Il Vangelo pretende troppo dall’uomo? – Francesco Lamendola

Dalla Germania arriva la notizia che l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx, annuncia una svolta decisiva da parte della Conferenza episcopale tedesca, di cui è presidente, in fatto di morale sessuale, poiché la dottrina cattolica in tale materia rappresenterebbe, secondo lui, un ingombro del quale è necessario sbarazzarsi. In particolare, egli si è fatto, da tempo, fautore della abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico e del riconoscimento della piena liceità della pratica omosessuale, che la Chiesa cattolica, al contrario, ha sempre definito un peccato gravissimo. Anche la masturbazione, a giudizio dell’arcivescovo, dovrebbe essere derubricata dalla lista dei peccati; a quanto pare, secondo lui la purezza e la castità non sono più valori in se stessi, meno ancora lo è la verginità.

E se Roma non si decide a muoversi, non importa, la Conferenza episcopale tedesca si muoverà da sola, subito, perché la Chiesa ha il dovere di andare verso il futuro. Qui ci sono, intrecciati in una sola matassa, una questione di metodo, una questione di coerenza e una questione di merito. La questione di metodo riguarda la pretesa, da parte di una singola Conferenza episcopale, di andare per conto proprio, con o senza Roma, con o senza il Magistero; anzi, per dir meglio, anche contro il Magistero.

Inutile sottolineare come questa sia una pretesa totalmente illegittima e non conforme alla struttura e alla natura della Chiesa cattolica: è un’idea protestante, che sgorga dalla pretesa della libera interpretazione della Scrittura. La questione di coerenza riguarda la condizione dell’arcivescovo Marx, che, come è stato fatto notare da qualcuno, percepisce uno stipendio mensile di 13.000 dollari (pari a circa 11.500 euro: quasi dieci volte lo stipendio di un operaio o un impiegato pubblico italiano), abita gratuitamente in una confortevole dimora, viaggia, sempre gratuitamente, a bordo di una BMW di lusso, con tanto di autista personale, sempre a costo zero.

Questa è, del resto, la condizione normale dei vescovi tedeschi, i più progressisti, i più impazienti di novità, i più decisi nel pretendere riforme da parte della Chiesa: sono i pastori di una Chiesa molto ricca, anche perché chi si dichiara cattolico, in Germania, paga una cospicua tassa per il culto. Senza contare che, da sempre, i grandi benefattori si permettono di far presenti nelle più alte sedi – lo facevano anche con Benedetto XVI, il papa tedesco – tutti i loro desiderata in fatto di morale, e non di rado arrivano a proporre l’allontanamento di vescovi a loro non graditi perché giudicati troppo “tradizionali” e troppo “rigidi”. La questione di merito è quella che maggiormente ci interessa e dalla quale vogliamo partire per sviluppare una riflessione di carattere più ampio, ponendoci innanzitutto la domanda: il Vangelo pretende troppo dall’uomo? Ciò che chiede Gesù Cristo agli uomini, per essere suoi seguaci, è superiore alle loro forze?

Partiamo, dunque, dal caso particolare, per poi risalire a delle conclusioni di portata generale. La Chiesa, fedele interprete del Vangelo di Gesù Cristo – fedele, s’intende, sul piano dottrinale; anche se non poche volte non è stata fedele sul terreno pratico e, appunto, non è stata capace di coerenza – ha sempre insegnato che i sacerdoti devono essere di sesso maschile, perché gli apostoli erano uomini; che devono essere casti; e che anche le donne che sono toccate dalla vocazione religiosa, le suore, devono vivere in castità, povertà e obbedienza. La Chiesa, inoltre, ha sempre insegnato che il peccato impuro contro natura esiste, ed è molto grave: uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.

San Paolo, nella Epistola ai Romani, dice che è il tipico peccato di superbia, che colpisce gli uomini quando non hanno il timor di Dio e si rifiutano di adorarlo nelle debite forme; e che si traduce in uno sprofondamento nelle passioni disordinate e vergognose, che è la conseguenza dell’allontanamento da Dio e dall’abbandono dei peccatori alle loro brame impure, da parte di Dio stesso. San Pier Damiani definiva la sodomia come una pestilenza che rischiava di distruggere la Chiesa; e santa Caterina da Siena diceva che perfino i diavoli hanno schifo davanti a un simile peccato.

