In tutta confidenza… riflessioni sui musulmani dopo gli ultimi tragici avvenimenti – di Carla D’Agostino Ungaretti

di Carla D’Agostino Ungaretti

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Dopo l’ennesima tragedia terroristica consumatasi a Barcellona e dopo tanti anni di amicizia e di fraterna sintonia con Riscossa Cristiana e con i suoi affezionati frequentatori, sento il desiderio spirituale di fare una confidenza personale al nostro amico Direttore e a tutti i nostri comuni amici, certa di essere non solo compresa, ma anche sgridata e corretta – se essi lo riterranno necessario, come deve avvenire tra autentici fratelli in Cristo – perché rivelerò un mio grave difetto. Ma prima di confidarmi devo fare un preambolo.

Avevo 21 anni e frequentavo il terzo anno di giurisprudenza all’Università di Roma, che allora si chiamava “Studium Urbis”. Dovendo scegliere gli esami complementari previsti dall’ordine degli studi optai, fra gli altri, per Diritto Musulmano. Lo confesso: scelsi quella materia soprattutto perché il professore aveva fama di essere “buono”, ma anche con un pizzico di curiosità perché la mia conoscenza dell’Islam era limitata solo a quanto avevo letto in qualche romanzo e a quello che avevo studiato a scuola nel “Testo di storia per i licei” di Francesco Moroni, allora molto diffuso nelle scuole superiori. Inoltre nella mia splendida Roma di quegli anni non si parlava ancora di costruire una Moschea, né si assisteva al deprimente spettacolo moderno degli immigrati nordafricani che chiedono insistentemente l’elemosina o bivaccano nelle nostre strade, suscitando ad un tempo pietà per quei disgraziati e indignazione nei confronti di coloro hanno provocato questa degradante situazione o l’hanno favorita senza avere la competenza e la capacità di risolverla.

Perciò, per preparare l’esame dovetti leggere il Corano[1]. Furono molte le “Sure” che mi impressionarono negativamente, ma quella che mi lasciò letteralmente sbalordita fu la Sura II, detta “della Vacca[2], che testualmente recita: “Combattete i vostri nemici sulla via di Allah e non uscite mai da essa. Sappiate che Egli non ama chi esce dal Retto Sentiero. Uccideteli ovunque li incontrate e cacciateli via da dove essi hanno cacciato voi: subire passivamente una persecuzione è cosa peggiore dell’incontrare la morte. Ma evitate di ucciderli vicino alla Santa Casa, salvo che essi non siano i primi ad attaccarvi. In questo caso vi è lecito ucciderli e la morte sarà la ricompensa della loro iniquità … Combattete sino a che i Credenti non saranno più perseguitati e la sola religione sarà quella di Allah. Da quel momento i vostri nemici saranno i miscredenti e gli iniqui. Anche nel mese di Ramadan e nei luoghi sacri vige la Legge del Taglione. Rispondete dunque a chi vi attacca in quel mese ed in quei luoghi. Allah è con i Virtuosi e i Timorati!” (Sura II, 191 – 194). Più avanti, il versetto 216 recita: “Vi è prescritta la Guerra Santa, anche se ciò può non riuscirvi gradito. Ma questa prescrizione è per voi un bene, mentre potrebbe accadervi di desiderare una cosa che sia invece per voi un male. Dio è a conoscenza di cose che voi non conoscete, poiché Egli è Onniscente”. Un’altra “perla” esemplare si legge al versetto 33 della Sura V “del Convito”: “In verità, quanti si oppongono a Dio ed al Suo Inviato e portano la corruzione sulla terra, quelli saranno uccisi o crocifissi o verranno loro tagliate la mano e la gamba opposta, o saranno allontanati dai Credenti. Tale sarà la loro ignominia nella vita mortale e nell’altra li attende il Fuoco dell’Inferno”. Più avanti ancora si legge: “Essi (gli ipocriti, i miscredenti e i sediziosi) sono dei Maledetti da Dio, per cui devono essere uccisi dai credenti” (Sura XXXIII “dei Coalizzati”, 61). Consolante il Corano, no?

