Jeb Bush nel cda dell’abortista Bloomberg Foundation

zzzzbshFino alla vigilia della sua campagna presidenziale, Jeb Bush, candidato repubblicano per le elezioni 2016, si trovava ai vertici di una notissima società “filantropica”, che ha erogato decine di milioni di dollari alla potente multinazionale dell’aborto Planned Parenthood. Non solo: ha anche finanziato la sua campagna a favore di un accesso indiscriminato alla pratica abortiva, promossa in tutto il mondo. E sostiene attivamente l’agenda Lgbt.

La clamorosa denuncia giunge dall’agenzia LifeSiteNews, che precisa come nel 2010 Bush sia stato nominato direttore della Bloomberg Family Foundation, un ente esentasse con beni per 5,4 miliardi di dollari e premi per oltre 200 milioni di dollari annui. L’organismo è stato costituito a sostegno della Weltanschauung dell’ex-Sindaco di New York City, Michael Bloomberg. Bush si è dimesso dal consiglio di amministrazione soltanto alla fine del 2014, unicamente per preparare la propria corsa alla Casa Bianca.

La notizia ha provocato scalpore, in quanto contrasta col doppio mandato da lui svolto come governatore della Florida, dimostrandosi sempre vicino alle posizioni pro-life: ad esempio, ritenendo necessario coinvolgere i genitori nelle scelte dei figli ancora minorenni oppure vietando l’utilizzo di fondi statali per le consulenze pro-choice e sostenendo il programma «Scegli la vita».

Non ne sapeva nulla

Una sua portavoce, Kristy Campbell, ha tentato di gettare acqua sul fuoco, dichiarando al Tampa Bay Times che «il governatore Bush ha avuto l’onore di far parte del consiglio d’amministrazione del Bloomberg Philantropies», ente che svolgerebbe, a suo dire, «un ottimo lavoro in tutto il mondo». Ma il governatore non avrebbe votato, né approvato «i singoli progetti od i programmi» della Fondazione, della cui attività pro-choice si dice che non fosse stato neppure a conoscenza, essendo, il suo, un incarico solo consultivo e di supervisione. Incarico valsogli in ogni caso compensi pari a 37.100 dollari. Non solo: secondo le norme sul no profit, chi ricopra la carica di direttore è responsabile dell’organizzazione che sostiene, in quanto suo amministratore legale, come ha confermato il Center for Nonprofit Boards.

«E’ probabilmente vero che, come membro del consiglio, Bush non abbia votato ogni singolo progetto – ha dichiarato Stephen Phelan, responsabile delle Comunicazioni di Human Life International – tuttavia Bloomberg è stato sempre così esplicito sugli obiettivi della sua Fondazione da rendere incredibile che Bush o il suo staff non sapessero nulla delle finalità abortiste e di controllo della popolazione, esercitate attivamente da tale ente».

Le cifre della tragedia

Qualche esempio? Nel marzo 2014 la Bloomberg Philantropies ha erogato 50 milioni di dollari a favore delle politiche di «salute riproduttiva», nonché di «un migliore accesso ai prodotti contraccettivi» anche per gli adolescenti, soldi di cui fruirono persino lobby straniere, incaricate di convincere gli organi esecutivi dei rispettivi Paesi ad allentare le restrizioni in materia di aborto.

Così nel 2014 è stata varata un’azione di supporto alle organizzazioni no profit locali in Burkina Faso, Senegal, Uganda e Nicaragua, con l’assistenza tecnica di Planned Parenthood Federation of America – Global Division. Lo stesso in Tanzania, dove già nel 2013 furono erogati più di 2 milioni di dollari a favore dell’attivismo abortista. Ed ancora in Sudafrica, in Centro-America ed in molte altre aree del pianeta, anche stringendo alleanze con altri enti, che condividessero i medesimi obiettivi, come la Bill and Melinda Gates Foundation, per promuovere il programma di Pianificazione familiare 2020.

Lo scorso 27 marzo, ricevendo il Planned Parenthood’s Global Citizen Award, nel corso della festa di gala annuale, Bloomberg ha annunciato un’altra importante partnership avviata con la multinazionale Planned Parenthood. Lo scopo è quello di addestrare ed equipaggiare attivisti pro-choice da inviare negli Stati pro-life, per contrastarne fattivamente la linea. Agenti di disturbo, insomma: «Questa è una battaglia condotta, affinché le donne possano essere protagoniste del proprio destino», ha dichiarato Bloomberg, assicurando di voler fare in modo che l’ideologia abortista «vinca» e di voler restare in prima linea «finché ciò non avvenga. Insieme possiamo aver successo. Grazie per questo premio. Dio vi benedica». Un riferimento a Dio decisamente blasfemo e fuori luogo nel “tempio” della lobby abortista.

Un interlocutore per “importanti battaglie”

Bloomberg non ha avuto difficoltà a sostenere tanto la candidatura di Jeb Bush quanto quella dell’iperabortista Hillary Clinton, considerati «i soli in grado di far correre i treni». A proposito di Bush si è addirittura sbilanciato, dichiarando di voler avere uno come lui al suo fianco nel condurre tutte le sue «importanti battaglie».

Eppure Bush dichiara di non saperne nulla…

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fonte: NoCristianofobia

4 commenti su “Jeb Bush nel cda dell’abortista Bloomberg Foundation”

  1. Mai fidarsi delle apparenze (o delle promesse e dichiarazioni, trattandosi di politici), soprattutto oggi nell’ambito dei ‘valori non negoziabili’.

  2. Per decenni ci hanno voluto far credere che ogni bene venisse dall’America; in realtà abbiamo finalmente scoperto che ogni male viene invece da questa nazione (?) dove impera la massoneria e ogni genere di malefico interesse. E fra Bush, Clinton e compagnia non c’è nessuna differenza: obbediscono tutti al padrone del mondo.

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