Meno male che c’è la 194 per difendere la vita!  –  di Elisabetta Frezza

Poche e confuse idee di chi, volendo mantenersi “a galla”, cerca di unire il diavolo e l’acqua santa. Riemerge di continuo la nefasta teoria del “male minore”. Il disegno “normalista” porta a una linea “morbida” o, di fatto, abortista? Gli esempi di Morresi e Roccella

 di Elisabetta Frezza

.

zTutti-insieme-appassionatamenteSi è parlato, non molto tempo fa, in un articolo di Patrizia Fermani, di un bizzarro quanto dirompente proclama apparso sulla Nuova Bussola Quotidiana sotto il titolo: “Mondo pro vita: punti fermi e strategie chiare”. Gli autori, esprimendosi non per caso in una prosa involuta capace di suo di confondere un po’ le acque, e con le acque le idee, lanciavano un nuova dichiarazione di intenti, con pretesa di esclusività (i riluttanti ad aderirvi, infatti, si auspicava con garbo inusitato fossero “privati dell’arma della tastiera del computer” e “rimandati al centro addestramento”: sic!).

Per una attenta disamina del contenuto del proclama si rimanda all’articolo sopra citato. Qui preme rilevare come gli esiti di quel manifesto si siano puntualmente realizzati in occasione del convegno che veniva peraltro espressamente richiamato nell’incipit: il convegno “multidisciplinare” che si è svolto il 3 maggio scorso al Regina Apostolorum, alla vigilia della Marcia per la Vita.

Giova premettere che quest’anno l’evento non recava il logo della Marcia, la quale ha preferito marcare la propria autonomia da esso, così come dagli altri coevi incontri satelliti, sia italiani sia internazionali, svoltisi a Roma. Per non intaccare il senso e lo spirito che la sostanziano quale manifestazione pubblica contro il crimine dell’aborto.

Visti i nomi di alcuni dei relatori, era ben immaginabile che lo spirito della Marcia, sintetizzato icasticamente nello slogan “per la vita, senza compromessi”, venisse in quella sede incrinato. E la articolata tesi pubblicata ad hoc sulla Bussola ben si prestava ad aprire la strada alle prevedibili aperture in senso (cripto)abortista, tentandone in anticipo una teorizzazione entro i binari dell’ortodossia. Per quanto dura sia far di un cerchio un quadrato, tentar non nuoce…ma si sa, quando ci si prefigge ideologicamente un obiettivo, è facile perdere il contatto con la realtà, e quindi con la verità delle cose.

E infatti, come volevasi dimostrare, sulla scia tracciatale dai due autori, la signora Morresi – lungi dal restare confinata nell’orticello (per ora) poco rischioso dell’utero in affitto che le era stato assegnato come tema di intervento – non ha resistito dal fare una incursione programmatica ad ampio spettro, contestando pubblicamente le posizioni intransigenti dell’ospite spagnolo Ayuso.

Quest’ultimo, nel descrivere l’evoluzione della normativa ispanica sull’aborto, a partire dalla legge Gonzales, ha messo in luce la contraddizione insita nel salutare il recente disegno di legge Gallardon come una conquista pro life. Il testo Gallardon, infatti – pressoché sovrapponibile a quello della italiana 194 – rimane quello di una legge abortista, come tale intrinsecamente ingiusta e da denunciare con chiarezza come tale. Scriveva Mario Palmaro, “i socialisti di Zapatero e i democristiani di Rajoy procedono nella stessa direzione, solo che camminano a differenti velocità. Assumono entrambi la prospettiva rivoluzionaria, nella quale le certezze morali e giuridiche vanno sbriciolate e superate nella prospettiva di uno storicismo senza verità”. Le ipocrisie onomastiche e procedurali che inducono i benpensanti a elogiarne il dettato sono in realtà proprio il viatico per favorire la digestione dell’iniquità fattasi norma.

