L’omelia del Patriarca di Mosca che scandalizza mondo, cattoamericanisti e intellighentia Pope&Love

Leggo sull’edizione online di “Repubblica” questo titolo: “Kirill il fedelissimo del Cremlino che ha voltato le spalle al Papa”. E questa, a prescindere dal contenuto dell’articolo, è già una buona notizia. “Kirill”, per chi non lo sapesse, è il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, il vertice della Chiesa ortodossa russa, mentre il “Papa” sarebbe papa Francesco, vertice della Chiesa latina. In fondo, anche il mondo rappresentato dall’informazione non è sempre così brutto.
La questione in causa, naturalmente, è quella ucraina e nella fattispecie il pronunciamento con cui il Patriarca russo non prende affatto le distanze dalla politica della propria patria, anzi. Dunque continuo a leggere e navigo tra agenzie di stampa e giornali che parlano di quello che, secondo la vulgata mainstream, sarebbe il “sermone shock” pronunciato la scorsa domenica 6 marzo dal Patriarca Kirill.
Siccome molti giornalisti, come in insegna il vecchio adagio, da brave teste di carta spesso sono usi spiegare agli altri quello che non hanno capito neppure loro, in questo caso non dicono che per gli ortodossi domenica 6 marzo è la “Domenica del perdono”, quella che precede l’inizio della Quaresima, e che il cosiddetto “sermone shock” va letto proprio in tale quadro. Non che questo lo renda più gradevole ai palati geopoliticamente e teologicamente corretti, anzi lo carica di maggiore significato poiché in tale domenica ciascuno è chiamato a chiedere perdono delle offese recate ai propri fratelli. E il Patriarca spiega con tutta chiarezza come si innesti su tale tematica spirituale la sua considerazione sulla attuale situazione geopolitica, che, è bene rimarcare, non è solo di carattere militare.
Mi pare dunque che sia bene andare alla fonte e per questo pubblichiamo la traduzione integrale del “sermone shock”. Con questo banale accorgimento, in effetti tutto si spiega: le teste di carta shockate dal chiaro parlare del Patriarca di Mosca si sono sentite spiazzate dal fatto che un uomo posto dalla Provvidenza al vertice della sua Chiesa abbia la forza e la lucidità di andare contro il pensiero mondano. Non a caso le suddette teste di carta lanciano anche un serio allarme per denunciare l’attacco alla “Modernità” da parte del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Per chi volesse baloccarsi con lo stizzito dico e non dico di stampo clericale, segnalo il notevole esercizio con cui Avvenire.it si augura una divisione all’interno della Chiesa ortodossa russa, rea di dire ciò che ogni cristiano dovrebbe avere almeno il coraggio di pensare su omosessualismo & dintorni, di difendere la popolazione martoriata del Donbass e, questo è il sommo peccato secondo il Piccolo Inquisitore, di parlare di scontro metafisico fra chi sta con il Dio Trinitario e chi lo combatte.
Ebbene, dove sarebbe la notizia? Stupisce tanto che un cristiano, pastore di cristiani, sia così profondamente avverso al quel tugurio spirituale, psichico e biologico che è la modernità? Stupisce che nel profondo di un conflitto politico o militare legga una trama metafisica? Stupisce che sappia discernere tra bene e male e renda edotto su temi così cruciali il proprio gregge? Ma in un mondo normale non dovrebbe stupire il contrario? (alessandro gnocchi)

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Omelia di Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie
6 marzo 2022 – Domenica del perdono


Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Con tutti voi, cari signori, padri, fratelli e sorelle, mi rallegro di cuore per la domenica di oggi, la Domenica del perdono, l’ultima domenica prima dell’inizio della Quaresima, la Grande Quaresima!
Molti devoti si riferiscono alla Quaresima come a una primavera spirituale. Essa coincide con la sorgente fisica e allo stesso tempo è percepita dalla coscienza della Chiesa come una sorgente spirituale. E cos’è la primavera? La primavera è la rinascita della vita, il rinnovamento, la nuova forza. Sappiamo che è in primavera che la potente linfa scoppia a dieci, venti, cento piedi di altezza, portando la vita all’albero. È davvero un sorprendente miracolo di Dio, un miracolo della vita. La primavera è la rinascita della vita, un grande simbolo della vita. Ed è per questo che non è assolutamente casuale che la principale festa di primavera sia la Pasqua del Signore, che è anche un segno, un pegno, un simbolo di vita eterna. E noi crediamo che sia così, e questo significa che la fede cristiana, che condividiamo con voi, è la fede che afferma la vita, che è contro la morte, contro la distruzione, che afferma la necessità di seguire le leggi di Dio per vivere, per non perire in questo mondo e nel prossimo.

