In nome della convivenza non facciamoci rubare il Natale – di Claudio Cia

Lettera da un amico di Trento

 

presepe-in-carta-tradizionaleSignor Direttore,

quando ci si avvicina al Natale immancabilmente, da diversi anni, assistiamo a  dispute sull’opportunità o meno di esporre i segni della nostra fede là dove altri credi sono presenti. Non di rado si viene a conoscenza di provvedimenti che negano ai nostri figli la libertà di materializzare fatti che raccontano e ricordano eventi storici del cristianesimo: iniziative che in qualche modo limitano l’espressione di una cultura, di una tradizione, di un credo, di un popolo.

Questi sono interventi riconducibili alla presenza di stranieri che vengono però imposti da coloro che sono come noi trentini, magari si occupano anche della formazione dei nostri figli, e questo preoccupa. Preoccupa perché è il tipico modo ideologico di affrontare il tema della convivenza, del rispetto e della condivisione: un agire che apre alla competizione tra diverse religioni e culture.

Io non capisco perché le mie bambine dovrebbero rinunciare a qualcosa che comunque proviene da lontano, da duemila anni di storia; storia che ha prodotto santi, storia che ha prodotto anche tragedie ma che è pur sempre la loro, la mia e la nostra storia: perché dunque devo rinunciarvi in nome dell’accoglienza, della convivenza e del rispetto! Come posso sentirmi accolto e accogliente, rispettato e rispettoso se non posso vivere le mie tradizioni ed esprimere in piena libertà la fede vissuta dai miei avi che oggi è anche quella in cui io mi riconosco?

Quando rinuncio alla mia storia, alle mia tradizione e alla mia fede pongo le basi per non rispettare più nessuno: domani, con la stessa disinvoltura, non avrò scrupoli ad umiliare e sacrificare ciò che caratterizza chi oggi dichiaro di rispettare e difendere.

Ecco perché un certo buonismo a me fa paura. Le ideologie nella storia hanno fatto delle tragedie e purtroppo continuano a farne anche oggi. Quelli che le personificano cominciano piano piano, condiscono di buonismo le loro azioni, tolgono ciò che ci ha sempre distinto a casa nostra e intanto ci spogliano e ci svuotano! E una persona svuotata, si sa, può essere riempita da qualsiasi cosa, anche da mostruosità.

L’accoglienza non può esprimersi negando una realtà. Il rispetto della diversità inizia là dove sappiamo dirci e dire all’alto, a chi è portatore di altra cultura e altro credo, che non possiamo e non vogliamo rinunciare alle nostre radici: se non sapremo farlo, ci esponiamo a sparire; togliamo i nostri segni esterni in nome della convivenza e pian piano spogliamo l’interiorità del nostro passato, presente e futuro. Se saremo tiepidi saremo vomitati dalla storia e,  per chi crede, anche da Dio.

Smettiamola di farci del male!

Claudio Cia

3 commenti su “In nome della convivenza non facciamoci rubare il Natale – di Claudio Cia”

