La questione della forma e la sostanza della questione  –  di Patrizia Fermani

Mentre Bergoglio si adopera per condurre il cattolicesimo alla sua “soluzione finale”, alcuni, a frenare l’esercito esiguo ma crescente degli oppositori, hanno appuntato la propria critica sulla forma delle critiche e, dopo le pasquinate e la falsa copia dell’Osservatore Romano, anche sull’irriverenza dei mezzi… dunque ci si dovrebbe limitare ad una critica meramente accademica, o magari alla disquisizione sui massimi sistemi.

di Patrizia Fermani

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L’attacco frontale portato da Bergoglio contro la fede e la morale cattolica, in vista del loro totale sradicamento, è apparso evidente a chiunque si sia dato la pena di intendere  parole e  fatti. Quelli che Aldo Maria Valli ha raccolto in una silloge completa pubblicata da Liberilibri, e che non hanno bisogno di interpretazione per mostrare il proprio significato eversivo.  La rivoluzione è stata innescata dal Concilio ma perché fosse assorbita lentamente e senza traumi dalla massa cattolica fiduciosa e passiva, è anche rimasta avvolta  per tanti anni dentro la cortina fumogena delle formule accattivanti e della liturgia addomesticata.   Però quando i tempi sono apparsi maturi, Bergoglio ha assunto il compito di strappare via definitivamente ogni velo per condurre il cattolicesimo alla sua “soluzione finale”. Privo di inibizioni culturali, morali e religiose, contraltare vivente del servus  servorum Dei, era l’uomo giusto al momento giusto, l’uomo della nuova provvidenza che doveva dare alla rivoluzione felpata la sua accelerazione conclusiva.

Il re ha dichiarato la fine della monarchia la sera stessa della propria elezione, e ha fondato la repubblica popolare mettendosi addosso i panni del sanculotto, le brache nere sotto la palandrana bianca. Ha assunto  anche il comando supremo  del regime rivoluzionario sfruttando i poteri di un vero papa, utilizzati ora per fini opposti a quelli propri del ministero petrino. Così, attraverso  l’abuso del  potere, il tradimento della missione petrina, la proclamazione di nuove eresie, viene  cantato il De profundis del cattolicesimo, mentre l’autorità e l’obbedienza sono diventate le leve efficaci per imporre il programma di governo e per neutralizzare ogni  opposizione.

In questo quadro  la denuncia è stata il mezzo immediato di difesa della fede per chiunque ne avesse a cuore le sorti. Denuncia  dell’abuso, del tradimento e delle nuove eresie come forma di una doverosa opposizione e quindi di una vera e propria lotta che vede schierato sul fronte opposto tutti i nemici storici del cattolicesimo diventati alleati entusiasti del nuovo potere dispotico, insieme al famoso popolo di Dio, reso insensibile e inerte dalle suggestioni proprie e dalla propaganda altrui.

Si è trattato dunque di scendere in campo con forze impari contro un nemico che ha dalla sua la mancanza di ogni scrupolo, il disprezzo della verità, poderose forze politiche, una organizzazione capillare ideologicamente addestrata, il torpore della gente abituata a vedere non la realtà delle cose ma la loro immagine deformata dalla comunicazione. In queste condizioni scendere in campo significa anche usare tutte le armi, pur improvvisate  di cui si può disporre. Fosse pure la fionda che assicurò a Davide la vittoria su un nemico all’apparenza  invincibile, quel  Golia che ora sembra indossare  le vesti di scena di vescovo di Roma.

Tuttavia a frenare l’esercito esiguo  ma crescente  degli oppositori che difendono il campo in nome di Dio come fece a costo della vita la piccola pulzella di Orleans, alcuni hanno appuntato in modo sorprendente la propria critica sugli  strumenti usati per combattere la santa battaglia. Questi, si dice, non debbono  essere offensivi per un nemico che pur riconosciuto come tale, veste i panni papali. Viene stigmatizzata la  irriverenza della forma e ora, dopo le pasquinate romane e le altre trovate satiriche, anche la irriverenza dei mezzi.  Dunque ci si dovrebbe limitare ad una critica meramente accademica, o magari alla disquisizione sui massimi sistemi.  Ma si tratta di uno scrupolo ingiustificato, pericoloso e pressoché incomprensibile, a meno che non sia dettato dalla intenzione di  aspettare  per prudenza il finale di partita.