Ma l’analisi puntuale di Ayuso, incontrovertibile alla luce della ragione così come della morale cattolica, è stata attaccata dalla signora Morresi (una che, dall’alto della esibita esperienza istituzionale, ha fatto della teoria del male minore la propria bandiera bioetica), la quale si è lanciata in una difesa incondizionata della 194 in quanto da un lato limiterebbe l’aborto (?!), dall’altro prevede espressamente l’obiezione di coscienza. E chi non volesse proprio capire questa evidenza e si ostinasse a fare l’integralista miope – dal punto di vista della nostra esperta –  è meglio si ritiri in convento a pregare…

Intendiamoci: nulla di nuovo sotto il sole. Si sa che ormai, per gran parte dei “cattolici”, la 194 è diventata una buona legge, una legge da difendere, da applicare integralmente, una delle migliori al mondo, una legge che non ammette l’eugenetica, una legge che non contiene il diritto di aborto, una legge che è stata finora solo male interpretata, e così via.

Il fatto eclatante, e grave, è che nessuno in quel contesto “culturale” abbia spiegato alla signora che le sue teorie, oltre ad essere inaccettabili sul piano logico e morale, sono state smentite ampiamente dai fatti. Che la tiritera democristiana è quella che ci ha accompagnato per l’ultima quarantina di anni lungo il pendio scivoloso del cedimento progressivo su tutti i fronti della battaglia bioetica, abbattendo uno a uno i famosi salvifici paletti..

Nulla da fare. La linea morbida (di fatto, abortista) ha prevalso indisturbata. Di fronte alla contraddizione palese, tutti zitti. Tutti, evidentemente, compiacenti.

La signora Morresi può essere a buon diritto definita come una pasionaria del neo democristianismo, inteso come corrente culturale votata per principio al compromesso su cui Palmaro disse: “l’icona di questo partito proteiforme potrebbe essere la volpe e l’uva di Fedro: nessuno fa più fatica per inseguire il bene, accontentandosi di ciò che è a portata di mano. L’importante è restare in qualche modo al potere, dichiarando di difendere non meglio precisati interessi della Chiesa. E il problema è che l’elettore e perfino l’intellettuale cattolico scambiano democristiani ideologici per campioni dei principi non negoziabili”.

Ma non è la sola. Ha dimostrato, specie ultimamente, di essere in buona compagnia. A parte il suo alter ego Eugenia Roccella – la deputata del nuovo centrodestra in quota cattolica che non più tardi di un paio di mesi fa ha sottoscritto un documento che impegna il governo alla distribuzione omogenea della RU486 in tutto il territorio nazionale, e non solo (1) (CLICCA QUI per leggere l’intero documento  –  inspiegabilmente quasi nessuno risulta abbia dato risalto alla clamorosa notizia) – e altri sedicenti cattolici impegnati in politica, nella sua squadra annovera molte personalità di varia estrazione che sino a ieri professavano una integerrima fede pro life. Come per incanto, in molti si sono d’improvviso convertiti al nuovo corso globale, confluendo nel fiume impetuoso della nuova chiesa, quella per intenderci affidata alle cure dei vari Kasper, Maradiaga, Galantino…

Insomma, una corrispondenza di amorosi sensi che genera sodalizi inediti e insperati e lavora alacremente per normalizzare qualsiasi dissenso e renderlo commestibile in ogni ambiente politico e curiale. Per ridurlo una forma di protesta apparente, carezzevole e blanda, che non pronuncia mai dei no, ma lancia solo slogan positivi, ecumenici, irenisti, tipo – per fare un esempio – la propaganda martellante – e imperitura – dell’Uno di noi (ingannevole campagna che comporta tacita acquiescenza alla pratica della produzione artificiale degli esseri umani). Per questa via il popolo della vita verrebbe finalmente domato e – cosa fondamentale – reso tanto innocuo da non disturbare il manovratore. Il discrimine tra cosiddetti pro life e altrettanto cosiddetti pro choice diverrebbe allora evanescente, stringendo finalmente tutti in un unico grande abbraccio, con la benedizione dell’episcopato e del suo organo di stampa, Avvenire.

