L’enigma Papa Francesco (prima parte) – di Patrizia Stella

Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore (Manzoni)

 

di Patrizia Stella

www.patriziastella.com

 

frncsccnnpltnLeggevo recentemente su una rivista di informazione cattolica un articolo che evidenziava come nella Santa Chiesa di Dio, per circa duemila anni, il fedele cattolico praticava e trasmetteva ai posteri la sua fede in Gesù Cristo attraverso i canali normali delle preghiere cristiane, della S. Messa, dei Sacramenti, delle opere buone, tradizioni, devozioni ecc., sostenuto essenzialmente dalla presenza del suo parroco, dalla comunità cristiana, dal Catechismo e dalla Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura, senza aver mai visto né conosciuto direttamente il Papa, e pochissime volte anche il suo Vescovo, tranne che per qualche celebrazione liturgica particolare e solenne riservata a loro. Il fedele cristiano, pur sapendo che al vertice di tutto c’è la Chiesa nel suo aspetto gerarchico voluto da Cristo, cioè Papa e Vescovi uniti con Lui a formare il Magistero, e poi tutti gli altri sacerdoti, religiosi, consacrati, laici, non sentiva affatto il bisogno di collegarsi direttamente con gli “alti vertici” per vivere la sua fede.

Con l’avvento delle moderne tecnologie, la figura del Papa è un po’ alla volta emersa da una sorta di rifugio privato, dal quale sapeva comunque dirigere efficacemente tutto il gregge del mondo perché la Grazia di Dio che penetra i cuori è più efficace e veloce della luce, per salire su un piedistallo da dove ha iniziato a ricevere, talvolta elogi, talvolta biasimi, ma sempre con rispettosa distanza, come si conviene nei confronti di una “Autorità Morale Speciale”, la più alta che esista al mondo, perché insignita da Dio stesso del ruolo di “Mediatore tra Cielo e terra”, tra la Maestà di Dio e la povertà degli uomini.

Finchè arrivò il 13 marzo 2013 con l’elezione di Papa Francesco che immediatamente salì alla ribalta di tutti i riflettori con un’esposizione mediatica tale da suscitare reazioni anche contrapposte tra loro, che vanno da un’esaltazione collettiva di tipo trionfalistico, fino all’estremo di chi non può tacere la sua preoccupazione davanti a certi suoi discorsi o comportamenti davvero insoliti, o contraddittori, comunque non consoni alla figura che deve avere il Papa, che non è affatto un Vescovo tra gli altri, e ancor meno uno di noi, perché è nientemeno che il Vicario di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, Colui che ha ricevuto da Cristo stesso, attraverso Pietro, “le chiavi” del Paradiso, il cosiddetto “Primato”, che consiste non solo nel potere di “sciogliere o legare”, cioè di perdonare o meno i peccati, ma anche nel potere di “governo” della Chiesa.

Ma ciò che più stupisce è che Papa Francesco continua a definirsi solo “Vescovo di Roma”, firma i documenti solo con il nome “Francesco”, senza la sigla che comunemente appongono tutti i Papi accanto al loro nome: “p.p.” cioè “pastor pastorum” e perfino sull’Annuario Pontificio 2014 appare solo col titolo di Vescovo di Roma, mentre troneggia la figura di Benedetto XVI come “Sommo Pontefice emerito”, a tal punto che viene da pensare che Bergoglio non sia molto convinto di voler fare il Papa o che, peggio ancora, ritenga “superata” questa figura della tradizione perenne della Chiesa da sempre collegata con il “Primato Petrino”, per lasciare spazio a un governo, come egli stesso ha proposto, ancor più collegiale di quello previsto dalla Tradizione della Chiesa: “Il Papa e i Vescovi uniti con Lui!”. Un governo “democratico” affidato in buona parte alle Conferenze episcopali locali alle quali viene data molta autonomia oltre che a pericolosi sondaggi pubblici, come se la Verità della Chiesa scaturisse dal voto della maggioranza e non dalla Parola di Dio incarnatasi in Gesù Cristo che il Papa ha il dovere di custodire e di tramandare nella sua integrità.

E il fatto incredibile che possa essere proprio il Papa a facilitare, in modo oltretutto non chiaro, ma nebuloso e contorto, l’abbandono del Primato Petrino è inquietante, ma pare che riguardi proprio certe profezie che prevedono l’insinuarsi del “fumo nel Tempio”, come dalle parole di Paolo VI, fino ai più alti vertici della Chiesa. La certezza che la Chiesa è di Cristo e le porte dell’Inferno non trionferanno mai, non ci dispensa dal dovere che abbiamo di continuare le nostre battaglie in Sua difesa, chiedendo allo Spirito Santo il dono del discernimento, cioè di capire che cosa sta realmente accadendo perché il diavolo è astuto nell’imbrogliare le carte e ci sta prendendo astutamente in giro.