Il professore spiegò che il termine “jihad” – che purtroppo alcuni decenni dopo sarebbe stato ben conosciuto in Occidente nella sua accezione più deteriore  – può avere molte sfumature di significato a seconda del contesto in cui è usato, come avviene nelle lingue semitiche, compreso l’ebraico della Bibbia. Quella più usuale è “darsi da fare, lottare, perseguire”, e nella letteratura islamica si incontra sempre con l’aggiunta “per la causa di Dio” che il più delle volte significa, per l’appunto, “fate guerra ad oltranza agli infedeli”. Nel passo della “Sura della Vacca” che ho citato, il termine in questione è usato nella corrispondente forma verbale per esprimere la guerra contro chi non è seguace del Profeta, significato che ricorre nel Corano per nove o dieci volte, senza però rientrare tra i cinque precetti fondamentali dell’Islam, anche se i musulmani sono insistentemente esortati a metterlo in pratica come, per esempio, recita il versetto 41 della Sura IX “della Conversione o del Pentimento”: “Combattete con tutte le vostre forze nella Via di Dio ed Egli ve ne sarà riconoscente”.

Ricordo che rimasi molto colpita dalla differenza abissale che separa quell’insegnamento dalla Parola di Dio rivelata da Gesù Cristo. Questa è tutta imperniata sull’Amore di Dio per noi, sull’amore che noi dobbiamo a Lui perché Egli è nostro Padre e perfino sull’amore per i nemici, mentre quello non parla di amore perché Allah non vuole amore filiale da parte degli uomini, ma solo sottomissione: per questo li ha creati, non già per amore. Chi non si sottomette deve essere ucciso senza pietà. Inoltre, quando mai i Vangeli fomentano l’odio e la guerra? O ci impongono di giudicare i peccatori condannandoli senz’altro all’inferno? Nella mia ingenuità giovanile e data la solida educazione cristiana che avevo ricevuto, mi meravigliavo che il professore non mettesse in risalto questa differenza sottolineando la superiorità del Cristianesimo sull’Islam, ma avevo torto: il suo non era un corso di religioni comparate e tanto meno di apologetica cristiana. Tuttavia da quel momento ho sviluppato il grave difetto di cui parlavo all’inizio e che ora voglio confidare agli amici: pur provando un vivo interesse per la materia d’esame che avevo scelto e che mi stava rivelando, a contrario, gli aspetti più sublimi della Fede cristiana sui quali non mi ero mai soffermata, cominciai a provare repulsione per il Corano e antipatia per i musulmani. Quando poi col passare degli anni ne conobbi alcuni, anche ottime e stimabilissime persone (come riferirò tra poco) non potei fare a meno di notare la loro rigidità confessionale, per certi versi anche ammirevole (il che dovrebbe essere di esempio a tanti di noi) che escludeva tuttavia qualsiasi possibilità di dialogo religioso, giungendo al punto di ritenere bestemmiatori e meritevoli di punizione anche fisica noi cristiani, secondo loro caduti nel politeismo perché osiamo adorare Gesù Cristo in quanto  Figlio di Dio, Seconda Persona della SS. Trinità e Dio stesso incarnatosi per la nostra salvezza.

Questa mia sensazione si rafforzò alcuni anni dopo. Trovandomi con mio marito nel salotto di vecchi amici, conobbi un professore egiziano poliglotta, coltissimo, ottimo conoscitore della civiltà occidentale e fervente musulmano il quale, esprimendosi in un perfetto italiano, sosteneva che il governo spagnolo dovrebbe restituire al culto islamico la famosa Moschea di Cordova –  divenuta Cattedrale cattolica nel XV secolo per opera dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella – perché la trasformazione era avvenuta a seguito dell’ingiusta espulsione dei musulmani che vivevano in Spagna da secoli. Nella mia ingenuità di cattolica “bambina” non riuscii a trattenermi e – mentre mio marito, che mi conosce bene e aveva già capito tutto del nostro interlocutore, mi dava una leggera gomitata che significava “Attenta a come parli!” – risposi che, se fossi spagnola (ed essendo europea) non avrei nulla in contrario a questa restituzione, a patto però che il governo turco fosse anch’esso disposto a restituire al culto cristiano l’antica chiesa di S. Sofia a Istanbul, divenuta moschea dopo la caduta dell’Impero Romano d’Oriente nel 1453, poi museo e ora prossima a ridiventare moschea per volontà del governo di Ankara. Tutto ciò in omaggio al principio di reciprocità vigente nel Diritto Internazionale, nel rispetto dei reciproci valori religiosi e senza dimenticare la precisa identità delle parti.

