La Destra nel labirinto. Le resta una sola via di salvezza: la riscoperta della cultura – di Luciano Garibaldi

di Luciano Garibaldi

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zzdestra-labirinto-bozzi-sentieri«Quando sento la parola “cultura”, metto mano alla pistola». Questa battuta è stata attribuita a più di un gerarca nazista. Tra i tanti, a Baldur von Schirach, capo della “Hitlerjugend”, al ministro della propaganda Gӧbbels, al feldmaresciallo Hermann Gӧring, al comandante della S.A. (Sturm Abteilungen) Ernst Rӧhm. A quanto mi risulta, sulla scorta delle ricerche che mi hanno consentito di scrivere il libro «Adolf Hitler. Il tempo della svastica», la frase fu pronunciata proprio da quest’ultimo, ovvero da Ernst Rӧhm, che ebbe la sorte atroce di venire ucciso, assieme al suo Stato Maggiore, dai fedelissimi di Hitler, le S.S. (Schutz Staffeln), non per aver detto quella infelice battuta, ma per aver tramato alle spalle del Führer. In effetti, la cultura non era certo uno dei valori fondanti di una struttura politica come il nazionalsocialismo. Lo è, al contrario, in qualsiasi sistema democratico. Nel senso che, se non fai cultura, se trascuri la cultura, se la metti all’ultimo posto delle tue preoccupazioni, finirai per trovarti ai margini della popolarità.

Chi ha capito e centrato perfettamente il problema è lo storico e politologo Mario Bozzi Sentieri, con il suo libro «La Destra nel labirinto. Cronache da un anno terribile», 124 pagine, 16 euro, pubblicato da Pagine (Roma) nella serie de «I libri del Borghese».

Scrive Bozzi Sentieri nella premessa: «Il 2013 è stato l’annus horribilis della Destra italiana. È stato l’annodella diaspora politica e dellasconfitta elettorale. È stato l’annodella condanna di Silvio Berlusconi edel suo allontanamento dal Senatodella Repubblica, l’anno della scissione di Angelino Alfano, ultima in ordine di tempo, dopo quella di Futuro e Libertà di Gianfranco Fini, di Fratelli d’Italia ed ancor prima della Destra di Francesco Storace. Ora questa Destra è nel labirinto, a cercare innanzitutto se stessa, le ragioni degli errori compiuti, le sue debolezze, e poi una via d’uscita, nella speranza di un nuovo ruolo, di nuovi spazi politici, di una ritrovata coesione».

Scritti nell’arco dell’ultimo anno, un anno significativo e convulso non soltanto per la Destra ma per l’intero panorama politico italiano, i capitoli de «La Destra nel labirinto» presentano una scottante ed inquietante attualità. Non vi è infatti nessuno degli aspetti che hanno contraddistinto i recenti sviluppi della politica nostrana a non essere trattato o, quanto meno, toccato: dalla sconfitta elettorale e dalla proclamata uscita di scena di Berlusconi alla condanna di quest’ultimo per frode fiscale, dalla fine del governo Monti e dal Napolitano-bis all’affermarsi prepotente dell’antipolitica grillina, fino alla riesumazione di sigle quali Forza Italia e Alleanza Nazionale che il «partito-contenitore» del Popolo delle Libertà sembrava aver messo in secondo piano e che oggi invece si ripropongono all’attenzione degli elettori con tutte le incognite e le riserve del caso.

zinutilitadelladestraIn quest’opera l’autore si presenta come un medico che redige una diagnosi accurata dei mali di una destra che, dopo vent’anni di berlusconismo, appare stanca anche se non ancora priva di una certa vitalità e capacità propositiva. E, come ogni medico che si rispetti, Bozzi Sentieri appare altresì in grado, tra un capitolo e l’altro e nelle conclusioni a margine delle sue esposizioni spesso crude ed icastiche delle condizioni in cui versa la Destra italiana, di delineare una o più possibili cure, senza mai trascurare il versante intellettuale di quella che egli stesso definisce una “battaglia culturale”. Infatti, pur costituendo un compendio di considerazioni e prese d’atto di carattere politico, «La destra nel labirinto» è soprattutto, e in ultima istanza, un manifesto culturale e ideologico. Un aperto e forte richiamo a dare strumenti alla sfida culturale. Come si legge nel capitolo XVI:

«Per essere efficaci, bisogna individuare/utilizzare strumenti adeguati alla sfida (televisione, radio, internet, cinema, teatro oltre a quelli “classici” dell’editoria e della carta stampata). Bisogna coordinare l’esistente, fatto di associazioni diffuse sul territorio, di centri librari, di sodalizi, di riviste telematiche e non, di singole personalità. Bisogna “fare rete”, fissando – ferme restando le specificità di ognuno – comuni filoni d’impegno. Potrebbe servire, per questo, una sorta di “fondazione d’area” in grado di sponsorizzare iniziative in linea con tali obiettivi, capace di “formare” e “sostenere” giovani ricercatori (ad esempio tramite borse di studio, premi per tesi di laurea, progetti ad hoc), di sponsorizzare sul territorio eventi significativi, magari da coordinare attraverso gli assessori alla cultura più sensibili».

