L’angolo di Gilbert K. Chesterton – Grandezza e attualità di uno scrittore cattolico – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan

chesterton

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15 dicembre 2015

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Che cos’è il “Chesterbelloc”?   = = = = = = = = =     

di Fabio Trevisan

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“L’Europa tornerà alla Fede o perirà. Poiché la Fede è l’Europa e l’Europa è la Fede”.

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zzzzhlrbllcCon questa frase riportata in corsivo Hilaire Belloc (1870-1953) chiudeva il grande saggio storico: L’Europa e la Fededel 1920. Belloc era tanto amico di Chesterton da costituire, agli occhi di George Bernard Shaw, il granitico e cattolico sodalizio “Chesterbelloc”. Belloc, che scrisse circa centocinquanta libri, soprattutto di carattere storico, aveva portato a Chesterton la bellezza della Fede (con la F maiuscola) e una precisa identità cristiana fondata sulla conoscenza dei fatti avvenuti nel tempo (egli si era diplomato a pieni voti nel prestigioso Balliol College, ma gli era stato impedito in quanto cattolico di insegnare storia). Non si può quindi conoscere il pensiero di Chesterton senza valutare il benefico apporto di Belloc. Credo che l’attualità e la grandezza di questi due grandi scrittori cattolici sia ancor più riscontrabile ai giorni nostri, nell’approssimarsi del Santo Natale e nella vergognosa debolezza di tanti uomini d’oggi nel difendere quelle sacre tradizioni (dal presepe all’identità cristiana, dalla Sacra Famiglia di Nazareth al Crocifisso).

Belloc aveva insegnato a Chesterton cosa fosse la coscienza cattolica della storia. Ecco cosa scriveva nell’introduzione al menzionato saggio del 1920: “Io dico con intenzione la “coscienza” cattolica della storia: parlo di “coscienza”, cioè di conoscenza intima raggiunta attraverso l’identità…e non di un “punto di vista cattolico della storia”. Questo indugiarsi su “punti di vista” è cosa moderna e perciò segno e manifestazione di decadenza…Vi può essere un punto di vista protestante come ve n’è uno ebraico, o mussulmano, o giapponese: ché tutti questi considerano l’Europa dal di fuori. Il cattolico invece guarda l’Europa dall’interno: non può esistere quindi un “punto di vista” cattolico della storia europea allo stesso modo che una persona non può avere un punto di vista su se stessa”.

zzzzfabio chesterbellocA distanza di quasi un secolo tutt’al più ora si sentono timidamente menzionare le “radici cristiane” dell’Europa! Questa grande consapevolezza cattolica, mutuata da faticose e precise indagini storiche, spingeva Belloc a difendere la Fede e l’Europa, quella vera, testimoniata dalle grandiosi Cattedrali gotiche, dalle Università, dalle corporazioni di arti e mestieri e dalla centralità di Dio nella vita dell’uomo e delle famiglie cristianamente ispirate. Così egli continuava: “La visione che io ho di me non è un “punto di vista”, è una comprensione, così è di noi che abbiamo la Fede e della grande storia dell’Europa. Un cattolico che legge questa storia non le brancola d’attorno dal di fuori, ma l’afferra dal di dentro”. Chesterton aveva quindi assimilato queste rigorose ricostruzioni storiche e questi importanti concetti dall’amico Hilaire Belloc, a cui era davvero strettamente legato.

Dinanzi al mare del relativismo in cui siamo immersi e di fronte alla minaccia islamica che stiamo sempre più sperimentando, penso che la lezione di Belloc sia ancora magistrale. Abbiamo coscienza di questa identità? Ci assumiamo conseguentemente, da cattolici,  precise e urgenti responsabilità verso Dio e gli uomini, come le indicava il grande storico franco-inglese? Ai sacerdoti e laici che già allora chiedevano tiepidamente a Belloc di attenuare la sua sana appartenenza alla “Chiesa Cattolica Romana” (come lui e Chesterton amavano coraggiosamente definirla) egli non rifiutava, anche in pubblico, di manifestare la ricchezza della Fede: “In questo momento cruciale rimane salda la verità storica che questo nostro organismo europeo, eretto sulle nobili fondamenta dell’antichità classica, fu plasmato dalla Chiesa cattolica, grazie ad essa esiste, ad essa consona, soltanto nella forma di essa persisterà”. Credo che il cosiddetto “Chesterbelloc” sia stata l’avanguardia gagliarda e stimolante del pensiero cattolico e mi chiedo: “Ce ne siamo accorti? Crediamo che questi autori siano superati? Perché non  studiamo le loro opere? Perché ci affaccendiamo in sterili e talvolta equivoche questioni quando il patrimonio delle loro idee sarebbero ancora capaci di farci comprendere a quale rotta stiamo navigando?”.

Con tutti questi interrogativi e auspici auguro a tutti un fervido Santo Natale e concludo con il monito di Hilaire Belloc: “Ripeto pertanto dando nuova forma ai termini che la Chiesa è l’Europa e l’Europa è la Chiesa”.