Cosa abbiano a che fare questo disegno normalista e la sua evidente torsione politica con la marcia per la vita non è dato sapere.

La marcia è una grande manifestazione nata sotto il segno della radicalità, per tornare a proclamare la purezza di un messaggio pro life ormai contaminato dalla mentalità minimalista che aveva monopolizzato la scena pubblica e istituzionale; per chiamare a raccolta intorno a quel messaggio chiaro e univoco (“per la vita, senza compromessi”) tutti gli uomini di buona volontà disposti a spendere il proprio volto nello spazio pubblico per affermarne la insopprimibile verità.

Per questo è nata la marcia. Quindi anche apertamente contro: contro una legislazione iniqua che  consente e promuove la soppressione di esseri umani innocenti (come tale da denunciare instancabilmente, da ritenersi in coscienza non vincolante, da combattere e boicottare sempre con ogni mezzo lecito), contro la sempreverde e pervasiva mentalità democristiana, che sino a qui ci ha portati, contro la fallimentare ma pervicace politica del male minore, contro le lusinghe a quel potere costituito che si sa bene dove sia inesorabilmente orientato.

Ed è quanto mai evidente che poco ha a che vedere tutto ciò con i sostenitori della bontà della legge 194 e della legge 40, leggi genocide e corruttrici delle coscienze, leggi ipocrite che stanno svolgendo al meglio il compito occisivo per cui sono state formulate in ogni loro singolo articolo, comma, inciso, locuzione. Con buona pace di chi, appunto, in nome di un sano pragmatismo, pretenderebbe di combattere l’omicidio legalizzato applicando le parti “buone” di un apparato normativo concepito proprio per promuovere l’aborto al riparo delle strutture ospedaliere e nella pace delle coscienze (la ratio della 194, alla luce della quale essa va interpretata e applicata, è il principio di autodeterminazione della donna, intervenuto a soppiantare quello della intangibilità della vita umana innocente). Facendo finta di non vedere che, immettendosi nella logica perversa di quelle norme – nell’armamentario di sotterfugi procedurali e nell’universo linguistico artefatto che vi fa da veicolo – non si può che fare il gioco di chi ne vuole, appunto, la “piena applicazione”: quella che ha coerentemente ottenuto, ad oggi, milioni di bambini uccisi, migliaia di congelati, senza contare tutti quelli prodotti per soddisfare desideri di shopping stagionale di umani variamente accoppiati (tanto, si sa, basta l’amore).

Si vede che, per i convegnisti del Regina Apostolorum, siccome il fine giustifica i mezzi, anche le ragioni della difesa della vita possono subire qualche ridimensionamento in vista di un interesse politico “superiore”. Prendiamone atto.

 .

1)     – altre “chicche” dello stesso documento:

… controllare e garantire l’attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole anche attraverso una diversa mobilità del personale, garantendo la presenza di un’adeguata rete dei servizi sul territorio in ogni regione;

a sensibilizzare le regioni affinché siano promosse, dalle istituzioni scolastiche in collaborazione con le associazioni dei genitori e con i consultori territoriali, attività di informazione ed educazione alla salute sessuale e riproduttiva, all’affettività, alla maternità e paternità consapevole;

ad attivarsi affinché su tutto il territorio nazionale l’interruzione di gravidanza farmacologica sia garantita omogeneamente, nell’appropriatezza clinica;

… eccetera, eccetera

20 commenti su “Meno male che c’è la 194 per difendere la vita!  –  di Elisabetta Frezza”

