L’ “etica dell’amore” e le querele di Enzo Bianchi – di Carlo Manetti

In quello che potremmo definire come post-Modernismo, vale a dire la banalizzazione di potere e la conduzione alle sue estreme conseguenze del Modernismo classico e della «Nouvelle Theologie», la Chiesa istituzionale deve essere abbattuta, per lasciare il posto ad una «Chiesa pneumatica», vale a dire totalmente carismatica, dove «lo Spirito soffi dove vuole», con accenti schiettamente gioachimiti. Questa è sicuramente la visione che caratterizza Enzo Bianchi, di cui è divulgatore instancabile; si potrebbe quasi dire che il fondatore della comunità di Bose sta al post-Modernismo come Piero Angela sta al Positivismo scientifico.

di Carlo Manetti

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zznzbncIl 1° agosto 2014 Enzo Bianchi dava una delle più edificanti dimostrazioni di che cosa sia, in concreto, il superamento della giuridicità della Chiesa e la sostituzione dell’amore alla verità come stella polare dell’agire umano e, quindi, cristiano.

In un memorabile discorso in occasione della Festa del Perdono di Assisi alla Porziuncola, il dottor Bianchi, parlando della situazione in Medio Oriente ha affermato che «dobbiamo dire una parola come cristiani proprio nel momento in cui siamo cacciati e perseguitati in quelle terre. […] E proprio perché noi cristiani siamo vittime in questo momento, e non siamo attori del conflitto, dovremmo avere il coraggio, un forte coraggio di dire che l’unica via per portare la pace in quelle terre è il perdono. […] Se si guarda la giustizia, i palestinesi hanno molte cose da rimproverare agli ebrei e gli ebrei hanno altrettanto da rimproverare ai palestinesi. Solo con la giustizia non si viene fuori da quel conflitto. Occorre un perdono reciproco per ricominciare una nuova storia. E noi cristiani dobbiamo avere la forza e l’audacia di portare questo che è il messaggio di Cristo». Egli, quindi, ha formalmente richiesto a persone e popoli che hanno conosciuto e patito ingiustizie di sangue, persecuzioni e morti di amici e parenti, fino ai familiari più stretti, di rinunciare non solo alla vendetta, ma anche alla giustizia e di perdonare tutto; ha, di fatto, chiesto ad interi popoli un atto di eroismo difficile e duro per chiunque, santi compresi. L’ardire è grande. E ancora maggiore è l’audacia di incorporarsi a quelle persone e di rivolgere l’invito ad un «noi», che lo rende parte integrante di coloro che sono chiamati a perdonare, anche se lui non ha patito nulla di paragonabile, non ha nulla di così grave da perdonare, ma la sua “autorità morale” lo pone alla testa di questi eroici uomini di perdono, anche senza portare alcun dolore raffrontabile al loro. Egli pretende di dare l’esempio, anche senza essere in condizioni oggettive simili, condizioni che renderebbero esemplarmente credibile tale pretesa.

Nel medesimo giorno l’avvocato Andrea Castelnuovo di Torino, in nome e per conto del capo della comunità di Bose, inviava una lettera di diffida e minaccia di querela nei confronti di vari siti internet, colpevoli, a suo dire, di aver utilizzato abusivamente immagini, liberamente reperibili sulla rete e non coperte da copyright, del suo cliente e di averlo diffamato.

Indipendentemente dalla rispondenza al vero di tali accuse, rispondenza tutt’altro che evidente e, soprattutto, messa in dubbio dalla stessa genericità delle accuse formulate (senza riferimenti precisi), colpisce lo stridente contrasto tra l’eroico perdono richiesto alle popolazioni mediorientali e l’implacabile “sete di giustizia” (nella più benevola delle ipotesi) di Enzo Bianchi nei confronti di chi, al massimo, ne avrebbe leso il buon nome. Parrebbero esserci gli estremi per accusare il minacciato querelante di clamorosa incoerenza. Ma non è così. Le due parti di questa emblematica giornata si legano coerentemente nell’ideologia e nella fede religiosa del soggetto.