Sono mesi che indugio nel rendere pubblica questa mia allarmante lettera, soffocando la mia impazienza con la preghiera, essendo una fedele credente e praticante da tutta una vita, che ama il Papa e la Chiesa più di sé stessa, ma a un certo punto mi sono detta: “A chi giova questo mio silenzio, questo mio voler giustificare a tutti i costi certi discorsi, o azioni, o affermazioni di questo Papa quando stridono ormai in maniera plateale con la dottrina perenne della Chiesa cattolica? Col mio colpevole silenzio non rischio di unirmi al “coro” multiculturale, multietnico e multi-religioso che lo sta osannando?”

In effetti, al di là del tripudio di folle anonime che sembrano quasi telecomandate, al di là delle innumerevoli sue pubblicazioni, libri, cd, magliette, foulard… che tappezzano librerie, tabaccherie, autogrill, ecc. compresi i cartoncini natalizi dove si vede la Madonna e Papa Francesco che bacia un bambino, a mo’ di Gesù Bambino, spodestando S. Giuseppe dal presepio, al di là di questo e di molto altro, sta di fatto che sono moltissimi i buoni fedeli entrati in crisi a causa dell’enigmatico comportamento di questo Papa, dei suoi innumerevoli e per nulla chiari pronunciamenti, molti dei quali vengono addirittura censurati da qualche suo stretto collaboratore nel timore che creino scandalo, altri devono essere spiegati e ricondotti all’ortodossia da bravi e zelanti parroci, preoccupati che possano recare turbamento o confusione alle anime del loro gregge, molti altri, invece, vengono applauditi per lo più da miscredenti o da cattolici progressisti “adulti” che adorano questo Papa perché si sentono confermati nei loro errori e protetti dalla divina misericordia, senza necessità di pentimento o cambiamento di vita.

Due sono stati gli eventi che mi hanno maggiormente turbato:

  1. la visita del Papa al Quirinale dove il presidente Napolitano (scandalosamente “insignito” della medaglia dalla Pontificia Università Lateranense, lui, un comunista e relativista mai pentito che sta portando l’Italia alla rovina!) ha esordito con un discorso che esalta l’operato del Papa con queste parole: “A tutti, credenti e non credenti, è giunta attraverso semplici e forti parole la sua concezione della Chiesa e della fede. Ci ha colpito l’assenza di ogni dogmatismo, la presa di distanza da posizioni “non sfiorate da un margine di incertezza”, il richiamo a quel “lasciare spazio al dubbio” proprio delle grandi guide del popolo di Dio”.  Ecco in sintesi che cosa ha capito la gente di buona cultura dell’insegnamento di Papa Bergoglio: “il trionfo di relativismo, incertezza, dubbio” sintetizzati con gioia da un miscredente come Napolitano che si è perfino congratulato col Papa per questo suo prezioso servizio reso alla società!.
  2. L’ultima esortazione apostolica “Evangelii gaudium” che fa venire i brividi perché intessuta di qualche verità, di parecchi errori e di molta confusione, che mettono per lo più in risalto l’abilissima capacità di Bergoglio nel saper “conciliare tutti gli opposti” in un sincretismo davvero preoccupante. A tal punto che la Chiesa, “ospedale da campo”, ha il dovere di accogliere tutti indiscriminatamente per essere aiutati, “non certamente convertiti, solenne sciocchezza!”, col rischio che tutti, col tempo, reclamino il diritto di celebrare i loro culti pagani sui nostri sacri altari in nome di una Chiesa “povera e aperta a tutti” (fra virgolette parole del Papa).

La vera povertà della Chiesa è la mediocrità dei suoi membri, (un grande Santo diceva che “il mondo va male perché la Chiesa va male!”). E se nel mondo stanno dilagando calamità, disoccupazione, crollo economico a livello mondiale, omicidi e perversione, è perché sta inesorabilmente crollando anche l’ultimo, vero baluardo contro il male e il peccato costituito dalla forza divina della Chiesa cattolica nel mondo, lasciando imperversare il potere delle tenebre! Perché qui non si tratta solo di scontri politici ad alto livello, bensì di una lotta soprannaturale fra il potere delle tenebre e quello della Luce, laddove la Luce è rappresentata da una Chiesa nella quale gli stessi Preti non credono più perché ormai la concepiscono (non tutti ovviamente) come puro potere temporale.