  1. nel luglio del 1960, dopo i fatti di Genova, Giovanni XXIII convocò il presidente della Cei, card. Siri, e lo supplicò di impedire la costituzione del centrosinistra nei comuni neri quali si sarebbe votato in autunno – nel febbraio del 1961 a Genova (dopo una laboriosa trattativa) fu votata da Dc Psi e Psdi+Pri una giunta di centrosinistra (sindaco Petrusio, artefice Taviani) – era evidente che Taviani (uomo scaltro ma non intrepido) agiva con il consenso di un ecclesiastico superiore a Siri – tuttavia Giovanni XXIII convocò il card Siri a Roma e lo rimproverò severamente esortandolo a impedire la costituzione di un governo nazionale votato da una maggioranza di centrosinistra – è inutile precisare che Taviani non avrebbe osato disobbedire a Siri se non avesse avuto indicazioni “dall’alto” – in conclusione: San Giovanni Roncalli ha insegnato ai clericali che si può dire una cosa di destra mentre si pensa e si prepara una soluzione di sinistra – in quel tempo si diceva “mater et magistra” buona per la sinistra, “madre e maestra buona per la destra” – in ultima analisi è lecito organizzare convegni ant-abortisti per insinuare che la legge abortista (firmata da Rumor) è una buona legge…- il Signore può trasformare i sassi in figli di Abramo pertanto non si può escludere che Giovanni XXIII sia in Paradiso – certo è che la sua doppiezza (se può suggerirtmi un sostantivo meno urticante…) ha fatto scuola – congratulazione per il suo eccellente articolo! e cordiali saluti.

    1. Un suggerimento per un sostantivo meno urticante di “doppiezza”: l’ “entusiasmo” verso gli entusiasmi del “Mondo Moderno”.
      In altri termini, il classico concetto giustificazionistico relativo alle Sinistre mondiali: “Hanno causato grandi sofferenze, però sono mosse da un Grande Sogno”.

  2. Che io ,lo zero virgola..della scala dei battezzati,possa anche avere timore di scontrarmi con lo spirito del Mondo,posso anche capirlo ,ma non mi riesce comunque di affermare che ciò sia una cosa buona!
    Persone di ben altro calibro invece,orgogliose e tronfie del loro sapere e sicure di non cadere, “lisciano il pelo” allo spirito di questo mondo,nella presunzione di addomesticarlo e convertirlo. poveri illusi! È come sedersi al tavolo delle trattative con Satana e pensare di portare a “casa” un buon accordo! Ma vi sembra possibile?
    A costoro che ritengono contro ogni evidenza ,che la “194” è in fondo ,una buona legge,vorrei far notare il lapalissiano concetto che non si è mai visto e udito che per compiere il Bene ci sia bisogno di una legge!..MA E’ PROPRIO PER COMPIERE IL MALE SU VASTA SCALA ANESTETIZZANDO LE COSCIENZE CHE E’ STATA PARTORITA(sig!)la “194”! come polpetta avvelenata è stata concepita e gettata in pasto ai cattolici per tranquillizzarli su presunti mali peggiori! ..e se la sono MANGIATA TUTTA!

  3. Cesaremaria Glori

    Leggendo il commento di Vassallo confesso di avere avuto timore a pensare che possa corrispondere al vero la doppiezza del papa. Una doppiezza decisamente diabolica! Caro Vassallo, è certo di quel che ha lasciato intendere? Non potrebbe essere stato qualche altro membro elevato di curia. Sappiamo bene che ce n’erano e qualcuno di loro sarebbe anche asceso in alto. Non posso credere ad una doppiezza come quella che filtra dal suo intervento, Ritengo possibili, invece, le pressioni di altri soggetti autorevoli presenti nella Santa Sede in quel tempo.
    Riguardo al preciso intervento di Elisabetta Frezza rammento il passo evangelico di Matteo (12,25). “Ogni regno in sé diviso va in rovina. Ogni città o casa in sé divisa non potrà reggere” : La chiesa sinora si è retta perché la parte cattolica ha sempre fatto muro contro le divisioni, Gli altri si sono divisi, La divisione semplicemente scismatica ha retto, perché la divisione riguarda soltanto la gestione della struttura mentre quella eretica si è frammentata ed ora ha ben poco di affine al vero Cattolicesimo. E la cattolicità dove sta andando? Se i laici si dividono è perché seguono i loro ispiratori tra il clero. Parliamoci chiaro: E’ IL CLERO AD ESSERE DIVISO e la sua divisione si riflette sui laici. Durerà questa divisione del clero e quanto si estenderà? E’ alla testa che dobbiamo fare riferimento non alle membra e questa testa è nel Clero. Se da Roma venisse una parola chiara, inequivocabile, ferma e decisa, chi volesse restare cattolico si adeguerebbe a quella linea. Chi si allontana sarebbe fuori della Chiesa.