Ma sappiamo che questa primavera è oscurata da gravi eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbass, che ha portato all’inizio delle ostilità. Vorrei dire qualcosa su questo argomento. Per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass. E nel Donbass, c’è un rifiuto, un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che vengono offerti oggi da coloro che rivendicano il potere mondiale.

Oggi è imposta una prova di fedeltà a questo potere mondiale, una sorta di lasciapassare per quel mondo “felice”, un mondo di consumo eccessivo, un mondo di apparente “libertà”. Sai cos’è questo test? La prova è molto semplice e allo stesso tempo terrificante: si tratta di una sfilata dell’orgoglio gay. La richiesta di molti di avere una sfilata dell’orgoglio gay è una prova di fedeltà a quel mondo molto potente; e sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, non fanno parte di quel mondo, ne diventano estranei.

Ma sappiamo cos’è questo peccato, che viene promosso attraverso le cosiddette marce della dignità. È un peccato che è condannato dalla Parola di Dio, sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. E Dio, nel condannare il peccato, non condanna il peccatore. Lo chiama solo al pentimento, ma in nessun modo fa del peccato uno standard di vita, una variazione del comportamento umano – rispettata e tollerata – attraverso l’uomo peccatore e il suo comportamento.

Se l’umanità accetta che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità accetta che il peccato è una variazione del comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì. E le parate dell’orgoglio gay hanno lo scopo di dimostrare che il peccato è una variante del comportamento umano. Ecco perché per entrare nel club di quei paesi bisogna fare una parata dell’orgoglio gay. Non per fare una dichiarazione politica, “siamo con voi”, non per firmare qualche accordo, ma per fare una parata del gay pride. Sappiamo come la gente resiste a queste richieste e come questa resistenza viene soppressa con la forza. Quindi si intende imporre con la forza il peccato condannato dalla legge di Dio, il che significa imporre con la forza la negazione di Dio e della sua verità sulle persone.

Quindi ciò che sta accadendo oggi nelle relazioni internazionali non riguarda solo la politica. Si tratta di qualcos’altro e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove l’umanità si troverà: alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come giudice e creatore della creazione. Molti oggi, per debolezza, stoltezza, ignoranza, e più spesso perché non vogliono resistere, vanno lì, al lato sinistro. E tutto ciò che ha a che fare con la giustificazione del peccato condannato nella Bibbia mette alla prova oggi la nostra fedeltà al Signore, la nostra capacità di confessare la fede nel nostro Salvatore. Tutto quello che dico ha più di un significato teorico e più di un significato spirituale. Oggi c’è una vera e propria guerra intorno a questo argomento.

Cosa significa l’azione in l’Ucraina oggi, dove vi sono stati otto anni di soppressione e sterminio di persone nel Donbass, otto anni di sofferenza, e il mondo intero è stato in silenzio? Ma noi sappiamo che i nostri fratelli e le nostre sorelle soffrono veramente; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla Chiesa. E così oggi, nella Domenica del perdono, io, da una parte, come vostro pastore, invito tutti a perdonare i peccati e le offese, anche dove è molto difficile farlo, dove le persone litigano tra loro. Ma il perdono senza giustizia è resa e debolezza. Il perdono deve quindi essere accompagnato dal diritto indispensabile di stare dalla parte della luce, dalla parte della verità di Dio, dalla parte dei comandamenti divini, dalla parte di ciò che ci rivela la luce di Cristo, la sua Parola, il suo Vangelo, le sue più grandi alleanze date al genere umano.

Tutto questo dimostra che siamo impegnati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, purtroppo, gli ortodossi, i credenti, scegliendo in questa guerra la via di minor resistenza, non riflettono su tutto ciò su cui stiamo riflettendo oggi, ma vanno obbedienti lungo la via che viene loro indicata dai poteri. Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno alla Croce, diciamo solo a noi stessi: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e della giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, cancellando la linea tra santità e peccato, e soprattutto coloro che sostengono il peccato come modello o modello di comportamento umano.

Oggi i nostri fratelli nel Donbass, popolo ortodosso, stanno indubbiamente soffrendo e noi non possiamo fare a meno di essere con loro, prima di tutto nella preghiera. Dobbiamo pregare che il Signore li aiuti a preservare la loro fede ortodossa e a non soccombere alle tentazioni e ai tentacoli. Allo stesso tempo, dobbiamo pregare che la pace arrivi il più presto possibile, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle smetta di essere versato, e che il Signore abbia pietà della terra del Donbass, che da otto anni porta l’impronta dolorosa dell’aggressione del peccato e dell’odio umano.