A questo punto mi sono proposta di uscire allo scoperto. Non sono pochi quei cattolici fedeli e praticanti che sono presi da terribili sensi di colpa e da grande sofferenza per non sentirsi in sintonia con il Papa. A costoro io suggerisco di mettersi il cuore in pace e di continuare a sentirsi pienamente e fieramente cattolici leggendo in merito il Catechismo della Chiesa cattolica (n.891, 892), il Codice di diritto canonico (n.212), la Lumen Gentium, n.25; la Dei Verbum n.10. Oltre a valide letture offerte da chi è ben documentato sulla “Storia della Chiesa”, come ad esempio il libro del prof. Roberto de Mattei, “Vicario di Cristo, il primato di Pietro tra normalità ed eccezione” ed. Fede & Cultura, per la profondità e chiarezza con cui tratta l’argomento; o il libro del teologo Padre Enrico Zoffoli, “Potere e obbedienza nella Chiesa”, Ed. Segno; oppure come argomento più attuale, “Chiesa povera, non impoverita”, di Francesco Cuppello, ed. Fede & Cultura…

Infatti, se è vero che un cattolico deve obbedire al Papa, è altrettanto vero che l’obbedienza non è mai cieca e incondizionata perché trova innanzitutto il suo fondamento nella legge naturale, in quella divina e nella Tradizione della Chiesa, di cui il Papa è custode e non creatore o rivoluzionario, o ciclone, come viene definito. Un ciclone ovunque passi, porta solo danno e sofferenza perché spazza via tutto. La moda oggi diffusa di rifiutare la trascendenza per cercare il divino negli uomini e nella storia in una sorta di moderno panteismo, può rappresentare un pericolo perché c’è il rischio di fermarsi alla persona, (la chiamano papolatria) a tal punto da divinizzarla e sostituirla a Cristo stesso, anche se inconsapevolmente e molte volte in buona fede.

Le prime delusioni le abbiamo avute proprio sin dalla sera della sua elezione quando, presentatosi in abito bianco senza la mozzetta rossa che normalmente portano i Papi almeno nelle occasioni solenni, esordì con quel suo saluto più da politico che da ecclesiastico: “Cari fratelli e sorelle, buonasera!”, al posto di “Sia lodato Gesù Cristo” oppure “Il Signore sia con tutti voi!, saluto che ci ha lasciati di gelo, anche se ci ha rasserenato poi il suo invito a pregare per lui in silenzio e a fuggire il demonio che sempre insidia le anime. I grandi Papi della storia chiamavano i loro fedeli “Figli! Cari figli!” e ci sentivamo veramente figli del Papa, figli della Chiesa, figli di Dio con santo orgoglio!  Adesso ci sentiamo orfani in mezzo a tanto frastuono, per alcuni motivi che spiegherò:

1) E’ stato presentato come segno di povertà, ad esempio, il fatto che Papa Francesco abbia pubblicamente rinunciato, oltre che alla citata mozzetta, anche all’abito bianco di fattura e tessuto particolare riservato ai Papi, (ne porta uno qualunque di stoffa leggera orribilmente trasparente), al pettorale e all’anello d’oro, per fermarsi solo all’abbigliamento personale, senza parlare delle famose scarpe rosse e della rinuncia all’appartamento papale.

Sembrano dettagli insignificanti, ma in realtà ognuno di quegli oggetti contiene un significato simbolico particolarissimo che travalica l’aspetto puramente venale del valore dell’oro, o delle perle o altro. Il pettorale ad esempio, che consiste in una croce d’oro, contiene un frammento della reliquia della Santa Croce di Gesù, e l’anello d’oro detto del “Pescatore” ricorda al Papa che Egli, come S. Pietro, è innanzitutto “pescatore di uomini”. Il materiale usato, l’oro, ha sempre significato la regalità, la maestà, e sono comunque oggetti preziosi antichissimi perché vengono tramandati da Papa a Papa come simbolo di un qualcosa che li trascende e li impegna, cioè come segno di fedeltà e di continuità con il Mandato che Cristo ha voluto affidare al Primo Papa che è stato San Pietro. Perché invece non pensare di portarli spiegando al popolo quale profondo significato essi racchiudono nella loro bellezza?  Rifiutare questi oggetti è emblematico perché, in un certo senso, è come rifiutare la continuità con i Papi precedenti!