Soprattutto è uno scrupolo insensato in chiunque riconosce che proprio  dal  trono di Pietro viene negato  il fondamento  veritativo della dottrina cattolica e predicata una sua versione contraffatta. Se viene predicato il  falso, è falso anche il predicatore,  che dunque non merita di certo il riguardo dovuto a quello vero. Non è la divisa che fa il generale ed essa diventa  un indumento come un altro quando è stata indossata da chi milita nel campo avverso. In queste condizioni, tributarle rispetto significa avallare  agli occhi del mondo l’operato di chi la indossa e quindi togliere ogni credibilità anche alla propria opposizione, mentre vengono vanificate le ragioni stesse di una difficile battaglia e gli sforzi di quanti  la combattono. Tertium non datur, per la contraddizion che nol consente.

Una seconda critica riguarda la scelta dei mezzi ed  è appuntata in particolare sulle recenti pasquinate e sulla trovata del falso Osservatore Romano messo in rete. Si lamenta curiosamente l’uso di armi per così dire  “non convenzionali” contro chi da parte sua, maneggia soltanto quelle improprie della demagogia, dell’arbitrio  e dell’abuso di autorità, e quando la posta in gioco è tale da non sopportare  esclusione di colpi.

Le armi definiscono la forma della lotta, e possono deciderne le sorti concrete. Per giovare  alla causa per cui ci si batte devono essere efficaci e la loro adeguatezza va considerata in concreto. Un’arma può essere anche impropria e apparentemente debole come appunto la fionda di Davide, eppure decisiva perché  efficace, e quindi sacrosanta, anche se ne andasse di mezzo la rispettabilità di Golia, che però non dovrebbe più rappresentare  un problema per nessuno.

Per questo sono proprio le pasquinate romane e il geniale falso dell’Osservatore, quelli in grado di compromettere  la stabilità di un dispotico  apparato di cartapesta. Perché la satira e lo sberleffo incrinano la sicurezza del tiranno e magari possono far saltare quel precario  equilibrio nervoso  su cui si regge un ego  ipertrofico. Ed è quanto sta forse accadendo in questi giorni.

L’opposizione alla eresia neocattolica non ha alle spalle le divisioni corazzate di questa. Non ha i giornali, la televisione, le lobby omosessualiste, l’ecologismo onusiano, il piano di massiccia importazione umanitaria  di carne umana volto alla  distruzione della storia occidentale, lo Ior e i poteri finanziari, l’individualismo spicciolo dei meschini interessi personali e politici. Ha soltanto il vantaggio di avere individuato per tempo un nemico formidabile, astuto e in perfetta sintonia con la volgarità dei tempi,  Non ci sono armi improprie in una battaglia come questa che è impossibile non combattere, ci sono soltanto armi utili. E in ogni caso c’è anche il problema di svegliare le coscienze e chiamare a raccolta quanti non si accorgono  del cataclisma programmato e  apparecchiato. Tutti quelli che ignorando le diatribe su sedi vacanti, su scismi ed eresie,  possono però avvertire nel profondo il richiamo del corno di Orlando, proprio in virtù di un suono più dissonante o esacerbato.

Adesso arriva  fresca  la notizia che Bergoglio ha riunito intorno ad un tavolo tredici cardinali per far giurare loro eterna fedeltà alla propria persona (vedi su Life Site News l’articolo Council of Cardinals pledges allegiance to Pope Francis). Segno che è scattata la paura del complotto e dell’accerchiamento, quella con cui ogni tiranno che si rispetti deve fare i conti. Ma gli indomiti principi  della chiesa che avevano già giurato fedeltà al papa, ora la giurano di buon grado alla sua controfigura. Piuttosto che correre il rischio di doversi precipitare dagli spalti di Castel Sant’Angelo come Floria Tosca, hanno pensato, è più dignitoso e indolore ricorrere alla vecchia pièce di Ettore Petrolini: “Bene”, “Bravo”! hanno gridato. “Grazie” ha risposto il richiedente soddisfatto. “Prego” hanno replicato i principi commossi. In fondo, a loro non è costato nulla, ma a lui ha fatto tanto piacere.

Ecco ancora una prova che quella del rispetto dovuto all’abito è una questione di lana caprina e non di solida stoffa inglese (sempre che  da quelle parti se ne fabbrichi ancora di buona).

