Omoscoutismo, l’ultima follia – di Marco Manfredini

Quando il fumo si fa coltre                                                                                                                   

di Marco Manfredini

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Se ormai è chiaro che da qualche decennio un certo sinistro fumo si è insinuato nei sacri palazzi, molte sedi vescovili sono ormai impraticabili causa vapori malsani, e le redazioni di certi giornali di curia (a partire da quello della CEI, di cui abbiamo già diffusamente parlato) dovrebbero essere fatte immediatamente evacuare e dichiarate luoghi ad alto rischio intossicazione.

La vicenda dell’ “educatore” gay di Staranzano, Marco Di Just, che si è “sposato” (in)civilmente con il consigliere comunale Luca Bortolotto, è emblematica per capire la coltre che ottunde il mondo cattolico, e a tal fine può essere utile qualche riflessione sugli attori e le loro rispettive posizioni.

Sui due convolanti a (in)giuste nozze c’è poco da dire che non sia scontato. Mi limito ad osservare che il “moglio” è stato eletto con SP – Staranzano Partecipa, una lista civica alleata del PD locale. Nel suo programma elettorale figurava tra le altre belle cose “il sostegno alla famiglia”. Che tipo di sostegno a questo istituto possono dare una lista e un consigliere che dimostrano letteralmente di non sapere nemmeno cosa sia una famiglia? Più onestamente avrebbero potuto mettere “snaturamento della famiglia” e allora sarebbe stato tutto più chiaro, e un qualsiasi cattolico non sprovveduto avrebbe saputo che non erano votabili.

Da un sito locale d’informazione che parla del “matrimonio” leggiamo che:

Prima della cerimonia c’è stato il saluto di don Genio, guida spirituale degli scout, che ha voluto sottolineare di essere presente «sia come amico, ma anche come prete e sottolineando che la chiesa oggi ha tante difficoltà a riconoscere queste scelte».

Vi assicuro che né il nome del prelato né la grassettatura sono stati aggiunti o manomessi dal sottoscritto con intenti canzonatori. Facendo qualche ricerca chiunque può verificare che si tratta di tale Eugenio Biasol, viceparroco, chiamato amichevolmente dai suoi scout appunto don Genio.

Non conoscendo il prete in questione non saprei dire se in questo caso vale il detto nomen omen, ma dalle dichiarazioni rilasciate qualche dubbio è più che lecito. Non occorre qualcuno dotato di particolari doti intellettive per comprendere che “come amico” avrebbe fatto meglio ad avvertire amichevolmente il Di Just che la sua inclinazione era contro natura e ciò che stava per fare era un insulto alla legge naturale, oltre che alla biologia, alla fisiologia, all’anatomia e non ultimo all’evidenza; “come prete” avrebbe dovuto informare la pecorella che la sua inclinazione era perlomeno “oggettivamente disordinata”, o, se avesse voluto essere più efficace, comunicargli che la pratica di assecondare le sue pulsioni è una di quelle che “gridano vendetta al cospetto di Dio”, tuttavia non c’è niente di irreparabile purché ci si penta anziché ostentare; infine riguardo al fatto che la chiesa oggi avrebbe “tante difficoltà a riconoscere queste scelte” è ovvio: sono scelte oggettivamente sbagliate, per cui la chiesa NON le può riconoscere, e se dovesse arrivare ufficialmente a farlo si porrebbe il grave problema di una chiesa che insegna l’errore, che abbandona i fedeli negando loro la verità, una chiesa che rinnega Cristo, in breve una chiesa apostata. E ci siamo a un passo.

Una parola di sostegno al povero parroco don Francesco Maria Fragiacomo, l’unico che in questa vicenda ne esce mediaticamente un po’ malconcio, ma cristianamente in modo dignitoso, venendo additato addirittura come “intransigente” per aver sostenuto, al limite dell’ovvietà:

Come cittadino – dice – ognuno può fare ciò che gli consente la legge dello Stato. Come cristiano, però, devo tener conto di quale sia la volontà di Dio sulle scelte della mia vita. Come educatore cristiano, in più, devo tener conto della missione e delle linee educative della Chiesa e della mia Associazione cattolica.

Immagino don Francesco come un normale bravo parroco di paese, tuttavia in questa vicenda la sua condotta assume i contorni dell’eroico, tanto sono piccole, pavide e allineate al pensiero dominante le altre comparse di questa tragica commedia.

Vedo già l’iscrizione: “Don Francesco, martire mediatico della fede, abbandonato da sottoposti e superiori, ma rimasto fedele a Dio”.

