L’Unione Apostolica per la difesa scientifica della verità cattolica. Una coraggiosa iniziativa di mons. Antonio Livi – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo

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Layout 1A un ricercatore affrettato o prevenuto può sembrare possibile che l’uomo aderisca alle Verità rivelate senza il preventivo ossequio alle verità del senso comune un tempo apprezzate quali preambula fidei.

 Tale osservatore, immagina che un uomo, angosciato dall’immaginazione intorno al nulla o atterrito dai mali del mondo, trovi rifugio, senza una qualunque preventiva riflessione, nelle promesse di Gesù Cristo.

 La fede in questa luce non sarebbe dissimile al gesto istintivo del naufrago che afferra il salvagente per non annegare.

 Se non che l’esistenza di persone che si gettano in acqua per affogare, dimostra che la scelta di affidarsi al salvagente presuppone un atto della ragione, ossia la stima della propria vita e il riconoscimento del suo valore.

 L’uomo non è un automa. L’angoscia e la sofferenza, infatti, sono sentimenti generati da una riflessione sulla natura del bene sfregiato o negato, mentre la decisione di affidare il proprio destino a Gesù Salvatore presuppone la ragionevole certezza che Dio esiste.

 Separata dalla ragione e ridotta al puro sentimento la fede in Cristo si ridurrebbe alle misure di un’arcana/irrazionale passione, qual è, ad esempio, il tifo per la maglia di una data squadra di foot-ball.

 La fede sarebbe abbassata a fideismo cioè a quella infantile superstizione, che abita nell’oscuro, urlante sottosuolo dei culti da stadio o da balera.

 Il deperimento della fede separata dalla ragione  si intravede nelle esplosioni di papolatria circense, che fanno felici i giornalisti atei e gongolanti gli apologeti del Cristianesimo adulto.

 Ora i rischi di una flessione irrazionalista o addirittura di una degenerazione superstiziosa della fede cattolica si rivelano reali, quando si analizzano (come ha fatto Antonio Livi, nel magistrale saggio “Interpretazione o riformulazione del dogma”, pubblicato nell’antologia “Verità della fede“) gli errori filosofici in circolazione indisturbata ai margini o addirittura all’interno delle scuole teologiche riconosciute dall’autorità ecclesiastica.

 A sostegno della sua tesi, Antonio Livi cita alcuni casi esemplari della confusione (talora demenziale) serpeggiante negli scritti di alcuni studiosi cattolici e/o sedicenti tali.

 Il popperiano Dario Antiseri, ad esempio, “ritiene che la fede cristiana possa essere garantita solo dall’esclusione della metafisica e dall’adozione del fallibilismo epistemologico” e in tal modo celebra la retrocessione della fede cattolica al girone del credo quia absurdum.

 Docente di filosofia in un’università nominalmente cattolica, Vito Mancuso, ingerite alcune pillole hegeliane e rahneriane sentenzia: “Il mio assoluto, il mio Dio, ciò che presiede la mia vita non è nulla di esterno a me. … Credendo in Dio, io non credo all’esistenza di un ente separato da qualche parte là in alto, credo piuttosto a una dimensione dell’essere più profonda di ciò che appare in superficie“.

 Al proposito, Livi rammenta che la fonte di tali elucubrazioni è “il progetto massonico di una religione universale, laica e senza dogmi, quella religione che alla fine del Settecento era stata teorizzata dal massone Gotthold Ephraim Lessing con Nathan der Weise. Ein Dramatisches Gedicht, opera alla quale Mancuso ricorre più volte“.

 Alla libera corsa di errori macroscopici e di solenni asinerie sono purtroppo associate la impreparazione del clero (la prima piaga della Chiesa, secondo Antonio Rosmini) e la paradossale/sconcertante tendenza a rovesciare le situazioni del pauperismo nella sacra liturgia.

 Ora Padre Serafino M. Lanzetta dei francescani dell’Immacolata, indica la causa di un tale soqquadro: “Purtroppo dal Concilio Vaticano II ad oggi tanti cattolici pensano di essere adulti perché ormai hanno capito cosa significhi l’espressione conciliare legittima autonomia delle realtà terrene. Si va al di là del testo se si pensa che essa sia una nuova capacità della ragione umana, la quale, in nome dell’autonomia-libertà donataci dalla fede, sarebbe ormai autorizzata a trovare altre vie percorribili per spiegare le realtà temporali della fede”.

 Opinione condivisa e rafforzata dall’autorevole teologo Padre Giovanni Cavalcoli o.p., il quale scrive: “Dopo cinquant’anni di tentativi ad experimentum, insuccessi, stasi, retrocessioni, sconfitte e fallimenti ormai noti a tutti … bisogna che ci decidiamo una buona volta a reintrodurre nell’opera evangelizzatrice quegli elementi che ormai da più di cinquant’anni sono stati imprudentemente accantonati e la cui assenza concorre in modo determinante a causare le carenze dell’attuale situazione, mentre quando erano presenti sono serviti a produrre il successo e la solidità dell’opera missionaria e della diffusione della Chiesa nel mondo”.

 Di qui l’urgenza di alzare una robusta barriera, atta a frenare l’irruzione nell’area cattolica delle acque limacciose, che sono prodotte dalla decomposizione della filosofia d’indirizzo ateo e progressivo. Un’esigenza cui risponde puntualmente la fondazione, attuata da Livi, dell’Unione Apostolica per la difesa scientifica della verità cattolica. Un’unione che ha già ottenuto l’adesione fattiva di alcuni fra i più autorevoli e stimati interpreti della teologia e della storiografia cattolica: oltre i citati padre Lanzetta e Cavalcoli, gli studiosi Gianni T. Battisti, Roberto De Mattei, Francesca Pannuti.

