Mia nonna era una coniglia – di Piero Vassallo

di Piero Vassallo

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zzcngSecondo la teologia pre-malthusiana, Dio aveva detto ai progenitori “andate e moltiplicatevi“. Mia nonna (1870-1928) prese sul serio quel comando, che oggi, grazie alla dottrina del regnante pontefice, sappiamo esser stato affrettato, conigliesco e  poco rispettoso dei princìpi ecologici, e generò otto figli. Diventò madre dimenticando, otto volte, di riflettere sulla modestia del reddito familiare.

Forse avrebbe generato altri figli, se non che il suo ancora giovane marito, morì durante un viaggio di lavoro.

Otto giovanissimi figli di madre vedova, il più grande aveva quindici anni, nella assoluta mancanza di ammortizzatori sociali, agli occhi del nostro prudentissimo tempo costituirebbero una situazione angosciante e quasi insolubile.

Otto figli, nell’imprudente passato preconciliare, tuttavia non erano un vergognoso problema: le famiglie numerose, infatti, erano una regola e i fratelli della vedova soccorsero generosamente l’infelice famiglia.

Gli otto orfani  furono mantenuti agli studi, crebbero senza stenti e raggiunta la maturità ebbero una vita normale e in alcuni casi benestante.

Spiace dirlo, la deprecata fertilità dei conigli preconciliari produceva una società capace di donare i vantaggi sociali che oggi sono elargiti a goccia e a caro prezzo dallo stato democratico.

Nel mio sangue scorre un’antica e quasi eretica imprudenza genitoriale, un antico vizio genetico rafforzato da una nascita avvenuta contro il consiglio del medico, che informò mia madre del  pericolo mortale strettamente associato ad una eventuale temeraria gravidanza.

Debbo vergognarmi delle mie conigliesche ascendenze? Devo condannare le scelte dei miei ascendenti? Devo vergognarmi del coraggio di mia madre?

Risponde la deprimente osservazione di Genova, un tempo orgoglio del cardinale Giuseppe Siri, oggi moderna, funerea città, refrattaria alla cultura dei conigli: in pochi decenni la sua popolazione è discesa vertiginosamente, da novecentomila a cinquecento novantamila abitanti.

Una città prospera si è raggrinzita e appiattita su una vecchiaia rassegnata e desolata. La città da conigliera benestante è diventata un sarcofago circondato da giovani rassegnati alla disoccupazione. Una comunità vivace è discesa nelle afflizioni della malinconia laica e democratica, in uscita (qualcuno dice jettatoria) dalle canzoni ispirate dall’ideologia al potere.

Non ho niente da dire contro il pontefice regnante sulla pia infecondità. Ma la tristezza di Genova, capitale mondiale, della denatalità e della mestizia, è tentata di gridare ad alta voce contro l’aeroplano su cui piamente si discorre di eccessi demografici, da frenare con pillole, preservativi e ingiudicabili atti contro natura.

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fonte: blog dell’Autore

11 commenti su “Mia nonna era una coniglia – di Piero Vassallo”

  1. Volendo ritornare a parlare dei coniugi Manelli , di cui è in corso il processo di beatificazione , vorrei riportare un aneddoto riguardante mamma Licia la quale una volta chiese a San Pio da Pietrelcina se poteva distanziare le nascite , all’ epoca era già madre di diversi figli , non certo di 5 o 10 anni ma almeno 2 anni e non perché doveva andare in vacanza o perché doveva comprare l’hi phone 6 , ma per riposarsi un pochettino e San Pio le disse queste testuali parole : ” Figlia mia non disprezzare tanta grazia di Dio , non la disprezzare ! ” e da allora mamma Licia accetto in pieno la volontà di Dio e accolse tutti i figli che Dio aveva stabilito dovessero avere . Come non ricordare la celebre frase di San Pio : ” Ricordati che quando ti sei sposato Dio ha stabilito il numero di figli che deve donarti ; che cosa accadrà se al giudizio di Dio il numero di figli non corrisponderà ? ” . Ma Papa Bergoglio ha sentito mai parlare di san Pio da Pietrelcina , questo santo che ” non sente cum…

    1. Padre Pio, oltre alla bellissima frase su Dio che stabilisce quanti figli una coppia
      deve avere e di conseguenza non osservare QUESTA volontà sarebbe un peccato
      gravissimo, diceva, e quindi dice, che i figli sono un dono particolare e benedetto
      di Dio.
      Penso che si sia rivoltato nella tomba…

  2. Credo che moltissimi di coloro che oggi hanno più di sessant’anni provengano da famiglie di conigli, almeno da parte dei nonni. Una volta, quando eravamo tutti scemi, il problema non si poneva ed era normale nascere in famiglie di tre o quattro figli. Ma oggi ci siamo evoluti, come l’esperienza quotidiana ci dimostra.

  3. giorgio rapanelli

    Ricordo sempre con orrore di essere stato un sostenitore dell’aborto e del divorzio. Aggi sono antiabortista e antidivorzista. Il disfacimento morale e fisico della società sono il risultato dell’aborto e del divorzio..Però, molte donne abortiscono perché i figli sono un problema economico. Quindi, lo Stato dovrebbe provvedere a considerare la donna puerpera e poi madre al di fuori della parità dei diritti con l’uomo. Dovrebbe dare la massima sussistenza alle puerpere, alle madri e ai neonati, fino a quando devono avere bisogno della mamma. La mancanza di natalità – con la forte natalità musulmana – ci creerà problemi di ogni genere, durissimi da affrontare in futuro. E i parlamentari di religione cristiana che fanno? Gli elettori cattolici che fanno? Un bel niente. Perciò, occorrerebbe un vero partito cattolico, o crociato, in parlamento. Vedo politici che fanno al Comunione, poi se ne stanno con partiti abortisti, divorzisti, prossimi all’eutanasia.

    1. Le donne che abortiscono perchè non hanno soldi, purtroppo mancano della Fede, cioè della cosa più importante del mondo. Un tempo di soldi non ce n’erano e i figli si facevano perchè c’era fede in Dio, e c’erano anche le sante virtù e doni dello Spirito Santo del timore di Dio e della Speranza. Ora non c’è più nulla di tutto questo. Nessun sacerdote avverte le donne che se abortiscono vanno all’Inferno. Se provi a dire in giro che sei completamente aperto alla vita e ai figli che Dio vuole donarti ti guardano male. L’ho detto in confessione e il sacerdote mi ha guardato con imbarazzo e mi ha detto che è una scelta un pò complessa e ci vuole responsabilità.

  4. Anche mia nonna, carissimo professore. Attraversò la guerra con a carico dieci figli. E furono proprio questi ad aiutarla quando rimase vedova, soprattutto i più grandi.
    San Pio da Pietrelcina le disse che doveva ringraziare Dio per quei doni: tanto aiuto.
    Spesso mi capita di pensare, alla luce di quanto accade oggi, a cosa avrebbe detto e pensato il granitico santo del Gargano.

  5. Le parole del Papa mi hanno veramente sorpreso anche perche’ non puo’ spiegare come una coppia giovane possa lecitamente riuscire a fermarsi a tre figli. Cosi’ come non ho capito come si possa riaccogliere automaticamente i divorziati al sacramento eucaristico senza sciogliere precedentemente il vincolo matrimoniale religioso.Sarebbe come porre fine al matrmonio indissolubile cattolico. E’ sempre necessario non perdere il contatto con i tempi in cui si vive ma certe soglie sono invalicabili.
    Un caro saluto a tutti

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