Ora il cardinale Marx, portato in grande stima da giornali come L’Avvenire, e già noto per aver affermato che non si può essere cristiani e nazionalisti (laddove non è ben chiaro chi siano, per lui, i “nazionalisti”, mentre era chiarissimo chi fossero i comunisti, ma nei loro confronti il buon Marx, nomen omen, si è ben guardato dall’esprimere giudizi di censura), se ne viene a dire che quel peccato non è più un peccato, e che la Chiesa deve riconoscere il “diritto” delle persone omosessuali a vivere pienamente la loro condizione e la loro vita. Inoltre, che deve riconoscere il diritto dei sacerdoti di sposarsi (anche con persone dello stesso sesso? evidentemente sì: altrimenti, dove andrebbe a finire la coerenza, almeno in questo?) e di metter su famiglia.

Pertanto è come se l’arcivescovo dicesse: Ragazzi, finora abbiamo scherzato; ma è arrivato il tempo di fare sul serio. La Chiesa ha preteso troppo, i sacerdoti non ce la fanno a restare casti, e tanto meno si può chiedere un simile sacrificio agli omosessuali, che sono dei semplici laici. Dunque, liberi tutti: i preti di sposarsi, gli omosessuali di praticare la sodomia.

La cosa che più colpisce, nella pretesa di codesti vescovi progressisti – tutti ben pasciuti e ben pagati, nessuno dei quali ha un tenore di vita simile a quello delle persone comuni, anche se son sempre a riempirsi la bocca con parole come il dovere dell’accoglienza, dell’inclusione e dell’integrazione, cioè fautori dell’auto-invasione dell’Europa da parte di orde di falsi profughi africani ed islamici, anche se non hanno la minima idea di cosa vuol dire, per i cittadini europei delle classi inferiori, vivere nelle città e nei quartieri trasformati in enclaves africane ed islamiche – è la pretesa che la dottrina cattolica si adatti alle situazioni di fatto. Il loro modo di ragionare è esattamente lo stesso dei politici e degli amministratori laicisti, massoni e anticristiani europei, tipo Macron.

La società, dicono, è cambiata; oggi ci sono delle cose nuove, ci sono coppie dello stesso sesso che vivono insieme, ci sono famiglie arcobaleno formate da bambini adottati, o procurati con la fecondazione eterologa, o acquistati al mercato degli uteri in affitto: e dunque la Chiesa non può far finta di non vedere, non può negare queste realtà e voltarsi dall’altra parte; le deve accettare e le deve riconoscere, le deve accompagnare e le deve benedire, integrandole pienamente nella propria struttura e nel proprio sistema di valori.

In che cosa consiste il limite, anzi, l’aberrazione di questo modo di porre le questioni? Nel fatto che la fede scompare e si riduce a sociologia. Che le situazioni di fatto autorizzino, o meglio, pretendano, di per se stesse, una radicale revisione della dottrina, ciò è l’esatto capovolgimento del Vangelo e di tutto quel che la Chiesa ha insegnato agli uomini per duemila anni.

La Chiesa non ha mai detto che, se tutti dovessero diventare ladri, il furto cesserebbe di essere un peccato; e che, se tutti diventassero omicidi, l’omicidio cesserebbe di essere un peccato. La Chiesa, al contrario, ha sempre insegnato che gli uomini devono seguire la legge del Signore, la quale non è in contrasto con la legge naturale, ma ne è il sublime perfezionamento, illuminato dall’Amore soprannaturale di Dio. Ma questa legge del Signore, si chiede qualcuno, non sarà per caso troppo esigente? Il Vangelo non punterà per caso troppo in alto, quando chiede agli uomini di uniformare la loro vita a quella legge? Questa è l’obiezione, implicita o esplicita, del cardinale Marx.

