La Messa tradizionale a Cremona. Il papa non vuole, monsignore nemmeno… – di Italico Mainardi

 

Il cardinale Giovanni Battista Re, già Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, non è un conservatore. Non è nemmeno legato alla Tradizione, né un “tradizionalista”. E dimostra di non essere nemmeno troppo aggiornato sullo status quaestionis, visto che è convinto che la S. Messa tridentina sia roba per nostalgici attempati, per gruppi piccolissimi ed in rapida estinzione. I dati dimostrano invece come sia vero proprio il contrario. Tuttavia, anche uno con le sue idee, in un’intervista pubblicata quest’oggi sul quotidiano La Provincia di Cremona, si chiede «come mai il Vescovo Antonio Napolioni non dia l’autorizzazione» a celebrarla, infischiandosene del Motu Proprio Summorum Pontificum emanato da papa Benedetto XVI, Motu Proprio che anche mons. Napolioni, in quanto Vescovo, è tenuto a rispettare ed a far applicare.

La vicenda sta tenendo banco ormai da giorni ed ha avuto una risonanza nazionale con articoli non solo sulla stampa locale, bensì anche sul Corriere della Sera, sulla Gazzetta di Mantova e su vari altri blog e testate on line. In effetti, è piuttosto clamorosa. Poiché anche in molte altre Diocesi gli Ordinari han cercato più o meno di ostacolare, boicottare, intralciare la S. Messa usus antiquior, ma un divieto così totale e totalizzante, assoluto e assolutistico, ha pochi altri esempi simili.

Il primo “no” lo diede per iscritto dieci anni fa il predecessore, mons. Dante Lafranconi. Per un fatto, disse, di «sensus Ecclesiae». Un’interpretazione davvero strana e bizzarra di questo concetto, per la prima volta ecco una «communio» che esclude. Al 2017 risale il secondo “no”, stavolta di mons. Antonio Napolioni, motivato paradossalmente dal fatto di non voler contraddire il predecessore. Sembra una barzelletta, invece è la drammatica realtà.

Trascorrono i mesi. Lo scorso autunno, presso i Padri Barnabiti di Cremona, un giovane sacerdote ha iniziato a celebrare sine populo la S. Messa tridentina. Secondo il Motu Proprio Summorum Pontificumè un suo diritto assoluto e non abbisogna di alcun permesso né del Papa, né del Vaticano, né dell’Ordinario, né di nessun altro. Si celebra e basta. Oltre tutto, da notarsi come sine populo non voglia dire senza fedeli, che anzi possono essere presenti. Ed i fedeli, infatti, cominciano a partecipare. In tre, all’inizio. Per diventare poi, in un paio di mesi, una sessantina. In stragrande maggioranza giovani tra i 20 ed i 35 anni. Qualcuno lo dica al cardinale Re…

Curia in fibrillazione, strani personaggi inviati in perlustrazione riferiscono di una realtà in costante ed inarrestabile crescita, urge un intervento deciso ed immediato. A quel punto il Vescovo tenta il tutto per tutto e chiama a rapporto il reverendo barnabita per ordinargli di smetterla immediatamente. Contrastando, anzi calpestando in modo chiaro, evidente, lampante il Motu Proprio di Benedetto XVI. E facendone carta straccia.

Per la seconda volta in pochi mesi i fedeli cremonesi sono stati grossolanamente sbattuti in esilio e costretti a trasferte domenicali nelle Diocesi vicine (ovunque la si celebra, meno che a Cremona), per poter partecipare ad una S. Messa! Incredibile dictu.

Tanto da spingere persino il cardinale Re a dichiarare: «La Messa tridentina è ufficialmente ammessa . Io non so come mai lì il Vescovo non dia l’autorizzazione. L’autostrada da seguire è la Messa rinnovata, ma, lo ripeto, rimane ugualmente valida la Messa tridentina, che viene celebrata in molte città. Nel mondo la si celebra ovunque. Se Lei va a New York, trova che nella tal chiesa alla tal ora si dice la Messa in latino. In generale, basta che vi sia un prete disponibile a celebrare. Io troverei almeno una chiesa nella città di Cremona, in cui si celebri la Messa ad una certa ora. In alcune parti addirittura si celebra in Cattedrale: alle 17 quella tridentina, alle 18 quella normale».

Perché allora il gotha della Chiesa cremonese, Vescovo in testa, s’impuntano tanto? Forse pensando di compiacere il new style vaticano? Pare certo che, al momento opportuno, in Conferenza episcopale Cremona possa schierarsi con i più fieri nemici del Motu Proprio. Che tuttavia per ora è valido. E, sinché lo è, è legge.

 

 

26 commenti su “La Messa tradizionale a Cremona. Il papa non vuole, monsignore nemmeno… – di Italico Mainardi”

  1. Scusate, ma se il vescovo di Cremona agisce nell’ illegalità palese, perché viene ascoltato ? Fossi nei panni del sacerdote barnabita continuerei a celebrare la s. Messa v.o., in perfetta comunione con i canoni vigenti. Ci sono troppi don abbondio fra i cattolici integristi. Dove disobbedire è obbligatorio, si disobbedisce. Obbedireste al vescovo che vi imporrebbe di violentare un ragazzo (scusate il paragone, ma mi è venuto spontaneo dopo la pagliacciata dell’ ultima adunata bergogliana) ? E poi, mi perdonino i sofisti, qual è la disobbedienza ad un vescovo che disobbedisce ad una disposizione del Vicario di Cristo ?