26 commenti su “La questione della forma e la sostanza della questione  –  di Patrizia Fermani”

    1. Certo, tipico di quei “signori”.

      Io, volendo evidenziare ciò, stavo per riportare un modo di dire francese che anni fa avevo sentito citare in lingua originaria da Berlusconi (uno dei non tanti simpatici mie ricordi delle esternazioni di quell’uomo) che ha grossomodo questa traduzione:

      SI LAMENTANO DEL MAIALE PERCHé NON STA FERMO MENTRE LO VOGLIONO AMMAZZARE

  1. Cara dottoressa Fermani, il suo articolo è bellissimo !!!
    Io vorrei stamparlo e inviarlo a qualche amico, ma purtroppo, da ormai sette giorni non mi riesce di stampare. Non appena premo il tasto della stampante, mi appare una schermata scura che mi impedisce. Che cosa succede ? Succede solo a me ? E’ un problema della mia stampante o altro ?
    Ringrazio anticipatamente e attendo un chiarimento.

    1. Mi associo al commento di Paola, l’articolo è bellissimo ed è giusto e opportuno diffonderlo il più possibile! Se non si riesce a stampare con l’ozione “stampa” (alle volte non riesce neanche a me) basta copiarlo in word e poi inviarlo alle email di amici e conoscenti! Basta con le esitazioni e gli scrupoli inutili e dannosi: quale rispetto è dovuto a chi non solo indossa indegnamente una divisa che non gli compete al solo scopo ignobile di confondere chi crede ancora di combattere dalla stessa parte? A chi usa volgari trucchi e sotterfugi non è dovuto neanche il rispetto che si può avere per un nemico che combatte lealmente sul fronte opposto. L’unico metro di giudizio in questa terribile battaglia è di combatterla da soldati della Luce, non usando mezzi che siano illeciti per i soldati di Cristo. Tra questi il rispetto “umano” non è compreso.

    2. A mio avviso è papa Francesco (mi scusi ma Bergoglio proprio non riesco a scriverlo) che le ha sabotato la stampante e la riprova è data dallo schermo nero che compare, già il colore nero quello dei gesuiti…

  2. Brava, Dott.ssa Fermani. Parole sante!
    Non dobbiamo rinunciare a tirare le nostre sassate contro i cannoni del “misericordioso” …se non altro, almeno per questione di principio. Ai sofisti che perdono tempo a soppesare i limiti del convenzionale rispetto dovuto a Sua Santità bla-bla: ricordo che “l”abito non fa il monaco” …e neppure il Papa! Le regole d’onore dei duelli ottocenteschi tra gentiluomini vengono meno se il potente nemico di bianco ammantato “gioca sporco”!

    1. Concordo con Lei. Francamente non ne posso più dei distinti signori che aspirano a fare l'”opposizione leale” e sono arrivati a criticare chi chiedeva le dimissioni di certi personaggi in quanto ciò costituiva offesa al Papa che li aveva nominati.

  3. Paolo Montagnese

    Concordo. Oltretutto alcuni attuali cultori della “delicatezza”, fin a non molto tempo fa, ritenevano che Bergoglio non fosse papa perché non validamente eletto (ma la coerenza non è più una virtù).
    Facciamo bene a usare tutto.
    Ma penso che dobbiamo anche tenere presente che la Chiesa si costruisce e ricostruisce sul sangue dei martiri. A me capita ogni giorno di pensare, piangendo, ai tanti martiri di questi giorni, di questi anni, torturati, crocifissi, uccisi nel silenzio o, peggio, nel dileggio.
    Dal loro sangue , dalla loro testimonianza nascono e nasceranno i nuovi cristiani. Facciamo volgere gli sguardi verso di loro: sono loro la pietra di paragone.
    Sarebbe bello se si potesse creare un mausoleo , almeno virtuale, per questi giganti della fede. Per me sarebbe il nuovo Vaticano e del “vecchio” non avrei alcuna nostalgia.
    Corduali saluti. Buon lavoro.

    1. “… fin a non molto tempo fa, ritenevano che Bergoglio non fosse papa perché non validamente eletto ”

      Di fronte all’aggravarsi giorno per giorno della demolizione pubblica di verità della fede cattolica, mi sembra che per i semplici battezzati che con le loro modestissime forze vogliono fare qualche cosina per contribuire al pubblico discernimento del male e alla resistenza contro il suo diffondersi, il dubbio sulla validità della elezione di Papa Francesco sia da mettere in terza linea o anche più indietro.
      Nel futuro non so quanto lontano starà poi a qualcuno che ne abbia la responsabilità e l’autorità nella gerarchia della Chiesa eventualmente indagare formalmente la validità di quella elezione.