Mentre entriamo nella stagione della Quaresima, cerchiamo di perdonare tutti. Cos’è il perdono? Se chiedi perdono a qualcuno o di qualcuno che ha infranto la legge o ha fatto qualcosa di ingiusto e cattivo nei tuoi confronti, non stai giustificando il suo comportamento, ma semplicemente smetti di odiarlo. Cessa di essere il tuo nemico, il che significa che perdonandolo lo sottometti al giudizio di Dio. Questo è il vero significato del perdonarsi a vicenda per i nostri peccati ed errori. Noi perdoniamo, rinunciamo all’odio e alla vendetta, ma non possiamo cancellare le malefatte umane là in Cielo; così con il nostro perdono consegniamo i nostri malfattori nelle mani di Dio affinché sia il giudizio che la misericordia di Dio siano fatti su di loro. Che il nostro atteggiamento cristiano verso i peccati, i torti e le offese degli uomini non sia la causa della loro rovina, ma che il giusto giudizio di Dio sia completato su tutti, compresi coloro che si assumono la responsabilità più pesante, allargando l’abisso tra i fratelli, riempiendolo di odio, malizia e morte.

Che il Signore misericordioso esegua il suo giusto giudizio su tutti noi. E per evitare che come risultato di questo giudizio ci troviamo dalla parte sinistra del Salvatore che è venuto nel mondo, dobbiamo pentirci dei nostri peccati. Bisogna avvicinarsi alla nostra vita con un’analisi molto profonda e spassionata, chiedersi cosa è bene e cosa è male, e in nessun modo giustificarsi dicendo: “Ho avuto una discussione con questo o quello, perché avevano torto”. Questo è un falso argomento, questo è l’approccio sbagliato. Dovresti sempre chiedere davanti a Dio: “Signore, cosa ho fatto di male?”. E se il Signore ci aiuta a renderci conto della nostra ingiustizia, allora pentiamoci di questa ingiustizia.
È oggi, nella Domenica del perdono, che dobbiamo compiere questa impresa di abnegazione dai nostri peccati e dalle nostre ingiustizie, l’impresa di abbandonarci nelle mani di Dio e l’impresa più importante di perdonare coloro che ci hanno fatto del male.

Che il Signore ci aiuti tutti a passare i giorni della Quadragesima in modo tale da poter entrare degnamente nella gioia della Risurrezione di Cristo. E preghiamo che tutti coloro che stanno combattendo oggi, che stanno spargendo sangue, che stanno soffrendo, entrino anche loro in questa gioia della risurrezione in pace e tranquillità. Che gioia c’è se alcuni sono in pace e altri sono in potere del male e nel dolore delle lotte intestine?

Che il Signore ci aiuti tutti a entrare nel cammino della Santa Quaresima in modo tale, e non altrimenti. Che Egli possa salvare le nostre anime e promuovere la moltiplicazione del bene nel nostro mondo peccaminoso e spesso paurosamente sbagliato, affinché la verità di Dio possa regnare e guidare il genere umano. Amen.

18 commenti su “L’omelia del Patriarca di Mosca che scandalizza mondo, cattoamericanisti e intellighentia Pope&Love”

  1. Così parla un successore degli Apostoli. Omelia di importanza storica. Traccia una linea di separazione, ormai netta e invalicabile, tra la religione del Vangelo, dei Padri e della Tradizione, e la a pseudoreligione bergogliana del “diritto al perdono” e dei sodomiti al potere. Ognuno faccia poi le sue considerazioni e le scelte che riterrà in coscienza più giuste, ma per piacere: smettiamo di raccontarcela! Grazie P. Kirill, e buona Quaresima a tutti fratelli in IHS di Russia!

  2. Don Ettore Barbieri

    Ciò che vorremmo sentire dalla Chiesa cattolica e non viene detto. Sono lontani i tempi in cui Giovanni Paolo II aveva censurato il gay pride del 2000, svoltosi in pieno Giubileo, parlando di profanazione di Roma.

