Non cascateci! Il gender rimane a scuola – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco

Ne avevamo scritto parlando del catto-penta-leghista episcopale, Massimo Gandolfini, ovviamente presente anche lui alla photo opportunity ministeriale che impazza oggi sui social network. Ancora una volta il Nostro è riuscito a non deluderci. E con lui tutta la sua corte.

Passano i governi, ma i volti della opposizione sintetica al gender di Stato restano invariabilmente gli stessi.

TROVA LE DIFFERENZE:

 

 

Deleterio il loro ridicolo canto di vittoria: ABBIAMO VINTO! STOP GENDER NELLA SCUOLA! che mira a indurre i genitori a credere che tutto sia sotto controllo e che l’indottrinamento omosessualista e genderista sia scongiurato grazie ai prodi cavalieri capitolini.

Alludono all’ultima circolare con cui il MIUR, esibendosi in una strepitosa tautologia, dispone che «la partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio, ivi inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa…è per sua natura facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori, o degli stessi se maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla frequenza». Dove apprendiamo innanzitutto, con viva soddisfazione, come ciò che non è obbligatorio è facoltativo.

Ma a parte questa illuminante scoperta, per la quale c’era bisogno di una interpretazione autentica, i “difensori dei nostri figli” hanno strappato il risultato di cui già avevamo scritto, e hanno spalancato finalmente le porte al genderismo democristiano.

In pratica, i suddetti difensori si applaudono perché hanno suggerito al ministro di dire così: insegnate pure agli scolari la bellezza della omosessualità o del transessualismo, accomodatevi, però prima avvisate i genitori; i quali, nel caso, possono esonerare il proprio figlio dal singolo corso extracurricolare (il virgulto sarà l’unico ad essere esonerato, quindi la pressione del gruppo porterà presto gli sparuti dissidenti a rientrare nei ranghi, col risultato ulteriore che tutti saranno “educati” dagli “esperti” alla perversione come valore, e lo saranno per giunta col consenso unanime delle vittime).

Inoltre la gentile concessione del ministero, ça va sans dire, vale solo per i corsi extracurricolari, perché va da sé che per il curricolo ce la dobbiamo mettere via, e tutta la propaganda che passa inesorabile attraverso i programmi aggiornati alle direttive europee e attraverso i libri di testo rivisti e corretti in chiave invertita, lo stesso nostro virgulto se la deve tracannare in religioso silenzio, dall’asilo fino all’università.

Infatti la legge 107 “la buona scuola”, con tutti i suoi rinvii, impone esattamente questo; il progetto POLiTe vive e lotta contro di noi; e tutto quello che ha denunciato ultimamente anche il quotidiano La Verità sulla manipolazione dei libri scolastici resta lì, indisturbato. Nonostante l’euforia e il sorriso fotogenico dei nostri eroi per tutte le stagioni.

Dunque, Vi comunichiamo ufficialmente che i programmi scolastici per le materie curricolari, i libri di testo, il materiale didattico tutto rimangono intrisi di propaganda genderista, sotto il presidio della legge. Verso questa propaganda micidiale ora, grazie all’ultima buffonata dei “difensori dei nostri figli”, i genitori avranno le difese immunitarie depresse.

Complimenti vivissimi.

7 commenti su “Non cascateci! Il gender rimane a scuola – di Elisabetta Frezza e Roberto Dal Bosco”

  1. È tutto vero, cari Frezza e Dal Bosco.Siamo accerchiati. Mi fa ridere la possibilità di esonero quando tutto l’ambaradan è strutturato in modo da non mollarti.Fanno apposta corsi di aggiornamento agli insegnanti perché nulla sfugga al controllo e dunque, il lavaggio dei cervelli non è che avvenga in un momento preciso, ma ad ogni occasione; per questo i libri sono stati tutti accuratamente adeguati. Quando io ero in classe dicevo forse ai miei alunni: “a tale ora parliamo di Dio e di come dobbiamo impostare la nostra vita”? Certo che no, ma ogni volta, al momento giusto, inserivo le mie povere riflessioni perché ai ragazzi giungesse un po’ di bene. Non era catechismo, certo, ma raccomandazioni, sottolineature, come farebbe una mamma. Non è passato un secolo da allora,né da che sono in pensione, ma è come se lo fosse e spesso penso che se ciò che ho detto e fatto fosse avvenuto ora, sarei forse stata espulsa da tutte le scuole del mondo. Ma anche in questo la Madonna mi ha aiutato e ora,nella scuola degli orrori, spero aiuti i miei più piccoli nipoti e tutti i bimbi innocenti.

    1. Scusi gentile Pierangelo, come padre non dovrei essere forse grato a chi mi dice come stanno davvero le cose (e quindi mi permette di pre dere contromisure), piuttosto che a chi afferma coram populo che va tutto bene? Ho tanto l’impressione che questi personaggi siano come l’orchestra del Titanic, utile solo ad addormentare le coscienze di fronte ai pericoli.

  2. Svalutare questa prima conquista significa fare dello sterile qualunquismo e disfattismo che gioca a favore dell’avversario. Se davvero siete contro il gender nelle scuole rimboccatevi le maniche e servendovi di questo utilissimo grimaldello ufficiale cercate di fare gli indispensabili passi avanti.

  3. Siamo lontanissimi dal poter cantare vittoria. Però è già qualcosa di positivo. Lo Spirito Santo, che preghiamo “dirizza ciò che è deviato”, ci ha concesso un passetto verso la retta via. Ovvio che il gender impera e comanda nel mondo, nei poteri forti, nella mentalità radical progressista che permea tutti i centri di potere, perfino la Chiesa un tempo Cattolica Apostolica Romana. Ma il Papa ha detto che “Dio non è Cattolico”. Meno male. Noi si. Ci accontentiamo. Cari amici, credo comunque che in generale segni di resipiscenza ovvero persone che comincino ad avvedersi che l’ideologia è irreale e menzognera ma soprattutto omicida, contro la vita. Nei Paesi il potere statale sta passando nelle mani di capi sostenuti dal popolo perché si dichiarano credenti nei princìpi fondanti della loro cultura e religione, il che significa che l’imposizione di un multiculturalismo ateo e apolide voluto per standardizzare i popoli non accetta di rinunciare la propria identità. E’ un bel segno, che a discutere sulla concezione di Uomo siano uomini credenti, non apolidi culturali e dispersi…

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