Presumibilmente , il governo Gentiloni, o Gentilrenzi,  o Napolitoni, nasce proprio per esportare più o meno legalmente l’ultimo pezzo di sovranità nazionale, consegnandola a quei poteri che gli italiani, nonostante tutti i bombardamenti mediatici, hanno imparato a detestare… Tutto deve essere legale, ricordava un criminale al suo vice ordinando un assassinio, in un libro di Bertolt Brecht.

di Roberto Pecchioli

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Il governo Gentiloni è andato in scena a reti unificate, tra i lustrini e le paillettes dei dibattiti televisivi, i fiumi di parole della meglio intellighenzia nazionale schierata a gettone, e dosi industriali della nuova retorica  americana e giovanilistica da simpatici amiconi “goodfellas”, simboleggiata da un Renzi finto allegro che abbraccia il suo prestanome e successore (testa di turco, si dice in alcuni ambienti), consegnandogli non la ridicola campanella, ma la felpa con su scritto Amatrice. Almeno in quello, lo stile Salvini è al governo. I terremotati sfruttati intanto tremano, e non solo per l’inverno.

No, non conoscono la vergogna. Loro e, soprattutto il loro mandanti internazionali. Il dominus di casa nostra, Giorgio Napolitano, che manteniamo dal 1953 ed è affiliato dal 1978 ai circoli di potere più riservati del pianeta, ha piazzato ancora le proprie pedine, come la volitiva Anna Finocchiaro al centro del cratere governativo, e può contare sulla devozione generale di costoro. Specie della signorina Maria Etruria Boschi, la fatina delle riforme abortite, incredibilmente ancora in sella come sottosegretario alla presidenza del Consiglio , che vorrebbe dire portavoce, ombra e angelo custode in conto terzi del presidente. Già, il conte Gentiloni Silveri, patrizio marchigiano con feudo in Filottrano, Ancona. Dopo la scapestrata giovinezza tra i mazzieri di Mario Capanna, il cui servizio d’ordine era capeggiato dal Santo Gino Strada, patrono e padrone di Emergency, la ONG più buona che ci sia, venne la pensosa maturità prima con l’ambientalismo e poi a sfogliare Margherite. Adesso, alle soglie della vecchiaia, assurge alla carica di capo del governo, sia pure per conto terzi.

Forse hanno ragione gli americani: tutti ce la possono fare, specialmente se lavorano da anni per la perdita di sovranità del loro Paese a favore di Unione Europea e potentati internazionali (Gentiloni dixit) e se, soprattutto, si trovano al posto giusto proprio al momento giusto. Non conoscono vergogna, davvero. Hanno perduto rovinosamente la loro scommessa politica, ma non cedono. Non vuolsi così là dove si puote ciò che si vuole.  Eh, sì, perché la posta in palio della riforma costituzionale abbattuta dal voto popolare non era certo il nuovo Senato o la goffa bandierina della diminuzione del costo della politica (il costo del regime si può abbattere, ma a patto di abbattere il regime), bensì la costituzionalizzazione del primato del diritto dell’Unione Europea e degli altri centri di potere transnazionale.

D’istinto, guardando la faccia di Renzi, Buffalmacco tornato Calandrino, gli italiani hanno detto no. Torna alla mente una vecchia fortunata pubblicità che recitava “A scatola chiusa si compra solo Arrigoni”, ovvero quella certa marca di cibarie che “vuol dire fiducia”. Si sono rialzati in piedi quasi in tempo reale, ed abbiamo quindi il piacere di vedere Angelino Alfano promosso ministro degli Esteri. Ha svolto egregiamente il suo sporco lavoro di traghettatore di africani sino alle vetrine di ogni supermercato e negozio di città grandi e piccole, può fare danni anche a livello internazionale. Rimane al posto suo donna Roberta Pinotti da Genova Sampierdarena, ministro della Difesa molto popolare tra gli ammiragli – la giovinezza trascorsa in divisa da giovane esploratrice girl scout significherà pure qualcosa – che mette a disposizione la nostra Marina da guerra  temuta in tutto il mondo e ben conosciuta dagli scafisti di tutte le obbedienze – a partire da quelli delle Organizzazioni Non Governative.