In quello che potremmo definire come post-Modernismo, vale a dire la banalizzazione di potere e la conduzione alle sue estreme conseguenze del Modernismo classico e della «Nouvelle Theologie», la Chiesa istituzionale deve essere abbattuta, per lasciare il posto ad una «Chiesa pneumatica», vale a dire totalmente carismatica, dove «lo Spirito soffi dove vuole», con accenti schiettamente gioachimiti. Questa è sicuramente la visione che caratterizza Enzo Bianchi, di cui è divulgatore instancabile; si potrebbe quasi dire che il fondatore della comunità di Bose sta al post-Modernismo come Piero Angela sta al Positivismo scientifico.

«Come nell’infinito lo Spirito Santo procede dal Verbo e nella creatura spirituale la volontà dall’intelletto, così la negazione di quella processione importa l’assorbimento della legge nell’amore. L’uomo avente la carità è libero dalla legge la quale è presa unicamente come ordine obbligante e coercitivo. Anzi si contrappone la legge allo spirito e se ne fa il carattere dell’uomo antico e il contrario del Vangelo. La dottrina cattolica viceversa insegna che l’amore contiene l’obbedienza alla legge e modella la volontà sull’ordine della legge» (Romano Amerio, Iota unum, n171). Gesù stesso dice ai Suoi discepoli «se mi amate, osservate i miei comandamenti» (Gv 14,15).
L’assolutizzazione dell’amore ha come conseguenza la relativizzazione e soggettivizzazione della verità («ciascuno ha la sua verità e solo dal dialogo si può crescere nella comprensione reciproca») e, conseguentemente, dei dogmi, che debbono essere reinterpretati in modo da non essere «divisivi» ed il dialogo cessa di essere strumento di conversione degli acattolici, per divenire mezzo di reciproco arricchimento, quando non fine a se stesso. Di qui l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso, portati alle loro estreme conseguenze, con il passare sotto silenzio (nella migliore delle ipotesi) i dogmi cattolici che maggiormente possono urtare la sensibilità degli interlocutori o quella che come tale si presume.
Consegue da questa visione l’impossibilità di definire un’etica oggettiva, uguale per tutti ed a tutti imponibile: poiché, come la Chiesa insegna da sempre, la morale discende dal dogma, se i dogmi sono divenuti liquidi ed adattabili (nel senso che non solo possono, ma debbono essere adattati) all’interlocutore ed alla circostanza, a maggior ragione lo sarà la morale; le medesime azioni diverranno buone o cattive a seconda dei momenti e delle circostanze.

In questa “logica”, diviene perfettamente conseguente e perde tutta la sua contraddittorietà richiedere, da un lato, l’eroismo del perdono, quando il farlo può essere utile pars construens della positiva immagine della Chiesa della misericordia e priva di legge, e, dall’altro, reprimere, con tutta la durezza di cui si è materialmente capaci, coloro che, criticando uno dei principali banditori di tale Chiesa, pretenderebbero di difendere la Chiesa del passato, della legge e non aperta allo spirito, in una sorta di pars destruens.

La minaccia di querela non è da intendere, in questo contesto, come una riaffermazione del primato del diritto, sia pure statuale, come sarebbe stato nel Modernismo classico, ma come mero strumento pratico per mettere a tacere i nemici della nuova concezione di Chiesa. L’eliminazione della legge, sia morale che giuridica, dall’orizzonte della nuova etica dell’amore comporta un’applicazione ecclesiale della leniniana doppia morale o morale rivoluzionaria: senza nessuna considerazione per un qualsivoglia giudizio sulle azioni astrattamente considerate, diviene buono ciò che è utile all’affermazione della religione dell’amore (Lenin avrebbe detto della Rivoluzione) e cattivo ciò che vi si oppone.