    1. Mi scuso per la precisazione che farò, forse Lei intendeva dire che il Papa dovrebbe pronunciarsi in modo CHIARISSIMO ed inequivocabile CONTRO l’aborto, così da rendere ancora più CHIARA la posizione della Chiesa di netta condanna a questa pratica (in questo caso la mia precisazione sarà inutile)!
      Se invece voleva dire che Francesco può stabilire se l’aborto è lecito o no e vincolare tutti i cattolici anche nel caso di un suo pronunciamento favorevole ad un tale abominio la mia precisazione è DOVEROSA:
      L’aborto è GIà stato CONDANNATO in modo DEFINITIVO e pertanto IRREFORMABILE da GIOVANNI PAOLO SECONDO.
      Alcuni concilii e numerosi altri Papi si sono GIà infallibilmente espressi CONTRO l’aborto!
      La Tradizione, il Magistero Universale Cattolico e Dio stesso si sono GIà espressi CONTRO l’aborto!
      Se da Roma venisse una parola inequivocabile, chiara e decisa a FAVORE dell’aborto, apostaterebbe dalla Fede Cattolica e sarebbe FUORI dalla chiesa colui che dovesse pronunciare una tale parola e CHIUNQUE lo seguisse.
      Il Papa è il CUSTODE della Fede, non il suo padrone, il suo compito è CUSTODIRE INALTERATO il DEPOSITO DELLA FEDE (che in fatto di aborto è chiarissimo e non riformabile), non potrebbe cambiarlo neppure parlando EX-CHATEDRA (il Concilio Vaticano Primo, definendo l’infallibilità papale ha stabilito dogmaticamente, con pena di anatema per chi ne dubitasse, che l’ASSISTENZA dello Spirito Santo al Papa è stata concessa affinchè PRESERVI FEDELMENTE tale deposito e non per annunciare nuove dottrine)!

    2. Il Cardinale di Vienna difende “Conchita”, che alla premiazione ha detto “We are unstoppables” (R.Cammilleri, “La Nuova Bussola”).
      Ergo: l’onda satanica si gonfia orgogliosa, e un’importante parte del Clero dice “Poverini, sono meno accetti di altri: bisogna curarli con delicatezza”.

      Questa è la realtà – non l’interpretazione allarmistica di qualche “fatimologo”

      1. La parte di clero che difende o giustifica “l’onda satanica” risponderà davanti a Dio per il suo tradimento, da parte nostra noi DOBBIAMO denunciare e combattere con tutti i mezzi leciti il male, per quanto diffuso esso sia!
        Se il Cardinale di Vienna non segue Dio, i fedeli non possono seguire lui e se dovesse tentare di usare il Magistero per diffondere un errore già ampiamente condannato da Dio e dalla Chiesa, quello sarebbe soltanto magistero non autentico (ANTI-MAGISTERO), da non prendere nemmeno in considerazione (mi rendo conto che però otterrebbe un effetto negativo enorme presso i cattolici poco informati e presso i non cattolici)!