Non l’avessi mai detto! Poco mancò che il dotto professore mi accusasse davanti a tutti gli altri ospiti di blasfemia contro l’Islam perché avevo osato porre il Cristianesimo sullo stesso piano della Religione rivelata dal Profeta! Il sapiente professore ci era stato descritto come uno studioso dotato di grande moderazione, e sicuramente lo era, nel senso che, probabilmente, non avrebbe mai aderito all’ISIS, ma la sua forma mentis di musulmano fervente e praticante, gli impediva di percepire che il mio ragionamento era puramente di natura politica e non certo confessionale. Lui, come tutti i suoi correligionari, anche laureati a Oxford o a Yale, non era capace di accettare il principio cristiano “Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” perché per loro la fede religiosa, il diritto e la politica formano un tutt’uno. La mia diffidenza per l’Islamismo (mi dispiace dirlo) aumentò ancora.

Più tardi, tornati a casa, mio marito ed io dovemmo tristemente riconoscere che forse in futuro si realizzerà davvero l’auspicio di quel professore perché, data l’incontenibile immigrazione dal Nord Africa sub – sahariano e musulmano, la scristianizzata Spagna – supportata dall’ancora più scristianizzata Europa e su pressione dei paesi arabi che sono riusciti a costruire una moschea perfino nella Città che da duemila anni è Sede del Vicario di Cristo – finirà per restituire ai musulmani la Cattedrale di Cordova, mentre la chiesa di S. Sofia di Istanbul non ridiventerà affatto cristiana perché gli scristianizzati europei non ci tengono affatto, ma temono piuttosto la chiusura dei rubinetti del petrolio o sempre maggiori nuovi atti terroristici. La mia antipatia non diminuì di certo[3].

Qualche tempo fa, a seguito degli attentati che hanno insanguinato molti paesi europei, uccidendo anche tanti nostri poveri e innocenti connazionali, e temendo che quella mia malevolenza si trasformasse davvero nel sentimento anticristiano dell’odio, decisi di confessarmi. Il mio vecchio confessore – che conosceva a fondo la mia anima e per me è stato ad un tempo un direttore spirituale un fratello maggiore – purtroppo era morto da qualche mese lasciandomi un vuoto che non sono ancora riuscita a colmare. Così mi presentai a un sacerdote della mia parrocchia che ancora non conoscevo perché venuto da poco. Commisi però un errore. Parlando attraverso la grata del confessionale usai scioccamente un’espressione più adatta a una chiacchierata tra amici, come spesso potevo permettermi di fare col mio vecchio confessore che mi capiva al volo, che al riconoscimento dei miei peccati: usai il termine “odio”, così come avrei potuto dire: “Odio la TV spazzatura”, oppure “Odio il colore verde”, espressione che non esprime affatto i miei esatti sentimenti perché, essendo cristiana, mi sforzo ogni giorno (che sia anche questa è la mia personale “jihad” … ?) di eliminare l’odio dal mio cuore e, andando a confessare nel Sacramento della Riconciliazione la mia debolezza, andavo proprio alla ricerca dell’antidoto all’odio, cioè della Grazia Santificante di Cristo.

Anche stavolta, non l’avessi mai detto! Anche stavolta poco mancò che il confessore non mi cacciasse dal confessionale, perché quasi a nulla valsero le mie precisazioni e la mia richiesta di perdono per aver usato un’espressione più salottiera che da penitente! Anzi, fui accusata di essere impastata di odio per i musulmani (“anche loro sono brave persone!”), di rifiutare il dialogo religioso e di cercare giustificazioni anziché il perdono di Dio[4]. Alla fine ebbi l’assoluzione, ma solo sub condicione di un lungo periodo di conversione.