      Oggi, sia che il Papa sia stato eletto validamente oppure no, rimane il fatto che continua ad operare nella prassi da papa spargendo (saprà lui se in buona o cattiva fede: ma è un fatto che lo stia facendo spesso intenzionalmente e con pervicacia) tanta “confusione” (eufemismo).

  4. Mi complimento per questo suo articolo conciso, chiaro, pragmatico che mi sembra dia a qualunque cattolico (di qualunque sensibilità personale e gruppo di appartenenza sia, purché egli riconosca il grave attentato in corso alla vera proclamazione della immutabile Rivelazione e ne sia sinceramente scandalizzato) lo vorrà leggere e meditare una razionale giustificazione dell’utilizzo ben mirato della satira nella nostra lotta tremendamente asimmetrica contro la propaganda degli operatori della agognata (da loro!) distruzione finale della Chiesa Cattolica.

    Una considerazione aggiuntiva IMHO importante è che comunque TUTTI, con i loro diversi stili e autonome modalità di azione, continuino comunque DA ALLEATI la lotta.
    Insomma, ad esempio, il giornalista Valli, di cui non ho ancora letto il suo ultimo libro “266” ma che, arrivato fra i buoni ultimi portati dalla coscienza a lottare pubblicamente contro la truffa in corso contro Gesù e le sue puzzolenti ma dilette pecorelle, ha già ottenuto utili risultati, continui pure a non fare satira anti-Bergoglio ma nemmeno la deprechi…

  5. Cara Patrizia,
    provo a farLe una domanda molto semplice che forse non merita risposta, ma ci provo, e senza pretesa alcuna. Può capitare che tale astuto personaggio, guidato da una frègola incontrollata, possa fare qualùnque passo falso, pur involontàrio ? Mi addentro nel processo alle intenzioni, forse è troppo ma……..grazie comunque ed a Lei, tanto motivata e battagliera, cari auguri ! Laura

  6. ‘Perché la satira e lo sberleffo incrinano la sicurezza del tiranno e magari possono far saltare quel precario equilibrio nervoso su cui si regge un ego ipertrofico. Ed è quanto sta forse accadendo in questi giorni.’
    Lo spero tanto anch’io!
    Mentre leggevo il suo articolo, mi sono venuti in mente i cristiani sotto il regime sovietico. Anche qui il confronto tra le forze in campo non aveva paragone: da una parte un regime autoritario e totalitario come non mai, dall’altra persone inermi armate ‘solo’ di tanta fede. Il primo, che sembrava così forte e spaventoso, si è sgretolato improvvisamente in breve tempo; i cristiani invece sono rimasti, fecondati dal sangue e dalle sofferenze dei tanti che hanno patito. A dimostrazione che davvero nella debolezza opera la forza di Dio.

  7. Sicuramente i tredici cardinali che hanno fatto un giuramento straordinario di fedeltà al loro capo, sono massoni fino al midollo come lui e sono fra quelli che hanno contribuito a farlo eleggere. Alla fin fine noi ci troviamo a combattere contro un nemico apparentemente preponderante nelle forze, ma loro hanno satana dalla loro parte, noi abbiamo Dio e quindi la vittoria finale sarà per noi!

    1. Mahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
      Che siano formalmente massoni o no non lo so e nella faccenda di questo giuramento (a proposito: è una chiacchiera o risulta ufficialmente?) poco importa:
      mi sembra che il tratto essenziale sia il RIDICOLO!
      I cardinali fanno già pubblicamente l’unico giuramento che conta dopo la proclamazione della loro creazione:

      ”Prometto e giuro di rimanere da ora e per sempre finché avrò vita fedele a Cristo e al suo Vangelo, costantemente obbediente alla Santa Apostolica Chiesa Romana, al Beato Pietro nella persona del Papa e dei suoi successori;
      di conservare sempre con le parole e con le opere la comunione con la Chiesa cattolica; di non manifestare ad alcuno quanto mi sara’ stato affidato da custodire e la cui rivelazione potrebbe arrecare danno o disonore alla Santa Chiesa;
      di svolgere con grande diligenza e fedeltà i compiti ai quali sono chiamato nel mio servizio alla Chiesa, secondo le norme del diritto”.