        1. Certo: non vorrei trovarmi al posto di uno di questi “pastori che sono dalla parte dei fedeli”, cioè di ogni disumanizzazione di cattolici e non cattolici.
          Ma il punto odierno è : “Come mai ?” Perché -come denuncia C.Glori- oggi è comune, e non eccezionale, imbattersi in atteggiamenti semiereticali o ereticali da parte del Clero?

          1. Secondo me i motivi principali sono quattro, con vari intrecci fra di loro ma per essere più chiaro li affronterò singolarmente:
            1)MODERNISMO (molti preti e parecchi loro superiori sono talmente modernisti da essere ormai atei o agnostici, quindi preferiscono seguire i capricci e gli applausi del mondo piuttosto che le leggi di Dio).
            2)Satana ha più interesse a tirare dalla sua parte coloro che possono essergli più utili, quindi le tentazioni dei consacrati, soprattutto di quelli in posizioni di rilievo, sono fortissime e pochi riescono a resistere.
            3)Mancanza di un’adeguata vigilanza da parte di chi sarebbe tenuto a farlo: gente come Ravasi, Martini, Kasper, Maradiaga, Lehmann, Meisner, Dannels, Galantino, Schonborn, ecc. raggiunge i vertici della Chiesa; personaggi come don Gallo, don Vitaliano, don Farinella, don Ciotti, don de Capitani (che si è addirittura dichiarato ateo), don Scaccaglia, ecc. vengono non solo tollerati ma pure PAGATI per diffondere le loro eresie e per danneggiare il gregge a loro affidato.
            4)IRRISIONE o PERSECUZIONE di coloro che vogliono essere TOTALMENTE fedeli a Cristo e alle Sue Leggi (caso dei Francescani dell’IMMACOLATA, derisione di Maradiaga nei confronti di Muller, epiteti vari che i modernisti, i progressisti e i disinformati usano per descrivere i tradizionalisti, “epurazioni” avvenute a Radio Maria, Avvenire che critica i “Giuristi per la vita”, ecc.): tutto ciò crea una selezione negativa, i pavidi e i mediocri saltano sul carro dell’apparente vincitore e i Cristiani degni di questo nome diventano sempre meno numerosi…tuttavia non scompariranno, secondo quanto promesso da Cristo stesso!

  4. Ottimo articolo!
    In mancanza del gatto i topi ballano!
    I “topi” scelgono la dolce morale, la morale comoda, la “porta larga” (per la quale facilmente si va all’inferno)
    I “topi” sono ignoranti in fatto di morale cattolica. Non sanno che chi sceglie il male minore pecca gravemente, perchè, facendo ciò che è intrinsecamente il male, si pecca gravemente, qualsiasi bene ci si prefigga di ottenere.
    Ma l’ignoranza che si oppone alla verità non salva l’ignorante.
    D’altronde, anche chi si salvasse per via della sua ignoranza invincibile, resterebbe uno strumento del male diffondendo o propugnando l’errore. E l’errore induce a commettere il male, l’errore può indurre al delitto. Errore = legalizzazione dell’aborto e della fecondazione artificiale. Deilitto = praticare l’aborto e la fecondazione artificiale.

  5. Articolo durro e tagliente, MA NON PIU’ DEL BISTURI DEGLI ASSASSINI!!!
    Coraggio Elisabetta, arriverà Nostra Signora a schiacciare anche i cerchi fatti “quadrare”!!!

  6. A Cesare Maria Glori: non intendevo giudicare la moralità di San Giovanni XXIII ma segnalare il fatto della sua sistermatica (amletica) indecisione – in un volume sul pontificato di Pio XII (curato dall’insospettabile Andrea Riccardi) si rammenta che durante il pontificato di Pio XII le vocazioni sacerdotali erano in aumento – durante e dopo il Vaticano II scese il numero degli aspiranti al sacerdozio e si impennò il numero degli spretati (trentamila gettarono la tonaca nel giro di pochi mesi) – il fenomeno della defezione clericale continua: nel 2013 cinquecento preti gettarono la tonaca – papa Francesco afferma che non si può criticare il Vaticano II, tuttavia non vieta la denuncia dei mali dei quali la Chiesa postconciliare soffre – Paolo Pasqualucci ha dimostrato che nei documenti del Vaticano II si trovano errori e oscurità, io oso ritenere, aderendo al giudizio di numerosi e autrorevoli studiosi – che il divieto di criticare i testi del concilio pastorale (non dogmatico) non ne cancelli gli evidenti errori e le numerose oscurità –