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fonte: Corrispondenza Romana

17 commenti su “L’ “etica dell’amore” e le querele di Enzo Bianchi – di Carlo Manetti”

  1. È la questione del “Filioque”: “Sono con Dio se mi sento bene vicino a Lui… non se Lui (o meglio, il Suo Vicario) mi apre le porte del Regno”. Il che significa anche -come in TUTTE le eresie- “Sono in Paradiso adesso. Non devo certo faticare in questa giornata terrena, breve o lunga che sia. GODO adesso, faccia a faccia con Dio”.
    Ieri ho ascoltato un’ampia omelia ereticale, quasi un manifesto programmatico, in cui è stato detto fra l’altro: “La cattolicità della Chiesa significa che TUTTI, senza chiedere che credano nel Vangelo o che si comportino in un certo modo, vengono fatti entrare nel nostro cuore. Noi abbiamo capito questo, quindi possiamo aiutare l’Umanità a progredire”. Roba da scomunica, per quanto ne capisco

  2. Caro caro, caro Enzo Bianchi del buon perdono . La sua idea di andare a portare il perdono nelle terre martoriate dalle guerre dove i cristiani vengono torturati, violentati , crocifissi , squartati , uccisi , è proprio buona. vada Lei per primo in testa a tutti a portare il suo grido di perdono e pace . Lei che è così coraggioso ! Vada Lei . Vada a perdonare e a chiedere perdono , così con le mani aperte magari invocando un po’ un dio e poi un altro . E naturalmente con Lei verrà anche il suo avvocato, perchè se per caso qualcuno degli squartatori di cristiani pubblicasse una sua foto non autorizzata , lei invocando e dando il perdono gli potrà fare causa. !!!!!!!!!

  3. In risposta a Raffale (suo commento delle 17.18)
    Caro Raffaele, questo è proprio l’obiettivo di Bianchi e compari modernisti, creare un “cattolicesimo liquido” che vada bene per tutti, atei, immorali ed idolatri compresi, senza certezze morali e dottrinali, a parte una: chi si oppone a tale colliquazione (i Tradizionalisti) deve essere messo a tacere o “eliminato”, con le buone o con le cattive (eliminare noi non è facile come con i Francescani dell’Immacolata e questo li rende furiosi: si è passati dall’epoca delle “omelie denigratorie”, compresi attacchi vili e insensati provenienti da Radio Maria, all’epoca delle querele (eseguite o minacciate); la prossima epoca potrebbe essere quella delle “ingiuste scomuniche”, magari ipso facto, per chiunque sia “neopelagiano”, naturalmente ogni epoca successiva andrà a SOMMARSI, non a sostituirsi alle precedenti).
    La terza epoca, che potrebbe iniziare poco dopo il Sinodo, sarà tremenda e, se dovesse veramente avvenire, servirà a purificare il “Piccolo Gregge” residuo, normalizzando i più tiepidi.
    Speriamo che non si arrivi fino a questo punto, ma se ciò dovesse accadere ricordiamoci di Gesù, di Maria, di Sant’Atanasio e della forza della Preghiera!

  4. Anche io domenica ho ascoltato una predica di questo tipo. Poiché Gesù salva tutti (l’esempio è della cananea) allora noi non dobbiamo criticare nessuno (nessun comportamento). E accettare anche comportamenti permanenti che appaiono confliggere con quelli previsti dalla Chiesa. E come controprova il sacerdote ha citato l’episodio dei due ladroni. Vedete, ha detto, non solo è stato perdonato, ma non fa neppure un giorno di purgatorio. Era un assassino e secondo molti cristiani almeno per un po’ d’anni avrebbe dovuto patire per le sue colpe; invece Gesù gli ha detto: ” oggi sarai con me in paradiso”. Giorgio

    1. Caro Giorgio, quel sacerdote ha dimenticato di dire che SOLO il ladrone che si rivolge umilmente a Gesù andrà in Paradiso!
      Inoltre anche nella demenza teologica bisogna essere COERENTI: quel prete non doveva dire che noi dobbiamo accettare anche “comportamenti permanenti che appaiono confliggere con quelli previsti dalla Chiesa” ma QUALUNQUE COMPORTAMENTO PERMANETE: mafiosi, camorristi, ‘ndranghetani, rapitori, stupratori, serial-killer, usurai, corruttori, cannibali,ecc….non vorremo mica discriminare qualche categoria di peccatori? La misericordina o la si applica a TUTTI o a NESSUNO!
      Inoltre è Verità di Fede che in Paradiso ci siano diversi gradi di beatitudine, quindi anche il discorso sul non fare neanche un giorno di purgatorio è insensato, senza contare che potrebbe averne fatto qualche ora o qualche minuto e che il tempo nell’aldilà non ha corrispondenza col nostro tempo.
      A quel sacerdote, per dimostrare la sua ERESIA sono sfuggite parecchie predicazioni di Gesù e l’esempio di Giuda.
      Per concludere quel sacerdote doveva dire che se si salvano tutti, allora è inutile andare ad assistere alla Messa, compresa quella celebrata da lui….poi dovrebbe spiegarci la nuova funzione che intende assegnare ai confessionali!

