IL SISTEMA DEI LAGER SOVIETICI – una lettera di Lucio Lami

PREMESSA:

 

Sul num.15 di Riscossa Cristiana è stato pubblicato l’articolo di Dionisio di Francescantonio, dal titolo: L’UNIVERSO CONCENTRAZIONARIO DEI GULAG SOVIETICI.

In riferimento a questo articolo, Lucio Lami ci ha scritto una lettera che contiene precisazioni di grande interesse, e che pertanto proponiamo in lettura a tutti Voi, non senza ringraziare l’amico Lucio Lami per l’importante contributo che fornisce alla conoscenza di un argomento che, a tutt’oggi, è ancora coperto da molti interessati silenzi.

lager

 

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA DI LUCIO LAMI:

 

Cari Deotto e Dionisio, seguo i vostri commenti con interesse. Ma come si fa a scrivere che prima dell’Arcipelago Gulag non si sapeva nulla del sistema dei lager sovietici.? Si sapeva, si sapeva tutto, ma si stava zitti o si mentiva. La fede marxista impediva di vedere, di leggere, di consultare.Se la realtà non coincideva con l’ideologia, peggio per la realtà.
Eppure, già negli Anni Venti erano stati pubblicato in Europa i libri rivelatori di Povolotzky, di Fedorov e, a proposito dei gulag, quelli di Duguet e Bezsonov.
Negli Anni Trenta circolavano in libreria la storia della GPU di Essad Bey, la storia delle deportazioni di Suvarin e di Anton Ciliga e quella sui “fili spinati” di Solonievitch. Ma nessuno prendeva atto.
Negli Anni Quaranta fu la volta di Anton Koestler, di Suzanne  Labin, di Margarete Buber-Neuman per non parlare del libro di Kravcenko contro il quale si scatenarono tutte le sinistre, cattolica compresa, gridando al falso… Dopo, fu un vero effluvio di documentazioni, ma ci vorrà la guerra fredda perchè, ad uso interno,  venisse preso in considerazione Solzenicyn.Sul quale, per altro, c’è ancora chi sputa.
Quando uscì il mio libro, fine anni Settanta,  “Il grido delle formiche” con le interviste dei grandi dissidenti russi, l’Unità scrisse che ero l’avvocato dei traditori e quando il volume, vincitore dell’Estense, fu presentato a Milano da Maximov, Giorgio Bocca sostenne il contraddittorio spacciando lo scrittore russo per “reazionario e un po’ fascista”.
Il punto ancor oggi ignorato del dissenso è perchè tutta l’intellighentia nostrana, in livrea col fascismo e di nuovo in livrea col comunismo, rifiutò una realtà che non coincideva con la sua utile ideologia. Si tratta di pensatori che ancora pontificano sui giornali. A nome del partito che li ha sistemati.
Cari saluti .

Lucio Lami

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