Il “vaticanista collettivo”. E una lodevole eccezione

Il padre di tutti i vizi dei cosiddetti operatori della comunicazione è il “giornalista collettivo”. Il mestiere della madre è facile da intuire. D’altra parte, padre e madre esercitano le loro professioni sullo stesso marciapiede vendendo entrambi qualcosa di se stessi: lei a chi abbia in tasca almeno la tariffa minima e lui a chi ha in tasca solo la tariffa massima, lei anche ai poveracci e lui solo al potere. 

I figlioletti, non è colpa loro, sono per forza di cose viziosi, attaccati al soldo e a chi comanda. Ognuno lavora in un settore di stretta competenza incarnando così, solo per fare qualche esempio, il “cronista collettivo”, il “pastonista collettivo”, il “titolista collettivo”, il “quirinalista collettivo”, lo “sportivo collettivo” e, naturalmente, il “vaticanista collettivo”.

A quest’ultimo esemplare della nidiata, Riscossa Cristiana ha dedicato un efficace ritratto firmato da Massimo Magliaro, che la razza dei giornalisti la conosce di prima mano. Il “vaticanista collettivo” è quello che sempre e ovunque dice quello che vuole il Vaticano, qualsiasi Vaticano. Ciò che gli preme non è la notizia, magari interpretata secondo verità, ma l’accredito in Sala Stampa e uno strapuntino sull’aereo papale per compiacere l’esternatore d’alta quota con un titolo in prima. 

È il “vaticanista collettivo” quello che ci racconta i fasti di una chiesa in rovina e descrive con entusiasmo la sostituzione del Padre con la Madre Terra, del Figlio con l’Immigrato e dello Spirito Santo con l’Anima del Mondo. Non c’è cronaca, non c’è commento, non c’è interpretazione che abbiano una riga fuori posto. Aprite qualche giornale, qualsiasi giornale, per verificarlo.

In tale panorama, va segnalata l’eccezione di Aldo Maria Valli: intelligente, onesta e, soprattutto, coraggiosa. Perché non basta capire onestamente che qualcosa non va, ma bisogna avere anche la forza di dirlo. Di dirlo e di pagarlo, come è accaduto a Valli da quando ha coraggiosamente denunciato il disastro della chiesa di Bergoglio.

In un ambiente in cui la prima cura è quella di cercarsi il padrone più potente possibile, bisogna riconoscere il merito di chi decide di non averne, specialmente quando il padrone è il Padrone del Mondo.

12 commenti su “Il “vaticanista collettivo”. E una lodevole eccezione”

  1. Caro Alessandro,
    le vicende ecclesiali che ci hanno reciprocamente allontanati (ma non certo, spero bene, separati in fide) non hanno mai comportato per me lo spengimento del piacere di leggere la tua prosa accattivante. Vedi, qui taglia la testa al toro il fatto che il padrone del mondo è il padrone anche di Bergoglio. Non bastano le critiche anche asperrime, se non sono incapsulate nell’unica soluzione possibile (secondo dottrina e verità: cfr. Paolo IV) della questione dell’autorità. Un non cattolico (come Bergoglio e tutti i sui predecessori almeno da Montini) non può essere papa: e ciò difende proprio l’essenza cattolica del Pontificato, in quanto Iddio che non sbaglia né inganna ha promesso la Sua assistenza a tutti i Suoi vicari in terra sino alla fine dei tempi (in dottrina e in morale, non nei costumi o nella pietas di papi uti homines, che non coinvolgono le anime dei fedeli), onde perseverassero nell’insegnare la Verità. Non c’è bisogno, spero, di dimostrare che Bergoglio tutto è tranne che cattolico, coram omnibus, dunque l’assistenza divina evidentemente NON…

  2. A.M.
    Carissimo Alessandro, in unione all’altro – per me carissimo- Aldo Maria, desidero dirti che rappresentate, entrambi, voci sincere, molto vere e sempre assai coraggiose. Il mio è un semplice “grazie” detto con tutto il cuore …. ma non intendo fermarmi qui…desidero che tu sappia che la mia vicinanza non è rappresentata unicamente dalla condivisione totale della tua/vostra linea di pensiero, ma, soprattutto, dalla preghiera. Un abbraccio affettuoso ( di sostegno ! ) CDA

  3. Concordo pienamente. Seguo da molto tempo TUTTI I GIORNI gli articoli di Aldo Maria Valli sul suo blog e lo trovo eccezionale. Ha una ironia sottile, un modo di far capire al lettore ignaro cosa succede nei “sacri” palazzi, che mi lascia sempre piacevolmente ammirata. Bellissima la rubrica “l’uomo giusto al posto giusto” e anche i dialoghi con San Francesco o con l’ammiraglio del Vaticano…sono favolosi. Grazie Dott. Gnocchi per l’attenzione che ha dedicato a questo giornalista illuminato dallo Spirito Santo. E comunque anche lei non è da meno: continui così.

