Non sarà il dio Vaccino a salvare il mondo

Chi è nato nella seconda metà del XX secolo, è cresciuto con un concetto ben chiaro nella testa, ripetuto dai media, dalla scuola, perfino dai pulpiti delle parrocchie: non esiste la verità. Non esiste una sola verità. Chi pretende di “avere la verità in tasca” è un intollerante, un residuo dell’antichità.

Veniva insegnato che occorreva mettere tutto in dubbio, sistematicamente. 

Come si diceva, la stessa Chiesa faceva l’elogio del dubbio, della non credenza. Il cardinale Martini asseriva che entro ciascuno di noi devono esistere – coesistere – un credente e un non credente. La Chiesa moderna aborriva ogni tipo di “fideismo”. Oggi invece siamo nel tempo della Nuova religione, ecologista, salutista, in perfetta linea con le ditettive mondialiste dell’ONU o dell’OMS. Ed è nato un nuovo tipo di fideismo, che esige un tipo di obbedienza che Guareschi avrebbe definito “pronta, cieca, assoluta”. –

L’ultima religione ha un suo Liberatore, un “Messia” che salverà l’umanità dalla sofferenza e dalla schiavitù, e consentirà di entrare nella vita nuova. Questo liberatore si chiama Vaccino. Fin dalle prime battute dell’epidemia se ne è parlato. Poco importa che non sia mai stato realizzato un vaccino contro un coronavirus; poco importa che non siano mai stati realizzati vaccini per molte importanti malattie infettive, dall’Hiv all’Epatite C. Per il Covid il vaccino verrà, e metterà fine alla lunga tribolazione, si è detto fin dagli inizi. 

Potremo togliere le mascherine, potremo tornare allo stadio, al cinema, a una vita accettabile, anche se nulla sarà come prima. Non sarà più permesso trasgredire. Nel nuovo mondo e nella nuova religione la sanzione avrà un ruolo di grande rilievo, e ci sarà un regime di polizia che veglierà sul rispetto delle norme. Le libertà del XX secolo diverranno uno sbiadito ricordo. Tra le imposizioni ci sarà anche la vaccinazione obbligatoria. Il vaccino è il Salvatore: come puoi permetterti di rifiutarlo? Non è solo per un benessere personale: è un obbligo verso la comunità. Lo ha detto anche il Vaticano. 

Fin dall’inizio, dicevamo, quando ancora si sapeva ben poco del virus, il vaccino è stato indicato come l’unica soluzione. Per questo è stato prodotto un negazionismo mediatico potente rispetto alle cure possibili, dalla clorochina alla terapia con il plasma. Il Covid deve essere, nell’immaginario collettivo, un nemico impossibile da sconfiggere, un male assoluto. Davanti ad esso non c’è cura: si può solo aspettare che passi, nascondendosi e chiudendosi in casa. Tutto finché non arriverà il vaccino. Lo dice a chiare lettere anche un documento vaticano uscito la scorsa estate, il primo intervento “magisteriale”, Humana Communitas: “In assenza di un vaccino, non possiamo contare sulla capacità di sconfiggere permanentemente il virus che ha causato la pandemia, a eccezione di un esaurimento spontaneo della forza patologica della malattia”

Al contrario, alcuni scienziati controcorrente, a partire dal professor Giulio Tarro, il maggior virologo italiano, dicono proprio questo: che il virus andrà ad esaurirsi spontaneamente, che sparirà come è sparita la Spagnola. Se il Vaticano fa appena un accenno a questa possibilità, ciò che raccontano i media e i politici è ben altro: non sparirà mai. Avremo una seconda ondata. E poi chissà: perché non una terza, una quarta…un Covid infinito. Ormai solo un vaccino ci può salvare, ed ecco così che è iniziata l’attesa, ecco le notizie delle prime sperimentazioni. Eccolo annunciato a mesi, a settimane. Il noto scienziato americano Anthony Fauci, un vero e proprio guru per la Sinistra internazionale, lo aveva annunciato fin da giugno: un vaccino per il coronavirus dovrebbe essere pronto “entro il prossimo anno, anno e mezzo”. L’immunologo riferì di aver avuto rassicurazioni dalle aziende produttrici che saranno in grado di realizzare sino ad un miliardo di dosi, consentendo di distribuirlo in tutto il mondo. 

In Europa, tuttavia, la fretta è stata ancora maggiore. Ai primi di luglio l’Agenzia europea del farmaco diede delle anticipazioni sulle ricerche in atto in Inghilterra. “Il vaccino funziona” venne annunciato. “L’obiettivo è distribuirlo senza sperimentazione”; ovvero ottenendo dall’Unione Europea una autorizzazione speciale per poter mettere in commercio un vaccino fin da dicembre. E così è stato. Si è trattato quindi di forzare tutte le normali procedure attraverso le quali si arriva all’approvazione di un farmaco. Si è trattato di saltare tutta una serie di passaggi tecnici ritenuti normalmente indispensabili. 