      1. Caro Diego, concordo in pieno. Per carità cristiana non cito la notissima località turistica dove ho ascoltato l’omelia.

    2. La reale gravità della situazione della Chiesa, caro Giorgio, è mostrata dal fatto che un grandissimo numero di Sacerdoti (stiamo parlando sempre dei Paesi “occidentali”), improvvisamente, si è messa a predicare eresie.
      Questo significa due cose:
      A- le pensavano già sotto Benedetto e sotto S. Giovanni Paolo II
      B- oggi sentono come già data la parola d’ordine “Il Palazzo d’Inverno è stato preso! ”

      E il Palazzo d’Inverno -la tetra residenza dell’intollerante e temibile Papa del “Summorum Pontificum” e dell’Assunzione corporea di Maria Ss. (dalla proclamazione di quel Dogma, 1° novembre 1950, partì la lotta mortale degli gnostici a papa Pio XII) – in effetti è stato abbandonato. Le imposte di quella Finestra sono chiuse, e non si può più passeggiare la sera in Piazza San Pietro sapendo che Pietro è lì, dietro quei vetri illuminati

  5. Anche le ideologie parlavano di Progresso, Sol dell’Avvenire, Anno Zero… sembrava tutto amore e perdono ….peccato che all’atto pratico abbiano causato milioni di morti.
    Quando il nemico era fuori ci si poteva ancora difendere.
    Ora i lupi, travestiti da agnelli, sono entrati nell’ovile.

  6. Sig. Bianchi sei fortunato che le tue eresie le puoi propinare in questo periodo caotico di post concilio da 4 soldi perché se ti trovavi qualche secolo fa … altro che “querele”… facevi la fine del Bruno…!

  7. Signori preghiamo, preghiamo, preghiamo, preghiamo tutti insieme perchè è davvero brutta la situazione dei cattolici in Iraq e la guerra in Ucraina, Dio voglia che arrivi un po’ di luce in quelle menti folli, poi discutiamo pure. Cordialità

  8. giorgio rapanelli

    Sto finendo di leggere “Lepanto” di Alessandro Barbero, il quale, in 619 pagine, descrive come si è arrivati alla battaglia navale di Lepanto e perché i cristiani hanno vinto i turchi.
    La fede ci direbbe “per intercessione della Madonna”. Ma, a ben vedere, i cristiani vinsero perché, pur a parità di naviglio, essi erano tre volte più numerosi, avevano una enorme quantità di archibugi, mentre i turchi usavano a maggioranza archi e frecce, i cristiani avevano 350 grossi cannoni e i turchi ne avevano solo 180.
    Se Israele non avesse quell’enorme armamento, personale militare di alto livello, e le bombe atomiche, Israele sarebbe spazzata via e l’Islam dilagherebbe verso l’Europa, ancora in via di formazione unitaria. Purtroppo, esistono momenti in cui ci si deve opporre alla violenza solo con la violenza. “Porre l’altra guancia” ad un musulmano non lo convince sulla bontà della nostra religione. Anzi, lo fa ridere a crepapelle. Mettiamoci in testa che egli si sente superiore a noi, perché la sua è l’ultima religione rivelata, mentre la nostra è la penultima. Non considera le religioni alla pari come noi, laicamente, le consideriamo.
    Attenzione, qui non è solo una questione di religione, ma di civiltà. Noi abbiamo raggiunto una civiltà migliore di q