La sua, dicevamo, viene accusata come

Una posizione intransigente rispetto alla quale, nonostante la raffica di domande piovutegli addosso ieri, il prete non è arretrato neanche di un passo. Marco non può più ricoprire il ruolo di guida scout, ha ribadito, perchè l’Agesci è un’associazione di ispirazione cattolica. E, come tale, non può ammettere la presenza al proprio interno, in ruoli cardine, di persone che non rispettano le indicazioni della Chiesa.

Il parroco ha ragione, ma c’è da stupirsi se la gente non sa più quali siano in effetti le indicazioni della Chiesa? O che qualcuno voglia approfittare di questo generale clima di peace and love ecclesiale in ritardo di cinquant’anni sul disastroso originale, clima generato da quell’altro Francesco così venerato dai media per il suo stile pop con venature cool ?

Cosicché anche il parroco stesso non sa più che pesci prendere e scrive al suo Vescovo cercando invano conforto.

Il Vescovo, appunto. Sua Eminenza Carlo Roberto Maria Redaelli, il quale, come in uso ultimamente nel clero che conta, su legittima richiesta di spiegazioni, di prendere una posizione, di dire anche solo qualcosa di un po’ cattolico, cosa fa? Dapprima tace, poi, messo alle strette produce una lettera indirizzata al consiglio presbiterale e pastorale diocesano in pieno stile AL: dove regna la confusione, al mio segnale, scatenate il panico. La lettera, ça va sans dire, vorrebbe fornire criteri di discernimento, da applicare “con pacatezza, rispetto e discrezione verso tutte le parti coinvolte”. Perciò parte citando “un grande maestro di discernimento, il Card. Carlo Maria Martini”:

Se leggiamo attentamente il resoconto del Concilio [di Gerusalemme], rimaniamo stupiti nell’accorgerci che, dovendo risolvere un problema pratico molto difficile – la convivenza tra i cristiani provenienti dal giudaismo e i cristiani convertiti dal paganesimo -, non si fa ricorso alle Scritture o a una tradizione canonica, di cui c’era un primo embrione, ma si fa ricorso, anzitutto, alla riflessione sul vissuto nella grazia dello Spirito santo!

Con rispetto, discrezione e pacatezza, vorrei far presente all’Arcivescovo che non siamo di fronte ad un problema pratico molto difficile. Siamo di fronte ad un problema semplicissimo dal punto di vista magisteriale, e già risolto in partenza dalla notte dei tempi: la pratica dell’omosessualità è sempre stata condannata dalla Chiesa e dal buon senso popolare, pur accogliendo la persona con tendenze omosessuali che sia consapevole del suo stato di inclinazione “disordinata”. Il problema se volete esiste umanamente per chi è coinvolto, ma pastoralmente non c’è bisogno di inventarsi strane alchimie di parole o strampalate teorie volte a giustificare l’ingiustificabile. Aprite le finestre, l’aria sta diventando irrespirabile.

Radaelli parte da Martini, che è sempre un bel partire per chi vuole demolire tutto, poi ci aggiunge generosamente del suo:

Può sembrare strano che di fronte a una realtà che ha creato contrasti e scalpore e ha evidenziato difficoltà, ci si domandi per prima cosa quali siano gli aspetti di grazia presenti in essa.

E’ strano sì: se da qualche parte opera la grazia, non si venga a dire che lo fa tramite le unioni civili volute da Renzi, Alfano e firmate da Mattarella. Magari opera nonostante queste. Magari si serve di un male per un bene maggiore, ma il male tale rimane. Com’è possibile che si faccia confusione su questo senza pensare che ci sia del dolo?

Per l’Arcivescovo le cose stanno diversamente, e porta a sostegno delle sue acrobazie una indimenticabile distorsione di San Paolo:

Eppure non dobbiamo mai dimenticare ciò che afferma l’apostolo Paolo nella lettera ai Romani: «noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno» (Rm 8,28). «Tutto concorre al bene» […]

E’ fatta cari preti, monsignori, vescovi e arcivescovi: se “tutto concorre al bene” nell’accezione Redaelliana, voi non servite più a nulla, il peccato non esiste più perché anch’esso concorre al bene, e siamo tutti automaticamente salvati. Il che potrebbe risultare anche confortante, se non si trattasse di una clamorosa falsificazione dell’annuncio cristiano, che prosegue per tutta la lettera.

Il Vangelo, e in genere la Sacra Scrittura – lo sappiamo –, non si presentano come un manuale di principi e di indicazioni concrete riferibili a ogni situazione della vita.

