La Preghiera dell’Alpino  –  di Giovanni Lugaresi

… siccome ci sono preti che la proibiscono ed altri che invece nulla hanno da obiettare, viene da chiedersi se nella Chiesa esistano ancora “regole” alle quali vescovi e sacerdoti e religiosi devono attenersi… però, gli ambienti clericali non rifiutano quel che gli Alpini fanno per loro, o spontaneamente o dietro precisa richiesta. Offerte in danaro per parrocchie, iniziative di solidarietà, opere in muratura (costruzione o restauro di edifici di proprietà di diocesi o di istituzioni religiose)…

di Giovanni Lugaresi

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zzzzalpiniIn tante manifestazioni delle Penne Nere in congedo iscritte all’Ana, alla fine della Messa viene letta la “Preghiera dell’Alpino”. A leggerla non è il sacerdote celebrante la liturgia, ma un presidente di sezione, un capogruppo, o un socio all’uopo incaricato.

Di quando in quando, però, ci si trova di fronte a sacerdoti che magari accettano in chiesa ogni tipo di laica “creatività”, per non parlare dei canti, ma non tollerano la “Preghiera dell’Alpino”, se non… mutilata di un passo.

E la mutilazione è la seguente (rivolti a Dio Onnipotente): “… Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.

Ora, ci pare opportuno sottolineare quel “contro chiunque minacci”. Ecco: non rendi forti le nostre armi per offendere, ma contro le minacce. E le minacce a chi? A soggetti ben precisi, ivi compresa la “millenaria civiltà cristiana”. Vorrebbero – vien da chiedersi – questi sacerdoti disarmare e far crollare quella civiltà cristiana alla quale pure loro appartengono (fino a prova contraria)?

La storia di questa preghiera risale al 1935, pare scritta da un maggiore comandante il battaglione Edolo: Gennaro Sora. Venne adottata da diversi reparti di alpini in armi e nel dopoguerra (1949), sottoposta da un cappellano all’allora ordinario militare Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, perché vi apponesse i ritocchi ritenuti opportuni, venne approvata.

Questa preghiera è sempre stata recitata nelle manifestazioni dell’Associazione Nazionale Alpini, mentre per quel che riguarda le Penne Nere in armi, è stata apportata una modifica: “rendici forti a difesa della nostra Patria, e della nostra Bandiera…”.

Ora, chi scrive (servizio di leva prestato, ma non nel Corpo degli Alpini) si trovava a Milano in occasione dell’adunata nazionale scarpona del 1992 ed era presente alla Messa che tradizionalmente viene celebrata dall’ordinario diocesano locale il sabato pomeriggio.

 In quella circostanza, il rito venne officiato dal cardinale Carlo Maria Martini e alla fine venne letta la “Preghiera dell’Alpino”… senza alcuna  mutilazione. Nessuna obiezione venne fatta dal porporato, né da altri ecclesiastici milanesi. Ergo, quella formulazione andava bene anche ad uno dei punti di riferimento del cattolicesimo progressista nazionale – cari “martiniani”, che cosa ne dite?

zsgnrcmQuesto, per sottolineare negativamente atteggiamenti come quello del sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto che domenica scorsa al Passo San Boldo (tra Belluno e Treviso), in una manifestazione delle Penne Nere, ha intimato la mutilazione della preghiera, appunto, con le polemiche che ne sono seguite.

In altre occasioni, in altri luoghi, e con altri sacerdoti celebranti la liturgia, non ci sono mai stati problemi, e le Penne Nere in congedo non hanno avuto difficoltà a leggere la loro preghiera nella formula consueta.

Non si capiscono allora queste prese di posizione. O si capiscono?!. Siamo allo stesso livello di quegli/lle insegnanti che a Natale nelle scuole elementari non allestiscono il presepe per rispetto (dicono loro) agli extracomunitari? E qui magari si vuole vedere un atteggiamento ostile alla tanto sbandierata “accoglienza” di chi ha scambiato l’Italia per una sorta di paese del benessere diffuso e cerca di approdarvi con ogni mezzo?

