La commedia degli equivoci: il gesuita prima di Francesco – di Léon Bertoletti

«Se taluno mantiene relazioni con donna maritata, non perché sia maritata, ma perché bella, facendo per tal modo astrazione dalla circostanza del matrimonio, una tale azione non deve, per autorità di molti, ritenersi adulterio, ma soltanto qualificarsi di fornicazione». Non l’ha detto il padre gesuita Giorgio Mario Bergoglio, meglio noto con il nome d’arte di Papa Francesco, l’altro giorno, in una delle sue celebri e celebratissime uscite, ma il padre gesuita Antonio Escobar y Mendoza, teologo moralista capace di far imbufalire Pascal e i giansenisti, tra il 1652 e il 1663. Il lassismo di certuni è insomma passato remoto, anticaglia, ferrovecchio, reperto museale alla pari di quel concilio nato attempato, rugoso, decrepito e promotore di così tante bestialità che – se soltanto si avesse il coraggio di riconoscerlo, di ammetterlo – lo si considererebbe innominabile. L’apocalittismo di altri ha forse maggiore legittimità e credibilità considerando che una volta, almeno, certe sparate finivano sbeffeggiate, irrise, svergognate, additate al pubblico ludibrio, mentre ora s’elevano nel più alto dei cieli, tra nuvole d’incenso, battezzandole svolte epocali. Ma dai!

«Il praticare l’atto coniugale prima della benedizione nuziale è cosa lecita» ha scritto il padre gesuita Tomaso Sanchez, nel 1627 non sotto l’attuale augusto pontificato. Specularmente tutto il possibilismo, probabilismo, casuismo, permissivismo, tutto il “si può e non si può”, tutte le anfibologie tornate prepotentemente alla ribalta ecclesiastica si possono trovare, per chi abbia la pazienza e l’ardore di cercare, in un volumetto del Mogni stampato anch’esso mica ieri dalle innovative, progredite Edizioni Paoline ma nel lontano 1849: Il Gesuitismo smascherato: ovvero una massima, un delitto od una stoltezza per ogni giorno dell’anno.Perché i Gesuiti, nell’avvicendarsi delle stagioni modaiole clericali, nello sgomitolarsi di calendari civili e liturgici, quanto a idee bizzarre non si sono fatti mancare mai niente. C’è stato il confratello che ha risposto affermativamente, senza dubitare nemmeno un pochino, al limpido interrogativo dottrinale: «È permesso di seguire un opinione meno sicura e meno probabile abbandonando la più sicura e la più probabile?». E c’è stato quello (il padre gesuita Stefano Bauny) che sviando allegramente una schiera di accoliti si è messo a discettare scusanti nella sua Summa peccatorum: «È permesso a chiunque lo entrare ne’ luoghi di bordello per convertirvi le donne perdute, quantunque possa probabilmente avvenire che cada in peccato: e sebbene abbia più volte provato che le moine e la seduzione di quelle donne l’avessero fatto peccare».

Non Ken Follett, autore di romanzi, ma il padre gesuita Follet ha osservato: «Colui che non può vendere il suo vino al giusto prezzo… può diminuire la misura, e mettervi un po’ d’acqua e venderlo per vino puro e legittimo». E via di questo passo, annacquando il Catechismo. «Se credete, per un errore invincibile, che la bestemmia vi sia ordinata da Dio, bestemmiate», ha consentito il padre gesuita Carlo Antonio Casnedi. «Iddio proibisce il rubare allorché il furto può riguardarsi siccome atto riprovevole: ma non quando possa credersi buona azione», ha inoltre spiegato. Dopotutto, «non si pecca che per consentimento e per cooperazione», ha reso noto il padre gesuita Corneille de la Pierre. «Susanna quindi avrebbe potuto permettere ai vecchi d’esercitare sopra di lei la loro lussuria, e non prendervi parte internamente; che così facendo è certo non avrebbe peccato». Identica pensata per il padre gesuita Giacomo Tirino: «Senza cooperazione e consentimento, la sua castità sarebbe rimasta intatta, chè per tal modo non avrebbe fatto conoscere il proprio disonore colle grida, né si sarebbe esposta al pericolo di perdere la vita: giacché la riputazione e la vita sono preferibili alla purezza del corpo».