Se noi, che nella nostra semplicità di vita, cerchiamo di trasmettere ai nostri figli e nipoti quegli oggetti cari e preziosi ricevuti dai nonni o bisnonni come segno di “appartenenza” ad una famiglia, ad un casato, ad una confraternita, nobile o meno che sia, perché mai il Papa, che rappresenta nientemeno che lo stesso Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, successore di Pietro, “Roccia” su cui Cristo ha voluto fondare la Sua Chiesa, Voce Morale universalmente riconosciuta, perché proprio il Papa dovrebbe rinunciare alle sue sacrosante e doverose insegne, mescolandosi quasi “Uno inter pares” in mezzo all’anonimato della folla che si crede confermata nella fede solo perché lo tocca, lo bacia e lo abbraccia, nella più assoluta ignoranza della dottrina della fede?

Se mi è permesso il paragone, che ne sarebbe dei vari Corpi dei Carabinieri, o Bersaglieri, o Polizia, o altri se rinunciassero alle loro belle divise, ai loro stemmi, coccarde, gradi, segno di comando, ma anche di una precisa appartenenza, di un servizio pubblico riconoscibile anche dall’abbigliamento e dal comportamento? Quale concetto ci faremmo di loro se, peggio ancora, si mettessero a ballare durante il loro servizio, magari quando sono schierati per una parata, come hanno deplorevolmente fatto molti Vescovi in Brasile nientemeno che durante la massima delle celebrazioni liturgiche quale è la Santa Messa, quasi dissacrandola? E su quell’esempio, anche qui da noi adesso sta avanzando la nuova moda della preghiera liturgica con ballo, col tacito consenso del Papa!

            E se è vero che anche Gesù visse da povero in mezzo alla gente, perché nacque in una grotta, cercò rifugio in terra straniera, si mantenne col lavoro delle proprie mani passando umilmente in mezzo alla folla, ecc. sta di fatto che questa sua povertà e semplicità non furono mai a scapito della sua identità, dignità e autorevolezza. Infatti accettò l’oro e l’incenso dei sapienti di questo mondo, sedette alla tavola dei ricchi e dei potenti per parlare anche a loro del Regno dei Cieli, comandò agli spiriti immondi e questi gli obbedivano, confuse gli Scribi e stupì i Sacerdoti che lo riconobbero come discendente di Davide e inviato di Dio, accettò gli osanna della folla che lo chiamava “Rabbi”, chiedendosi: “Ma chi è costui che parla con tanta autorità e sapienza?”  Gesù in pratica parlava, agiva, comandava e anche confortava con “grande autorevolezza!” e non come uno inter pares!

In questo sta appunto il “potere” del Papa di legare o di sciogliere come Vicario di Cristo, potere che alla fine è servizio, perché significa governare, e questo implica anche il dovere di giudicare, di dare un giudizio sul bene o sul male, cioè sul grado di colpevolezza del penitente in base alla sincerità delle sue disposizioni. Ebbene, quando Papa Bergoglio è uscito con quella sua storica frase “Chi sono io per…?” è come se avesse smentito la sua Autorità e il suo altissimo ruolo di Vicario di Cristo dal momento che non c’è Autorità al mondo più alta e idonea della sua per esprimere un giudizio morale su qualunque fatto, o evento, o persona della storia!

Realtà preoccupante ma significativa di una crisi gravissima, che lo Spirito Santo si incaricherà di chiarire, se lo invochiamo con forza, perché non è la prima volta nella storia della Chiesa che la presenza di due o tre Papi viventi contemporaneamente mette in dubbio la validità della loro elezione. Infatti io chiedo agli esperti di diritto canonico: “Se un Papa eletto sia pure regolarmente dal collegio cardinalizio, si comportasse non in piena sintonia con la tradizione e il Magistero perenne della Chiesa, sarebbe da considerare vero Papa? O ci troveremmo, come alcuni suppongono, in una situazione di sede-vacantismo, o di ambiguo “papismo” camuffato da buonismo, ecumenismo, irenismo?” Questo va chiarito al più presto se davvero amiamo il Papa e la Chiesa. Che la Vergine Immacolata ci aiuti e ci protegga.

(segue)

28 commenti su “L’enigma Papa Francesco (prima parte) – di Patrizia Stella”

  1. Ottima come sempre la dott.ssa Patrizia e anch’io ripeto:

    Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore…. solo che,oramai tanti dubbi non sono più nemmeno tali e ogni giorno che passa stanno divenendo certezze….

    Un indizio è un indizio, due indizi fanno una coincidenza, tre indizi una prova…. come appunto diceva Agatha Christie…..

    Grazie ancora.