7 commenti su “L’Unione Apostolica per la difesa scientifica della verità cattolica. Una coraggiosa iniziativa di mons. Antonio Livi – di Piero Vassallo”

  1. Cesaremaria Glori

    Lodevole iniziativa quella di Mons.Livi, anche se tardiva per arrestare lo sfascio. Ci dobbiamo rendere conto, ormai, che la Chiesa cattolica è profondamente dilaniata al suo interno e ci troviamo già in un clima di scisma diffuso ove ognuno è libero di passare da un campo all’altro quasi senza accorgercene. Oggi si può essere con i tradizionisti e domani,ascoltando qualche autorevole uomo di Chiesa o qualche eminente personaggio della scienza o della nomenclatura globale, trovarsi a concordare con l’altra parte. E ciò avviene perché manca la guida autorevole che sia in grado di comandare ovvero di guidare il gregge. Benedetto XVI se ne è reso conto e ha abdicato lasciando che sia il Capo Primo della Chiesa a intervenire come Lui solo sa. Per eliminare la zizzania bisogna lasciarla crescere assieme al frumento e soltanto quando sarà cresciuta e sia arrivata ad emergere completamente, cioè a farsi riconoscere e a contarsi, scoccherà l’ora. IN questa fase ci troviamo a combattere trincerati dietro la fortezza della Tradizione, unico baluardo che ci separa dall’eresia, anzi dall’apostasia e l’iniziativa di Mons. Livi può essere un ottimo strumento per serrare le file. Se sia questa l’ora dell’Anticristo non lo possiamo ancora stabilire ma certamente l’ora non è differente da quella in cui si trovarono i santi Atanasio, Ilario ed Eusebio.

    1. Riccardino Paniz

      Gentile dott. Glori, son curioso di assistere alle acrobazie dialettico-retoriche, con le quali le istituzione ecclesiastiche di ogni ordine e grado, ad es. la CE del Triveneto, riusciranno il 2 giugno p.v., a far memoria di San Pio X passando al contempo sopra, una volta di più, alla Sua Pascendi.

  2. Forse è arrivata l’ora in cui i sacerdoti di buona volontà si oppongano alle eresie dilaganti in ogni dove. Gesù ha detto di non aver paura e di gridare la Verità dai tetti e non di pigolare negli scantinati, e se questo vuole dire essere contro tutti o quasi tutti, sia. Io sono una laica , e sapeste quante volte mi trovo a dover confutare le scemenze che vengono insegnate da qualche prete, una ? Padre è 40 che non vado in chiesa e non ho condotto una vita buona, mi confesso ?, Ma va ! Basta che dici un Pater Ave e Gloria e chiedi perdono e sei a posto. Svegliamoci fratelli e ministri dal sonno di morte . L inferno c’è come diceva S.Pio da Pietrelcina, : ah non ci credi, quando ci andrai ci crederai.

  3. Suggerimento per il Sig. Cesaremaria Glori: Se me lo chiederà, le invierò gratis il mio libro: Il ritorno dell’Anticristo, Fede & Cultura, Verona 2010. Qui sostengo, scientificamente alla luce della Parola di Dio, del Magistero di sempre della Chiesa, ecc. che di fatto siamo entrati nei tempi dell’Anticristo. Anzi, più autorevoli rivelazioni private asseriscono che l’Anticristo sia già nato.

  4. Riccardino Paniz

    Prima del CVII la dottrina, pur tirata un po’ di qua e un po’ di la, sovente con tracotanza, permaneva sostanzialmente in campo elastico: attenuati o comunque tenuti a bada gli sforzi di trazione (Aeterni Patris, Pascendi Dominici Gregis, ecc. ecc.), tutto tornava suppergiù come prima. Dico suppergiù, mica del tutto come prima; insomma si andava avanti. Le sollecitazioni snervanti indotte nella dottrina stessa dalla seconda assise vaticana, ne hanno progressivamente prodotto la definitiva e perfetta plasticizzazione: il sacro deposito di scritti e tradizione è diventato un chewing-gum, che perdeva irrimediabilmente sapore, facendolo passare ora a destra ora sinistra, nella bocca. Se stessimo parlando dei metalli, a questo punto dovremo illustrare la fase di rottura e …..
    ….. e allora grazie a Mons. Livi ed ai suoi collaboratori che contribuiscono fattivamente a difendere quella fortezza teoretica e spirituale alla quale mi pare alluda il dott. Glori.
    PREGHIERA e sofferenza, STUDIO e speranza.

  5. Piero Vassallo

    Cortese Amico, sarei felice se potessi leggere e recensire il suo libro. Giovanni Zenone ha il mio indirizzo per una eventuale spedizione gratis. cordiali saluti, p.v.

  6. Grazie all’amico prof. Vassallo, come sempre lettore intelligente e in piena sintonia teologica con me, proprio sulla scorta di una straordinaria cultura storico-filosofica. Per questo ha messo in evidenza, tra le tante cose contenute nel mio testo, proprio il progetto massonico della religione senza dogmi, che è il contrario della religione rivelata che il cristianesimo professa.

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