  3. Alfredo Grande

    https://www.radiospada.org/2022/03/lucraina-liberale-e-filo-bruxelles-e-ripugnante-ma-lentusiasmo-per-lomelia-di-kirill-e-da-ridimensionare-tanto/

    Chiariamo subito un punto di dottrina che nell’era della società liquida ci premunisce dall’evitare lo sprofondamento in una laguna laterale: quella della Fede liquida. Kirill regge un’entità scismatica, separata dalla Chiesa di Cristo, entità che ordinariamente conduce alla dannazione i suoi consociati.
    […] C’è poi la grande questione delle eccentricità stesse del patriarcato moscovita e dei suoi satelliti: dalle aperture eterodosse sulla fecondazione in vitro, fino ad una sorta di canonizzazione del vaccinismo ad opera di alcuni suoi alti dignitari, si apre uno scenario che rischia di confondersi coi deliri di casa neomodernista. Altro che “Terza Roma”, espressione oltre tutto caratterizzata da significati di antiromanità, di scisma, di errore, spesso ignorati da chi la usa.
    […] In conclusione di questo impopolare articolo, confermiamo dunque le parole di uno precedentemente pubblicato su queste pagine (Tre errori tipici sulla vicenda russo-ucraina): Ove fossimo costretti ad un bambinesco gioco della torre, è evidente che la compagnia filo-Kiev degli Schwab, dei Biden, delle Von der Leyen, dei Macron, ci rende quasi sopportabile la vicinanza ai barboni scismatici moscoviti e alle cordate degli oligarchi putiniani che con entusiasmi alterni reggono il moccolo al governo russo. Ma quanto detto fin qui è sufficiente a chiarire l’inutilità di questo esercizio.

    1. gianluigi clivati

      Quanto detto fin qui caro signor Alfredo Grande è sufficiente a chiarire l’inutilità della sua frequentazione di questo sito che mi pare uno dei pochi che si segnalano per intelligenza e capacita di analisi. Ce ne fossero tanti atri in grado di guardare così lontano invece che nel retrobottega del tradizionalismo bigotto e smunto. Mi pare già un gran gesto aver pubblicato il suo commento con tanto di link.

    2. Ma lei dove vive? Ce ne fossero nella chiesa cattolica di pastori di quel livello con la capacita e il coraggio di parlare con quelle parole. Ma quale punto di dottrina vuole chiarire quando l’ha già chiarito bene il patriarca di Mosca? Ancora una volta i presunti perfetti come lei dimostrano perché non potranno fare altro che andare sempre più a fondo. Devo dire che certe manifestazioni di pseudoperfezione mi fanno venire voglia di diventare ortodosso. E comunque sono quelle manifestazioni che hanno indotto tanti a non vedere più di buon occhio una chiesa cattolica che ne nei primi decenni del secolo scorso si era ridotto solo a questo. Fatevi un bell’esame di coscienza e forse capirete perché siete sempre più soli.

    3. Federica Di Palma

      Tanto di cappello alla redazione di Ricognizioni che ha pubblicato questo increscioso commento. Increscioso non tanto e non solo nel contenuto, ma nel tono e nell’intento. Sono una vecchia cattolica e seguo da sempre questo sito e devo dire che ne sono felice perché si distingue sempre per la profondità degli intenti spirituali e per la loro ottima realizzazione. Ho vissuto a Roma gli anni della battaglia di monsignor Lefebvre di santa e venerata memoria, ma oggi bisogna comprendere che il mostro si sta palesando per quello che è veramente e bisogna riconoscere onestamente dove stanno coloro che lo riconoscono e lo combattono in nome della chiesa e non in nome di gruppuscoli francamente irrisori e privi di vera sostanza spirituale.
      Grazie per questo articolo alla redazione di Ricognizioni dalla cattolica Federica Di Palma.

    4. Mi chiedo come non ci si possa vergognare di scrivere frasi come questa: “ci rende quasi sopportabile la vicinanza ai barboni scismatici moscoviti”. Mi chiedo chi credano di essere questi signori e mi chiedo se questa spocchia abbia a che fare almeno un po’ con lo spirito cristiano. Grazie patriarca Kirill per quanto ha detto.

    5. Ho scoperto questo sito per il modo intelligente con cui ha affrontato la dittatura vaccinista e ora continuo per quanto sta dicendo sulla questione. In tutto questo periodo ho così avuto modo di capire che c’è un risvolto religioso in quanto accade nella storia e nelle nostre vite e l’ho capito stando fra queste pagine, di cui ringrazio la redazione. Piano piano ho capito che il cristianesimo è una risposta seria e sensata, a patto però che non abbia la faccia mostrata in questo commento. Vi assicuro che molti come me antagonisti al sistema scappano a gambe levate quando incontrano cristiani così saccenti e supponenti. Apprezzo invece la capacità che chi scrive e dirige il sito Ricognizioni ha nel mostrare la possibilità di vedere le cose in modo diverso senza urtare chi viene da strade diverse. In fondo mi pare che il compito di un cristiano sia quello di attirare il prossimo e non di respingerlo.