Abbeveratesi a queste fonti di sapienza religiosa generazioni di padri gesuiti, non si può pretendere che il Nostro possa o debba fare eccezione. Alla gesuitica regola seguente, per esempio: «Allorquando tu voglia far credere vera una cosa falsa ed evitare il peccato di menzogna, ricorri alla nostra dottrina degli Equivoci, per la quale è permesso far uso di termini ambigui, in modo che si abbia ad intendere la proposizione che si proferisce in un senso diverso da quello essenzialmente vero». O alla successiva: «Può darsi che un Papa abbia detto tal cosa anche qual capo della Chiesa: ma può darsi nello stesso tempo che il suo sentimento di probabilità vi sia internamente contrario». Chi può saperlo? Magari nel fondo della sua anima, come tanti cattolici hanno ormai capito, Francesco I è un bieco reazionario, un tradizionalista, un oscurantista, un retrogrado… un lefebvriano!

21 commenti su “La commedia degli equivoci: il gesuita prima di Francesco – di Léon Bertoletti”

  1. jb Mirabile-caruso

    L. Bertoletti: “Magari nel fondo della sua anima, come tenti cattolici hanno ormai capito,
    ……………….Francesco I è un bieco reazionario, un tradizionalista, un oscurantista,
    ……………….un retrogrado…un lefebvriano!”.

    Magari è pure un uomo fattosi barzelletta di pessimo gusto!

  2. ma la strategia per (tentare di ) distruggere la Chiesa Cattolica dall’interno l’ hanno pensata bene i FARABUTTI che figurando all’interno della Chiesa indissero un concilio apposito , scimmiottando le maniere stesse della Chiesa Cattolica. Quello che sta avvenendo ora è il castigo di Dio su di essa falsa chiesa, mostrandola a tutti carica dei suoi escrementi.

    1. jb Mirabile-caruso

      bbruno: “Quello che sta avvenendo ora è il castigo di Dio su di essa
      …………falsa chiesa, mostrandola a tutti carica dei suoi escrementi”.

      Sarebbe bello se così fosse, signor Bruno. Non lo è purtroppo, per il sol fatto che agli occhi del mondo intero tutto ciò che di assurdo e vergognoso accade – ed è accaduto negli ultimi sessant’anni – è ascritto alla Chiesa di Cristo, e NON alla falsa chiesa la cui esistenza nessuno conosce e nemmeno sospetta.

      L’inganno di questi barbari farabutti, che hanno invaso ed occupato la Chiesa di Cristo, consiste proprio in questo: far apparire tutti i loro deliri come essere della Chiesa, e ci sono diabolicamente riusciti!

      È a noi, a questo punto, che spetta il difficile compito di ribaltare la situazione smascherando la loro vera identità di infiltrati omosessuali e comunisti a regia massonica, unitamente al loro inganno. Per far ciò occorrerà riportare alla ribalta la Chiesa di Cristo ridandoLe il Suo vero Papa astutamente sottrattoLe da questi barbari in quel lontano Conclave del 1958.

      Ne saremo ‘finalmente’ capaci?

      1. d’accordissimo, Mirabile-caruso, ma “un inganno” perfettamente riuscito solo per la dabbenaggine dei moderni cattolici…. Quanti sono, anche tra i ‘tradizionalisti, quelli che contestano le operazioni malvagie di questa chiesa, e continuano a garantire acqua a questi pirania di sedicenti pastori, cercando i lor servizi, le loro messe e le loro comunioni e le loro assoluzioni, credendoli ancora, e nonostante tutta l’evidenza contraria, capaci di tanto??? Per la riuscita dei furbi ci vogliono sempre dei cretini a disposizione! Togliamo loro la nostra presenza, e quelli muoiono per soffocamento!

        1. Pienamente d’accordo con te bbruno. Nel mio piccolo sto facendo proprio questo nella mia città (Rovereto, zeppa di Piranha). Fieramente emarginato !!!