Perde il posto solo la povera professoressa Giannini, conosciuta per la sedicente “buona scuola” – decisamente, il nostro è un Paese ridicolo – e per un incauto topless balneare. Premio alla tardona che non si rassegna, ma deve lasciare il posto, forse per un regolamento di conti trasversale con il suo vecchio mentore Monti, ultimamente non tanto popolare al Nazzareno e dintorni. E’ sostituita da una senatrice, la signora Fedeli – nomen omen – dall’inquietante aspetto da combattente “de sinistra” degli anni Settanta.

Resistono quasi tutti gli altri, soprattutto il professore Padoan, proconsole e plenipotenziario degli gnomi di Bruxelles e Francoforte, qualcuno deve pur fare il lavoro di “governance” , mentre gli altri giocano col potere. C’è anche una splendida “new entry”, Marco Minniti ministro dell’Interno, D’Alema conta ancora, eccome, e ribadisce attraverso il suo sodale il controllo sugli apparati più riservati del potere. Vedremo se Minniti farà peggio di Alfano in materia di immigrazione. Tutto è possibile, ma sembra improbabile, quella è gente più strutturata dell’agrigentino in carriera, regalo postumo di Silvio Berlusconi a tutti noi.

Intanto, incombe una drammatica crisi bancaria, di cui giornali e televisione parlano molto meno del giusto, e si capisce perché. La ricchezza globale degli italiani è scesa in un anno di altre decine di miliardi, uno su quattro è a rischio povertà. L’occupazione non cresce, nonostante le contorsioni statistiche e finiti gli effetti di droghe passeggere come il Jobs Act, le famiglie monoreddito fanno ormai parte della grande platea del nuovo proletariato. Monte dei Paschi – una vergogna tutta italiana e molto “sinistra” -, Banca di Vicenza, Carige, persino Unicredit sono in bilico. Probabilmente il disegno è proprio quello di consegnare l’ultimo mazzo di chiavi in mano nostra alla Troika o addirittura al famigerato MES,  il Meccanismo Europeo di Stabilità, nome soave, rassicurante dell’infernale fondo monetario europeo che dirigerà gli affari nostri con poteri assoluti e pienamente legali. Tutto deve essere legale, ricordava un criminale al suo vice ordinando un assassinio, in un libro di Bertolt Brecht.

Presumibilmente , il governo Gentiloni, o Gentilrenzi,  o Napolitoni, nasce proprio per esportare più o meno legalmente l’ultimo pezzo di sovranità nazionale, consegnandola a quei poteri che gli italiani, nonostante tutti i bombardamenti mediatici, hanno imparato a detestare. Un nuovo patto Gentiloni, un secolo dopo; il primo segnò il rientro ufficiale nella politica nazionale dei cattolici, il secondo potrebbe rappresentare l’atto finale di svendita dello Stato e della nazione italiana.

Tutto sommato, ce lo meritiamo: siamo un popolo che ha creduto a tutto ed a tutti. Votammo, quarant’anni fa, al 35 per cento il PCI con Breznev vivo e potente ed i missili sovietici puntati sul Bel Paese. Abbiamo creduto in Di Pietro e in Mani Pulite, la gigantesca operazione che ha spazzato via, con una classe politica, la ricchezza industriale e finanziaria frutto di un’Italia che sapeva lavorare. Abbiamo creduto persino in Berlusconi, salvo abbandonarlo con disprezzo nel 2011, quando l’assalto internazionale nei suoi confronti era l’attacco alle poche iniziative giuste da lui intraprese, come gli accordi energetici con Putin e Gheddafi. Abbiamo puntato tutto anche su Matteo Renzi, il venditore di auto usate passato da Rignano sull’Arno a chiamare per nome Angela Merkel e alle cene di gala con Obama con buffoni di corte al seguito, ed abbiamo perduto, una volta ancora.