13 commenti su “L’angolo di Gilbert K. Chesterton – Grandezza e attualità di uno scrittore cattolico – rubrica quindicinale di Fabio Trevisan”

  1. “Dinanzi al mare del relativismo in cui siamo immersi e di fronte alla minaccia islamica che stiamo sempre più sperimentando, penso che la lezione di Belloc sia ancora magistrale. Abbiamo coscienza di questa identità?”.
    Sì, grazie a Dio! Siamo pochi, ci contiamo, ma sappiamo che , nonostante la situazione stia precipitando, l’Europa “soltanto nella forma cattolica persisterà”, perché siamo persone di fede.
    Colgo l’occasione anch’io per augurare un Santo Natale a tutti.

  2. Un grazie al sig. Trevisan, che con questa rubrica ci fa conoscere un grande autore e ci richiama alla realtà troppo dimenticata: “Dinanzi al mare del relativismo in cui siamo immersi e di fronte alla minaccia islamica che stiamo sempre più sperimentando, penso che la lezione di Belloc sia ancora magistrale. Abbiamo coscienza di questa identità? Ci assumiamo conseguentemente, da cattolici, precise e urgenti responsabilità verso Dio e gli uomini, come le indicava il grande storico franco-inglese?”. Ecco, abbiamo bisogno che queste cose ci vengano ricordate. Dobbiamo ritrovare direi l’orgoglio di essere cattolici

  3. Leggendo quanto Fabio Trevisan trae da questi grandi autori mi diventa sempre più chiaro il disastro in cui ci troviamo oggi. La chiesa, e non solo con Bergoglio, ha buttato via la sua identità e ora non ha più difese. Ognuno deve pensare per sè e ringrazio Trevisan che ci offre questi strumenti.
    Angelo Sala

  4. Scrittori come questi bisogna farli conoscere nelle scuole, farli leggere ai nostri ragazzi. Non è possibile che continuino a nasconderceli. Ma capisco bene che tanta gente ne abbia paura.
    Carla Pirola

  5. Perché mai il sangue di Pietro e Paolo sarà stato sparso a Roma? E perché mai quel “Quo vadis, Domine?” sarà stato pronunciato proprio a Roma? E’ nei piani eterni di Dio che il cristianesimo, a partire dalle sue Colonne, dovesse estendersi da Roma all’Europa intera ed è nell’intimo della sua nascita che questo Continente dovesse costituirsi come cristiano. “Un cattolico che legge questa storia non le brancola d’attorno dal di fuori, ma l’afferra dal di dentro” affermava giustamente Belloc; e vedeva giusto, come uno che non può uscire da se stesso guardandosi dal di fuori: è se stesso e basta. E davvero grazie al cristianesimo esiste l’Europa, ma oggi, lo stravolgimento di ogni prospettiva esteso ad ogni ambito della vita, anche questa certezza ha messo in dubbio e per questo rischiamo fortemente di essere sopraffatti. E se già sacerdoti e laici dell’epoca chiedevano a Belloc di attenuare la sua sana appartenenza alla Chiesa Cattolica Romana, che ne sarà oggi di quel piccolo resto che a quella Chiesa non rinuncerà mai?
    Caro Fabio, estendiamo, per favore il discorso anche su Belloc; sarà lo studio di un impareggiabile duo.

  6. Il lavoro di Trevisan su Chesterton è preziosissimo. Visto che ora si estende anche a Belloc, mi permetto di suggerirgli di affrontare anche altri autori cattolici inglesi che hanno molto da dire ai nostri tempi. Lo chiedo a lui perché mi pare il più onesto interprete di Chesterton. Nei giorni scorsi ho letto un pessimo articolo di una signora o signorina (che non voglio neanche nominare per non farle pubblicità) in cui giustificava proprio manipolando Chesterton la pagliacciata eretica degli animali proiettati su San Pietro. Fino a dove possono arrivare la malafede o la malaintelligenza?
    Erminio

  7. Buon Natale speciale e di tutto cuore al sig. Trevisan, che ci fa conoscere e amare autori davvero cristiani. A scuola, inutile dirlo, nessuno ce li insegnò.

  8. Purtroppo a scuola, come segnalava bene Tommi, questi autori (Chesterton, Belloc, Bruce Marshall, P.Mc Nabb, Tolkien,ecc.) nessuno ce li insegnerà mai. Il monopolio culturale è in mano al Nemico. Una considerazione: Antonio Gramsci, proprio lui, il fondatore del PCI, si faceva leggere Padre Brown di Chesterton e avrebbe voluto che i comunisti imparassero da lui per una sana cultura popolare. Italo Calvino, anch’egli comunista, desiderava imitare Chesterton (per una cultura di sinistra). Grazie a tutti i commenti. Fabio

  9. Ignoraqvo il pensiero di Belloc. Grazie per avrmi offerto uno spiraglio su questo autore così attuale e profetico. L’idea che su di noi e neppure sull’Europa possiamo avere un punto di vista ma una comprensione profonda , che l’essere si disvela quando questa comprensione diviene una cosa sola con la Verità: è filosofia cristiana allo stato puro. Trovo un’assonanza col concetto di Verità in Ratzinger.

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