L’EUROPA IN MARCIA VERSO IL TOTALITARISMO (sec. XIX – sec. XXI). Quarta parte: Jean Coutrot, il padre del “Patto Sinarchico Rivoluzionario per l’Impero francese” – di Carlo Manetti

L’EUROPA IN MARCIA VERSO IL TOTALITARISMO (sec. XIX – sec. XXI)

quarta parte: Jean Coutrot, il padre del “Patto Sinarchico Rivoluzionario per l’Impero francese”

di Carlo Manetti

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Jean Coutrot

 

Saint-Yves apparve, per tutta la sua vita e per i primi anni immediatamente dopo la sua morte (1909), come il classico pensatore geniale, ma senza un numero sufficiente di seguaci per formare una scuola atta a perpetuarne il pensiero ed a svilupparlo, ma la sua influenza indiretta fu enorme. Di questo era consapevole lui stesso, come appare dal seguente brano de «La missione dei francesi»:

«In nessun periodo della mia vita, ho avuto figli carnali, ma dal 1882 posso dire invece di avere dei figli spirituali in tutte quelle menti che nei miei scritti hanno riconosciuto sè stesse.

Io ho dei doveri nei confronti di questa posterità di pensiero che, per la pace dell’umanità, sarà un giorno più numerosa delle stelle del cielo e dei granelli di sabbia del mare».

È conscio che i suoi figli, eredi e continuatori sono coloro che leggono le sue opere e non coloro che direttamente hanno udito la sua voce. Per circa un ventennio dalla sua morte, nessuno pone in essere atti idonei alla realizzazione dei suoi piani, fino all’azione di Jean Coutrot (1895-1941) ed alla stesura del «Piano del 9 luglio» o «Patto sinarchico per l’Impero francese», stesura a partire dalla quale Tecnocrazia divenne consciamente o inconsciamente sinonimo di insieme dei seguaci di Saint-Yves, più ancora che di quelli di Saint-Simon; i sinarchi presero il controllo della Tecnocrazia e ne divennero la guida, cosicché i discepoli di Saint-Simon che non lo erano anche di Saint-Yves si trovarono in una posizione subordinata, al servizio di coloro che avevano accolto gli approfondimenti del nuovo maestro, molte volte anche senza nemmeno sospettare l’esistenza di un livello gerarchico superiore al loro e composto unicamente di iniziati sinarchi.

Nel 1913 Jean Coutrot entra nell’École Polytechnique[1] e nel 1915 è gravemente ferito a Craonne, dove combatte come ufficiale, tanto che gli viene amputata la gamba destra. Finita la guerra, sposa Annette Gaut ed entra nell’industria cartaria «Gaut et Blancan». Cantore, da buon tecnocrate, della razionalizzazione dell’economia, è, a partire dal 1929, uno dei membri più attivi del Comitato per l’organizzazione nazionale francese[2] e della Commissione generale per l’Organizzazione scientifica del Lavoro, altro strumento tecnocratico. È uno dei fondatori, nel 1931, del «Gruppo X-Crise», trasformato nel 1933, nel «Centre polytechnique d’études économiques», strumento chiave, come vedremo nei prossimi articoli,  dell’ascesa dei sinarchi al potere francese ed europeo. Nel 1934 diviene Presidente della Camera sindacale dei cartai. È membro dell’Ufficio del Ministro dell’Economia nazionale Charles Spinasse (1893-1979), che va dal giugno 1936 al marzo 1937, durante il Governo del Fronte Popolare (1936-1938), e diviene vice-Presidente del Centro nazionale per l’organizzazione scientifica del lavoro (COST).

Nel 1936 fonda il «Centro di studio dei problemi umani», di cui ci occuperemo anche negli articoli seguenti come espressione del potere tecnocratico-sinarchico, circolo di cui facevano parte, tra gli altri, Aldous Huxley (1894-1963), di cui avremo modo di parlare nei prossimi pezzi, soprattutto come autore del romanzo «Il mondo nuovo», il sindacalista Hyacinthe Dubreuil (1883-1971), il filosofo della scienza Jean Ullmo (1906-1980), l’economista, demografo e sociologo Alfred Sauvy (1898-1990), padre Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955), di cui ci occuperemo parlando dei rapporti tra Sinarchia e neo-Modernismo, ed il chirurgo e biologista Alexis Carrel (1873-1944).