  2. Ma perché tanta paura di un ritorno al rito tridentino della santa messa? E con quale diritto impedirne la celebrazione nonostante il Motu Proprio Summorum Pontificum emanato da papa Benedetto XV? Allora tutte le messe celebrate dopo il concilio di Trento sono state vane e teologicamente errate? Mi piacerebbe invece che si lasciasse in ogni chiesa uno spazio orario disponibile alla celebrazione della messa in latino. Sarà allora la massa dei fedeli a decidere a quale rito assistere.

  3. Luciano Pranzetti

    Il cardinal Re crede di essere generoso quando afferma che la Santa Messa tridentina “rimane ugualmente valida”. Ugualmente perché? E’ valida a prescindere, cara eminenza che, con siffatta concessione lei dimostra di esser ambiguo, id est:ipocrita. Ugualmente, ma sentitelo!!!!

    1. Sull’ “ugualmente” ho fatto la stessa considerazione. Ma questi esimi pretoni sono avvezzi a misericordiose uscite del genere. Poco tempo fa il card. Bassetti disse la stessa cosa a proposito del Padre Nostro: ” Tranquilli, se uno dice “non ci indurre” va in paradiso lo stesso”.
      Grazie, caro cardinale, pensavo di dover confessare la reiterazione del peccato.

  4. Un po’ più di coraggio e un po’ meno di ideologia. Di questo avrebbe un po’ bisogno il vescovo di Cremona.

  5. Alberto Scarioni

    Ho iniziato a frequentare la S.Messa vetus ordo, nei limiti del possibile, in rito ambrosiano essendo di Milano e avendo la fortuna che ci sia qualcuno a dirla. Sono però molto preoccupato, perché a quanto ho capito (correggetemi, vi prego!) ai piani alti della Grande Apostasia sta bollendo in pentola qualcosa per vietarla, passando attraverso lo scioglimento della Pontificia Commissione Ecclesia Dei e il depotenziamento (leggi imminente soppressione?) del Motu Proprio. Purtroppo, se facciamo conto esclusivamente su “finché è valido il Motu Proprio, dobbiamo poter avere la S.Messa tridentina” siamo messi male, perché probabilmente questa “legge” sarà soggetta all’arbitrio di chi sappiamo. Ma un sacerdote non può semplicemente celebrare la Santa Messa che vuole (o meglio, che Dio vuole) se è consapevole di restare fedele alla tradizione della Santa Chiesa cattolica? Mi torna drammaticamente alla memoria il racconto di Guareschi “La Messa clandestina”. Sono tempi da catacombe.

  6. La prima volta che partecipai ad una Messa tridentina mi aspettavo anziani. Invece vidi tanti, tanti giovani e giovani coppie con bimbi. E venivo da un lungo periodo di riunioni parrocchiali su come attirare i giovani: una Messa dedicata x loro, canti più moderni, fare una orchestra, fare le Messe per gli scout, aperitivo dopo la celebrazione, ecc. Ma come non pensarci prima: una Messa raccolta che immobilizza ogni mania di protagonismo e si orienta al culto a Dio.

    1. Concordo perfettamente! Infatti credo che la disaffezione alla messa con rito riformato sia dovuta proprio all’eliminazione di ogni forma di silenzioso raccoglimento tipica del rito tridentino in favore di canti con chitarre e andirivieni di laici che salgono e scendono dall’altare per le letture e per coadiuvare il celebrante. E’ solo tanta apparenza ed ostentazione, molta esteriorità poca interiorità che cela il vuoto di fede che aleggia nell’aria e che si manifesta con il diminuire costante dei fedeli alla partecipazione domenicale della santa messa.

  7. c’è da segnalare un terzo caso di divieto della Messa v.o., fatto dall’ex vescovo di Ventimiglia-Sanremo Careggio, ad un sacerdote che poi è stato trasferito in un altra diocesi.

  8. Oswald Penguin Cobblepot

    Come al solito, il prepotente è tale perché campa sulla paura delle vittime. Ma quando una di queste gli fa mordere il duro, allora il prepotente si mette la codina (di paglia) tra le gambette. Sarebbe sufficiente che il sacerdote barnabita gli risponda: “Io la S. Messa V.O. la celebro quando e se lo dico io, perché non ho bisogno del tuo permesso. Se ti va bene, tutto ok, se non ti va bene, te lo fai andare.” LJC da Gotham, il Pinguino.

  9. Giampiero Innocente

    Segnalo che anche qui a Crema non esiste la Messa Tridentina per un rifiuto del vescovo precedente l’attuale, Oscar Cantoni.
    Erano state presentate delle firme ma .ne è derivato solo un rifiuto.
    Crema, provincia di Cremona!