  3. Contorsionismi spregiudicatamente gesuitanti.

    ” … Sarebbe dunque corretto affermare che bisogna fare una distinzione fra la Compagnia di Gesù fondata da Sant’Ignazio di Loyola fatta di santi, martiri e Dottori della Chiesa, e la “para Compagnia” del gesuitismo modernista. …”

    ” … Tra l’altro, la Compagnia di Gesù è un ordine atipico anche per lo “spirito di corpo” individualista che lo caratterizza: i gesuiti non formano una comunità, ma una specie di “branco” simile a quello dei lupi. Disgraziatamente, questo “branco di lupi” dei gesuiti novatores si trova all’interno dell’ovile della Chiesa, “sbranando” già diverse “pecorelle”.
    Il gesuitismo novatore, ricapitolando, dopo aver abbandonato lo spirito originale del Santo Fondatore – cioè la distruzione dell’eresia protestante, ………….. e la difesa e l’insegnamento della Dottrina cattolica – “vive” in una sua propria “società”, la cui “missione” è guidare il resto del mondo. …….” :

    https://gloria.tv/article/g1GVzMb7Y9C34pcAXpd6p6GTs

  4. Questi esercizi di spericolato equilibrismo sugli specchi “relazione … con donna maritata … ma perché bella, facendo per tal modo astrazione dalla circostanza del matrimonio, una tale azione non deve, per autorità di molti, ritenersi adulterio …”, involontariamente mi hanno riportato alla mente alcune scene del memorabile film di Monicelli, “la ragazza con la pistola”, interpretato da una superba Monica Vitti. Volendo mettere alla berlina gli atteggiamenti tipici di una moralità di sola facciata, nell’assolata Sicilia degli anni Sessanta, il regista descrive, dipinge se così si può dire, la vicenda di un improbabile atto di abuso (preceduto da un rocambolesco “rapimento”), nella quale di fatto la protagonista non solo non è vittima – grazie al Cielo – ma è pienamente consenziente in quanto innamorata follemente del bullo in questione. Nel faccia a faccia con lui pronuncia le memorabili parole : “… di marmo sono, tu baci una morta” e a seguire è proprio lei a sedurre lui. Almeno con la Vitti, nella finzione, con ironia e intelligenza, era possibile sorridere e…

  5. Anche solo da un punto di vista meramente storiografico non ha senso proporre gli esempi più bassi della storia dei gesuiti per distruggere l’intero ordine e la sua storia. Almeno il geniale Pascal nel secolo XVII aveva dalla sua la grandezza dello stile e della scrittura. Se poi si scopre che il senso dell’operazione alla fine è denigrare il Santo Padre, il quale avrà tanti difetti ma non quello di rinunciare a combattere l’ipocrisia e il fariseismo, emerge la drammatica mancanza di carità, cioè la mancanza di ciò che per noi credenti è davvero fondamentale. 1 Cor. 13:,”Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.La carità è paziente, è benigna la carità…”

    1. Gentile Mario, forse la Parola di Dio andrebbe letta tutta e tenuta presente tutta, anziché tirar fuori a spizzico quello che di volta in volta è più opportuno (lo dico a me stessa per prima):

      Gesù riferendosi a Giuda: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!” (Mt 26,14-25).

      Lei Mario se la sente per caso di affermare che Gesù mancava di carità per il fatto di aver pronunciato queste parole??

      P.S.: nessun parallelismo da parte mia fra Giuda e altro personaggio contemporaneo, era solo per spiegarsi.

    2. E Senor Bergorglio Jorge Mario ci pensa da solo a denigrare la parte sua in commedia, quella di papa; et cum abundantia. L’articolo giustamente mette in luce l’ambiente in cui è cresciuto il papa dell’arte nova, ambiente che si è venuto sviluppando lungo i secoli, e giunto ad esplodere, fino alla coincidenza, con la nova chiesa, da essi in buona parte propiziata: vedi i Rahner i De Lubac gli Urs von Balthasar i Teilhard de Chardin… Anche se tutto ciò non deve fare dimemnticare i grandi e santi gesuiti del passato antecedente, come, e mi scuso, ho sottolineato qui sotto. Bergoglio appartiene alla stessa lurida squadra, per meriti propri, non per attribuzione.