Ci sono due modi di porla: o contestando che la legge del Signore sia stata fedelmente interpretata, per duemila anni, dal Magistero della Chiesa; oppure prendendosela con la legge in se stessa. Alla prima categoria appartengono uomini come padre Sosa Abascal, il quale, con la sua geniale sparata sui registratori, ha cercato di porre in dubbio che Gesù abbia asserito l’indissolubilità del matrimonio. Egli ha cercato, infatti, di circoscrivere la portata di quelle parole, l’uomo non separi ciò che Dio ha unito, ricordando che Gesù stava parlando in un contesto preciso, a degli interlocutori definiti.

Non vale la pena di entrare nello specifico di quel discorso: tutti sanno che Gesù ha rafforzato le sue parole dicendo che Mosè aveva concesso la possibilità del divorzio per la durezza di cuore degli uomini, non perché fosse cosa lecita e buona in se stessa, ché, anzi, non lo è affatto; e per togliere qualsiasi ulteriore dubbio, aveva anche detto che se l’occhio dà scandalo, bisogna strapparselo; e se la mano o il piede sono di scandalo, bisogna tagliarseli. Piuttosto, restiamo sul piano generale: è vero che il Magistero della Chiesa non interpreta fedelmente l’insegnamento del Vangelo in fatto di morale, e specialmente di morale sessuale? Ed è vero che esso chiede agli uomini una purezza di vita che è troppo al di sopra delle loro forze? Rispondiamo alla prima domanda che il fatto stesso di porla, specie da parte di un cardinale e arcivescovo (anche se lui non ha la franchezza di porla; tuttavia la pone de facto, implicitamente ma inequivocabilmente) sta a significare che costui si è posto al di fuori della vera Chiesa. Il suo è un modo di ragionare tipicamente protestante: ciascuno ha la sua interpretazione delle Scritture. E allora, perché non lascia la Chiesa cattolica e si fa luterano, o calvinista, o battista, o presbiteriano, o quel che gli pare e piace? Un cattolico, se è davvero tale, non dubita di essere stato ingannato per duemila anni dalla sua Chiesa; un simile pensiero non lo sfiora neppure. In effetti, semplicemente questa non è una domanda seria, e chi se la fa, non è una persona seria, specialmente se occupa un posto di alta responsabilità proprio al vertice di quella Chiesa. A meno che abbia aspettato pazientemente di arrivare lì in alto al preciso scopo di fare alla Chiesa tutto il male che è umanamente possibile farle, seminando la confusione, il turbamento e l’amarezza fra milioni di fedeli.

E quando parliamo di milioni di fedeli, sia chiaro che non abbiamo in mente la Chiesa cattolica tedesca. La Chiesa cattolica tedesca è in agonia: le vocazioni sono quasi sparite, le chiese sono vuote, e i pochi cattolici praticanti coltivano idee simili a quelle dei loro pastori progressisti e bergogliani. Se l’albero si giudica dai frutti, l’albero della Conferenza episcopale tedesca è morto da un pezzo: morto disseccato per mancanza di fede.

E adesso questi pastori sfrontati, che non sono stati capaci di attirare nei seminari nemmeno un numero minimo di giovani, insomma che non hanno saputo tener accesa la fiammella delle vocazioni nelle loro diocesi, vengono a dire che bisogna cambiare la morale per andare verso il futuro. Davvero? Noi credevamo che il dovere (e la gioia) dei cattolici fosse andare verso Cristo; nessuno ci aveva mai detto che le regole d’ingaggio sono cambiate e che adesso bisogna marciare verso il futuro. Credevamo che una cosa simile fosse propria delle ideologie progressiste di questo mondo, dalla Rivoluzione francese in poi; ma che non c’entrasse nulla col Vangelo. Evidentemente siamo rimasti indietro, aggrappati al passato. Meno male che ora arrivano pastori saggi e lungimiranti come Marx, a indicarci la meta del nostro pellegrinaggio terreno: il futuro. Che bellezza!

