Al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco, Piazza Matteotti, 4 – 16123 Genova

e, p.c.

al Segretario Generale della CEI,  Mons. Nunzio Galantino, Circonvallazione Aurelia, 50 – 00165 Roma

al Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della famiglia, Don Paolo Gentili, Via Aurelia, 468- 00165 Roma

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LETTERA APERTA:  UN RINGRAZIAMENTO PUBBLICO E UNA PETIZIONE

Sento il dovere di ringraziare la Conferenza Episcopale Italiana, nelle Vostre Ill.me Persone, per aver avuto il coraggio di bloccare il tentativo delle autorità civili italiane di pretendere che le Istituzioni ecclesiastiche si sostituiscano a quelle politiche nel combattere la pedofilia tra il clero.

Infatti la denuncia pubblica dei preti colpevoli di questo reato da parte dei rispettivi Vescovi ai tribunali civili, denunce che hanno creato sofferenze, traumi, umiliazioni e defezioni a tutto il clero mondiale, per la stragrande maggioranza innocente, perché compiute oltretutto in maniera plateale, ostentativa, da parte di una “Chiesa” che si è arresa e consegnata senza contraddittorio nelle mani della giustizia civile, è una pretesa allucinante che, grazie alla Vostra fermezza, è stata adesso bloccata, anche se in ritardo, purtroppo. Infatti, non solo esistono per tale scopo i tribunali ecclesiastici con la dovuta riservatezza per ciascun caso, onde evitare la gogna mediatica e lo scandalo pubblico sempre deprecabile, ma, al di là di questo, come fedeli cattolici, ci chiediamo:

  • come può un Vescovo, come da Voi egregiamente espresso, trasformarsi in Pubblico Ministero che denuncia chi si rivolge a lui manifestando le sue debolezze e chiedendo magari aiuto per venirne fuori, soprattutto se pentito e desideroso di cambiare radicalmente vita?
  • Come può un Vescovo o un Sacerdote che vengono a conoscenza di altri reati, anche da parte di laici, a maggior ragione se confessati nel Sacramento della Riconciliazione, (es. omicidio, truffa, usura, ricettazione, rapporti innaturali di vario genere, spaccio di droghe ecc…) come possono costoro “svestirsi” del loro specifico ruolo ministeriale che prevede, a norma del diritto canonico e della prassi della Chiesa, il silenzio più assoluto, (sia pure unito al rigore verso i singoli colpevoli col dovere di riparare), per diventare una sorta di “delatore pubblico” assumendo la veste di giudice implacabile che consegna il penitente che a lui si affida alla giustizia umana?

Con queste premesse, rischia di venire svilito non solo il sacramento della Confessione, che nulla ha da spartire con i tribunali umani, ma anche la figura del Vescovo come Pastore d’anime che rischia di trasformarsi in spietato carabiniere. Chi ha perduto di vista la missione della Chiesa come realtà umana-soprannaturale, anzi, chi la vede come un nemico da abbattere, è ovvio che cerchi di ridurla a una delle molte istituzioni umane da tenere al guinzaglio e da strumentalizzare per i propri interessi.

Questo nulla toglie, ovviamente, alla gravità del reato di pedofilia e al dovere sacrosanto che hanno tutti i Vescovi di intervenire con fermezza nei confronti dei sacerdoti colpevoli con le pene ecclesiastiche previste, nella consapevolezza, comunque, che in mezzo a uno tsunami di denunce mai provate a sufficienza, anche verso sacerdoti defunti che non si potevano difendere, sono state inoltrate anche molte denunce false, che nessuno ha avuto il coraggio di verificare. E’ grave ingiustizia mettere nel mazzo dei colpevoli anche gli innocenti, e sappiamo purtroppo che alcuni sono morti di crepacuore, altri si sono suicidati perché accusati falsamente! Io stessa, ad esempio, ho dovuto testimoniare in favore di ben due sacerdoti accusati ingiustamente di questo reato, uno per odio nei suoi confronti, (te la faccio pagare io!), e l’altro perché tre scaltri sedicenni (minori ma non certo bambini) avevano complottato per spillargli soldi in cambio di “infossare” le calunnie. Davanti a questi falsi accusatori, i due poveri sacerdoti hanno tribolato le pene dell’inferno per provare la loro innocenza, e per questo bisogna essere molto prudenti prima di accettare ciecamente ogni denuncia come fosse indiscutibile verità.

Tutto ciò premesso e come già espresso in una mia lettera di anni addietro dal titolo “I preti e la pedofilia”, ci si chiede:

  • come può questa società dell’ipocrisia e della lussuria sbandierata con orgoglio, avere il coraggio di denunciare le “baby squillo” e i preti pedofili quando favorisce la cultura del gender con programmi mirati che insegnano ai bambini sin delle primarie a toccarsi, a esplorarsi, a invertire il loro sesso, lasciandosi andare alle più basse “tendenze”, nella profanazione della loro innocenza?
  • Ma se il gender non è altro che una scuola di prostituzione legalizzata e incentivata da una società diabolica che vuole pervertire l’umanità, ci meravigliamo del proliferare di queste ovvie e terribili conseguenze, e del cedimento di alcuni sacerdoti costretti a nuotare con fatica in mezzo alla melma putrida, spesso circondati da ricatti di ogni tipo?
  • Ci meravigliamo di tutte le miserie che stanno venendo a galla anche nei parlamenti di tutto il mondo? Politici regolarmente sposati che consumano rapporti e orge con chicchessia, e che sprecano danaro pubblico per i loro luridi piaceri, mentre il popolo fa la fame? La perversione sessuale apre la strada verso ogni altro tipo di iniquità e di immoralità.