  9. giorgio rapanelli

    Sto finendo di leggere “Lepanto” di Alessandro Barbero, il quale, in 619 pagine, descrive come si è arrivati alla battaglia navale di Lepanto e perché i cristiani hanno vinto i turchi.
    La fede ci direbbe “per intercessione della Madonna”. Ma, a ben vedere, i cristiani vinsero perché, pur a parità di naviglio, essi erano tre volte più numerosi come combattenti, avevano una enorme quantità di archibugi, mentre i turchi usavano a maggioranza archi e frecce, i cristiani avevano 350 grossi cannoni e i turchi ne avevano solo 180.
    Se Israele non avesse quell’enorme armamento, personale militare di alto livello, e le bombe atomiche, Israele sarebbe spazzata via e l’Islam dilagherebbe verso l’Europa, ancora in via di formazione unitaria. Purtroppo, esistono momenti in cui ci si deve opporre alla violenza solo con la violenza. “Porre l’altra guancia” ad un musulmano non lo convince sulla bontà della nostra religione. Anzi, lo farebbe ridere a crepapelle. Quando la Caritas fornisce vestiti e alimenti ad un musulmano crede che il musulmano ne sia riconoscente. Non è così: il musulmano, sentendosi vero credente e la Caritas organizzazione di infedeli, quindi superiore al cristiano, prende l’opera caritatevole come un atto dovutogli per sudditanza. Infatti, i cristiani sono dei “dhimmi”, ossia dei tributari dell’Islam. Mettiamoci in testa che egli si sente superiore a noi, perché la sua è l’ultima religione rivelata, mentre la nostra è la penultima. Non considera le religioni alla pari come noi, laicamente, invece le consideriamo.
    Attenzione, qui non è solo una questione di religione, ma di civiltà. Noi abbiamo raggiunto, per certi versi, una civiltà migliore di quella del passato. L’Islam ci riporterebbe indietro.
    Quindi, smettiamola con le illusioni e le astrazioni e andiamo al sodo. Ossia, prepariamoci alla difesa, intesa in modo ampio.

    1. La guerra dei Cristiani ai Musulmani fu, nei secoli, essenzialmente tre cose:
      1- difesa improvvisata e inadeguata alle innumerevoli iniziative piratesco/anticristiane dei primi secoli (compreso un sacco della Basilica di San Pietro, nell’ VIII secolo). Non si contano gli assalti, rivolti in primis ai Conventi e alle chiese, e gli insediamenti di teste di ponte semipermanenti in punti arroccati.
      Un paese montano a Est di Tivoli, verso l’Abruzzo, si chiama Saracinesco, che vuol dire “paese dei Saraceni”

      2- Crociate: spedizioni verso Gerusalemme di persone generose e fedeli e di signori e Re riluttanti, per cercare di mantenere ai Cristiani la possibilità di accesso a Gerusalemme, identificata giustamente con il Santo Sepolcro (Morte e Risurrezione di Nostro Signore, sul Calvario stesso)

      3- battaglie campali o navali di difesa dai grandi assalti al cuore dell’Europa (Poitiers – VIII secolo; Candia, Lepanto, Malta – XVI secolo; Vienna e Buda – XVII secolo: trecento anni fa)

      In tutti questi casi non si trattò di “violenza”, bensì di armi usate controvoglia, nell’ambito di una Cristianità disunita, contro un nemico che aveva come caratteristiche il muoversi in massa, con autentica violenza individuale e collettiva, essenzialmente per “arrivare a Roma” e farla finita con la Cristianità. Motivazione preternaturale, non spiegabile con interessi materiali.
      Gli interventi celesti furono molti, nei secoli. Per Lepanto, basta ricordare che il Papa vide soprannaturalmente la vittoria e fece dare l’annuncio. La notizia arrivò venti giorni dopo.