      L’obbedienza canonicamente promessa non è all’individuo Bergoglio di turno ma solamente alla persona che validamente sia successore…

    2. … di Pietro:
      ne consegue che i rari cardinali sinceri cultori della logica alla prima conclamata e non ritrattata eresia di un individuo già papa, eresia che dottori della chiesa hanno insegnato far decadere all’atto stesso quell’individuo dal ministero papale, sono sciolti da ogni obbligo di fedeltà a quell’individuo eretico, a maggior ragione in forza del loro giuramento di fedeltà a Cristo, al Vangelo e alla Chiesa Cattolica.

      I fatti, sia della storia che contemporanei, dimostrano che però molti cardinali interpretano con logiche “riformate” il loro giuramento.
      Il presunto “giuramento straordinario” all’individuo Jorge Bergoglio è talmente ridicolo da sembrarmi implausibile:
      ma se anche fosse vero, i cardinali che avessero accettato una tale buffonata avrebbero dichiarato la loro inaffidabilità e non mi stupirei che fossero loro stessi i primi a silurare Bergoglio al primo cambiamento di vento.

  8. parole da incorniciare,cara dottoressa,a memoria imperitura:”Il torpore della gente abituata a vedere non la realta’ delle cose,ma la loro immagine deformata dalla comunicazione”.Certamente penosa la condizione di tanti,troppi cattolici del fantomatico “popolo santo di Dio” che non si informano,non leggono,non studiano e dunque non si interrogano perche’ sedati dalle mielose proclamazioni del vescovo venuto dalla fine del mondo e della sua servile e corrotta corte dei miracoli che tutto ricomprendono all’interno di una misericordia sconosciuta e ignorata solo pochi anni addietro e finalmente sgravata da vincoli e orpelli dogmatici,morali e financo giuridici e libera di galoppare indiscriminatamente! E’ il capolavoro di Satana questa inversione ormai conclamata dei ruoli:chi afferma e difende la unica e sola Verita’ e’ eretico e non in comunione con il tiranno,chi proclama spudoratamente il falso e’ nella verita’ perche’ in comunione con lui…come dichiara Caffarra,provare a districare tale matassa deliberatamente ingarbugliata mette una amarezza sconfinata….

  9. Mai smettere di denunciare e di combattere la buona battaglia. Purtroppo abbiamo sotto gli occhi pessimi esempi di pastori oltreché fuori rotta, vergognosamente pavidi, tanto da pronunciare ridicoli e inopportuni giuramenti di fedeltà, quasi si trovassero nelle stesse condizioni di sottoposti a certi crudeli e feroci tiranni che decretano la condanna a morte di persone appartenenti alla loro cerchia solo perché si appisolano durante i loro discorsi. Fanno pena questi soggetti, ma ciò che è più penoso è il perverso progetto su cui stanno lavorando assecondando con sacrilega pervicacia le nefandezze del loro capo. Ma siccome il Vangelo ci esorta ad amare anche i nostri nemici, preghiamo anche per loro affinché si ravvedano.

  10. Chi scrive ha sempre visto nella figura del Sommo Pontefice la suprema autorità per ciò che concerne fede e morale: diventa ormai inevitabile per tutti coloro che non riconoscono in Bergoglio, come il sottoscritto,tale autorità fare atto di “ripudio”nei suoi confronti,considerandolo come l’usurpatore della Cattedra di San Pietro;tale atto diventa necessario soprattutto in funzione del fatto che ogni critica fatta al suo”magistero”non va a colpire soltanto la sua figura, ma coinvolge in definitiva la suprema Autorità della Chiesa Cattolica che per 2000 anni ne è stata la Roccia. Essere irriverenti e/o offensivi nei suoi confronti senza premetter che chi lo fa non nè riconosce l’autorità che viene da Cristo stesso,farebbe proprio il gioco del Bergoglio,il quale oltre a tutti danni che sta facendo all’interno della Chiesa di Cristo ha come obbiettivo primario(l’ha avuto fin dall’ inizio del suo “pontificato”)quello di distruggere la dignità regale che sempre ha avuto il Papa cattolico!Va bene la fionda, ma patti chiari a chi si mira per non dinventar noi stessi distruttori.

    1. Segnalo a chi non l’abbia già letto l’articolo di Costanza Miriano sul quotidiano La Verità di sabato 18 febbraio (ieri).

      Vedo che anche la Miriano è tanto tanto imbarazzata dal fatto che un cattolico, che cerchi di esserlo non solo sulle statistiche e che non vuole essere cieco sulla demolizione della fede in corso con la prassi vaticana, non può che trovarsi a giudicare la sostanza delle azioni di Papa Francesco … è molto molto difficile dire “ma chi sono io per giudicare” il Papa e contemporaneamente lamentarsi dei disastri sociali e spirituali provocati o che verranno provocati nei rapporti di coppia dalla A.L. ecc. ecc.

