A misura che il mondo s’infiacchisce, usa sempre di più la parola misericordia.

di Léon Bertoletti

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zzzzsccmrcguercinoIl capitolo cinquantaseiesimo di un libro di sessant’anni fa mi guasta la giornata. Si annuncia con una domanda affettiva, “Sta da sola la misericordia?”, dentro un testo che prometterebbe ben altro: “Way to happiness“, Il sentiero della gioia. L’ha firmato, nel 1955, Fulton J. Sheen. “Vescovo ausiliare di New York, dottore in Filosofia, dottore in Teologia, docente in Filosofia nell’Università di Lovanio e nell’Università cattolica d’America”, per dindirindina. Lo stano dalla libreria proprio adesso che si sente cianciare di misericordia (single o fidanzata) dappertutto.

Sarebbe questa una caratteristica degna di lode se la misericordia fosse rettamente compresa, mi ammonisce il presule dalla pagina. Ma troppo spesso s’intende per misericordia il mandarla buona a chiunque infranga la legge naturale o quella Divina, oppure tradisca il proprio Paese. Una tale misericordia è un’emozione, non una virtù, quando giustifichi un figlio che uccida il padre perché «troppo vecchio». Per evitare un’imputazione di reato, ciò che in realtà è un assassinio viene battezzato eutanasia.

Ohi. In tutte queste occasioni in cui si chiama in ballo la misericordia, si dimentica il principio che la misericordia è la perfezione della giustizia. Non viene prima la misericordia e poi la giustizia, bensì prima la giustizia e poi la misericordia. Il divorzio della misericordia dalla giustizia è sentimentalismo, allo stesso modo che il divorzio della giustizia dalla misericordia è severità. La misericordia, quando sia separata dalla giustizia, non è più amore: colui che ama una qualsiasi cosa deve opporsi a ciò che distruggerebbe l’oggetto del suo amore. La facoltà di provare una legittima indignazione non è una testimonianza della mancanza di amore e di misericordia, bensì ne è una prova.

La tolleranza di taluni delitti equivale a consentire il male ch’è in essi. Chi invoca che siano rilasciati gli assassini, i traditori e simili, in quanto dobbiamo essere «misericordiosi, come fu misericordioso Gesù», dimentica che anche il Misericordioso Salvatore disse di non essere venuto a portare la pace ma la spada. Come una madre dimostra di amare il suo figliuolo avendo in odio quel male fisico che opererebbe distruzioni nel corpo di lui, così Nostro Signore dimostra di avere amato il Bene odiando quel male che rovinerebbe le anime delle Sue creature. La misericordia di un medico per i germi del tifo o della poliomielite in un ammalato, o la tolleranza di un giudice per un ratto equivarrebbe, su un piano inferiore, all’indifferenza di Nostro Signore nei riguardi del peccato. Uno spirito che non sia mai severo, mai indignato, è morto alla distinzione tra il bene e il male.

Così, l’amore può essere severo, può usare la forza, può diventare perfino violento, e tale fu l’amore del Salvatore. Fa una sferza di funi e scaccia dai templi venditori e compratori; si rifiuta di rispondere a uomini moralmente inconsistenti come Erode, perché ciò non farebbe che aggravarne la colpa morale; si rivolge a un Procuratore Romano, che si fa forte di una legge totalitaria, e gli rammenta che non avrebbe alcun potere se non gli fosse dato da Dio. Quando con la donna al pozzo la garbata allusione si dimostrò insufficiente, Egli abbordò la questione senza eufemismi e le ricordò che aveva avuto cinque mariti. Quando alcuni uomini cosiddetti virtuosi volevano ripudiarLo, Egli strappò loro la maschera dell’ipocrisia e li chiamò «razza di vipere». Quando udì ch’era stato sparso il sangue di alcuni Galilei, disse con terribile asprezza: «Tutti perirete com’essi sono periti, se non vi pentirete».

