Krzysztof Charamsa. Un assordante silenzio – di A. Nonim

Dopo il clamore mediatico intorno a Mons. Charamsa, qual è la reazione delle alte gerarchie? Silenzio assoluto, appena appena rotto dalla timida e spaurita dichiarazione del portavoce vaticano P. Federico Lombardi (concordata, a detta del Corriere della Sera, parola per parola con la Segreteria di Stato)

di A. Nonim
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Dopo il clamore mediatico intorno a Mons. Charamsa, voluto, cercato, studiato e dettagliatamente pianificato per un impatto propagandistico il più eclatante possibile, strumentalizzando l’abbrassons-nous a tutto campo di Papa Francesco e ai fini di dipingere la Chiesa agli occhi del mondo come arretrata, oscurantista e disumana per la sua morale sessuale, qual è la reazione delle alte gerarchie?
Silenzio assoluto, appena appena rotto dalla timida e spaurita dichiarazione del portavoce vaticano P. Federico Lombardi (concordata, a detta del Corriere della Sera, parola per parola con la Segreteria di Stato) che lamenta semplicemente «la scelta di operare una manifestazione così clamorosa alla vigilia del Sinodo che appare molto grave e non responsabile».
Tutto qui. 

Nemmeno una parola sulla dottrina della Chiesa in materia così grave; nessun richiamo alla scomunica latae sententiae, come prescrive l’art. 1394 CIC; nessuna condanna per il fatto in sé, ma semplice rammarico e disappunto per l’inopportunità del momento scelto (come dire che se l’avesse fatto in un altro momento…) e per l’irresponsabilità, anzi la non responsabilità, di un atto volto a condizionare l’assemblea sinodale, il che è come dire (e anche questa è irresponsabilità, in questo caso di P. Lombardi) che i Padri sinodali sarebbero facilmente manovrabili e suggestionabili.

Stando alla dichiarazione di P. Lombardi, ciò che è grave non è l’aberrante e sacrilega situazione in cui vive Mons. Charamsa, ma il suo gesto di “coming out” proposto alla vigilia del Sinodo.
E’ incredibile!

Quel che è più grave nella dichiarazione di P. Lombardi è la sottesa affermazione che la convivenza omosessuale di un sacerdote con un compagno fisso, meriti tutto il rispetto se rimane una realtà della sua vita privata. Come dire che un sacerdote può tranquillamente convivere con una persona dello stesso sesso, purché la cosa rimanga segreta.
E perché – vien subito da chiedersi – la stessa cosa non dovrebbe valere per il concubinato?
Ma no! Ma no! Ma no! 

Questa purtroppo è la deduzione più ovvia dall’affermazione di P. Lombardi, che pur condannando il “coming out”di Mons. Charamsa, non per la sua intrinseca immoralità e l’oggettiva materia grave, bensì solo per la sua inopportunità, gli riconosce il diritto ad essere rispettato sul piano personale.
Quale altro significato può infatti avere l’incidentale: «nonostante il rispetto che meritano le vicende e le situazioni personali»? 
Dunque massimo rispetto per le vicende personali, purché rimangano nell’alveo della sfera strettamente privata e nel nascondimento.
Ma questa è una canonizzazione dell’ipocrisia, della doppiezza e del relativismo morale più sfacciato. 
E chi si fiderebbe più del voto di castità dei sacerdoti?

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Ma adesso mi viene da fare un’altra domanda: come mai il “coming out” di Mons. Charamsa sarebbe inopportuno e potenzialmente condizionante il Sinodo, pur essendo il monsignore polacco uno sconosciuto, e invece non lo sarebbe il gesto di Bergoglio che telefona a un omosessuale dichiarato di sua conoscenza e lo invita a un incontro con lui e lo abbraccia e lo bacia in modo platealmente caloroso, a tutto corpo, insieme al suo convivente, con larghi e compiaciuti sorrisi?