    6. Luigi Cominelli

      Ho fatto lo sforzo di aprire il link utilizzato dal signor Alfredo Grande per commentare con parole non sue quanto detto dal patriarca di Mosca. Ho letto fino in fondo e ho subito chiuso per non riaprire mai più certi siti in cui non si fa altro che sfogare la frustrazione di ambienti che non hanno niente da dire se non che loro sono così bravi. Ma lo dicono solo a se stessi. E questa ritiene di essere l’avanguardia di non si sa bene quale ritorno all’ordine. Auguri a loro e al signor Alfredo Grande, se esiste veramente.

    7. Nel bambinesco gioco della torre di cui si parla in questo strano commento fatto con parole altrui devo dire che gli autori tralasciano una terza possibilità e cioè quella di buttarsi loro stessi dalla torre. Perché sempre pensare che gli altri siano peggio?

  4. giuridicamente la Russia non ci ha dichiarato guerra ne vuole invaderci. Noi abbiamo mandato armi ai suoi nemici e fatte sanzioni alla Russa, mentre ci manda gas e compra i nostri manufatti. Il Donbass dal 1914 a tutt’oggi viene continuamente bombardato dagli ucronazisti foraggiati Nato/US col servilismo dell’EU. UE che contrasta continuamente la destra italiana.

  5. Roberto Genovesi

    Ho visto che il buon Alfredo Grande ha fatto il pieno di consensi e non infierisco oltre. Mi limito perciò a mettere in evidenza la profondità di quando dice il patriarca di Mosca quando descrive le sfilate del gay pride come un vero e proprio rito di iniziazione per le nazioni alle marcescenze della modernità. Aggiungo solo che l’autorevolezza per dire questo con efficacia viene solo dall’essere al primo posto nella gerarchia di una chiesa e che questo può avvenire solo in Russia.

  6. Lory Mafioletti

    Ciò che mi colpisce di più è che questo non è un discorso o una conferenza ma un’omelia. Ritengo che inserire nel contesto liturgico tali affermazioni significa sottolineare con forza il loro aspetto spirituale. Capisco che la cosa possa apparire indigesta a chi è abituato a sentire omelie da assistente sociale.

  7. Anche io come tanti altri lettori vi seguo assiduamente dagli ultimi due anni, epoca covid per intenderci. Apprezzo il lavoro che state facendo sulla questione ucraina e sull’irrazionale odio antirusso diffuso a piene mani nelle nostre teste. In particolare per me che mi sono avvicinata alla fede grazie alle prove a cui siamo stati sottoposti apprezzo articoli come questo e come altri in cui mostrate il risvolto religioso della crisi. Grazie di cuore, continuate così e non curatevi di parla a vanvera e critica solo per criticare.

  8. Che ci sia qualcosa di strano in questa guerra, credo sia evidente ormai a tutti. Continuare ad additare gli altri come coloro che non parlano correttamente, o a vanvera, penso che non aiuti nessuno, anzi! L’nformazione “ufficiale” cavalca la contrapposizione e fomenta la divisione (solo in tempi recentissimi vax vs no vax, ora pro Ucraini vs pro Russi ecc.. forse questa necessità di schierarsi ad ogni costo deriva da una cattiva informazione?). Nel tirarci vicendevolmente per i capelli non ci rendiamo conto del danno che facciamo a noi stessi e del regalo offerto, più o meno consapevolmente, a coloro che continuano a perseguire l’annullamento della libertà di pensiero. Prova ne è il fatto che siano spesso le testate “ufficiali” a bollare come fake news tutto ciò che conduce ad un’opinione differente.

  9. Quando la Chiesa di Roma, rappresentata pro tempore da Papa Bergoglio, metterà da parte il suo senso di superiorità sull’antica Chiesa d’Oriente, meglio conosciuta come Chiesa Ortodossa, riconoscendo i suoi errori, tra cui quello di essere caduta nella trappola del modernismo con tutti i suoi vizi e le sue perversioni, allora si potrà aprire un dialogo costruttivo, per dire il vero tentato da tutti i Papi precedenti, non dimenticando che la Chiesa sorella d’Oriente è la legittima erede di Bisanzio e quindi dell’Impero Romano d’Oriente che sopravvisse a quello d’Occidente fino al 1453. C’è inoltre da dire che l’Impero Romano d’Oriente, sotto le insegne della Chiesa di Cristo fece di tutto per riconquistare quello d’Occidente, occupato dai barbari, cercando in tal modo di preservare la stessa Chiesa di Roma. Non è quindi fuori luogo parlare della Russia come terza Roma.

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