Avevo ricevuto una valida Assoluzione Sacramentale, o no? Avevo la sensazione che quel sacerdote avesse pronunciato malvolentieri la Formula assolutoria e perciò non mi sentivo assolta; uscii di chiesa depressa e per nulla confortata da questa esperienza, non perché ritenessi di non aver bisogno di conversione anzi, proprio per purificarmi dall’antipatia per i musulmani ero andata a confessarmi, ma non certo per l’ “odio”!  Non sapevo a chi chiedere consiglio spirituale e conforto, circondata come sono da cattolici “adulti” che ancora credono alla favola del Corano come religione pacifica. Alla fine, non avendo di meglio, mi presentai al Parroco (anche lui cattolico “adulto” il quale, come ho detto qualche volta, non credo nutra molta simpatia per me, “cattolica tradizionalista di quelli che rovinano la Chiesa”). Tuttavia lui mi ascoltò senza dire una parola; forse anche lui disapprovava la mia antipatia (che purtroppo provo ancora) ma ebbe l’intelligenza di comprenderne le motivazioni e il mio sincero desiderio di costante purificazione, tanto che mi riammise subito alla S. Comunione, esortandomi a pregare incessantemente per tutti i peccatori, musulmani compresi. Uscii da questo incontro sollevata e ringraziando Dio.

Dopo questa esperienza mi sono sforzata di nutrire sentimenti più benevoli nei confronti dei musulmani, ma devo riconoscere che non ci riesco e chiedo continuamente al Signore di illuminarmi. Poi sono cominciati gli attacchi dell’ISIS in tutta Europa e a questo punto devo confessare che la mia buona volontà di amare i nostri nemici è messa costantemente a dura prova. E’ vero, come mi dicono i cattolici “adulti”, che tutti i terroristi sono musulmani, ma non tutti i musulmani sono terroristi. Ma allora, obietto io, questi ultimi dovrebbero gridare al mondo che i versetti  del Corano, che poc’anzi ho riportato testualmente, sono falsi, o errati, o frutto di interpolazione, o apocrifi, ma questo non avviene, neppure quando i vari Imam delle nostre città deplorano pubblicamente la violenza terroristica, perché l’Islamismo, religione “del Libro”, ritiene che il Corano sia stato scritto direttamente da Allah e perciò non possa essere interpretato, o commentato, o spiegato, ma solo osservato alla lettera. Perciò io sono fortemente incline a pensare che i musulmani cosiddetti moderati o pacifici siano tali solo per opportunistico quieto vivere, ma sperano anch’essi nella vittoria dell’Isis, auspicata senza che essi debbano sporcarsi le mani.

Del resto, come scrisse il Prof. Corrado Gnerre un paio di anni fa in un bellissimo articolo riportato da Riscossa Cristiana[5], Dio (cioè Allah)  – che è totalmente trascendente e quindi al di là del bene e del male – non è buono perché per Sua natura è Amore (1 Gv 4, 8), ma perché vuole essere buono. Perciò, se volesse, Egli potrebbe anche decidere di essere “cattivo” e potrebbe autorizzare il male, come infatti avviene nella “Sura della Vacca” e in molti altri passi. La differenza col messaggio cristiano è abissale ed ecco spiegata, a mio giudizio, la follia dell’ISIS consumata in nome di Allah. Anche l’idea di Dio è diametralmente opposta. Mentre noi cristiani possiamo arrivare alla percezione di Dio, e quindi alla Fede, con la nostra ragione (il preambulum fidei di cui parla S. Tommaso d’Aquino) per loro è impossibile perché Dio può essere conosciuto solo attraverso la fede cieca e incondizionata. Ecco quindi spiegata anche l’osservanza letterale del Corano imparato a memoria nelle “madrasse” senza alcun commento o interpretazione.

