L’angolo di Gilbert K. Chesterton – Grandezza e attualità di uno scrittore cattolico – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan

chesterton

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14 settembre 2016

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La cattiva teologia      = = = = = = = = =     

di Fabio Trevisan

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“Voi attaccaste la ragione – rispose Padre Brown. Questa è cattiva teologia”

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z-gkcflmbLo smascheramento del falso prete cattolico, nella fattispecie il celebre ladro Flambeau che si era travestito da sacerdote con talare, avviene in Padre Brown anche attraverso l’uso della ragione e la proclamazione dell’ortodossia. Ad assicurare Padre Brown di non avere dinanzi un vero prete cattolico erano state le confutazioni della verità fatte da Flambeau, come queste: “Questi infedeli moderni fanno appello alla loro ragione; ma chi può guardare a questi milioni di mondi e non sentire che vi possono ben essere degli universi meravigliosi al di sopra di noi, dove la ragione è assolutamente irragionevole?”. Questi paralogismi, affermati ingenuamente da Flambeau improvvisatosi prete cattolico per rubare la croce azzurra tempestata di preziosi brillanti affidata a Padre Brown, non  traggono in inganno il vero sacerdote cattolico, formatosi, come Chesterton stesso, alla scuola del tomismo e di Leone XIII.

Alle osservazioni eretiche di Flambeau, Padre Brown risponde senza tentennamenti e senza preoccupazioni “pastorali” oggi molto in voga: “No! La ragione è sempre ragionevole, anche nell’ultimo limbo, anche al limite ultimo delle cose. So bene che si accusa la Chiesa di abbassare la ragione, ma è il contrario, invece. Sola, sulla terra, la Chiesa fa la ragione veramente suprema. Sola, sulla terra, la Chiesa afferma che Dio stesso è legato alla ragione”. Parole che fanno rabbrividire e commuovere al tempo stesso, anche per il fatto che lo stesso Chesterton conobbe un sacerdote cattolico (l’irlandese John O’Connor) come Padre Brown. A distanza di un secolo, Padre Brown ci indica quale sia la verità cattolica e come la proclamazione dei dogmi e dell’ortodossia non ostacolino affatto la “pastoralità”. Dirà Padre Brown al ladro Flambeau: “Anch’io ho cercato di rubarti una cosa preziosa: la tua anima!”.

In Padre Brown teologia e filosofia, pastorale e ortodossia vanno a braccetto; egli non si preoccupa di perdere Flambeau proclamandogli la verità tutta intera. Propone infatti all’incallito ladro, decisamente ed amorevolmente, un cambiamento di vita, una conversione, all’insegna della verità e della ragione e lo redarguisce sulla banalità del male e sulla cattiva teologia. Gli fa vedere come sia bello ed importante lottare per la salvezza della propria anima e per preservare la verità dalle eresie. Quando viene ripreso da Flambeau sull’assurdità della ragione, egli di nuovo asserisce: “Quell’infinito universo è soltanto fisicamente infinito, non infinito nel senso che sfugge alle leggi della verità”. Razionalmente convinto e umanamente accolto, Flambeau riuscirà a cambiare vita, mettendosi alla sequela di …Padre Brown! Quel pretino cattolico l’aveva colpito nel segno e l’aveva segnato profondamente. Flambeau aveva amato in lui la dolcezza e il rigore dell’autorità del vero pastore, di chi ha davvero a cuore la salvezza dell’anima. Flambeau ricordava le parole di Padre Brown quando lo aveva colto in flagranza di reato: “Flambeau, voglio che rinunciate a codesta vita! L’uomo può mantenersi a un certo livello nel bene, ma nessun uomo è mai riuscito a tenersi a un certo livello nel male: la strada va sempre più in giù”. Nel rammentargli queste verità, Padre Brown aveva fatto leva sulle qualità come il coraggio, l’intelligenza, messe però al servizio del Bene. Non aveva esitato a fermarlo ed a salvarlo, ricordandogli i pericoli dell’inferno: “Flambeau, voglio minacciarvi col verme che non muore e col fuoco che non si estingue!”.