  2. eccellente articolo – scritto con l’angoscia che tormenta molti cattolici, fra i quali lo scrivente
    il papa piace alle folle. se non che l’applauso delle folle non dimostra la bontà di colui che lo riceve. le folle hanno applaudito Lenin Stalin e Hitler e approvano Luxuria.
    d’altra parte Francesco I usa un linguaggio strano, ad esempio afferma che la Santissima Vergine Maria non era diversa da una ragazza di periferia
    il Vangelo insiste sui nobili ascendenti di San Giuseppe – è possibile che un tale uomo abbia preso in moglie una qualunque “ragazza di periferia”?
    e suggerisce ai suoi collaboratori gesti incomprensibili, ad esempio la cancellazione dell’imbarazzante intervista a Scalfari dal sito del Vaticano – autocritica? ripensamento? mah…

  3. “Sull’Annuario Pontificio 2014 [Francesco] appare solo col titolo di Vescovo di Roma, mentre troneggia la figura di Benedetto XVI come “Sommo Pontefice emerito”, a tal punto che viene da pensare che Bergoglio non sia…” Ritengo che la vicenda della cosiddetta “rinuncia” di Sua Santità Benedetto XVI sia stata e rimanga un enigma, per quanto riguarda la sua libertà di compiere tale atto o piuttosto la coazione a farlo a causa del possibile “pronunciamento” contro di lui di una parte del collegio cardinalizio e dei vescovi. Se la rinuncia non è stata libera ma coatta, non ha valore e Sua Santità Benedetto XVI continua ad essere ciò che era fino al 13 marzo 2013.

  4. Anche io sono nel numero di quelli che hanno un cuore gonfio di dolore per la situazione attuale della Chiesa. Con dispiacere devo ammettere di essere d’accordo con l’analisi offertaci da Patrizia Stella. E’ inutile far finta di continuare a non vedere. Triste realta! Triste realtà!

  5. Complimenti per l’ articolo Dott. Stella il Papa piace alle folle, ma speriamo per primo, piaccia a Gesù ma visto quello che si mette in pratica, la barca sta’ affondando sempre di più, mi sento che Gesù arriverà in tutta la sua gloria, e separerà il buon grano dalla zizzania, arriverà un castigo tremendo con tutti i sacrilegi che stanno succedono, anche per me c’e’ tanta tristezza, il massimo che posso fare nel mio piccolo e umile praticare, e’ il rosario gaudiosi, dolorosi, gloriosi, sopratutto per i sacerdoti, e la Santa Messa nel rito antico, dove riesco a trovarla!!
    PACE E BENE

  6. Complimenti per l’ articolo Dott. ssa Stella il Papa piace alle folle, ma speriamo per primo, piaccia a Gesù ma visto quello che si mette in pratica, la barca sta’ affondando sempre di più, mi sento che Gesù arriverà in tutta la sua gloria, e separerà il buon grano dalla zizzania, arriverà un castigo tremendo con tutti i sacrilegi che stanno succedono, anche per me c’e’ tanta tristezza, il massimo che posso fare nel mio piccolo e umile praticare, e’ il rosario gaudiosi, dolorosi, gloriosi, sopratutto per i sacerdoti, e la Santa Messa nel rito antico, dove riesco a trovarla!!
    PACE E BENE

  7. Bellissimo articolo! Rivedo in me e riprovo i sentimenti di quella sera dell’elezione di papa Francesco mentre tenevo fra le braccia la mia piccola nipotina ,mi sono sentito gelare il angue al sentire quel saluto di buona sera e neanche il suo desiderio di andare a pregare a S .Maria Maggiore m iha potuto consolare da un profondo senso di perdita e in tutta sincerita mi infastidisce quel suo continuo agitarsi e sali e scendi dalla papamobile per baciare a destra e manca e quell’orribile scambio di zucchetti ed infine la visita al Quirinale quanto squallore…! Come illuminavano le visite dei suoi Predecessori le stanze della politica . Infine come gia ho detto in altro intervento le liturgie da lui celebrate mi danno la sensazione di un qualcosa che manca e di incompletezza, forse mi sbaglio ma questo è cio che provo . E mi tormenta la dubbiosa domanda ma il Papato esiste ancora?
    Vieni Spirito Santo e mada a noi dal cielo un raggio della tua luce o dolce Consolatore!