Resta l’altra domanda, la più importante, la più decisiva: Gesù Cristo ci domanda troppo? Nell’ambito della morale sessuale, è domandare troppo a un marito, chiedergli di esser fedele alla moglie; a un sacerdote, di essere casto; a un omosessuale, di vivere in castità la sua condizione, e, nello stesso tempo, provare a seguire la via medica per liberarsi dal suo orientamento anormale? Certo, è assai più facile dire a quel marito che, se sua moglie non gli piace più, può sempre lasciarla, divorziare e cercarsene un’altra; a quel prete che, se non ce la fa a restare casto, può sempre sposarsi, come chiunque altro; e a quell’omosessuale che non c’è nulla di sbagliato nella sua attrazione verso le persone del suo sesso, Dio ci vuole felici e realizzati, quindi anche lui ha diritto a esser felice e realizzato, amando e magari sposando il compagno della sua vita.

A questo punto, però, bisogna essere coerenti sino in fondo. Bisogna ammettere che Gesù Cristo, quando diceva che è meglio strapparsi l’occhio, o tagliarsi la mano, o tagliarsi il piede, se ci sono causa di scandalo, e che se si guarda una donna con desiderio, si è già consumato l’adulterio nel proprio cuore, stava semplicemente scherzando.

Aveva voglia di scherzare, di raccontare delle barzellette; ma non ci credeva sul serio. Oppure no? Ci credeva sul serio? Se ci credeva sul serio, allora i cristiani non hanno scelta: o lo ascoltano, o lasciano cadere l’ipocrisia di dirsi cristiani, di dirsi cattolici. Un cattolico che parla come parla il cardinale Marx farebbe ridere, se non suscitasse una infinita tristezza. Eppure, dirà qualcuno, è vero che un modello di vita come quello indicato da Gesù è molto, molto difficile da mettere in pratica. Certo: è vero. Ma il segreto del cristiano è che non deve fare mai tutto da solo: c’è Dio, con lui, ad aiutarlo, sostenerlo, consigliarlo e rincuorarlo. Gesù non pretende che gli uomini facciano tutto da soli: sa benissimo che non ne sarebbero capaci. Gesù dice agli uomini che, se vogliono esser suoi seguaci, devono prendere su di sé ciascuno la propria croce; ma che quella croce diverrà leggera grazie al suo aiuto. Ha promesso loro, lo ha promesso solennemente, che starà sempre loro accanto, che non li lascerà mai soli. E che dove le loro forze  non basteranno, interverrà Lui. Questo è il Vangelo. Quello di Marx, quello di Sosa Abascal, quello di Bergoglio, non è il vero Vangelo: è un falso vangelo, costruito sulla misura dell’uomo, a specchio della sua superbia e a giustificazione delle sue debolezze. Si tratta di un diabolico inganno: non bisogna caderci. Col Vangelo di Gesù si va in paradiso, col falso vangelo della contro-chiesa si va all’inferno. E ci si va già in questa vita terrena: perché cos’altro è l’inferno, se non l’allontanamento cosciente e volontario dall’Amore di Dio? Padre nostro, che sei nei cieli, abbi pietà di noi…

 

 

(da www.accademianuovaitalia.it per gentile concessione dell’Autore)

12 commenti su “Il Vangelo pretende troppo dall’uomo? – Francesco Lamendola”

  1. Guardatelo… Ed è intimo del Sommo, il Baciatore… “Armonia e fratellanza”, certo certo, chiesa… massonica… E credetelo ancora, voi che avete stomaco, “materialiter” pastori. Oh certo, più materialoni di così… E c’è gente che aspetta la loro trasformazione, nell’atessa rispetta la loro ‘posizione’…

  2. E’ un articolo magnifico, magnificamente spietato nel dire la verità. Se il cardinale Marx è cattolico l’ippopotamo è un volatile dal piumaggio multicolore. Grazie.

  3. Gentile signor Lamendola,
    Cosa intende per “seguire la via medica per liberarsi dal suo orientamento omosessuale”? Non basta essere casti e puri per non essere in peccato?

    1. Sì, per non essere in peccato.
      Ma dall’orientamento omosessuale si può spesso guarire.
      Vedere Luca di Tolve per esempio.