Dinanzi a un intrepido sacerdote come Padre Brown, Flambeau era retrocesso ed aveva finalmente acconsentito a confessarsi. Ecco le parole di Padre Brown: “Sono un prete, Flambeau, e sono pronto ad ascoltare la vostra confessione”. Chesterton descrive così, con poche ed intense parole, la confessione di Flambeau e la sua definitiva resa alla verità: “Flambeau rimase per un momento senza respiro, barcollò, e si lasciò andare su una sedia”. In questo modo, proclamando la verità senza reticenza ma con un carattere così profondamente umano, Flambeau diventò il collaboratore più stretto del detective Padre Brown. L’accompagnamento del vero sacerdote cattolico non stava nel seguirlo nella negazione della ragione o in una cattiva teologia, ma nel ribadire con dolcezza e, se volete, con misericordia, la bellezza della fede e la difesa della ragione.

Questa era la buona teologia che bisognava perseguire. Per questo Padre Brown e Flambeau andarono d’accordo e fecero, da quel momento, un cammino insieme.

6 commenti su “L’angolo di Gilbert K. Chesterton – Grandezza e attualità di uno scrittore cattolico – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan”

  1. Così semplice, eppure così difficile obbedire al fatto che 2+2 farà sempre 4. E’ un giogo leggero e soave riconoscere la Signoria di Cristo, logos fatto carne, che non vuole da noi cieca sottomissione ma logike latreia, rationabile obsequium, rendendoci partecipi della sua vita immortale.

  2. La bellezza del sacerdozio cattolico e anche la sua peculiarità è l’ avere a cuore la salvezza del prossimo. “Tu mi hai indicato la strada per Ars, io ti indicherò la strada per il Cielo”, disse il Santo Curato al fanciullo che incontrò per via; e di questo si occupò per tutta la vita;guadagnando migliaia di anime. Solo la fermezza della fede e la proclamazione della retta dottrina riescono a conquistare i confusi, quelli che annaspano nelle tenebre e coloro che hanno bisogno della certezza e della bellezza del Bene. Oggi tutto questo pare accantonato, tanto più che ogni credo è diventato buono per raggiungere il paradiso. Di quale paradiso si tratti, poi, non si capisce bene, visto che ognuno ha il suo e visto che neanche viene dissuaso dal coltivarselo (che non si dica mai che i cattolici fanno proselitismo, questi presuntuosi…). Abbiamo perso la nostra fisionomia missionaria per rivestirci di una condiscendenza viscida che non solo costituisce una grave omissione del compito affidato da Gesù di evangelizzare il mondo intero, ma va anche a detrimento di quelle anime che potrebbero essere salvate dai loro errori e dalle loro false credenze.
    Per questo grande peccato non resta altro che fare un infinito “mea culpa”.

  3. Bravo Trevisan. Sarebbe così facile convertire gli increduli al cattolicesimo… Il problema è che che oggi non è cattolico neanche chi dovrebbe convertire gli altri. Per questo non lo fa.
    Adriano Dusi

  4. Se ha ragione Fabio Trevisan quando parla di Chesterton, trovo sempre più incomprensibile che le opere di questo scrittore circolino fra tanti appartenenti a CL. Il nostro GKC non ce lo vedo proprio al Meeting di Rimini e neanche in una scuola di comunità. Troppo semplice e lineare e per questo lo stanno stortando e complicando. Grazie per questa rubrica, caro Trevisan. Continui.
    Marta G.

  5. Che belli i racconti di padre Brown. si leggono tutti in un fiato. E da piccola, anche se non erano fedeli al 100%, vennero trasmessi in tv alcuni episodi (peraltro si possono vedere in internet) con Rascel e Foà. Quando l’Italia era cattolica e trasmetteva valori……. Meno male che c’è lei, Trevisan, a portare boccate d’ossigeno in questa densa caligine…..

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