      Chi ha avuto la fortuna di una solida formazione cattolica quasi sempre fin da bambino ha assimilato il concetto che (al di là di quello che a rigore fu dogmatizzato col Vaticano Primo) il Papa non sbaglia mai: ora le difese immunitarie della comunità dei cattolici contro un male che è arrivato non più con occasionali attacchi ma con cronica virulenza al Capo Visibile della Chiesa sono BASSE, molto basse purtroppo.

  11. Patrizia fermani

    Caro lettore, come ho avuto già occasione di osservare, la questione della definizione mi sembra secondaria di fronte alla sostanza di un soggetto che in quanto eletto alla cattedra di Pietro invece di trasmettere il messaggio di Cristo, che indica un dovere essere, e ammaestrare il gregge,ratifica la direzione che il gregge segue secondo i propri umori( tra l’altro indotti) facendola passare per quella suggerita dalle Scritture. Certo teoricamente l’antipapa presuppone la contrapposizione tra un papa legittimo e uno falso, cioè implica la presenza di due soggetti in conflitto, e pone un problema di legittimazione. Sta di fatto che oggi, senza aprire la questione tecnica della rinuncia del predecessore, l’unica voce udibile è quella di chi compare da solo sulla scena, senza contraltari, e il problema sostanziale assorbe anche quello formale. l’illiceità della sostanza non può essere sanata in ogni caso dalla legittimazione e per questo la questione delle definizioni diventa secondaria, perlomeno ai fini di una immediata, urgente ed efficace opposizione.

    1. Como se vede, lei plantea la questione sotto una perspectiva casi procedurale: “ll problema sostanziale assorbe anche quello formale”. Es un linguaggio da tribunali e da corti, i aqui serebbe como decir que una Messa VO celebrata por un uomo no validamente ordenato es più valida que una Messa NO celebrata por un sacerdote solo porque “il problema sostanziale assorbe anche quello formale”. Es verdad que non può essere aquesta la solucione, també porque la sedevacante tiene risvolti formali i sustanciali en el mismo tiempo. Su ipotesi tiene algo materialista. La guerra se face sobretodo con le forme, me ensegnarono quando era giovane. Gracie, lo stesso, per la risposta.

      1. El asunto es aceptar si JMB tiene el derecho de sentirse Papa. De mi manera de ver, resulta que un Papa non puede predicar absolutamente nada en contra del Magisterio milenario. Le preguto si a Ud. resulta que JMB està predicando o proponiendo creencias exatamente al opuesto de la religiòn catòlica. De ser asì, el fulano “de facto” està afuera del Cuerpo Mìstico de NSJC y, porlotanto ni siquiera él mismo se puede considerar Papa. No hace falta ninguna proclamaciòn de parte de la Gerarquìa de la Iglesia, puès no siendo catòlico jamàs podrà ser considerado Papa. Segùn este principio no es necesario enfrentar la questiòn “formale” u “sostanziale”. Me alegro mucho poder “coversar” con Ud.. Es posible de que ambos nos aclaremos en este “rollo impresionante” en donde el peligro real es que muchas almas no logren el Paraiso.

  12. Sig.ra Paola, credo sia un problema della sua stampante; io ho provato ( a stampare il bellissimo l’articolo) e ci sono riuscita.

  13. Grazie mille alla dott.ssa Fermani e a tutti .
    Domani, 22 febbraio, la Chiesa ricorda la Cattedra di San Pietro e ricorre anche il trentesimo anniversario di quel piccolo, splendido documento della Congregazione per la Dottrina della Fede chiamato ‘Donum Vitae’ (firmato dall’allora Prefetto CDF il Card. Ratzinger) datato 22 febbraio 1987. Quel documento dice con parole chiarissime che il sorgere della vita umana nel momento del concepimento è atto creativo di Dio; mentre i genitori sono chiamati da Dio all’altissima dignità di essere con-creatori. Quel documento afferma con parole chiarissime che la fecondazione artificiale è sempre moralmente illecita (sia omologa che eterologa) e afferma inoltre che “per gli embrioni prodotti in vitro chiamati ‘soprannumerari’ non esistono vie lecite di sopravvivenza” (questo vuol dire che è moralmente illecita la crioconservazione). Recuperiamo dalla dimenticanza questo prezioso documento e ricordiamolo nella preghiera.

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