  8. Eccellente Patrizia!!!Sottoscrivo al 100%.
    Un articolo che meriterebbe di essere pubblicato domattina sulle testate di tutti i giornali.
    E cartoline di Natale comprese!Che Lei cita finemente a proposito dello spodestato e venerabile San Giuseppe.
    Condividere quanto pensa non potrà che farle un miondo di bene;perchè si accorgerà di quante anime –
    pur non avendo le parole giuste per descriverlo – ora la penseranno allo stesso modo.
    In Corde Matris,Alessandro. Dio La Benedica !!!!

    1. Condividere quanto pensa non potrà che farle un miondo di bene;perchè si accorgerà di quante anime –
      pur non avendo le parole giuste per descriverlo – ora la penseranno allo stesso modo.
      In Corde Matris,Alessandro. Dio La Benedica !!!!

      …e proprio questo, farà tremare i polsi a certi clericali. Non so perchè ma credo che le sacrosante riflessioni offertaci dalla dott.ssa Patrizia, abbiano dato modo a qualcuno di sentirsi offeso ….. lo so per esperienza diretta con il mio vescovo, una volta in cui dissi ciò che mi turbava e ciò che poteva essere fatto per salvaguredare la fede….

      Occhi e parole di fuoco…..

      Paradossale…. fino al CVII, la Chiesa i Sacerdoti erano bistrattati offesi umilita da tutti gli anticlericali e dai numerosi gruppi extraEcclesiam ( protestanti e appartenenti alle altre religioni) ….. ai fedeli toccava con gioia difenderli dalle false accuse.di autoritarismo, bigottismo ec..ecc…… ora invece, coloro che prima accusavano di tutto ciò, difendono a spada tratta questi clericali che alla fine si comportano e producono atti e gesta uguali alle accuse infondate di un tempo.

      Ecco che gli anticlericali …possono dire….visto? abbiamo sempre avuto ragione noi…la Chiesa è sempre stata una sorta di associazione a delinquere….meno male che ora a mettere ordine c’è il Vescovo di Roma Francesco….. e la Chiesa Cattolica verràò così ” riabilitata” davanti al mondo…. oh….. visto com’è facile?

      1. Opsss…ho visto ora…

        Mi son dimenticata di scrivere l’ultima parte del mio commento, ossia ” grazie ancora carissima dott.ssa Stella!!!”

        Stella di nome e di fatto.

  9. Carla D'Agostino Ungaretti

    Cara Signora Patrizia, non c’è parola del suo articolo che io non condivida soffrendo profondamente perché vedo in questo Papa il fumus del protestantesimo. E’ vero: sembra che non si senta il vertice terreno della Chiesa cattolica, e cioè universale, ma solo il Vescovo di Roma, quindi un semplice collega di tutti gli altri vescovi che gli sembrano vicari di Cristo anche loro, ciascuno nella sua diocesi. Confesso di essere molto spaventata per il futuro e per la fede dei nostri figli e nipoti. Veni, creator Spiritus! Mentes tuorum visita! Mai preghiera mi è parsa più necessaria di questa nel momento presente.

  10. Definirlo eccellente questo articolo è riduttivo, a mio parere è semplicemente un capolavoro che rispecchia integralmente il mio pensiero. Questo Papa non è all’altezza dei suoi predecessori, che Dio ci aiut, perchè il relativismi è la connotazione principale del suo agire e dei suoi discorsi.

  11. Come non essere d’accordo su tutto? Anch’io al primo annuncio dell’elezione sono rimasto di stucco nel sentire quel borghesissimo “buona sera” ed il ricordo mio è subito andato a quel solenne “Sia lodato Gesù Cristo” sentito pronunciare una trentina d’anni prima dalla stessa loggia dal Beato Giovanni Paolo II. Ho un sospetto: mi sembra che voglia avallare in qualche modo il fatto che il vero Papa sia ancora Benedetto XVI.

  12. Mi sono chiesto prima e lo suggerisco a tutti: tale scelta di Papa Francesco nel conclave, é stato ispirato dallo Spirito Santo o solo concordato tra uomini?

  13. Articolo da 110 cum laude. Grazie Patrizia.
    Comunque, costi quel che costi, sia quel che sia, dobbiamo assolutamente pregare per lui. Ne ha veramente bisogno.
    Lo Spirito, che va ben oltre la miseria degli uomini, ha avallato la scelta del collegio cardinalizio. Dio, che sa scrivere dritto su righe storte, puo’ consentire anche cio’ che per l’uomo è incomprensibile o non accettabile, ma sempre al fine di un bene maggiore. Non dimentichiamolo mai.
    E resistiamo nella fede col sostegno della preghiera, senza mai venire meno all’evangelico “si’, si’ … no, no..”, che mai come in questi tempi fu cosi’ necessario.