  7. Gentile dott.ssa Frezza,
    ero al convegno ma mi è sfuggita la contestazione della Morresi alla relazione di Ayuso. Potrebbe entrare più nel dettaglio?

    1. Signor Emiliano, perché non chiede le registrazioni della sessione giuridica del Convegno allo stesso Ateneo? I legionari di Cristo non dovrebbero avere problemi a fornirgliele. Oppure potrebbero essere magicamente “sparite” per questioni tecniche. Vuole provare? Chiamo questo numero e chieda 06 66 54 31

      1. Veramente la Morresi è intervenuta nel pomeriggio durante la tavola rotonda coi giovani, mentre la sessione giuridica cui ha preso parte Ayuso si è svolta la mattina. Le registrazioni dell’intervento della Morresi ce le ho già. Chiedevo cortesemente di indicarmi quando viene contestata la relazione di Ayuso.

        1. Grazie, non serve più: ho appurato come stavano le cose. La Morresi non ha polemizzato con Ayuso nel corso della sua relazione sull’utero in affitto ma nello spazio delle domande successivo all’intervento del giurista spagnolo. Ognuno poi faccia le sue valutazioni.

  8. Patrizia Stella

    Brava Elisabetta e brava anche Patrizia Fermani per il precedente articolo. Vi conosciamo per donne battagliere, forti, coraggiose che non scendono a compromessi e pertanto avanti tutta così, nonostante attorno a noi girino arie di accomodamenti su tutti i fronti.
    Per l’aborto da anni è accaduto quello che adesso sta avanzando per la famiglia di fatto e il gender: cioè all’inizio tutti si dichiarano contrari, scandalizzati, pronti a manifestare contro in difesa dei valori non negoziabili, senza i quali, l’uomo va in rovina, ma poi,,, col passare dei mesi e degli anni, e con un’adeguata propaganda a mo’ di lavaggio del cervello, si scende un po’ alla volta a compromessi.
    Ma stavolta, purtroppo, è la Chiesa stessa che scende a compromessi, che ci scandalizza, che offende nostro Signore Gesù Cristo…

    A noi non resta che invocare l’aiuto di Gesù e della Madonna che intervengano quanto prima a far chiarezza e salvare la Chiesa, mentre non cesseremo, nel nostro piccolo, di combattere con le armi che abbiamo: la parola e lo scritto che qualche benemerita agenzia di diffusione come Riscossa Cristiana ci permetterà di realizzare. Complimenti e grazie.

Rispondi a giampaolo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici

Seguici su Spotify e Youtube

Cari amici,
con “Aleksandr Solženicyn: vivere senza menzogna”, primo episodio del podcast “Radio Ricognizioni. Idee per vivere senza menzogna”, il nostro sito potrà essere seguito anche in video e in audio sulle due piattaforme social.

Podcast

Chi siamo

Ricognizioni è nato dalla consapevolezza che ci troviamo ormai oltre la linea, e proprio qui dobbiamo continuare a pensare e agire in obbedienza alla Legge di Dio, elaborando, secondo l’insegnamento di Solženicyn, idee per vivere senza menzogna.

Ti potrebbe interessare

Eventi

Sorry, we couldn't find any posts. Please try a different search.

Iscriviti alla nostra newsletter

Se ci comunichi il tuo indirizzo e-mail, riceverai la newsletter periodica che ti aggiorna sulla nostre attività!

Torna in alto