L’acqua, l’immigrazione e una favola africana – di Léon Bertoletti

Premessa: le notizie di questi ultimi giorni in materia di “migranti” non sono certo di gran conforto. Ai belati del nostro governo, i partner dell’ineffabile Unione Europea hanno risposto, in sostanza, “picche”. Ovvero, nessuno più vuole questi sbarchi, continui e incontrollati, oltre che pilotati. Se li tenga l’Italia, riconfermata nell’ambìto ruolo di pattumiera dell’Europa. Riproponiamo ai nostri lettori questa interessante favoletta africana, segnalata pochi mesi fa dall’amico Léon Bertoletti. A tutti buona lettura.

PD

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L’acqua, l’immigrazione e una favola africana

di Léon Bertoletti

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«L’immigrazione è come acqua che scorre dal rubinetto: non bisogna solo asciugarla, ma chiudere il rubinetto». La dichiarazione non appartiene a un noto sovversivo sovranista, populista e razzista, ma a un eminentissimo cardinale di Santa Romana Chiesa: il ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson. Mi è tornata alla mente in queste ore, in questi giorni di “sbarchi” e di sopraffini vaneggiamenti sulle società aperte, l’annullamento delle frontiere, il globalismo globalizzato, il mondialismo mondializzatore, propiziati da un Inno alla Gioia e da una Marsigliese, acclamati da alieni alienati dalla realtà terrena e marinara, da predicatori di Europa e di civiltà europea che contemporaneamente ne favoriscono (con maggiore o minore consapevolezza) il declino, la scomparsa, l’estinzione, il suicidio.

Mi è tornata alla mente insieme con un favola che ho letto tempo fa, tra una scorribanda letteraria e l’altra, nel libro “African Folktales” di Paul Radin. Anche qui niente di pericolosamente allarmante o di lontanamente apparentabile ai cosiddetti destrorsi. Il volume è infatti soltanto una raccolta di 81 miti e fiabe africane prelevate dalla tradizione orale delle molte culture che popolano il Sud del Sahara. L’editore è insospettabile di collusioni conservatrici (la Princeton University Press) e l’autore, un polacco figlio di un rabbino nato nel 1883 e morto a New York nel 1959, ancora meno. Basti pensare che negli anni Quaranta del secolo scorso fu “attenzionato” dall’FBI che lo sospettava di comunismo. Visse quasi un lustro a Lugano, tra l’altro, dove lavorò per la Fondazione Bollingen.

Questa favola africana, intitolata dal redattore “Perché il sole e la luna vivono in cielo” merita dunque di essere letta. Perché anticipa una sorte, un destino, una fine, una fuga, una relegazione, un esilio lontano (poco importa che sia celeste). Se non capite chi rappresentano il sole e la luna, oltre il livello della lettura superficiale, meglio (o peggio) per voi. A chi scrive hanno fatto pensare anche all’Europa. Del resto la sua bandiera non propone forse un cerchio di stelle? Pure quelle stanno relegate lassù e non sempre brillano. Dunque:

«Molti anni fa il sole e l’acqua erano grandi amici, e tutt’e due vivevano insieme sulla terra. Il sole andava a trovare l’acqua molto spesso, ma l’acqua non gli ricambiava mai la visita. Alla fine il sole domandò all’acqua come mai non andava mai a trovarlo a casa sua. L’acqua rispose che la casa del sole non era abbastanza grande, e se lei ci andava con i suoi familiari, avrebbe cacciato fuori il sole. Poi l’acqua disse: “Se vuoi che venga a trovarti, devi costruirti una fattoria molto grande: ma bada che deve essere un posto immenso, perché la mia famiglia è molto numerosa e occupa un sacco di spazio”. Il sole promise di costruirsi una fattoria molto grande e subito dopo tornò a casa dalla moglie, la luna, che lo accolse con un grande sorriso quando lui aprì la porta. Il sole disse alla luna ciò che aveva promesso all’acqua, e il giorno dopo cominciò a costruirsi una fattoria immensa nella quale ospitare la sua amica. Quando essa fu pronta, chiese all’acqua di venire a fargli visita il giorno dopo. Quando l’acqua arrivò, chiamo fuori il sole e gli domandò se poteva entrare senza pericolo, e il sole rispose: “Sì, entra pure, amica mia”. Allora l’acqua cominciò ad affluire, accompagnata dai pesci e da tutti gli animali acquatici. Poco dopo l’acqua arrivava al ginocchio, e allora domandò al sole se poteva ancora entrare senza pericolo, e daccapo il sole disse: “Sì”. Così l’acqua seguitò a riversarsi dentro. Quando l’acqua era a livello della testa di un uomo, l’acqua disse al sole: “Vuoi che la mia gente continui ad entrare?”. Il sole e la luna risposero “sì” tutt’e due, perché non sapevano che altro fare, così l’acqua seguitò ad affluire, finché il sole e la luna dovettero accovacciarsi in cima al tetto. Daccapo l’acqua si rivolse al sole, ma siccome ricevette la stessa risposta, e la sua gente seguitava a riversarsi dentro, l’acqua in breve sommerse il tetto, e il sole e la luna furono costretti a salire in cielo, dove da allora sono rimasti».

Ecco, cari lettori: buon giorno, buona notte e buona fortuna.

5 commenti su “L’acqua, l’immigrazione e una favola africana – di Léon Bertoletti”

  1. Be’, 2000 anni fa c’eravamo arrivati anche noi: aurea mediocritas, in medio stat virtus, est modus in rebus………..
    Si vede che ci siamo dimenticati e le favole africane ci aiutano a ricordare, o no?

    G. Vigni

  2. Già letta non so dove qualche tempo fa. Sennonché, il sole e sua moglie la luna, cacciati dall’acqua e dalla sua gente, se ne stanno beati in cielo, l’uno col suo splendore a consentire la vita sulla terra, l”altra, coadiuvata dal corteo delle stelle, ad accrescerne il senso di mistero. Che dovesse essere la sorte dell’ormai esiguo gregge di coloro che ancora affondano le loro radici nel cristianesimo che ha fatto grande l’Europa? Cacciati dalla loro terra, in quale cielo si ritireranno per far risplendere la verità che dona la vita, sicché giorno e notte, acque e terra cantino la gloria del loro Creatore?

  3. Luigi E. Covini

    Secondo me questa invasione (e non emigrazione, che è tutt’altra cosa) delle popolazioni di colore in realtà è nata non dalla povertà o dalla siccità o almeno NON SOLTANTO da queste cause ma dall’unione di due forze moderne: una è la rinascita dell’espansionismo maomettano verso le terre cristiane e l’altra è il piano segreto dei potentati politico-finanziari sovrannazionali che vogliono riportare l’Europa indietro di due secoli (soprattutto per i diritti sociali e sindacali) onde far ripartire l’Economia!
    I negri giunti qui servirebbero a far diminuire i diritti e le paghe dei lavoratori bianchi facendo loro concorrenza…

  4. antonio ancora

    se riflettessimo sul ssemplice fatto che uno degli sponsors piu’ attivi nell’incoraggiare le ondate di migranti e’ un certo Soros,che spende ogni anno centinaia e centinaia di milioni di euro per finanziare le varie ONG che materialmente li trasportano da fin sotto le coste libiche sino ai porti italiani,dedurremmo che il fenomeno tale in realta’ non e’ bensi che ci troviamo di fronte ad un piano scientemente strutturato e perversamente eseguito,finalizzato a trasformare l’europa in un meticciato amorfo,islamizzata e privata dei suoi riferimenti culturali,sociali,storici.A questa malefica campagna ahime’ si presta volenteroso ed infaticabile l’eretico ed apostata Bergoglio insieme ai suoi famuli asserviti al mondialismo ed al progetto massonico che ci investe brutalmente.Con l’alibi di un buonismo peloso ed interessato,certa Chiesa preme per favorire l’arrivo indiscriminato di masse di disperati sempre piu’ numerosi.Ed a questi signori non importa nulla del tremendo impatto che tale sciagura ha sul tessuto sociale,economico e politico di questa povera Italia

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