    1. “Dobbiamo assolutamente pregare per lui” Infatti è proprio quello che lui chiede continuamente a tutti, fin dalla sera dell’elezione, come se sentisse un senso di inadeguatezza personale a quell’ardua missione.

    2. Credo che lo S.Santo intervenga per l’elezione del Papa,se I cardinali del Conclave,si rivolgono a Lui,per essere guidati nella scelta;Se la richiesta non avviene,lo S.Santo lascia liberi in q.caso,I cardinali di fare le loro scelte.

  14. Forse sono un povero incompetente, però continuo a pensare che questa polemica, questo “prendere gli spini per le punte” sia altrettanto nocivo degli eventuali “errori del Papa”:
    Vogliamo parlare anche dell’invito ad “uscire”, a farci missionari in tutte le periferie del mondo (anche quelle che sono vicino a casa nostra)
    Non temete che queste critiche (che non mi paiono proprio “Correzione Fraterna”) siano fonte di divisione, cosa di cui non abbiamo certamente nessun bisogno?
    Grazie comunque per questo articolo che mi ha indotto a riflettere.

  15. Ariel S. Levi di Gualdo

    “Il pettorale ad esempio, che consiste in una croce d’oro, contiene un frammento della reliquia della Santa Croce di Gesù, e l’anello d’oro detto del “Pescatore””

    Carissima.

    Io sono contrario – e lo sono da mesi – a insistere su certi elementi per così dire esteriori che hanno indubbiamente il loro valore e il loro significato. Se dinanzi a certi discorsi che definire ambigui è puro eufemismo e se dinanzi allo sbando che affligge numerosi fedeli – tra il tripudio dei nemici della Chiesa Cattolica che invece gridano osanna – seguitiamo a parlare di mozzette, scarpe rosse, abiti corali, croci pettorali di ferro o d’oro, spiegandone più o meno il significato, rischiamo di fare come quel tale che mentre la casa bruciava innaffiava le margherite per paura che il calore del fuoro le facesse appassire.

    Riguardo al pettorale contenente una reliquia della santa croce, queste sono dolci leggende che narravano decenni or sono le buone suorine ai bambini del catechismo che si preparavano alla Prima Comunione. Anche perchè, come disse giustamente un autore notoriamente anticlericale e oggi meno tenero ancora verso il cattolicesimo, ma notoriamente acuto: “Se tutte le reliquie della santa croce fossero vere, Cristo sarebbe stato crocifisso su una foresta” (la citazione è di Umberto Eco, tratta da “Il nome della rosa”).
    Il significato dell’oro è tutto quanto spirituale-teologico e ben poco ha da spartire con le reliquie che Sant’Elena, a distanza di secoli, trovò tutte intatte al posto giusto, proprio come se la passione e morte del Signore Gesù fosse avvenuta pochi giorni prima.
    Ricordo a tal proposito che abbiamo tra le reliquie il latte della Beata Vergine Maria, il prepuzio di Gesù bambino circonciso, la sua mangiatoia … per non parlare di santi e di sante che col trascorrere dei secoli e la riduzione delle distante di un tempo, è risultato che avessero due o tre teste, Il tutto senza andare assolutamente a scomodare la novella di Frate Cipolla narrata da Giovanni Boccaccio.

    Dicevo che il significato, perlopiù teologico-simbolico dell’oro, è che per la sua grande resistenza agli agenti chimici e atmosferici è considerato il metallo più nobile e come caratteristica ha quella di non ossidare e di non corrodersi, oltre a essere un grande conduttore di calore. Questo il motivo per il quale i successori degli Apostoli, i nostri vescovi, portano – o portavano – delle croci d’oro. Per simboleggiare non lo sfarzo, non la ricchezza e neppure l’opulenza, ma per simboleggiare la incorruttibilità e il calore della fede in Cristo trasmessa e annunciata. Fede che non può essere, volendo usare un metallo, simboleggiata dal ferro, perché una delle caratteristiche del ferro è proprio quella di ossidarsi e corrodersi.

    Ribadisco comunque il discorso della casa che brucia e delle margherite innaffiate …

    1. Carissimo don Ariel,
      Il Cardinale Lambertini, futuro Benedetto XIV, ordinò la RICOGNIZIONE UNIVERSALE di tutte le reliquie. Furono sototposte ad indagini e verificha tale che un autore protestante dichiarò che, se le avessero affidate a lui, tali verifiche, sarebbero state molto meno rigorose. Solo ciò che è sopravvissuto a tale ricognizione, ha lo status di reliquia, con tanto di diploma del vicariato.