E come non dire che tutto ciò sia la conseguenza della famosa (o famigerata) risposta del Papa a un giornalista che gli chiedeva il suo parere sui gay: «Chi sono io per giudicare un gay che cerca il Signore?»?

E che dire della sua telefonata a un transessuale e dell’udienza privata a lui concessa?

Anche questi atti, non sono un pesante, anzi un pesantissimo condizionamento del dibattito sinodale sul tema?
E non sono causa di disorientamento e sconcerto tra il popolo di Dio che non sa più da quale parte guardare?

Qui veramente si vede tutta la piaggeria di tanti ecclesiastici di fronte a Papa Francesco, quando invece ci vorrebbe il coraggio evangelico di dirgli che su certi argomenti, finché vige una già chiara dottrina della Chiesa, è bene che a parlare siano solo i teologi e che a lui, Papa, spetta solo l’ultima parola dopo che liberamente le questioni dottrinali siano state affrontate e dibattute nelle opportune sedi.

Mi sia permesso, per esempio, di contestare apertamente il famoso suddetto «Chi sono io per giudicare un gay che cerca il Signore?». Nella domanda di Bergoglio (dico Bergoglio e non Papa, perché in un’intervista in volo su un aereo non può parlare come Papa) c’è una intrinseca contraddizione, perché vi è implicita l’ammissione che si può allo stesso tempo peccare e cercare il Signore (chi non ricorda il luterano «pecca fortiter, sed crede fortius»?).

Cerca veramente il Signore chi prima di tutto smette di peccare!

Se al posto del peccato di omosessualità, noi mettessimo il peccato di furto, potremmo dire la stessa cosa, cioè: chi sono io per giudicare un ladro che cerca il Signore?
E così si potrebbe dire di un adultero, di un omicida, di un abortista, ecc., ecc.

E’ fin troppo ovvio che una cosa siffatta non va: non si può pretendere di andare volontariamente contro i comandamenti di Dio e al contempo cercare Dio, perché cercare Dio è anzitutto volontà di osservare i suoi comandamenti. 

Gesù infatti dice: «Se mi amate, osservate  i miei comandamenti. …Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama» (Gv 14, 15 e 21); e l’evangelista Giovanni scrive: «In questo consiste  l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti» (1Gv 5, 3); e ancora: «In questo sta l’amore: nel camminare secondo i comandamenti di Cristo» (2Gv, 6).

Cerca veramente il Signore chi, come Matteo, Zaccheo, Maria Maddalena, capisce di aver sbagliato e vuole rompere con la vita passata e cominciarne una nuova con Gesù.

Rimanere nel proprio errore e contemporaneamente pretendere di seguire il Signore (o cercarlo, come dice Bergoglio), non si chiamava una volta presunzione di salvarsi senza merito? E non era uno dei peccati contro lo Spirito Santo, che sono imperdonabili, come recita il Catechismo di San Pio X?

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fonte: Una Vox

22 commenti su “Krzysztof Charamsa. Un assordante silenzio – di A. Nonim”

  1. Splendido articolo, ma c’è una frase che non mi è piaciuta:
    “Qui veramente si vede tutta la piaggeria di tanti ecclesiastici di fronte a Papa Francesco, quando invece ci vorrebbe il coraggio evangelico di dirgli che su certi argomenti, finché vige una già chiara dottrina della Chiesa, è bene che a parlare siano solo i teologi e che a lui, Papa, spetta solo l’ultima parola dopo che liberamente le questioni dottrinali siano state affrontate e dibattute nelle opportune sedi.” : Dio in Persona si è già pronunciato su questi temi (e decine di Papi hanno confermato la Sua parola, così come i Padri della Chiesa), quella questione è già CHIUSA e IMMUTABILE, al papa non spetta l’ultima parola, la PRIMA e ULTIMA parola l’ha già detta Dio!
    Un papa, se è vero papa, non può fare altro che CONFERMARE l’immutabile Parola di Dio, chi prova a cambiarne anche un solo iota è un FALSO pastore che incorre nell’anatema di San Paolo, inoltre, papa o pseudopapa che sia, il suo cambiamento dottrinale sarebbe NULLO!

