Levy, Lerner e gli intellettuali anti-Putin zittiti dalla storia – di Giampaolo Rossi

di Giampaolo Rossi

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zzzz2cltnIL LATO CONTORTO DELL’OCCIDENTE
Per mesi nei loro editoriali, nelle ospitate televisive, ci hanno ammonito sulla Russia e il suo Presidente.
Per loro, Vladimir Putin era un pericolo mortale per l’Occidente; una minaccia per le nostre libertà; un autoritario quanto spietato ex agente del Kgb con gli occhi di ghiaccio, a capo di una nazione imperialista, desiderosa di espandere il suo dominio sulla nostra pelle.
Sulla crisi Ucraina, ci hanno spiegato che i russi invasori sarebbero stati pronti a scatenare la Terza Guerra mondiale pur di soffocare il sogno di democrazia nato a Kiev, facendo finta di ignorare i documenti d’oltreoceano che pianificavano nei minimi particolari l’accerchiamento di Mosca espandendo ad est la Nato ed imponendo, dietro una maschera democratica, un governo fantoccio manovrato da precisi burattinai, in cui i ministri sono stranieri direttamente scelti dal Dipartimento di Stato Usa.

Alcuni di loro, ex comunisti riciclati, hanno usato per la Russia di oggi giudizi che si guardarono bene dall’usare per la Russia di ieri quando si chiamava Unione Sovietica, esportava il comunismo e finanziava con vagonate di rubli i loro partiti e i loro giornali.

Stiamo parlando dei famosi “intellettuali democratici” di cui l’Occidente si fregia come un distintivo di libertà e pluralismo e invece, spesso, rappresentano il lato più contorto della nostra cultura.
Umanitaristi, progressisti, pacifisti, interventisti, internazionalisti, liberali, illuministi, americani o europei, oggi sono improvvisamente silenziati di fronte all’evidenza che Putin è un leader che sta affrontando di petto e con coraggio l’orrore islamista; e la Russia, l’unico paese che ha dichiarato guerra all’Isis facendogliela sul serio.

BERNARD-HENRI LEVY
Il capo di questa élite del pensiero liquido, si chiama Bernard Henri Levy (per gli amici BHL); in Francia, la nazione di Cartesio e Voltaire, lo definiscono seriamente un filosofo. Lui è il menestrello delle bombe umanitarie, il cantore della “guerra giusta” ad oltranza. Fu lui a dare la giustificazione teorica all’intervento Nato in Libia, all’origine dell’attuale disastro mediorientale. In quei mesi divenne l’ambasciatore, per conto del suo sodale Sarkozy, dei leggendari “ribelli moderati” che di moderato non avevano nulla visto che oggi la Libia è il porto franco del jihadismo e dei nuovi mercanti di schiavi che governano l’immigrazione clandestina; fu lui ad accreditarli presso le diplomazie occidentali come soggetti che avrebbero garantito, una volta eliminato Gheddafi, democrazia e libertà. Si è visto come andata.

BHL è anche la coscienza civile di quella sinistra sempre attenta al profilo da mostrare alle telecamere. Quello che si presentò a Kiev ad arringare i rivoltosi in piazza con i soldi di George Soros, bólso di retorica eruttata alla folla e soprattutto ai media, ad accusare Putin di minacciare “il sogno di una pace duratura dei filosofi kantiani, un sogno realizzato dai fondatori dell’Europa Unita”.
Oggi, quando parla dell’Isis, si ricorda i morti di tutti tranne i 224 civili russi uccisi nell’attentato aereo sul Sinai, pur di non dover ammettere che quello è il prezzo che la Russia sta pagando per la sua lotta solitaria al terrore islamista.

GAD LERNER
In Italia, l’esempio più fulgido di questi “pensieranti”, si chiama Gad Lerner, ed è una sorta di clone di Henri-Levy in salsa “gauche caviar”; un prodotto della scuderia di Lotta Continua approdato alla corte di De Benedetti.

Anche lui nel 2011 esultò per la caduta di Gheddafi ironizzando su chi prevedeva la catastrofe: “abbiamo sentito opporre argomenti che (…) ne sarebbe scaturita una secessione (…) il ritorno alle guerre tribali (…). L’instaurazione di un regime islamico qaedista. L’esodo (biblico!) di profughi a centinaia di migliaia. Tutte balle”.
Ora che le balle sono diventate realtà, il pallonaro radical-chic sulla Libia tace; e tace anche su Putin dopo aver scritto che la Russia in Siria “non cerca alcuna coalizione con gli occidentali, vuole dimostrare di essere capace di fare da sola, appoggiandosi a un dittatore amico come Assad” e dopo aver definito Putin un“gendarme” e un “guerrafondaio”.
E ora che l’Europa e persino Obama sono costretti a riconoscere l’impegno russo in Medio Oriente accogliendo l’invito di Putin a combattere insieme l’Isis, aspetterete invano un suo illuminato intervento, del tipo: “scusate ho scritto l’ennesima minchiata”.

UN CONSIGLIO
Non finirà qui. Li risentirete blaterare le loro verità e vi capiterà di leggere ancora le loro previsioni tarocche; quando ciò accadrà, ricordate sempre il sano disprezzo che nutriva per questi personaggi, quel genio maledetto di Louis Ferdinand Céline: “aveva il vizio degli intellettuali: era inconsistente”.

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fonte: Il Giornale 

6 commenti su “Levy, Lerner e gli intellettuali anti-Putin zittiti dalla storia – di Giampaolo Rossi”

  1. Tutto condivisibile, ma con una nota stonata. La “ennesima minchiata” avremmo preferito fosse scritta in blu a un improbabile rimando per le scuse che mai arriveranno. Purtroppo i maestri alla Bernard-Henri Levy sono sempre piu’ numerosi. E piu’ le situazioni si aggrovigliano, come la faccenda siriana, e piu’ la gente sente il bisogno di aggrapparsi a falsi profeti.

  2. Guarda caso due rappresentatanti della dottrina talmudica se non sbaglio …..La Storia in generale e la Storia Sacra della Bibbia sono maestre e ci guidano alla verità tutta intera…..

  3. Quando sento parlare di sinistri intellettuali di sinistra la mia memoria va ai tragici anni Settanta ed al PCI in particolare. Un partito di sofisti, intellettuali e uomini di “cultura” che non si accorse del reale colore delle BR. Per certi signori dalla materia in salsa grigio-marxista, le Brigate Rosse non erano rosse, bensì nere, al servizio della CIA, provocatori.
    Si accorsero del reale colore rosso delle brigate – ma guarda il caso – solo quando il PCI entrò nell’area di governo (leggasi compromesso storico 1976-1978) e le BR gli andarono a rompere le uova nel paniere. Oggi cambiano gli scenari ma, loro, certi intellettuali si rigenerano erigendosi a giudici supremi al servizio non della Libertà, ma del pensiero unico!

  4. Scusatemi, non vorrei passare per quello che fa lo snob, ma è che io non guardo più la TV e l’ho tolta anche dalla mia camera. Per questo, perdonatemi la domanda: ma Lerner è ancora in forze alla propaganda? Lavora ancora? Per quanto riguarda l’altro, non mi esprimo perché non lo conosco proprio. Mia ignoranza. Credo, però, che sia un’ignoranza mai così positiva.

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