Come si può allora parlare di dialogo – non solo con coloro che tagliano gole, decapitano e lanciano camion contro la gente inerme, contagiando con il loro veleno spirituale anche tanti giovani nati, cresciuti ed educati in Occidente – ma anche con i cosiddetti musulmani moderati che aspirano a diventare cittadini europei per diffondere in questo nostro vecchio, imbelle e scristianizzato continente la loro religione totalmente irrazionale? Si può accettare e sopportare per tanti sfortunati cristiani, una forma di convivenza pacifica, come è avvenuto per secoli nei paesi del Medio Oriente, ma sempre sulla base della disuguaglianza civile, perché il concetto di democrazia, caposaldo occidentale, è a loro completamente sconosciuto, come sapeva benissimo il dotto professore egiziano, che ammetteva la democrazia solo per il mondo occidentale (forse in attesa che l’Islam conquisti definitivamente l’Europa, aggiungo io, forse un po’ malignamente) ma la rifiutava per il mondo arabo. Io ho l’impressione (e ribadisco che mi aspetto di essere contraddetta da chi non è d’accordo con me) che i cristiani non possano condividere la propria preghiera con i musulmani – e forse purtroppo neppure con gli ebrei, nonostante essi siano i nostri fratelli maggiori – perché la nostra preghiera, sia liturgica, che di lode, che di domanda, che di intercessione, è sempre formulata su base trinitaria e noi cristiani sappiamo che quando due o tre di noi sono riuniti nel nome di Gesù Cristo, Egli è in mezzo a noi (Mt 18, 19)[6] e “vive e regna col Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli”. Invece per gli Ebrei il dogma cristiano della SS. Trinità è sospetto (o quasi certezza) di politeismo, mentre per i musulmani è certezza assoluta.

Avrei ancora molte cose da dire su questo argomento, ma mi fermo qui per non annoiare gli amici che hanno avuto la pazienza di leggermi. Aggiungo solo che io temo, nel futuro più o meno prossimo, una forte involuzione della nostra grande civiltà cristiana e, peggio ancora, della Fede come aveva temuto lo stesso Gesù, anche se essa non si estinguerà mai perché lo ha promesso Lui stesso e lo ha confermato la Sua Santa Madre apparsa a Fatima cento anni fa. Mi rendo conto di essere molto lontana dalla santità e chiedo a tutti i miei fratelli in Cristo di pregare per me.

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[1] Il testo che ho attualmente sotto mano è quello edito da LIBRITALIA 2001 – LA SPEZIA.

[2] Così chiamata perché, come quasi tutti i Capitoli del Corano, prende il suo titolo da qualcosa menzionato al suo interno. In questo caso dalla storia di Mosè che, dopo aver parlato con Dio, avrebbe detto agli Israeliti: “Il vostro Signore vuole una vacca che non sia stata ancora aggiogata e che non abbia alcun segno sul suo mantello” (II, 71).

[3] Mi domando: perché Papa Francesco, tanto ben disposto verso tutte le religioni e sembra metterle tutte sullo stesso piano, non propone un simile scambio? Sarebbe uno straordinario passo avanti verso la pace tra le religioni.

[4] Il confessore, dall’ottima e un po’ vendicativa memoria, ricordò che in occasione del precedente Natale, io avevo criticato la collocazione di uno sfavillante abete natalizio, simbolo notoriamente pagano, in bella vista alla destra dell’altare, mentre il presepio era stato relegato in un angolo molto meno visibile. Per questo episodio, in fondo molto banale e che io avevo completamente dimenticato, sono stata accusata di odio per quelli che non sono cattolici.

[5] http://www.riscossacristiana.it/allah-e-il-concetto-di- bene-di-corrado-gnerre/

[6] Una dimostrazione di tutto ciò io l’ho trovata in un articolo de “LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA” del 4.8.2016. http://www.lanuovabq.it/it/stampaarticolo-cristiani-sviati-ecco-la-sura-piu-controversa

17 commenti su “In tutta confidenza… riflessioni sui musulmani dopo gli ultimi tragici avvenimenti – di Carla D’Agostino Ungaretti”

  1. Fatico a comprendere questo discorso. Non siamo obbligati a provare simpatia per gli altri ed è lecito anche provare disgusto per quello che fanno e desiderare di non averci niente a che fare. Questo non significa odio,anzi si può pregare per la loro conversione ogni giorno. Anche Gesù non aveva in simpatia i farisei,eppure chi più di lui era perfetto? Queste considerazioni mi lasciano molto perplessa.