Loro non conoscono vergogna, davvero. L’onesto Iago, il banchiere Verdini non vota la fiducia al governo (per ora…) in quanto non ha avuto un ministero per uno dei suoi famigli famelici appartenenti ad una di quelle compagnie di ventura parlamentari che cambiano nome e casacca ad ogni stormir di fronde: Gattamelata e Giovanni dalle Bande Nere. Silvio, tra un ricovero e l’altro in cardiologia, contratta non si sa che cosa, ma certamente nulla che sia nell’interesse degli italiani. La cosiddetta sinistra dorme il sonno di chi ha abbandonato i poveri per patrocinare stranieri, femministe ritardatarie e disturbati sessuali.

Il resto, non pervenuto, a meno di non prendere sul serio i tweet tonitruanti di Salvini e le sue felpe o il sovranismo borgataro di Giorgia Meloni,  afflitta purtroppo da un seguito imbarazzante, qualche centurione romano in crisi d’astinenza da potere, l’eterno La Russia detentore del pin della cassa, improbabile come rivoluzionario quanto Gentiloni come difensore della Patria. Finiremo in mano a Beppe Grillo, forse moriremo dal ridere, magari sarà meno peggio dell’inedia cui ci condannano valvassori, valvassini e gentiloni  al potere.

Non è un bel modo di uscire di scena, tuttavia. E’ la tragedia di un popolo diventato ridicolo da quando ha cessato di indignarsi, di vergognarsi e di amare se stesso. Forse aveva ragione Pannella: fece molto meno danno a Montecitorio  Ilona Staller, dimostrando che tra quegli scranni poteva davvero starci chiunque.  Tuttavia, il vecchio , trapassato comune senso del pudore non l’ha abolito Cicciolina, ma la compagnia di giro che, in conto terzi e con lauta provvigione, tiene in mano l’Italia da decenni. Sono, legittimamente, non solo legalmente, i rappresentanti non di una nazione, ma di un gregge, un monte dei paschi che non conosce più rossore e vergogna. Fermate l’Italia, in tanti vogliamo scendere.

10 commenti su “Non conoscono pudore! – di Roberto Pecchioli”

  1. Siamo continuamente presi per il …. da una banda di spudorati, viscidi lecchini dei “poteri forti” che non ci lasciano votare ed eleggere un governo legittimo.
    Dobbiamo assolutamente trovare il modo di disfarci di questa feccia!
    …o rassegnarci.
    Ognuno raccomandi a DIO la sua PATRIA e la sua FAMIGLIA!

  2. Lo ripeto.Facciamocene una ragione.Non si torna indietro.”Quod principi placuit legis habet vigorem.”(Ciò che piace al principe ha valore di legge).Ci siamo trastullati come cicale impazzite.Ci hanno cotto.Come rane bollite.Torneremo nelle catacombe.
    Giuseppe

  3. Completo disaccordo dall’ autore.
    Segnalo che il omento attuale è storico: dopo il colpo di Stato cavuriano del 2011; dopo tre Governi partoriti dalle nebbie (e l’ultimo -apparentemente- dall’asilo infantile: la ministro/a Madia disse che portava il computer con le avventure di Peppa Pig a Montecitorio); dopo un’ossesiva predicazione sulla cancellazione della popolazione italiana, che doveva essere sommersa e “rinnovata” dai “disperati” chiamati e pagati, il 4 dicembre la popolazione iitaliana ha detto “Siamo qui! Non siamo una brava classe di bimbi alunni della Massoneria. Desideriamo vivere senza catechismi fasulli”.

    Saluto tutti, per diversi giorni non potrò collegarmi

  4. giorgio rapanelli

    Siamo in presenza di un governo catto-satanista ed ogni commento è inutile. C’è solo da combatterlo e abbatterlo, insieme a tutto quel clero traditore, come ai tempi di Martin Lutero.