Allora perché far pagare solo alla Chiesa Cattolica queste colpe se è la società che le impone subdolamente a tutti? Nella storia della Chiesa si ricorda che più di una volta Papi e Vescovi hanno alzato la loro voce contro le iniquità di Re e Imperatori chiedendo alla società civile di fare ammenda dei loro peccati! Adesso purtroppo è il contrario perché vediamo una Chiesa stracciona prostrata ai piedi del mondo che si pente di “esistere” come se fosse un’Associazione a delinquere. Questo Gesù Cristo non lo potrà tollerare per molto tempo, perché interverrà presto a far luce e giustizia.

Purtroppo, mentre si continua a denunciare la situazione degli immigrati, dei poveri, dei politici corrotti ecc. non si ha il coraggio di ammettere che questa corruzione politica globale ha le sue radici nella perversione sessuale voluta dal diavolo, attraverso il peccato di sodomia nelle sue varie “sfaccettature”! E’ un peccato che Dio da sempre ha severamente punito (col diluvio e col fuoco dal cielo) perché rovina l’uomo come immagine e somiglianza di Dio e la famiglia da Lui voluta secondo il suo progetto, e se l’uomo non cambia il cuore, aspettiamoci una terza grande punizione per questi gravissimi peccati. E’ vero che si sono levate alcune voci autorevoli, quali il Presidente della Cei, Card. Bagnasco, il nostro Vescovo di Verona, Mons. Zenti, quello di Bologna, di Trieste, di Torino, di Ferrara…, la stessa Nota Pastorale della Cei del Triveneto del 2 febbraio ecc., tuttavia questo è ancora troppo poco, perché ci aspettiamo una forte reazione a livello Ecclesiale Nazionale perché la situazione attuale è a dir poco drammatica!

NOI CHIEDIAMO AI VESCOVI ITALIANI DI REAGIRE ALLA CORRUZIONE RIVENDICANDO:

  1. la libertà di difendere l’unica, vera famiglia formata da un uomo e da una donna;
  2. il diritto del bambino ad avere un padre e una madre;
  3. la libertà di pensiero e di opinione;
  4. il divieto di insegnamento del gender nelle scuole che profana l’innocenza dei nostri bambini.

 

PER QUESTO VENIAMO A CHIEDERVI UMILMENTE DI CHIAMARE A RACCOLTA TUTTE LE DIOCESI, LE ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI, ECC. PER UNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA RILEVANTE, COME NEL “FAMILY DAY” DEL 2007, POSSIBILMENTE ENTRO GIUGNO, cioè prima che venga approvato il disegno di legge Scalfarotto che prevede il carcere per i “reati” di opinione, cioè quella legge contro l’omofobia dove il bambino viene considerato solo oggetto per soddisfare le voglie di false “coppie” che, per loro struttura, sono coppie solo all’apparenza perché in realtà si uniscono a più persone, fatto di cui non fanno mistero e, Dio non voglia, che prima o poi, non si portino a letto anche il loro disgraziato figlio adottivo, sempre in ossequio alle loro tendenze e al loro orientamento che è da ritenere “sacro, intoccabile, indiscutibile e impunibile!”.

                Con l’auspicio che nostro Signore Gesù Cristo, morto e risorto per la salvezza degli uomini, con l’intercessione della Vergine Maria e di San Giuseppe, come recita la preghiera: “ci liberi dai mali che ora ci affliggono e ci conduca alla salvezza eterna”.

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Patrizia Stella

  

P.S.  Si invitano coloro che leggono e condividono, Movimenti, Parrocchie, Istituzioni, Associazioni, privati o altro, a inoltrare analoga richiesta alla Cei unendosi compatti. L’unione fa la forza. Coraggio!

14 commenti su “Il ruolo della Chiesa nella società. Lettera aperta al Presidente della CEI – di Patrizia Stella”

  1. Voglia il Cielo che chi di dovere prenda il coraggio a quattro mani e metta in atto ciò che Patrizia Stella chiede e che in tantissimi imploriamo.