    1. Certo che non possiamo convivere pacificamente con l’islam, men che meno a questo punto della storia. Finora i “moderati” ci hanno semplicemente tollerato in attesa di…
      Nessun senso di colpa per non averli in simpatia. Preghiere si, tante, per la conversione (e casi felici ce ne sono), ma prudenti come serpenti. Parola di Gesù.
      Va da sé che sia normale provare apprezzamento per pe. one conosciute in quanto esseri umani e questo è lecito e profondamente cristiano. Non tanto perché alcuni di loro non ucciderebbero mai un cristiano, ma perche amare e’ nel nostro dna. Ma ripeto: nessuna miscellanea di culture. Detti in parole povere, realiste e affatto cattive: ognuno nel proprio Paese, per una buona Civilta’

  2. Stanno tornando a grandi passi anche da noi le persecuzioni materiali, oltre a quelle psicologiche che già si stanno praticando.

  3. Grande articolo. Bello e ricco. Mi permetto di suggerirle uno spunto. Quello di “cedere ” la ragione ai miracoli che seguono la pratica cristiana. Cristo chiede la Conversione , non la persecuzione degli infedeli , in questo sta la nostra forza. Gli Imam sono tiepidi ma la conversione passa da quello che vivono ogni giorno con noi che li contaminiamo. Conosco famiglie che hanno aperto le loro caritative ai bisogni di … fratelli ? in difficoltà. San Paolo …. che Potenza ha la sua storia nel possibile di ogni giorno … la perfezione del Cristianesimo sta nella sua verità che non è solo razionale.

  4. Suggerisco di rileggere il profetico ed illuminante intervento del Cardinale Giacomo Biffi: Sull’immigrazione (30 settembre 2000), il link è http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7283.html
    Riporto un piccolo estratto della conclusione:
    “Io penso … che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento largamente dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’Islam, che non mancherà: solo la riscoperta dell’avvenimento cristiano come unica salvezza per l’uomo – e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa – potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto.”

  5. Leggo sempre con attenzione gli articoli di Riscossa Cristiana.Non condivido tutto ma rispetto le opinioni altrui,sono scritti bene e Vi considero Amici. La nostra non è una religione ma è una Rivelazione.Se fosse solo una religione dovrebbe essere equiparata a tutte le altre che esistono nel mondo.Ciò non è possibile.Il Dio che si rtivela in Gesù Cristo ci offre una Relazione non ci chiede un culto.Un Padre non vuole essere adorato ma riconosciuto ed accolto. I musulmani non sono nostri fratelli, quindi non abbiamo il dovere di riconoscerli come tali. Se e quando, (a Dio niente è impossibile) riconosceranno la Rivelazione, allora li accoglieremo tra di noi e solo allora saremo “un solo gregge un solo Pastore.” Il mondo si divide in: “Credenti” e “non credenti”, non in “bambini” e “adulti”. Sono solo sofismi che permettono la nuova gnosi, dichiarandosi tutti cattolici ma di vario livello.Cara Signora Carla D’Agostino Ungaretti, La ringrazio per aver condiviso con tanti Amici la Sua esperienza.
    Grazie per l’impegno di ciascuno di Voi.

  6. Guardate, cari fratelli, rincuoratevi. Anche lei, gentilissima Carla, che scrive così bene, animata dalle migliori intenzioni e da una fede che leggo fervida e sincera: si rincuori. Non solo Gesù ha promesso sostegno, non solo abbiamo il tramite dolcissimo nella Sua Santa mamma, la Beata Vergine Maria, alla quale non dovremmo mai stancarci di pregare impetrando grazie e protezione; ma in questa situazione oscura, già oggettivamente involuta, c’è ancora speranza. Non solo quella celeste: speranza terrena. Vedo da più parti, nella gente comune, in quel che si legge soprattutto in internet, e infine persino in qualche politico, i germi di una rinascita. Vedo, sento intorno, in questo inverno arido e gelato, i timidi prodromi di una primavera; i germogli ancora teneri di qualche pianta secca che ci annunciano che no, non tutto è perduto: c’è ancora qualcuno, qualche bianco europeo cristiano, che vuole combattere qui e ora, già su questa terra martoriata, la sua buona battaglia, per assicurare un futuro alla sua civiltà e ai suoi figli. Per difendere quel che è nostro. Alziamo la testa!