  1. il mio commento è questo. Quale convivenza siamo obbligati a subire? Questa non è convivenza ma parassitismo che ci costa fatiche ed esborsi in tasse e versamenti che stanno massacrandoci noi. Ancora voglio precisare che a casa nostra a malapena tolleriamo i nostri parenti, cosa che è emblematica. Non siamo in pace se qualche parente perchè anziano lo dobbiamo accudire in casa nostra, eppure ci porta anche le sue risorse economiche, sicchè ne abbiamo anche un beneficio. Come possiamo fare soggiornare gente di ogni dove a casa nostra, perchè a noi ci è dato di governare questa terra, e perdipiù dobbiamo pagare loro ogni servizio e sostentamento. e ancora dobbiamo piegarci ialle loro abitudini, e dobbiamo rinunciare a noi, alla nostra tradizione, alla nostra patria? solo la demagogia satanica sinistroide poteva belare un falso buonismo seguita senza se e senza ma dal cattocomunismo che vuole guadagnarsi il paradiso facendo qualsiasi falsa carità. Invece tutto questo sapete dove ci sta portando? alla guerra civile, alla povertà e alla schiavitù, e come oggi senza battere ciglio in altre nazioni questi stessi islamici taglaino le gole a chi pare a loro, così sarà qui domani. alla faccia della nostre nonne e dei nostir nonni che hanno subito la fame, il freddo la fatica disumana per donarci un futuro sereno, di nulla mancante. è demagogia si o no, che l Africa non può essere contenuta dall Italia? e DIo in tutta questa faccenda non aveva creato tutto con estremo ordine? ed aveva provveduto ricchezza per tuti? che colpa ne abbiamo noi se l Africa è il PIU RIICCO CONTINRNTE DELLA TERRA; ma è assalito dalle orde di desertificatori che sono i musulmani? e i musulmani sono idolatri, tanto quanto i comunisti, i buddisti gli induisti e roba del genere. ci crediamo a questo? e il Signore ha esortato gli apostoli AD ANDARE E PREDICARE IL VANGELO, non di chiamare a raccolta e travasare delle nazioni intere. ed HA SPECIFICATO DI SCROLLARE LA POLVERE DAI CALZARI, QUALORA NON FOSSERO STATI ACCOLTI. e che la Pace del Signore fosse loro tolta.
    noi ormai siamo ridotti noi in ciabatte e stracci in testa. dobbiamo sentirci OBBLIGATI a mantenere gente che anche a casa loro non fa nulla. AVETE MAI VISTO LA DIFFERENZA FRA GLI ARABI DI BETLEMME E GLI EBREI A GERUSALEMME? e non chiamateli poveri, loro sono poveri perchè+ non fanno un bel niente, stanno in piazza a sonnecchiare, tanto ci pensa questa STOLTA E CIECA comunità internazionale a mantnerli e finanziarli perchè siano sempre dei falsi poveracci in piazza a non fare un bel niente. APRIAMO GLI OCCHI, questi non sono nostri fratelli, PERCHè CRISTO LORO LO ODIANO E LO VOGLIONO STERMINARE, tanto quanto i comunisti.
    Buon Natale Italia, preghiamo affinchè gli occhi del nostro cuore ci facciano vedere il pericolo in cui ci stiamo cacciando a piedi pari. e che il Signore fermi con la Sua Mano Santa la futura schiavità che ci stiamo allegramente cucendo addosso.

    Lunedì il Cardinal Caffarra ha dichiarato che la mensa dei poveri in Bologna serve ormai la metà dei pasti preparati ad italiani, cosa mia vista prima, bene, l anno prossimo dirà che la mensa dei poveri fruirà i pasti e saranno quasi totalmente italiani. siamo stati così stolti? SI

  2. Giustissimo, caro Cia, la condiscendenza che pian piano diventa debolezza se non addirittura stoltezza, per forza di cose non indica fortezza. Il far vedere a tutti i costi quanto siamo bravi e rispettosi di chi non ha le nostre stesse origini è solo il darsi la zappa sui piedi, è un volersi far del male, un cercare l’annientamento. Ma è possibile che non ce ne accorgiamo e che siamo così ciechi nel valutare le situazioni, le conseguenze di ciò che facciamo e decidiamo?
    Smettiamola di vergognarci di essere noi stessi!

  3. Normanno Malaguti

    Non condivido un tutto la protesta espressa nell’articolo. Condivido lo scopo,
    Ciò che non posso condividere é la presunzione di ‘innocenza’ di chi vorrebbe appannare (spesso cancellare) le nostre tradizioni di grande ed antica, provata civiltà, massime quando ad essere coinvolta é anche la nostra Fede. Qui si tratta di deliberata volontà di autodistruzione, ma, debbo dire meglio, perché chi assume queste iniziative non pensa di fare dell’autolesionismo, per il semplice fatto che queste tradizioni, non son più sue. Le ha ripudiate da tempo e si sentono alfieri di quel laicismo che, benché essi non se ne accorgano fino in fondo, conduce alla barbarie.
    Normanno

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