Non meno severo Egli Si dimostrò verso coloro che scandalizzavano i fanciulli con un’educazione progressiva nel senso del male: «Chi poi scandalizzerà alcuno di questi piccoli credenti in Me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da asino e fosse sommerso nel fondo del mare». Fu Lui a dire agli uomini di strapparsi gli occhi e di amputarsi mani e piedi piuttosto che permettere a queste membra di diventare occasioni di peccato e l’occasione della perdita delle loro anime immortali. Quando uno dei Discepoli chiese di essere esentato dal proprio lavoro apostolico per andare a seppellire il proprio padre, Nostro Signore rispose: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Mentre Marta Lo serviva a tavola, Egli accennò che altro c’era di più necessario servizio. Quando gli Apostoli dormivano, non ebbe riguardo di svegliarli e li redarguì perché mancavano di pregare; e nonostante la piena confessione di Tommaso, lo rimproverò per la sua mancanza di fede. Uno dei Suoi sguardi trapassava l’anima in modo tale, rivelando le debolezze e il male che vi si annidavano, che un Discepolo fu mosso alle lacrime.

Ammetto che leggere Sheen è autoflagellazione. Ma veramente, in conclusione, se la misericordia significasse il perdono di qualunque colpa, senza retribuzione e senza giustizia, questo metterebbe capo a una moltiplicazione degli errori. La misericordia è per coloro che non ne abuseranno, e non ne abuserà nessun uomo che abbia già cominciato a raddrizzare i propri torti, come la giustizia esige. Quella che oggi taluni chiamano misericordia non è affatto tale, ma un letto di piume per coloro che decadono dalla giustizia; e così, col fornire materassi consimili, si viene a moltiplicare le colpe ed il male. Divenire oggetto di misericordia non è lo stesso che andarsene in piena impunità, giacché, come dice la parola di Dio, «quelli che il Signore ama, quelli castiga».

L’uomo morale non è l’uomo impassibile, né quello che ha decantato dalle sue emozioni gli elementi di una più severa giustizia, bensì colui la cui gentilezza d’animo e la cui misericordia sono parti di un più ampio organismo; colui i cui occhi possono lampeggiare d’indignazione e i cui muscoli possono, come quelli di San Michele, diventare d’acciaio ove si tratti di difendere la Giustizia e i Diritti di Dio.

Ciao, Giubileo.

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fonte: sito dell’Autore

13 commenti su “Materasso di piume – di Léon Bertoletti”

  1. Lo schema cattolico è molto semplice – ed è l’unico rispondente al vero:

    Dio vede l’uomo -ogni uomo- al Freddo e al Buio, dopo la caduta d’origine, senza alcuna possibilità di uscirne :

    ” Qual masso che dal vertice
    di lunga erta montana,
    abbandonato all’impeto
    di rumorosa frana,
    per lo scheggiato calle
    precipitando a valle,
    barre sul fondo e sta;

    là dove cadde, immobile
    giace in sua lenta mole;
    né, per mutar di secoli,
    fia che riveda il sole
    della sua cima antica,
    se una virtude amica
    in alto nol trarrà:.. ”

    (Manzoni, “Il Natale”)

    Per rispetto a Se Stesso (“per amore del Suo Nome”) e per Misericordia, cioè cordiale pietà per i Poveri -irrimediabilmente poveri- viene Lui -nel Figlio- al Freddo e al Buio, nel Natale, e porta Vita in abbondanza.

    A chi preferisce definitivamente (impenitenza finale) la schiavitù di Satana alla libertà dei Figli di Dio, pianto e stridore di denti nelle Tenebre Esteriori (“esterne” alla Sala delle Nozze dell’Agnello)

  2. Bellissimo articolo!
    Gesù non fu soltanto misericordioso, ma adottò quello che secondo me
    è il comportamento più importante: CORREGGEVA!!!! E spesso anche
    in maniera dura, severa, che non consentiva equivoci!!!!
    Dico una cosa ovvia: su questa terra NESSUNO è perfetto, quindi è
    basilare correggere, perché nessuno conosce così bene se stesso
    da potersi correggere da solo!!
    Questo è il solo modo, “secondo me”, di crescere in Lui.
    Grazie!

    1. Ma, cara Paola, non si ricorda più le parole di Papa Giovanni? “Oggi gli uomini sono in grado di decidere da soli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Oggi la Chiesa rifiuta l’arma della correzione, rifiuta di condannare, preferisce applicare la misericordia”. In perfetta linea con l’attuale uomo biancovestito di Santa Marta. Misericordia… e continuate pure a peccare, a dannarvi l’anima, tanto…chi se ne frega !

      1. Caro catholicus, non ricordavo le parole di Papa Giovanni.
        Orribili…
        E sono secoli che affermo che uno dei peccati più gravi
        della Chiesa è il peccato di omissione.
        Infatti una volta che dovevamo dire una nostra invocazione
        alla Preghiera dei fedeli io chiesi:
        “Libera la Chiesa dal gravissimo peccato di omissione”).
        Quindi…

  3. “Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando.”
    Furono questi i presupposti con cui si tradi l’inegnamento di Cristo e prima entrò il fumo di Satana nella Chiesa, poi tutto il resto.