  7. Visto che figli di Dio non si è indistintamente , ma lo si diventa con il battesimo e visto che chi non è con Dio e la sua Chiesa è contro di Dio, non comprendo molto questi scrupoli di coscienza verso i mussulmani. Certo dobbiamo pregare per loro, ma è lecito difenderci, anche con le armi se necessario e difendere le nostre anime e quelle di chi ci è fratello per battesimo o prossimo per parentela o amicizia. Non basta difenderci dai tagliagola, bisogna difendersi anche dai moderati che fanno proseliti nella loro falsa religione (loro non hanno un papa che dice di non fare proselitismo), perchè ben più grave è l’apostasia e la morte dell’anima di quella del corpo. In tempi dove la Chiesa trasmetteva la Verità, non era possibile ai falsi profeti esporre pubblicamente la loro falsa religione, erano tollerati, ma non liberi di propagare l’errore. Oggi crediamo che sia giusto che ognuno in piena libertà professi qualsiasi cosa rovinando le menti e le anime dei più deboli, mentre la libertà c’è per essere al servizio del Vero e del Bene, facendo il male si va all’Inferno.

  8. Per provare i nostri sentimenti basta il prossimo più prossimo,che rivela cime ed abissi dei ‘sentimenti amorosi’. Credo che NSGC stia mettendo tante e continuate e gravi difficoltà sul nostro cammino perchè il progresso ci ha dato alla testa. Nasciamo superbi, siamo educati per essere superbi, lavoriamo, intessiamo amicizie per darci più lustro e gonfiarci come palloni pieni di aria. A queste inclinazioni naturali, pompati da un ambiente che soffia nella stessa direzione, aggiungiamo il progresso che ha messo a disposizione di tutti il ‘comodo’ ; il risultato è che si sono voltate le spalle alla Santa Trinità.Era ed è sempre l’anima che deve elevarsi verso il cielo, il progresso scientifico e tecnico è ininfluente per questo scopo.Sono certa che i veri Santi, nel deserto, in un convento, in un confessionale, senza muoversi dal loro posto, senza aggiornarsi da nessuna parte, nella loro umile e nascosta condizione erano e sono il nostro futuro, quello che ci ostiniamo a non voler vedere; gli angeli intanto stanno chiudendo le vie sbagliate da noi intraprese per superbia e vanità.

  9. Ringrazio la Signora Carla perché, con la solita maestria, ha esposto la “tremenda” verità per quello che è realmente l’islam! Dice il contrario solo chi non lo conosce oppure … è in malafede(?!?). A queste persone vorrei chiedere solamente se hanno letto il libro Grazie Gesù – di Magdi Cristiano Allam, in cui egli parla della sua conversione al cattolicesimo. Magdi Allan (nome di battesimo: Magdi Cristiano Allam), per chi non lo conoscesse, è una persona coltissima e conosce molto bene l’islam e il cristianesimo, e ne descrive i contrasti in modo affascinante e sconcertante insieme! Se tanti lo leggessero, visto che non è facile leggere personalmente il Corano, forse certo buonismo verrebbe radicalmente rivisto e … combattuto!

  10. Delicata e sensibile come sempre. Gli avvenimenti tragici della Storia anche recentissima non possono essere contestati, come i dettami di un credo che non conosce figli ma schiavi. Il dovere per noi cattolici è quello di essere credibili nella professione dell’unica Fede in Cristo Gesù, Salvatore del mondo. Pregare dunque non “con” i rappresentanti di altre fedi, ma per il bene di tutte le anime, per la conversione dei cuori.

  11. Con il nome di Dio si deve chiamare solo il nostro Dio cristiano, e allah si chiami solo allah e non Dio, perché è un deo non riconosciuto da noi.

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