      1. Ariel S. Levi di Gualdo

        … posto che Nostro Signore Gesù Cristo è stato inchiodato con quattro chiodi sull’orrido patibolo, se vuole provi a fare un’accurata ricerca per verificare quante sono le reliquie in circolazione dei chiodi della croce che recano regolare e autentico sigillo ecclesiastico.
        Lei afferma: “Il Cardinale Lambertini, futuro Benedetto XIV, ordinò la RICOGNIZIONE UNIVERSALE di tutte le reliquie”.
        Mi faccia capire: un cardinale – futuro pontefice – ha ordinato la ricognizione universale delle reliquie? Perchè pare proprio che lei abbia scritto questo.
        Poi afferma: “Solo ciò che è sopravvissuto a tale ricognizione, ha lo status di reliquia, con tanto di diploma del vicariato”.
        Mi faccia capire il suo senso canonico, perchè forse lei ed io abbiamo due diritti canonici diversi: un qualsiasi vescovo diocesano che avesse delle reliquie, deve andare a Roma a farsele “certificare” e “diplomare” (quindi sigillare dentro i reliquiari) dal Vicariato della Diocesi del Sommo Pontefice?
        Se quindi ben capisco un vescovo diocesano non ha l’autorità per certificare reliquie autentiche e sigillarle dentro i reliquiari?
        Lei mi confonde!
        Credo proprio che mi metterò di nuovo a studiare diritto canonico, perchè del diritto ci ho capito molto poco e molto male.

  16. Articolo encomiabile, facile oggi, quando la Chiesa è diffusa su tutta la Terra, sopprimere i simboli che hanno messo in comunione milioni di abitanti di questo pianeta, anzi direi quasi che sopprimendo i simboli, si metta ancor più in evidenza la figura del Papa..Da alcuni anni seguo la catechesi attraverso l’arte, ho capito che nei secoli la Chiesa ha cercato di esprimere la Bellezza di Dio attraverso gli Artisti, secondo me la ricerca del Bello che contraddistingue Firenze deriva proprio dalla ricerca di esprimere la Bellezza di Dio. Il mio percorso mi ha portato a sintetizzare che se Dio ha voluto farsi Uomo, significa che la presenza tra noi ha la sua importanza e in questo contesto i simboli diventano Presenza. A mio parere l’obiettivo dell’arte sacra era di dare corpo all’Anima, in modo che tutti potessimo specchiarci e capire chi siamo in questi simboli, essendo noi uomini fatti a “immagine e somiglianza di Dio”. Io penso quindi che tutta la simbologia cristiana cattolica diffusa nel mondo, avvolge, ispira e consola l’umanità che la capisce e ci si riconosce, ma il successo dell’Arte Sacra mi sembra che arrivi all’Anima di tutti, anche non credenti . I nostri simboli sono quindi la nostra storia e forza, chissà se c’è un nesso tra la forza che trasmettono e il bisogno di altri di abbattere questa forza.

  17. Della visita di Napolitano mi colpì la foggia dell’abbigliamento della Signora Clio: cappotto grigio, sciarpa rossa e capo scoperto. Persino la regina Elisabetta II – capo della Chiesa anglicana – e la regina Rania di Giordania – musulmana – si sono presentate al cospetto di Sua Santità come si conviene: in nero e a capo coperto di nero. Raissa Gorbaciova – requiescat in pace – si presentò al Papa abbigliata completamente di rosso e a capo scoperto…

  18. sono d’accordo con quello che è scritto e da tanto che mi chiedo come tanti sacerdoti stessi osannano questo papa addirittura già lo chiamano santo e non si rendono conto di tante cose che non vanno.

  19. davorka mihanović

    Ottima riflessione e conoscenza della vera Dottrina e del Magistero del Signore Cristo Gesù, il Dio Vivente, e della vera fede Cattolica e Apostolica. Ho letto con grande gioia e consolazione. Le auguro di continuare su questa via della ardente testimonianza di fedeltà verso la Verità e la Rivelazione Divina. Sono d’accordo su tutto quel che hai scritto, perchè anch’io ne soffro moltissimo e sono profondamente turbata dal comportamento di Papa Bergoglio, dalle evidenti e gravissime deviazioni dottrinali. Questi avvenimenti ci fanno comprendere che siamo nel centro dell’Apocalisse e vicini alla seconda gloriosa venuta di Cristo Risorto nella potenza e forza del suo Santo Spirito, seconda Pentecoste sul mondo e sulla Chiesa, la grande Purificazione – Avvertimento. Questi sono dei segni e moniti.

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