Nel 1937 è cofondatore, con Auguste e Jacques Barnaud Detoeuf,  e direttore dei «Nouveaux cahiers», un bimestrale pubblicato a Parigi, fino al 1940. La rivista sostiene la cooperazione economica franco-tedesca e maggiori poteri per i tecnici d’élite, schierandosi anche per la costituzione di sindacalismo operaio e padronale apolitico e vincolante. Più in generale, difende l’economia razionale e dirigista; ha l’appoggio di banchieri, quali la Banca Worms, industriali, funzionari governativi e sindacalisti. Le sue tesi sono molto simili al corporativismo, proponendo la collaborazione tra le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e quelle degli operai, al fine di affrontare la crisi. La rivista godeva di benevola attenzione sia in molti ambienti della sinistra, anche estrema, sia tra le file della destra nazionalista. Tra i suoi collaboratori ricordiamo Georges Albertini, (1911-1983), un socialista pacifista, poi fortemente compromesso con il regime di Vichy e, dopo la guerra, intellettuale filo-occidentale e vicino al Presidente Georges Pompidou (1911-1974); Jacques Barnaud (1893-1962), compagno di corso di Coutrot all’École Polytechnique, nonostante sia di due anni più vecchio, dipendente della banca Worms, altissimo tecnocrate sotto il Maresciallo Henri-Philippe-Omer Pétain (1856-1951), fino a divenire Delegato generale per le relazioni economiche franco-tedesche dal 25 febbraio 1941 al 15 novembre 1942, assolto, dopo la guerra dall’accusa di collaborazionismo; Auguste Detœuf (1883-1947), industriale e saggista, ex allievo dell’École Polytechnique, membro del «Gruppo X-Crise», cofondatore della rivista; Ernest Mercier (1878-1955), industriale e dirigente della Compagnia francese del petrolio (CFP), antenata della Total; Boris Souvarine (1895-1984) ebreo ucraino naturalizzato francese, operaio, poi giornalista, storico e saggista, comunista, successivamente critico dello stalinismo e primo biografo di Stalin; e, infine, ricordiamo Simone Adolphine Weil (1909-1943), filosofa ebrea convertitasi al cattolicesimo, passando per il marxismo, mistica e cantrice dell’incontro dell’anima con Dio. Impressionante è il grado di consenso che tale rivista e le sue idee riusciva a convogliare su di sé, tra i cattolici e tra i nemici dei cattolici, tra gli uomini di sinistra e tra quelli di destra, tra i fascisti e tra gli antifascisti: pare quasi di vedere un’anticipazione della fideistica adesione alla Tecnocrazia sinarchica nostrana incarnata dal Governo Monti.

Nell’autunno del 1940, Jean Coutrot offre i suoi servigi al Governo di Vichy, che li rifiuta. Questo fatto incide pesantemente sul suo equilibrio, tanto che si convince sempre più, contro la realtà, che la sua influenza stia scemando ed il 19 maggio 1941 si suicida.

Jean Coutrot è colui che ha permesso al pensiero di Saint-Yves di divenire la religione della Tecnocrazia realizzando quel passaggio dallo stadio di elaborazione dottrinale a quello di attuazione politica: è l’uomo che ha intessuto i legami nazionali (francesi) ed internazionali con tutti i possibili sostenitori ed è il padre del “Piano 9 luglio”, altrimenti detto “Patto Sinarchico Rivoluzionario per l’Impero francese”, di cui ci riserviamo di trattare in un prossimo articolo.

 

 


[1] L’École polytechnique è una delle più celebri scuole militari e università di ingegneria francesi, fondata nel 1794 da Jacques-Elie Lamblardie, Gaspard Monge e Lazare Carnot. Il suo motto è: «Pour la Patrie, les sciences et la gloire» (Per la Patria, le scienze e la gloria). Fornisce anche corsi umanistici quali storia, musica, architettura, disegno e scultura. Anche l’attività sportiva vi ha largo spazio. Il suo simbolo (“X”) rappresenta due cannoni incrociati. Gli allievi prestano servizio militare durante il periodo scolastico e ne sono retribuiti. La formazione è, fin dall’inizio, simile a quella degli ufficiali. Una delegazione di allievi sfila il 14 luglio, in alta uniforme, in testa all’Armata francese sugli Champs-Élysées.

[2] Nato nel 1926 dalla fusione del Centro Studi amministrativi (CEA) e della Conferenza per l’Organizzazione francese (COF), diviene la branca francese Comitato internazional per l’Organizzazione scientifica del lavoro (CIOST). È, di fatto, uno degli strumenti di incidenza dei tecnocrati sula cultura industriale e produttiva francese.

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