Quello dell’agenzia europea appare come un atteggiamento quantomeno strano: tutti ricordano come si sono comportate alcune agenzie nazionali (tra cui l’italiana Aifa) nei confronti dei farmaci anti-Covid: una intransigenza assoluta, per esempio nel caso della Clorochina o della terapia con il plasma, con richieste di studi, di trials clinici, di prove incontrovertibili di efficacia. Nel caso del vaccino invece si richiede di trascurare fondamentali passaggi, di introdurre un farmaco privo delle necessarie sperimentazioni, che normalmente richiedono tempo, mesi, anni. Per il vaccino anti Covid la parola d’ordine è una e netta: fare in fretta. Non a caso tra gli addetti ai lavori si è parlato di “corsa al vaccino”. 

Ma in Medicina, come in altre scienze, la fretta è un atteggiamento anti-scientifico. Questa fretta viene giustificata dallo stato di emergenza, ma ormai è chiaro che i vari focolai epidemici hanno un decorso tipico, che porta in conclusione all’azzeramento dei morti e dei contagi. Ma è in corso – lo sappiamo bene – una fortissima campagna propagandistica tendente a mantenere uno stato di paura del ritorno del virus. Per questo bisognerebbe fare in fretta a trovare il vaccino, trascurando tutte le altre ipotesi terapeutiche che pure vengono sostenute da vari scienziati. 

Tutto era scritto e deciso fin dall’inizio dell’epidemia: si doveva arrivare al vaccino anti Covid. Una scelta che lascia molto perplessi. E i dubbi sono di ricercatori e di scienziati, non di sedicenti “No Vax”. Questo termine, tra l’altro, sta diventando una categoria ideologica con cui screditare a priori coloro che si pongono delle domande sull’efficacia e sulla sicurezza delle vaccinazioni. Una parola magica, come “fascista” o “razzista”. In realtà, anche molti ricercatori impegnati nello sviluppo di vaccini vogliono proteggere i pazienti, senza però innescare un fenomeno immunologico che è noto da tempo e che in seguito alla vaccinazione potrebbe esacerbare la malattia invece di combatterla. 

Nel caso dei vaccini anticovid, tutti gli esperti sostengono che i tempi sono stati straordinariamente accorciati rispetto alle normali fasi di studio di un vaccino, che normalmente richiedono da 5 a 10 anni. La pubblicazione su una rivista scientifica di un lavoro di ricerca sottoposto a revisione ‘tra pari’ (peer-review) non sarebbe strettamente necessaria per l’autorizzazione, ma è ovviamente fondamentale in casi come quello di cui stiamo parlando per la sua rilevanza su tutta la popolazione mondiale e per permettere un confronto aperto e trasparente dei vari prodotti in competizione.  Perché allora questa fretta? 

Da qualche tempo si parla di “Great Reset”: il grande rivolgimento economico, sociale, politico, mondiale che è stato avviato utilizzando l’epidemia di Covid. Complottismo? Decisamente no. Basta andare a guardare il numero dello scorso 13 novembre dell’importante rivista “Science” per capire che il Covid, se non ci fosse, bisognerebbe proprio inventarlo, tanto è utile ai grandi cambiamenti, che necessariamente richiedono tempo. E così “Science” ci dice che l’emergenza Covid durerà fino al 2025, e che fino a tutto il 2022 si dovranno mettere in atto provvedimenti restrittivi delle libertà.

Da un punto di vista strettamente medico, è una affermazione quanto meno singolare. Le grande epidemie del passato, dalla Spagnola all’Asiatica, fino alla Sars del 2002, non sono mai durate più di un anno. Per quale motivo questo virus dovrebbe continuare a circolare imperterrito per altri 5 anni? Non viene data alcuna spiegazione scientifica. È una mera ipotesi, che va contro l’evidenza di tutta la storia delle epidemie. 

Ma il vaccino? Non sarà lui, come ci viene annunciato da tempo, a liberare il mondo dal grande incubo? Non è detto, ci dice “Science”. Gli esseri umani sono infettati da diversi coronavirus stagionali con reazioni crociate. Nessuno provoca un’immunità completamente protettiva e le infezioni ripetute sono la norma. I vaccini tendono a essere meno efficaci delle infezioni naturali nel provocare l’immunità e ci sono rischi di reazioni crociate avverse. Un ricercatore, Saad-Roy, ha quindi utilizzato una serie di modelli semplici per una varietà di scenari immunitari per prevedere futuri immunologici per la SARS-CoV-2, con e senza vaccini. La nostra conoscenza imperfetta del panorama immunitario imperfetto del coronavirus può dare origine a scenari divergenti che vanno dalle epidemie gravi ricorrenti all’eliminazione. 

Sì, alla fine il Covid dovrebbe sparire, ma ci vorranno cinque anni. Il tempo di una guerra, la durata della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Fino al 2025 dovremmo vivere nella paura,  nel terrore, e questo piano quinquennale avrà inevitabili conseguenze economiche e politiche, ma anche psicologiche e perfino antropologiche, a nostro avviso.  Il “Grande Reset”, appunto. 