Sulla quale “accoglienza” ognuno può avere le sue idee, ma la Preghiera dell’Alpino risale a tempi, come si è visto, ben diversi da quelli attuali, e dunque, voler trovarci quel che non c’è, significa comportarsi da demagoghi – quanto meno.

Ma l’episodio del Passo San Boldo, che, come abbiamo avvertito, non è l’unico “in materia”, induce ad un paio di riflessioni.

La prima: siccome ci sono preti che proibiscono ed altri che invece nulla hanno da obiettare, viene da chiedersi se nella Chiesa esistano ancora “regole” alle quali vescovi e sacerdoti e religiosi devono attenersi. Oppure siamo in piena anarchia, per cui ogni sacerdote fa quello che vuole, intende come vuole, perché tanto è lui che comanda?

La seconda: non rifiutano, però, gli ambienti clericali, quel che gli Alpini fanno per loro, o spontaneamente o dietro precisa richiesta. Offerte in danaro per parrocchie, iniziative di solidarietà, opere in muratura (costruzione o restauro di edifici di proprietà di diocesi o di istituzioni religiose)…

E per concludere, ci piace sottolineare che fra le tante imprese compiute dal 1945 ad oggi su quello che noi chiamiamo “il fronte della solidarietà”, reca la firma dell’ANA la realizzazione di una scuola multietnica a Zenica (Bosnia Erzegovina)… Avete letto bene: scuola multietnica per bambini e giovani di religione cattolica, ortodossa, musulmana, nella speranza che crescendo e studiando insieme, si accettino reciprocamente!!!

Per non parlare dell’Operazione Sorriso, realizzata a Rossosch nel 50° anniversario della battaglia di Nikolajewka: progettazione e costruzione di un asilo nido-scuola materna per 150 bambini, dono alla popolazione di quella città nella quale durante la campagna di Russia aveva sede il comando del Corpo d’Armata Alpino.

Ecco: queste sono le Penne Nere, oggi come ieri. E il passo di quella preghiera formulato come si è visto, non è un incoraggiamento, un incitamento ad offendere con le armi, bensì una dichiarazione-invocazione in caso di minaccia alla Patria, alla bandiera e alla millenaria civiltà cristiana, sissignore, che è tale nonostante certi preti e certi prelati, e alla quale faceva riferimento un Benedetto Croce quando sottolineava il perché “non possiamo non dirci cristiani”.

E certo: allora, meglio l’ateo Croce che certi pastori della Chiesa cattolica!!!

4 commenti su “La Preghiera dell’Alpino  –  di Giovanni Lugaresi”

  1. giorgio rapanelli

    Vi ringrazio per questi articoli sulla vicenda della preghiera degli Alpini. Quella della preghiera non mondata degli Alpini è una linea politica da seguire.

  2. Questo episodio è un ulteriore conferma che la chiesa ufficiale non è più la Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica. Da anni vado solo alla Messa tradizionale. Poco fa, in vacanza, mi è capitato di entrare in una chiesa proprio quando stava iniziando una “messa” per l’Assunta. Non volendo essere scortese mi sono appartata per dire qualche preghiera.La “messa” fu un susseguirsi d’orribili abusi (peraltro denunciati da Mons.N. Bux) il celebrante, esordendo con un “buon giorno”, continuò con donne (laiche) che si alternavano ruoli (compreso la distribuzione dell’Eucaristia) pur essendo presente cinque ministri/assistenti oltre il celebrante. Rimasi fino alla fine per verificare l’aggiornatissimo degrado. Chi partecipa al Santo Sacrificio della Messa nota l’abissale differenza tra i due riti. BXVl avrebbe voluto farci credere che il nuovo rito (ogni parrocchia con propria versione creativa)e la Messa immortale fosse due facce della stessa medaglia ?! Se hanno fatto questo alla Messa figuriamoci le…

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