    Oramai dichiarati santi quelli che tradirono le verità di Cristo e abolito persino il sacramento del matrimonio conla falsa misericordia che uccide le anime, siamo arrivati al falso giubileo della falsa misericordia e in questo disastro sudamericano la Chiesa patisce un tempo tragico.

    Se chi ne ha l’autorità e il dovere non interverrà, la Chiesa sara’ ridotta in rovina.

    1. Chiedo scusa se faccio il grillo parlante: “Disastro” Piemontese, non “Sudamericano”.

      Card. Martini (era torinese), “Famiglia Cristiana” e “Jesus” (Alba), Enzo Bianchi (Asti/Ivrea)… nipoti del lavoro congiunto di Cavour, dei Valdesi e degli Inglesi.

      1. Bergoglio è nato in Argentina seppure da “emigranti” piemontesi là riparati dopo l’epurazione fascista contro i massoni messi fuorilegge dal duce.

        Il babbo di Bergoglio infatti non era affatto un ferroviere come si mente spudoratamente sulle biografie del medesimo, era invece un “onorato” ragioniere della ragioneria generale della Banca D’Italia, di Torino, che di punto in bianco appena approvate le leggi contro la massoneria, lascia il posto sicuro, ambito e di prestigio in banca d’italia ed emigra in Argentina a fare il ragioniere per la ditta del fratello che di li a breve fallirà, il tutto quando in America imperversa la famosa crisi d etta del ’29.

        Sudamericano o piemontese appare un disastro comunque massonico.

      2. Piemontesi erano anche Don Bosco , Cottolengo , don Orione , Murialdo , Pier Giorgio Frassati , Suor Maria Mazzarello , padre Girotti ( morto a Dachau ).

        1. Certamente! Tutti Santi -se ben vede- “inventati” e inviati da Dio a contrastare l’incredibile scempio che si preparava o si stava attuando.
          Il beato Frassati era addirittura il figlio del fondatore de “La Stampa” – fondata con una “mission” molto diversa da quella di “Riscossa Cristiana”…

          1. Non e’ questione di lidi natali. Infatti a tanti apostati si pareggiano altrettanti santi. Il problema e’ uno solo. A Satana Dio ha concesso un tempo di libera caccia ( non chiediamoci il perché : solo lo Spirito di Dio conosce i segreti di Dio) e da par suo il principe delle tenebre lo sta mettendo a frutto. Certo, poi albergano le inspiegabili decisioni umane. Martini lo mando’ a Milano papa Giovanni Paolo II, all’ inizio del suo pontificato. Suppongo non lo conoscesse a fondo. Allora, chi glielo consiglio’ ? Sapendo i nomi, s’ intuisce tutto.

            Gaetano

  4. Non è questione di lidi natali, caro Gaetano.
    È questione di una precisa e realissima azione di attacco al Cuore della Cattolicità, pianificata e attuata verso la metà dell’Ottocento dai soggetti che indicavo: Cavour (Massoneria subalpina), Valdesi, Inglesi.
    Torino stravolta (fino a ospitare la “Mole”, con il diavolo sulla guglia) – l’Italia stravolta (la sua metà mediterranea devastata al punto che non si è più normalizzata) – Roma occupata e trasformata in luogo di prodezze speculative e di “Altari della Patria e del Padre della Patria” da baraccone – il Papa condannato moralmente a morte, e il Suo corpo assaltato post mortem, durante il trasporto a San Lorenzo al Verano, per gettarlo nel fiume, affinché la “sozzura” della presenza cattolica fosse lavata.

    E oggi… stessi atteggiamenti, nelle stesse aree geografiche. Più il biancovestito giunto a quel Soglio da quell’ambiente, con quella mentalità

    1. Se la godano finché sarà loro consentito, allora, ma non si illudano di farla franca, una volta arrivati al cospetto di Cristo Giudice. Deus non irridetur ! Potranno anche conquistare il mondo intero, con il loro NWO, la loro interreligiosità, il loro tradimento di NSGC, ma non pensano a quella che San Francesco chiama “la morte seconda”. Sono solo da commiserare, barattano la loro eternità con un piatto di lenticchie, anche se su di un vassoio dorato.

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