      Il Santuario di Maria Ausiliatrice a Torino, voluta direttamente dalla Madonna tramite S. Giovanni Bosco, porta sulla facciata due altorilievi: uno su Lepanto e uno sulla liberazione di papa Pio VII dalla cattività napoleonica. Il messaggio è: “I nuovi Turchi sono i Massoni secolaristi e neopagani, che, come loro, puntano a Roma per spazzare via la Chiesa”.
      DUE anni dopo la consacrazione della Basilica, i Massoni secolaristi e neopagani (e legati direttamente a Londra), partiti dalla medesima Torino, entravano a Roma. CINQUE anni dopo iniziava la costruzione della chiesa romana di “San Paolo entro le mura” (anglicana), nei cui mosaici sant’Andrea ha il volto di Abramo Lincoln, san Giacomo quello di Giuseppe Garibaldi, san Patrizio quello del generale Grant.

      L’accostamento all’attuale situazione della Terrasanta è totalmente fuorviante

  10. Ma cosa sta succedendo alla chiesa padovana? prima le accuse a Bitonci di voler strumentalizzare politicamente il Crocefisso, imponendone l’esposizione nelle scuole (come se per i preti padovani Nostro Signore disturbasse, lì appeso al muro dinanzi ai bambini); ora, appena sentito al TG, un prete padovano che accusa alcuni agenti della polizia locale di Padova di furto e l’assessore Saia che risponde ipotizzando querela contro il sacerdote. Ma è così profonda l’ostilità dei preti contro la Lega, anche quando essa difende i cittadini e le nostre radici cristiane? tutto quello che faceva l’amministrazione di sinistra andava bene, anche se la città era nel caos, in mano ai delinquenti, ai clandestini, agli spacciatori: tutto bene, madama la marchesa, perché i comunisti sono al timone della città? è così? quanto odio hanno in corpo con chi si oppone ai loro beniamini comunisti, ‘sti preti. Bel lavoro hanno fatto i due papi del Concilio, Roncalli e Montini, con la loro apertura al comunismo (Mater et Magistra..cattolici italiani, ora votate pure a sinistra; Casaroli, l’uomo dell’Ostpolitik, il “benemerito” accordo di Metz, ecc.), oltre che ai protestanti ed alle religioni non cristiane, con l’ecumenismo ossessivo.
    Dai modernisti liberaci, o Signore! Sia lodato Gesù Cristo

  11. Preghiamo con gli occhi aperti, e discutiamo INTANTO, non dopo!
    Dopo a che serve? I vincitori riscrivono la storia, i demagoghi dicono “mai più si ripeta”, e intanto fanno di peggio….
    Fermo restando che la preghiera è l’arma vincente!
    Bruno

  12. Diego
    “La terza epoca, che potrebbe iniziare poco dopo il Sinodo, sarà tremenda e, se dovesse veramente avvenire, servirà a purificare il “Piccolo Gregge” residuo, normalizzando i più tiepidi.
    Speriamo che non si arrivi fino a questo punto, ma se ciò dovesse accadere ricordiamoci di Gesù, di Maria, di Sant’Atanasio e della forza della Preghiera!”

    Concordo su tutto.
    Se dovessimo dare credito ai vari messaggi della nostra Madre Celeste (non vedo perché non dovremmo), quello che la Chiesa sta passando ora sono solo rose e fiori, in confronto con il disastro che fra non molto gli piomberà addosso, la Chiesa sopravvive perché d’istituzione divina, ma sarà passata al setaccio, e dovrà fare i conti con il Suo Proprietario.

  13. Questa cosa del “dialogo” ad ogni costo con tutti è patetica. Guarda caso questi cattolici-dialoganti riescono a dialogare amabilmente e serenamente e sopratutto “costruttivamente” con tutti tranne che con i credenti seri, quelli che tentano di essere fedeli alla Dottrina cattolica vera…nei confronti di questi la amabile maschera cade e mostrano un volto feroce e intransigente e non sono più disposti a dialogare neanche un minuto, così come ci mostra il Bianchi. Questo perchè in realtà si tratta di atei travestiti da credenti, eretici, nella migliore delle ipotesi cristiani tiepidi che hanno perso ogni certezza e contatto vero con Gesù e che si sollazzano e autoesaltano in cervellotiche utopie. Il tutto, duole ammetterlo, con il tacito consenso, se non aperta approvazione dei sacerdoti, i quali ormai si sentono più degli accompagnatori o operatori sociali che degli unti di Dio e insegnano tutto tranne che la Vera Fede e Dottrina.

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