  4. Sono protestanti e peggio ancora che protestanti….oggi i protestanti (molti di loro almeno) sono migliori die vari Marx e Bergolii…ma sono scomunicati questi e non lo sanno…lo diceva una mistica questo: Emmerick mi pare. Ma che nessuno lo dica urbi et orbi che sono autoscomunicati….questa è grossa: dice il livello di discesa raggiunto.

  5. “I tempi sono cambiati” si dice per giustificare queste cose. Ma si potrebbe anche dire (e “loro” lo dicono) che il mondo è cambiato. Ebbene, Gesù non parla molto bene del “mondo”, anzi…

  6. jb Mirabile-caruso

    F. Lamendola: “Ciò che chiede Gesù Cristo agli uomini […]
    ………………….è superiore alle loro forze? “.

    ………………….”La Chiesa cattolica tedesca è in agonia…”.

    Primo punto: Gesù Cristo, caro prof. Lamendola, NON è un venditore ambulante che alza o ribassa il prezzo della propria merce a seconda della domanda del mercato: questo è un concetto così semplice da capirsi che è impensabile che non lo capisca Marx il cardinale e tutti i suoi compagni di cordata la cui presenza in Casa Cattolica – assicurata per infiltrazione prima ed occupazione dopo – ha per solo scopo la distruzione della Chiesa di Cristo, e non altro.

    Secondo punto: né la Chiesa tedesca, né Quella italiana, né la Chiesa cattolica del mondo può essere qui messa in discussione, per il sol fatto che Essa fu messa KO dalla sinagoga di satana al Conclave del 1958 con la diabolica strategia della sostituzione del Suo Papa, e da quel momento fino ad oggi è stata solo la sinagoga ad essere l’entità agente che, debitamente occultata, si è SPACCIATA per la Chiesa di Cristo!

    1. …così è, se vi pare, o non pare….non può essere che così: tale macello non può essere Chiesa, la casa lavata e reinfestata da 7 spiriti peggiori dei primi… Gesù parlava del nostro tempo mi sa…

  7. In quale categoria potrebbe mai essere inquadrata un’iniziativa di tal fatta? Uno sdegnoso isolamento sull’Aventino? Una secessione? Una sfida politica elettorale, della serie oggi al Parlamento, magari sotto forma di interrogazione diretta tipo question time? Fede e morale possono essere sottratte alla massima Autorità della Chiesa? E quando i Ministri di Dio che oggi pongono in discussione i cardini stessi della propria Ordinazione e i contenuti della Fede professata decideranno di rientrare in se stessi, riprendere in mano le sorti del gregge (arrogante e/o smarrito, mal consigliato), adoperarsi allo scopo di riportare le anime sulla via impervia della salvezza, sarà possibile rimediare? A ciascuno il Signore ha assegnato un tempo, durante il quale Egli non cesserà mai di intervenire in favore di ciascuno.

  8. Difficilmente Dio si adeguerà alle nuove direttive del cardinale “marxista”, pertanto è meglio non fidarsi di questo grasso prelato e continuare con le vecchie regole.

  9. mi ha lasciato perplesso/turbato un articolo letto qualche giorno fa sul messaggero secondo cui Francesco, oltre a rifiutare il baciamano, sarebbe il primio pontefice a non aver intenzionalmente fatto rifondere l anello del pescatore ereditato dal predecessore, rompendo cosi una successione ininterrotta da tempo immemore. Non posso non pensare che sul serio questo atto non casuale, sia di per se un segno che vada interpretato..

  10. mancanza di Fede in Dio, avidità di denaro e potere, arroganza e superbia intollerabili, ipocrisia allo stato puro……tutto questo in un solo personaggio, che dovrebbe essere una guida, un altro Cristo, un pastore d’anime. Il cardinal Marx dovrebbe ricordare che Gesù ha detto che chiunque cambierà un solo iota della Legge e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, si condannerà al fuoco eterno. Ma gli manca la Fede per crederlo. Quanti cardinali Marx ci sono in giro, purtoppo!

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