  5. Occorre tornare a Cristo. In maniera radicale. Questi sono figuranti. Per quel che mi riguarda potrebbero anche essere stati raccolti sotto i ponti per la doppiezza di cui dispongono. Siamo nel paese e nel tempo della finzione, della menzogna elevata a sistema. Ormai molti fingono di credere a costoro perchè convinti di non avere alternativa. L’alternativa alla menzogna c’è. E’ la Verità. E’ Cristo.Il resto è l’anticristo. Cioè la menzogna. Quindi ognuno scelga, oggi. Nel suo ambiente.Nella sua vita. Sì sì,no no. Pane al pane e vino al vino.
    Tutti siamo chiamati a combattere, con carità, questa estrema battaglia. Deve essere lampante dal nostro modo di porci, di parlare, di condurre la nostra vita che non non siamo tipi da essere presi per i fondelli. Santa Teresina diceva che bastava uno sguardo per mettere in fuga i demoni. Certo lo sguardo era suo e non nostro. Ma noi da ora possiamo e dobbiamo esercitarci a riconoscere i demoni. In silenzio ma, con la forza interiore di quello che non transige. Che Maria Santissima ci aiuti tutti!

  6. Neanche la DC era arrivata a tanto. Certo, la DC è stata lo strumento che il modernismo ha utilizzato per distruggere la regalità sociale di Cristo Gesù, ma questi di oggi hanno compiuto qualcosa di definitivo: il trionfo del cattocomunismo. Il trionfo definitivo della gnosi, la scienza dell’omicida sin dal principio.

  7. Dopo la pagliacciata dei forconi di ieri che ha visto come vittima il povero Napoli, il Fantozzi di turno (mica hanno preso Alfano o la Boschi o Minniti), oggi tutti parlano di strano e pericoloso clima di Fascismo, tirando in ballo Primo Levi, Sciascia e altri. Questa mattina si è tirata in ballo pure Weimar. A parte che la Marcia su Roma, checché se ne dica, non è stata altro che una passeggiata fuori porta visto che il Re aveva già provveduto a legittimare Mussolini a fronte di un momento drammatico dell’Italia (non dimentichiamoci che del famoso quadrunvirato, l’unico non massone era Mussolini) e che Weimar si trovava nella stessa situazione nella quale ci troviamo noi e che lo NSDAP vinse regolari elezioni democratiche, la differenza è che oggi fanno di tutto per non mandarci al voto; voto che reputo inutile visto che non sono democratico. Vedrete che giustificheranno il fatto di non farci votare con il pericolo del ritorno del nazifascismo. D’altronde è da settant’anni che lo fanno. Il pericolo fascista è un evergreen!

  8. Silvia E. Masetti

    Se ai veri “padroni del vapore”, come si suol dire, è andata sempre bene, cioè a MERAVIGLIA, guidando il tutto nascosti nell’ombra, perchè cambiare? Mica un allenatore può sostituire i giocatori vincenti?! Tanto ogni settore è ridotto ad una guerra fra clan mafiosi, lo sappiamo. Questi personaggi ridicoli, ricordano l’Impero Romano mentre affondava, e tutti volevano essere CESARE. Lottavano, litigavano, tutti volevano il potere assoluto, solo che alla fine, non rimase loro che chiedere aiuto ai Barbari ( immigrati nostri) pur di fare qualcosa. Chi avrebbe mai pensato che l’Impero Romano potesse crollare. EPPURE CROLLO, è caduto. Il MPS ha già preso i soldi di tutti, in cambio ai clienti ha dato un pezzo di plastica rettangolare, se li sono già spartiti e spesi quelli veri, ai clientes romani danno soldi virtuali, finti. Tanto devono solo consumare, come le mucche.

  9. Tristezza senza fine nel veder la nostra povera Italia nelle mani di chi: se in Italia ci fosse ancora del buon senso, oserei dir senza arrossire neppure d’avanti a Dio Eterno, che gli impiccherei tutti quanti, perchè questo è ciò che meritano i traditori. Il loro precursore l’Iscariota almeno ha avuto dignità, e l’ha fatto “motu proprio” ma questi accidenti quà sono un vero tumore maligno, che può essere curato con una terapìa drastica, l’ultima speranza è nella Lega e un pò di quel che resta di quello che un tempo era il M.S.I. il resto è desolazione.

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