  10. La S. Messa secondo la Tradizione risponde a questo DOGMA.
    Denzinger 1613 (dal Concilio di Trento, sez 9 sui Sacramenti): Se qualcuno afferma che i riti tramandati e approvati dalla Chiesa cattolica, soliti ad essere usati nell’AMMINISTRAZIONE solenne dei SACRAMENTI, possano essere disprezzati o tralasciati a discrezione senza peccato da chi amministra il Sacramento, o CAMBIATI da qualsivoglia pastore di chiese con ALTRI NUOVI RITI: sia anatema.

    (continua…)

  11. Altro DOGMA (ognuno ragioni se la “nuova messa” contrasta questo dogma oppure no):
    Denzinger 1759: Se qualcuno dirà che il rito della Chiesa Romana, secondo il quale parte del canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, é da condannarsi; o che la messa deve essere celebrata solo nella lingua del popolo; o che nell’offrire il calice l’acqua non deve essere mischiata col vino, perché ciò sarebbe contro l’istituzione di Cristo: sia anatema.

    (continua…)

  12. Ulteriore Dogma (idem come sopra):
    Denzinger 2666 (condanna del Sinodo di Pistoia): La proposizione che asserisce che: “é contro la prassi apostolica ed i progetti di Dio se non vengono predisposte per il popolo vie più facili per unire la sua voce con la voce di tutta la Chiesa” intesa sull’USO DELLA LINGUA VOLGARE da introdurre NELLE PREGHIERE LITURGICHE: é falsa, temeraria, turbativa dell’ordinamento prescritto per la celebrazione dei misteri e facile generatrice di molti mali.

    (continua…)

  13. …per poi arrivare alla bolla “Quo Primum Tempore” (http://www.unavox.it/doc15.htm) dove S. Pio V vincola la Chiesa di tutti i tempi a non modificare, né impedire la celebrazione della S. Messa secondo la Tradizione. Ogni sacerdote ha il diritto (Quo Primum) ed il dovere (i tre dogmi di prima) di celebrare la S. Messa secondo la Tradizione. Chi si mette contro é eretico (soprattutto se un Vescovo dovrebbe difendere la Fede – il che implica che deve conoscere i dogmi della Chiesa), con tutto ciò che questo comporta.

    Ave Maria

  14. …piuttosto “fanna carta straccia della liturgia cattolica”… e fare carta straccia delle ‘concessioni’ di Benedetto quello, è solo un dovere, per un cristiano che si dica cattolico. Bello quello, che diceva che per lui le due (messe) pari sono! ( e poi ci si dimentica sempre che a celebrare una messa cattolica NON basta il rito tridentino, ma ci vuole anche il sacerdote cattolico, non quell’ aborto di ‘prete che esce dal Pontificalis Romani… (anno 1968, questo- Nuova Messa 1969, capito il senso?)

  15. non capisco dove sta il problema: se si cerca oggi di obbedire servilmente alla pseudo-chiesa attuale, si finisce per disobbedire alla Santa Chiesa rimasta presente in una manciata di fedeli che seguono la santa Dottrina del Cristo, con la FSSPX e similia… Celebrare, professare, testimoniare con la S.Messa di sempre, in rito antico, punto e basta: nel deserto come S.Atanasio, nelle soffitte come i Refrattari, nei posti più impensati come oggi. Non c’è altro da fare. E tanti saluti agli altri.

    1. Pienamente d’accordo, caro Emanuel, con quel suo “—e tanti saluti agli altri”; anzi, non dovremmo nemmeno salutarli, stando a a quanto si legge nel Vangelo, ma dovremmo scuoterci la polvere dei calzari a testimonianza contro di loro. Non è San Paolo, e nemmeno un Angelo che ci hanno somministrato un Vangelo diverso, falsificato e manipolato ad arte, ma sono stati degli uomini come noi, anzi, molto più subdoli, ipocriti, bugiardi e ingannatori (servitori del diavolo?), quindi sia ANATEMA !

  16. Giacomo Muraro

    Tanti don Abbondio? Certo, la maggior parte dei nostri preti (parlo di quelli che vorrebbero celebrare con il rito di sempre) hanno una paura tremenda di essere cacciati e privati dello stipendio assicurato dalla CEI soltanto agli obbedienti. Non capiscono che
    il disobbedire a muso duro sarebbe il loro maggior titolo di merito? “Beati voi quando vi perseguiteranno…”.
    Senza contare che noi laici dovremmo finalmente capire che è indispensabile non dare più l’8 per mille a questa chiesa eretica che ha completamente deragliato dalla Dottrina e dalla morale.
    E i sacerdoti “disobbedienti’? Potrebbero riunirsi per battagliare meglio e collaborare con la FSSPX.
    CORAGGIO!!!!!!!!

    1. …è indispensabile non dare l’8 per mille a questa chiesa eretica che ha completamente deragliato dalla Dottrina e dalla morale. Già fatto da diversi anni e con piena soddisfazione!

  17. salvo scopelliti

    Vi prego, segnalate le chiese dove si celebra il vetus ordo, sono costretto da mesi a seguire la messa su YouTube. Grazie

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