  2. Oltre alla manifestazione pubblica ci vorrebbero delle direttive ai sacerdoti affinchè nelle omelie ricomincino a parlare contro le perversioni (aborto ed eutanasia compresi) e dovrebbero essere indicati chiaramente quali partiti e quali politici non sono da votare!
    Queste purtroppo sono UTOPIE: di sacerdoti santi ne restano pochi o pochissimi, la maggior parte dei cattolici, compresi molti teologi, non hanno idea di che cosa sia il Cristianesimo ed è inutile riporre troppe aspettative in Bagnasco dopo che non si è fatto problemi a sacrilegamente amministrare, a Genova, la Santa Eucaristìa a sodomiti dichiarati o tessendone le lodi come quando, nell’ottobre del 2010, in una sala dell’aeroporto di Bari auspicò, al signor Nichi Vendola, convivente more uxorio con un uomo, la presa del potere esortandolo – disse il cardinale – al mantenimento della sua fede cattolica ( ?! ) così ben testimoniata nelle sue esternazioni politiche (oltre alla sodomia e ai vari scandali politico-amministrativi in cui è rimasto coinvolto, Vendola da anni perseguita i medici obiettori).

  3. Concordo su tutto.
    Uniamoci come chiede da sempre la nostra Mamma del Cielo e della Chiesa, nella preghiera incessante e chiediamo al Signore per intercessione di Maria che ci liberi da questi gravi peccati sociali e ci restituisca LA SUA CHIESA fondata su CEFA.
    Signore abbi pietà e usaci Misericordia.

    1. Lasciamo stare il Papa. Su questi temi sappiamo che lascia ogni libertà di iniziativa alle Conferenze Episcopali Nazionali.

  4. Caro Diego, Anch’io sono rImasto scandalizzato alla vista della comunione impartita dal card. Bagnasco a VladImir Luxuria: e poi hanno il coraggio di affermare che i F.F.I. non sentono “cum ecclesia”! ma con che faccia, ma non si guardano mai allo specchio? m pensano di parlare ad un popolo bue, che si beve ogni panzana? Veramente non ci sono parole per esprimere lo sconforto che si prova di fronte a certe esternazione dei nostri prelati, alti o bassi, purtroppo più alti sono e più scandalo fanno. Un buona notizia: il discorso di Mons. Fellay relativo alla duplice canonizzazione di domenica prossima, leggetelo sul sito della FSSPX, è molto istruttivo ed edificante.

    1. La ringrazio molto per l’ottimo articolo che ha segnalato.
      Le canonizzazioni saranno solo l’inizio e serviranno a rafforzare il fronte modernista (anche se bisogna riconoscere che l’Evangelium Vitae di G.P.II è risultata parecchio indigesta a modernisti e progressisti)!
      Ciò che più temo è che i modernisti riescano a trasformare di fatto questo “sinodo pastorale” nel “Concilio Vaticano III”.
      Purtroppo la maggior parte delle persone che conosco minimizzano la faccenda, con frasi tipo “ci penseremo se e quando succederà”, altri sono convinti che Francesco non permetterà a Kasper e agli altri che la pensano come lui di fare ciò che vogliono…ma io ritengo che in certe cose sia bene prepararsi in anticipo.
      Credo che articoli come “La gerarchia del male. Una utile bussola nelle tenebre odierne” pubblicato su Riscossa Cristiana il 21-3-2014 siano molto utili per essere moralmente pronti nel caso il “sinodo pastorale” proponga l’improponibile, ma ritengo che ci vorrebbero anche articoli che spieghino CHE COSA potrebbero concretamente fare i fedeli e i sacerdoti in una simile situazione (a parte pregare).
      La non adesione in foro interno è troppo poco se dovessero esserci milioni di anime che si dannano a causa di Comunioni sacrileghe e di una nuova ed eretica dottrina sulla contraccezione.

  5. Giorgio Rapanelli

    Chi sa denunciare e appellarsi, come Patrizia Stella, lo faccia, gridandolo sui tetti. Per ciò che mi riguarda, nella impossibilità di farlo, nella spossatezza della mia età, di fronte alle Tenebre che ci stanno avvolgendo, l’unica cosa che mi rimane da fare è di rivolgermi allo Spirito Santo e dirgli: pensaci tu. Noi abbiamo un’arma sicura nei Sacramenti. Non è la prima volta che la Chiesa, pure a causa dei suoi Pastori, si è trovata in questo limbo nebbioso, ove si smarrisce la via. Però, abbiamo il Vangelo come orientamento, e l’Eucaristia, la Santa Unzione, il Santo Rosario, la meditazione e la preghiera, per acquistare la Forza. Oggi, qui in Occidente l’attacco è subdolo, durissimo e può sembrare pure “molto ragionevole” in alcune sue soluzioni proposte. Tra venti anni avremo il grosso problema di convivenza con l’Islam, potente religione pratica e missionaria che non terrà in alcun conto l’enunciazione del penultimo Profeta Cristo Gesù, secondo la quale siamo tutti fratelli. I musulmani mai ci considereranno fratelli e saranno usato contro di noi, nella illusione che potranno convertirli alla “materia”, come hanno fatto con noi. Quindi, non illudiamoci nella bontà del multiculturalismo… Però, pur nelle ultime realtà tragiche in cui il Cristianesimo è vissuto sotto il Nazismo e il Comunismo Sovietico, abbiamo visto che quelle ideologie nemiche sono scomparse ed è ritornato prepotente il bisogno di Dio. Qui ci vorrà più tempo, pure per la divisione dei credenti di fronte al nemico. Ma, alla fine, la Luce dello Spirito illuminerà di nuovo la nostra via. Almeno quella di chi rimarrà.

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