Il clima di terrore e insicurezza deve continuare, e per i prossimi cinque anni la parola Covid non scomparirà affatto, nonostante i vaccini. Il tutto, lo ribadiamo con forza, contro ogni evidenza, perché in realtà il Covid potrebbe estinguersi in breve tempo come hanno fatto prima di lui tutti i virus pandemici. Dovrebbero proprio spiegarci perché il virus venuto un anno fa da Wuhan dovrebbe comportarsi diversamente. 

Dunque, allo stato delle conoscenze attuali, possiamo affermare che il vaccino anti-covid sia “un bene comune” – come sostengono all’unisono il governo italiano e il Vaticano – in grado di portare benefici, addirittura di essere la salvezza dell’umanità nei confronti di un virus che ha un tasso di mortalità dello 0,001 per cento? Non lo sappiamo. In compenso abbiamo sotto gli occhi in modo evidente quale sia l’attuale direzione presa dai fautori di un Nuovo Ordine Sanitario, e vediamo che a questo ordine, che il Vangelo chiama “il mondo”, il Vaticano è completamente sottomesso. Tanto che c’è chi ventila che potrebbe essere introdotto autorevolmente un nuovo tipo di peccato grave, come quello di inquinare o non fare la raccolta differenziata: il peccato di non vaccinarsi. Ormai solo un Dio, un Dio vero, ci può salvare.  

6 commenti su “Non sarà il dio Vaccino a salvare il mondo”

  1. “Luce di speranza”: così l’ex vicario di Cristo ha salutato il vaccino, quale un dio sceso sulla nostra terra Italia fra mille esultanze, guarda caso, proprio il giorno di Natale. Ed è stato così che il Santo Bambino è rimasto là, relegato nell’angoletto e nemmeno degnamente rappresentato nel Suo presepe dove Gli hanno avvicinato orribili figure. Quanta irriconoscenza, caro Gesù! E cosa aspettarci in questo scenario da incubo, se non un purtroppo salutare castigo che la stessa Giustizia divina non può evitare?
    In questo scellerato sodalizio fra turpi realtà umane e gli ex più alti ambiti religiosi, c’è un qualcosa di apocalittico che fa rabbrividire. E si sta annichiliti, senza fiato e senza parole. È sicuro che patiamo e patiremo, tuttavia, se siamo davvero persone di fede, rimaniamo saldi e non perdiamo la speranza, Il Bene vincerà e ne siamo certi perché ce lo ha preannunciato Colei il cui Cuore Immacolato trionferà.

  2. Caro dottore, Lei sa che il Dio vero ci ha già salvati. L’unico terrore che noi cristiani possiamo permetterci è quello di offenderLo commettendo il peccato mortale. Iniziamo finalmente a sforzarci di vivere in Grazia di Dio e né virus né vaccini potranno farci alcunché. O no?

  3. Patrizia Merolillo

    Ciao sono Patrizia Merolillo facevo parte dell’ ARS di cui eri presidente, per rammentarti ho interpretato il ruolo di tua moglie ad una cena medievale alla casa del cieco di Civate ben più di 15 anni fa. Da quando hanno messo su WhatsApp dell ARS la notizia che raccontava la tua esperienza di cura su una donna che è guarita scampando fortunatamente alla prassi della morte indolore, seguo costantemente le informazione che dai e che corrispondono ad altre affermazioni di alcuni virologi e consulenti scentifici che tramite Facebook mi vengono propopsti in interviste come le tue. Ora siamo arrivati al momento cruciale del vaccino di cui io non ho fiducia essendoci comunque in commercio dei farmaci che se presi nei tempi e modi giusti aiutano a guarire Volevo chiederti se agisco da incosciente a non vaccinarmi e a non voler far vaccinare mia madre di 86 anni. Ti faccio notare che ho provato a chiedere al mio medico di base se nel caso venissi contagiata mi avrebbe prescritto i farmaci che servirebbero a sostituire la sola tachipirina ma mi ha risposto che lui deve seguire dei protocolli come esami ematici che dichiarino che ci sono trombosi ma allora credo sia tutto inutile se invece di curare dai sintomi aspetto l’inasprirsi del virus con conseguenze più gravi. Scusa ma non esiste il libero arbitrio sulla propria salute ? Se mi vorrai rispondere te ne sei infinitamente grata buon proseguimento e spero di poterti incontrare anche senza l’ ARS

  4. Bell’articolo. Ma non mi risulta che la Chiesa tipicamente abbia fatto l’elogio del dubbio o abbia mai esaltato lo scetticismo o lo spirito critico come atteggiamenti dello spirito!
    Inoltre, se esiste, come io credo, una cabina di regia comune, che imbocca tutti i media che contano (e che cantano le stesse canzoni all’unisono), allora c’è una possibilità che anche in questa cabina si producano gli stessi conflitti che caratterizzano i gruppi umani. Con la conseguenza che un sottogruppo possa volere la prosecuzione e un altro la cessazione della farsa.

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