    1. Sono d’accordo con Diego. Per la cronaca, i guidici “cattolici” furono l’ago della bilancia anche per i “matrimoni” gay negli Stati Uniti. Certo è che con l’arrivo di chi-sono-io-per-giudicare il Vaticano si è posizionato in prima linea nella battaglia per la normalizzazione della omosessualità, LGBTQ, gender, pro-choice e simile.
      Ha fatto più Bergoglio per la causa LGBTQ (e conseguente afossamento della famiglia voluta da Dio) in un paio di anni che tutti i lobby gay mondiali in decenni. Si può ancora chiamare cattolica la chiesa ufficiale ?

    2. Questa volta, carissimo Diego, “mi sembra” di doverla contraddire:
      Nonim parla di una e quindi al Papa “spetta”
      di dire l’ultima parola, nel senso che la dottrina va sempre confermata per
      scritto o verbalmente!
      O sbaglio?

      1. Carissima Paola, la dottrina della Chiesa sui rapporti carnali sodomitici è di origine Divina ed è GIÀ stata confermata da MOLTI Papi…ne consegue che un pronunciamento papale su di essa è veritiero e vincolante solo se la conferma: se dovesse contraddirla saremmo in presenza di un antipapa che lavora per la rovina delle anime!
        Lo stesso si può dire per la contraccezione e per la Comunione agli adulteri!

  2. giorgio rapanelli

    Sottoscrivo completamente l’articolo. Bisognerebbe avvisare il papa che se non continua a non terminare i cicli dei passi del Vangelo, rischia di parlare come Satana. Infatti, Satana direbbe “chi sono io per giudicare un gay che cerca il Signore?”. Cristo direbbe “chi sono io per giudicare una gay che mi cerca?… Infatti, non lo giudico. Ma se mi cerca gli dico “va’ e non peccare più.”

  3. L’autrice dell’intervista a Monsignor Charamsa é Elena Tebano che tiene sul Corriere della Sera, un blog :”La ventisettesima ora”che guarda caso,tratta di tematiche LGBT…..La giornalista poi, ha prodotto,sempre guarda caso…, un documentario dal titolo “Diversamente etero” sulla (presunta) omofobia in tv…..Non é necessario essere complottisti,ormai le cose le fanno alla luce del sole e soprattutto NEGANO :” No, macché, la lobby LGBT non esiste, e l’ideologia GENDER non esiste”…..Senza vergogna.

  4. Mi domando se Santa Caterina da Siena chiamerebbe il VdR “il mio Dolce Cristo in terra”. Mi immagino quali lettere infiammate Gli scriverebbe. Lettere di Amore, ma implacabili verso gesti e/o parole che ingenerano confusione e creano scandalo, inciampo, per noi povere pecore….

  5. per forza:poi il papa si arrabbia, se qualcuno è chiaro su ciò che lui,invece,vuole che non lo sia!!!!!!!vedi l’episodio in cui ha incontrato in america quella donna che si è rifiutata di registrare un matrimonio gay,però(p.lombardi)”non era un sostegno”(così,più o meno ha detto).vedi il fatto che un attivista gay ha letto le letture nella messa papale….
    è la Chiesa dell”et et”.e io dico:et-et-……ciù! mi sto ammalando di raffreddore!!!!!

  6. Vorrei aggiungere un dato più diretto del concetto e dei reagionamenti sul caso in questione, e so che potrei essere mal compreso, peró abbiate pazienza e seguitemi: li avete bene osservati? Intendo i volti, la mimica, le pose. Intendo che l’estetica è veramente la Prima Filosofia ed è intimamente connessa alla metafisica e all’etica. Non voglio qui recuperare il Prof. Lombroso e la fisiognonomica ma, li avete studiati veramente bene? Charamsa; il compagno di Charamsa; Bergoglio. Avete passato una mezzora a fissare le fotografie? Le espressioni dei volti, le mani, la postura. L’intuizione umana ben guidata è un centro di sviluppo del pensiero che è legato direttamente allo Spirito Santo, se si è in un momento di pace e di grazia. Mentre pregate per la loro follia, fissate le immagini di ogniuno di loro ed emergerà chiaramente una stortura, qualcosa che non torna. È li, di fronte a voi, visibile e senza veli. Ormai è chiaro e svelato. È senza timore. È di fronte ai vostri occhi. È li.