  4. Ad AMV, che anch’io stimo, e al nostro ottimo Direttore, aggiungerei le voci davvero libere (ancorché pacate e razionali) di Marco Tosatti e Sandro Magister. Quest’ultimo, pur scrivendo su un periodico del gruppo Repubblica, si è dimostrato negli anni voce fuori dal coro, veramente indipendente. Così Tosatti, che sostanzialmente ha rinunciato alla collaborazione con La Stampa di Torino per non appiattirsi.

    1. Esatto. Tosatti e Magister sono altri due grandi giornalisti che hanno pagata cara la loro serietà umana e professionale.
      Che Dio ce li conservi!

  5. Luciano Pranzetti

    Conservo numerosi articoli dell’attuale factotum dell’informazione vaticana, quelli stilati, molto tempo fa, nella redazione berlusconiana. A rileggerli, così carichi di acuta vis apologetica e a confrontarli con le attuali sciroppose, acrobatiche tirate “francescane”, mi vien in mente Enea che, avendo avuto in visione un Ettore diverso da quello conosciuto da vivo, esclama: “Ei mihi, qualis erat, quantum mutatus ab illo”. Eh sì, i servizi ad alta quota possono dar origine a gassose embolie di equilibrio mentale. Viva, allora, A. M. Valli a cui esterno i miei complmenti per il suo caustico e profetico COME LA CHIESA FINI’ – ed. liberilibri 2017.

  6. E’ tutto vero quello che dice, dottor Gnocchi, ma quando qualcuno avrà il coraggio e l’onestà di dire che lei, con Mario Palmaro, è stato il primo a dire quello che adesso dicono anche altri (ma con meno forza forza e meno lucidità di quanto ne avete avuta voi)? Me lo ricordo bene “Questo Papa non ci piace”, ha segnato veramente una svolta quando tanti baldi tradizionalisti non avevano neanche il coraggio di pensare quello che voi avete avuto il coraggio di scrivere. Noi lettori di Riscossa Cristiana siamo fieri che questo sito sia guidato da lei.

    1. … e no dimentichiamo “La bella addormentata”, un altro testo esemplare, da conservare in bella vista sullo scaffale dei libri cattolici (dove non trovano posto i libercoli dei pennivendoli di regime) e da leggere e rileggere, per aver ben presente le cause della deriva modernista della Chiesa da Roncalli in poi. Alla mia collezione di testi cattolici apologetici sto aspettando di aggiungere il “Piccolo dizionario…” di Marco Manfredini, ordinato ma non ancora ricevuto. Sarà un piacere leggerlo, mi farà ricordare le panzane che udivo negli anni dell’università, (a cavallo tar i ’60 ed i ’70) da studenti e professori conformisti, tipo “un certo tipo di discorso”, “nella misura in cui…” ed altre scempiaggini simili, partorite da menti bacate, vuote e compiacenti ai potenti di turno.

    2. Maria Galimberti

      Bravo Francesco, sono completamente d’accordo con lei. A parte tutto quello che avevano già scritto prima, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro con quell’articolo hanno davvero sfondato un muro di omertà che neanche i tradizionalisti avevano il coraggio di toccare. Altro che Socci, Magister e Tosatti, non gli allacciano neanche le scarpe a Gnocchi e Palmaro. Io penso che forse bisognerebbe mostrare più gratitudine nei confronti di chi ci ha aperto gli occhi. Lo facciamo almeno noi lettori di Riscossa?

  7. Guerra tra logge conservatrici e progressiste: Viganò-Ratzinger-Navarro-Greg Burke-Tosatti-Valli ….. Lombardi-Bergoglio-….. guerra tra opus dei e gesuiti? santi e non santi, il romanzo infernale senza fine dalle origini alla fine….. Viganò copre l’omosessuale arcivescovo John C. Nienstedt nell’aprile 2014……..(leggere Chiesa viva l’articolo dell’autrice di The rite of Sodmy….. (è citato anche Gnocchi ….. se ricordo bene)….

  8. Il card.Pell è stato condannato per pedofilia. Mettiamoci l’animo in pace, sta uscendo lo sterco, vuol dire che il coperchio non c’era. Meglio così: la verità vi farà liberi.

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