Qualcuno raccoglierà questa esortazione? O a Destra continueranno a rifarsi alla celebre battuta di Ernst Rӧhm (ammesso che lo sventurato fosse “di destra”, cosa niente affatto vera, come del resto tutto il movimento nazista)?

Accanto al saggio di Mario Bozzi Sentieri, si colloca, come stimolo a correggere la molteplicità di errori che hanno sfaldato la Destra, l’agile pamphlet di Luigi Iannone «Sull’inutilità della Destra», edito da Solfanelli. La Destra – questa la severa critica di Iannone – non solo ha messo definitivamente da parte l’idea che la competizione economica vada associata a forme istituzionalizzate di solidarietà (per esempio con l’economia sociale di mercato) e che la centralità della politica e la difesa della sovranità nazionale siano campi di azione irrinunciabili. Ma, grazie ad un’orda di parvenu catapultati in ruoli e responsabilità molto più grandi delle loro reali capacità culturali e politiche, è stata in grado di bruciare in poche legislature entusiasmi e illusioni di varie generazioni di italiani. Questo è quanto accaduto nel recente passato ma – afferma Iannone – è anche l’orizzonte che si sta dischiudendo davanti a noi. Speriamo che si sbagli.

6 commenti su “La Destra nel labirinto. Le resta una sola via di salvezza: la riscoperta della cultura – di Luciano Garibaldi”

  1. Normanno Malaguti

    Non ho letto il libro, qui succintamente recensito ma, mi sembra, che i medici giunti al capezzale della ex destra, si siano trovati dinnanzi ad un cadavere spirato da tempo, e quindi difficilmente avvicinabile.

    Mi sembra che la diagnosi della Destra sia stata fatta dal trempo della sua rapida
    agonia da Piero Vassallo, che sarà forse particolarmente reciso e appassionato nei suoi giudizi ma, certamente è lucidissimo ed obiettivo.

    Occorre, non restaurare la Destra, non ricostruire sul fatiscente, ma darle forma e soprattutto sostanza, scartando tutti gli equivooci che hanno avvelenato la pregressa portandola a morte sicura.
    Non sono un fissato, ma penso che il prof- Paolo Pascucci abbia, nel suo recente scritto, fatto esattamente questo, senza mezzi termini, quelli che intrisero e infettarono la Democrazia Ceistiana, più o meno in tutte le sue perniciose correnti infette, in nuce, dal possibilismo compromissorio .

    Vive cordialità.

  2. E’ colpa di Berlusconi , non doveva tirarli fuori dall’oblio , il richiamo della foresta è un must per i tigrotti. Non credo siano disposti ad un’analisi culturale, basta vedere i personaggi che hanno imbarcato e che continuano a difendere.

  3. Supporre una destra che accomuna liberalismo (p.e. berlusconiano), salvaguardia dell’identità nazionale e dell’integrità dello Stato, principi del diritto naturale approvato dall’ortodossia cattolica, è un errore. Una cultura che intenda reggere tale miscuglio non serve. Il liberalismo è incompatibile con il diritto naturale, che dovrebbe essere accolto nella Costituzione e sovraordinato alla sovranità del popolo.
    Cosa inattuabile? L’attuazione di un compromesso confermerebbe la corrente dissoluzione, perchè gli aggiustamenti sarebbero ormai inefficaci per porre rimedio alla crisi morale.

  4. Riferisco un fatto a mo’ di esempio. Nel 2009 il terzo governo Berlusconi svolse una campagna contro la “omofobia”: ha un senso considerare di destra — al di là di qualche singola persona — Forza Italia, come fa l’autore del libro e come avalla il recensore?

    Siamo alle soglie di una persecuzione. Non è difficile capirlo: sarà realizzata presto o tardi — per l’appunto — tramite leggi “anti-omofobia”. Sarà reato insegnare che l’agire omosessuale è male: prima agiranno contro i Sacerdoti, poi anche contro i genitori …

    1. Finchè c’è stato il PdL , per quanto sgangherato , quelle leggi non sono state approvate. Ora che è dissolto sono dietro l’angolo . Se non si riparte dalla realtà non si va da nessuna parte

  5. Come volevasi dimostrare, per la destra “E’ colpa di Berlusconi” . Non si capisce però perchè ora non esultino pienamente. Il sogno di Fini si è realizzato: Non c’è più il rischio liberale , non c’è più quello antinazionale , non c’è più quello cattolico..

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