  7. Fabio Trevisani

    Sicuramente condivisibile il giudizio sul silenzio in realzione al fatto in sé. Quanto al “rispetto che meritano le vicende e le situazioni personali”, direi invece che è dovuta, non si può spaccare il capello in 4 ogni volta, qui mi pare che il senso sia chiaro.
    Molto meno condivisibile mi pare invece il commento sull’incontro del S. Padre con una coppia omosessuale, che non avrebbe dovuto. Ma Gesù stesso cercava gli ultimi ed i più peccatori per incontrarli! Il problema è invece un altro: cosa avrà detto il Papa a questi sventurati? Avrà usato loro il più grande atto di carità possibile, che è quello di ammonirli del pericolo che corrono se non si convertono? Qui è il nocciolo della questione, non altrove.

    1. La situazione personale di una coppia sodomita è divenuta pubblica grazie a Bergoglio e se si guardano bene le immagini non sta certamente ammonendo i due a non peccare più. Mi perdoni Sig.Trevisani, ma non mi pare opportuno paragonare l’atteggiamento del VdR all’atteggiamento di Gesù dinnanzi un peccatore. Il VdR scelse di apparire con due sodomiti felicemente conviventi in mondovisione, volutamente dando per intendere che li approvasse. Sapeva benissimo che avrebbe fatto uno spot per la causa LGBTQ. Con la stessa faccia tosta – che con gli manca – avrebbe potuto amorevolmente ammonirli di non peccare più in mondovisione. Gesù non ha mai confermato un peccatore nel suo peccato, ma lo ammoniva di non peccare più. Per quanto la sodomia, è un peccato abominevole davanti a Dio è come tale da non nominare (divulgare) pubblicamente pena lo scandalo. Così fu ai tempi di Gesù e così dovrebbe essere anche oggi, almeno per un CATTOLICO. Spudoratamente a Bergoglio manca persino un minimo senso di pudore.

    2. Si continua a parlare di misericordia e del comportamento di Bergoglio con Cristo che si sedeva a tavola con i peccatori. Si figuri che un prete o “pseudo tale” è arrivato a scrivere: CHE CRISTO PARLA COME BERGOGLIO. Allora se un “prete” sbaglia i tempi, ovvero uno nato 2000 anni fa come può copiare uno nato secoli dopo la sua morte?
      Vogliamo giustificare il peccato con la misericordia, ma NON siamo in sintonia con le PAROLE E IL VOLERE di Cristo. Che la Chiesa debba accogliere i peccatori di qualsiasi tipo e grado di peccato, dove sta la novità? Tutti i Santi sono stati artefici di conversioni di grandi peccatori, ma NESSUNO è sceso a compromessi, sorrisi, ecc. Ma è stato il REO, come sempre che in primis deve rendersi conto del proprio errore e tornare sulla retta via.
      Nel Vangelo Cristo dice: c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
      Da non confondere con: “l’amore omosessuale è un amore familiare, che ha bisogno di una famiglia”, che “una coppia di lesbiche…