      1. … ovvamente i nomi citati appartengono allo squadrone finale della morte della Chiesa: dal gesuitismo come moralismo ipocrita si è passati, con questi, al gesuitismo dottrinale, convogliato feliucemente nel modernismo… Da non dimenticare il gran fondatore degli Illuminati di Baviera, quest’altra bella della galassia massonica, che ha nome Johan Adam Weishaupt, GESUITA.

    3. La carità non può essere cieca: non deve prescindere dalla Giustizia e dalla Verità. Detto questo allora si può leggere 1 Cor13. Altrimenti si cade nell’equivoco.

    4. E perché Bergoglio non usa a tutti la carità di levare dalla circolazione la legione di sodomiti che ammorba i seminari e semina la corruttela nella gioventù? Perché si chiude in un eloquentissimo silenzio (stile “io sò io e voi non siete un *****?) riguardo a una valanga di accuse che tutti sanno essere vere, e ben probabilmente solo la punta di un iceberg di dimensioni apocalittiche? Perché lei si ostina a difendere tale figuro? Vive lei su Marte, da non vedere cosa fa costui o forse peggio, lei finge di non vedere?

  6. Oswald Penguin Cobblepot

    “La riputazione e la vita sono preferibili alla purezza del corpo”. Adesso sì che è tutto chiaro! Adesso sì che la recentissima teologia (im)morale acquisice il senso che non riuscivo a comprendere!

  7. e adesso questo gesuita di vertice sommo, alla maniera dei suoi confratelli in armi, passati e presenti, commilitoni che per cameratismo non possono smentirsi, ma solo gareggiare tra loro, se ne esce con una nuova sparata ad effetto: il sesso è un dono di Dio! Sì certo, anche la mano è un dono di Dio, e allora, la usiamo per uccidere? Anche i piedi sono un dono di Dio…li usiamo per scalciare sul vicino? anche la parola è un dono di Dio: l’ usiamo allora per dire scemenze??? Come se il sesso non facesse parte dell’uomo, fosse una cosa ‘aggiunta’, ‘appiccicata’ lì, per il piacere dell’uomo… Ma il sotterfugio qual’è, il lasciapassare ‘moralistico’, gesuitico? Se ti prende la passione, dice, la passione amorosa, tutto è bello tutto è divino….Sai quante volte ti vien voglia di usare questo dono in nome della passione AMOROSA, e poi ringraziare Dio del suo ‘dono’?????- Deve essere preso proprio dalla disperazione, ‘sto termine ultimo di feriseismo, se arriva a questi mezzucci da mezzano per attirarsi un po’ di simpatia da parte di un pubblico stordito dalle sozzerie…

  8. Ma non facciamo torto alla verità, dimenticando i grandi meriti della Compagnia nei confronti della Chiesa. I meriti nell’affermazione e difesa della dottrina cattolica contro gli stravolgimenti e le empietà dei luterani, e i derivati loro (pensiamo alla grande stagione eroica della resistenza cattolica nella tempesta anglicana, quella degli Edmund Campion Robert Southwell Walpole…; ai meriti acquistati sul campo della evangelizzazione, con San Francesco Saverio -altro che il “proselitismo è una vergogna” dell’attuale frutto ultimo e marcio del ‘confratello’ Jorge Bergoglio, in arte addirittura papa…) E non dimentichiamo che appena 20 anni dopo la (vile) soppressione della Compagnia è esplosa la rivoluzione francese: chi può negare
    un collegamento tra soppressione dei cani guardiani della Chiesa e l’irruzione dei lupi nella stessa?
    Trattare la storia dei Gesuiti semplicemente come storia di ‘gesuitismo’, sarebbe come mettere la Chiesa tutta alla pari dell’ infamia della chiesa romana attuale…

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