  8. Non so chi sia questo o questa Nonim, ma il suo articolo mi è garbato tanto. Dovrebbe essere incorniciato in tutte le parrocchie, seminari, noviziati. Altro che sinodi consultivi ma molto mediatici. In un mondo dove nessuno vuole giudicare, giudicare se una cosa è bene o male secondo Cristo diventa un atto di cristiano coraggio e responsabilità. Quando tutti “ascoltano”, un vero pastore cristiano parla con chiarezza l’insegnamento della Sequela Christi. Il non giudicare evangelico si riferisce al condannare definitivamente il prossimo quando ancora Dio (unico giudice) non l’ha fatto: la conversione è opera della Grazia che ha i suoi tempi. Proprio un’altra cosa…Utile la lettura dell’omelia di San Basilio Magno “In Illud, Attende tibi ipsi” “Guarda-occupati di te stesso”.
    Mi ricordo di quando Ratzinger diceva che dalla pazienza pedagogica di Dio scaturisce la santità dell’uomo…oggi tutta frenesia mediatica e inconcludente. Grazie

  9. Cristo Gesù sembra disinteressarsi di tutto: accovacciato in un angolo, sembra dormire, mentre è gran tempesta. Abbiamo fede? Fino a che punto siamo consapevoli che le forze infere non prevarranno? A noi spetta un compito pesantissimo, anche se apparentemente semplice: nonostante tutto, tutti e lo stato di cose, avere fede e speranza anche se tutto sembra perduto. Se ci pensiamo, tutto è logico, tutto è stato previsto, tutto deve accadere. Chi legge, oggi, soprattutto del clero, la grande opera di Monsignor Delassus? Il mio parroco ignora addirittura l’esistenza di tale pietra miliare, di questo scrigno di tesori, di questo manuale di guerra assoluto e il mio parroco è un grande uomo, di vita e di fede. Don Bosco soleva dire che esistono solo due tipi di guerra: una per Cristo e una contro Cristo; altre vie non ci sono, perché queste includono tutto, ogni lato dell’umanità. Antagonismo tra due civiltà, questo è ‘il problema dell’ora presente’, da quel Venerdì di Pasqua a oggi.

  10. caro Fabio trevisani…Bergoglio avrà detto alla coppia gay ciò che ha detto alla Bonino e a Pannella..andate avanti..non vi fermate…!!

  11. Mah, per me è ancora più semplice. Bergoglio dice sempre quello che l’interlocutore vuole sentirsi dire. Quando parla a una piazza gremita di famiglie normali, dice cose accettabili, magari confusamente, ma le dice. Con gli invertiti dice tranquilli, cercate Dio a modo vostro. Con Obama ben si guarda da nominare l’aborto. Appena Erdo fa un bel discorso al Sinodo, si preoccupa subito di buttarlo “sotto a un tram” e dare la parola a chi dice l’opposto.
    E via di seguito. A tutti, sostanzialmente, dice di continuare così. Capirai che bel modo di salvare amine..,

  12. Vorrei trovarmi di fronte ad un certo Signore e dirGli, con Chesterton: “Tenete per Voi i Vostri Byron che commemorano le disfatte degli uomini. Io vorrei continuare a versare lacrime d’orgoglio leggendo l’orario delle ferrovie.” Temo fortemente che, prima di invitarmi a gustare le sue paellas, mi guarderebbe così…

  13. Non concordo con Diego ( con affetto ironico: un grazie a lui) in quanto ritengo che un eretico o un apostata sia anatema , ben prima che alcuno lo dichiari. Qui siamo sommersi dalla chiesa conciliare eretica auto-scomunicatasi con prove scritte fatti detti…Papa Onorio fu dichiarato (formalmente) anatema post mortem, papa Liberio che accettò per breve tempo l’eresia ariana per “comodo” non fu seguito dal proprio Vescovo San Atanasio che se ne fece un baffo (per modo di dire, in quanto la sofferenza morale è grande in tali casi e tanto noi constatiamo oggi di persona) della sua scomunica… Quindi pane al pane e vino al vino, sì al sì e no al no e dicasi chiaro e netto come fece Gesù lasciandosi crocifiggere :sono scomunicati , non li seguiamo più. C’è ancora la Chiesa Cattolica, non hanno prevalso. Un misero resto umanamente parlando ma quanto Santo e gradito a Dio. o saremo colpevoli di omissione e di seguire…

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