E io che pensavo che “Non uccidere” fosse un’indicazione concreta applicabile nella vita, così come tutti gli altri comandamenti, taluni con meno, talaltri con più difficoltà. E’ chiaro che la Scrittura “non è un manuale”, ma contiene anche questo, così come il cristianesimo, secondo una pericolosa espressione in voga “non è una morale”, ma contiene l’unica vera e definitiva morale che l’uomo deve seguire. Vogliamo gettarla via perché non risulta abbastanza accogliente? Caro clero, ti dovrai assumere la responsabilità di questa falsificazione. E di non aver fatto uscire il fumo quando si poteva.

Se fosse così, il problema sarebbe assai semplice: basterebbe conoscere questi principi e indicazioni e attuarli nella propria vita e di conseguenza l’azione pastorale consisterebbe nel proporli con autorevolezza a tutti i cristiani.

Ma E’ ESATTAMENTE così: le indicazioni e i principi LI SAPPIAMO! E’ vero che può essere fastidioso e difficilissimo a volte applicarli, ma non possiamo dire che ci mancano! “Proporli con autorevolezza a tutti i cristiani” è precisamente ciò che Voi alti prelati dovreste fare! E’ il vostro dovere, perché abdicate? Perché fuggite lasciandoci soli?

Umiltà tanto più necessaria quando si è di fronte a questioni nuove e complesse circa le quali la riflessione ecclesiale è ancora iniziale o comunque non del tutto matura, i pareri non sono concordi, le prassi pastorali non ancora ben definite (non c’è dubbio che almeno alcune questioni connesse con la sessualità umana, l’amore coniugale, la famiglia, la vita ecc. siano di questo tipo).

Gentile Signor Arcivescovo, guardi che qua non ci sono né questioni nuove né complesse. Le faccio uno schema nel caso non fosse ancora chiaro:

Uomo + Donna + eventuali Figli = Famiglia

Uomo + Uomo = Amici (al massimo)

Donna + Donna = Amiche (ed è già un gran traguardo, conoscendone alcune)

Non è che ci devono essere dei “pareri concordi”, c’è il parere della natura che dovrebbe essere più che sufficiente. Poi volendo, visto che lei è un vescovo, c’è quello identico della Chiesa dell’unico vero Dio che è già stabilito da sempre ed immutabile, e le “prassi pastorali” non possono in alcun modo contraddirlo, pena trasformarsi in mostruosità che con l’insegnamento cristiano non hanno nulla a che vedere. Se qualcuno non è concorde, (vogliamo una buona volta dirlo, come grande atto di carità?) quella è la porta.

Un primo suggerimento che mi sento di offrire è quello di darci tempo. Un tempo necessario per lasciare decantare emozioni, giudizi affrettati, reazioni a caldo e un po’ sopra le righe.

Certo, decantiamo le emozioni (!) e lasciamo passare questo obbrobrio ecclesiale come nulla fosse, in modo che piano piano venga assimilato come una sorta di vaccino negativo, che ci renda immuni da ciò che è vero e giusto, e pronti ad accogliere qualsiasi aberrazione.

L’Arcivescovo riporta da Papa Francesco:

Il cardinale Canestri, diceva che la Chiesa è come un fiume: l’importante è essere dentro il fiume. Se sei al centro o più a destra o più a sinistra, ma dentro il fiume, questo è una varietà lecita. L’importante è essere dentro il fiume. Tante volte noi vogliamo che il fiume si restringa soltanto dalla nostra parte e condanniamo gli altri… questa non è fraternità. Tutti dentro il fiume.

Tutti insieme appassionatamente, insomma. Ditemi un po’, ma se l’alto clero si sposta talmente a sinistra da uscire inequivocabilmente dalle acque cosa si fa? Ne usciamo tutti lasciando che il fiume diventi un ruscello e poi si secchi? O piuttosto converrà tener duro e fare in modo che le pecorelle riconducano i pastorelli che si erano distratti all’ovile?

Un’ultima indicazione che ritengo opportuna è quella di valorizzare in noi tutto ciò che può farci crescere come cristiani impegnati a servizio della Chiesa anche in presenza di situazioni inedite: la meditazione della Parola di Dio (che illumina, consola, converte); lo studio, la riflessione, il confronto [eccetera]

Mi ripeterò, ma da un po’ a questa parte di inedito c’è solo una Chiesa che rinuncia ad indicare la retta e consolidata via ai propri fedeli. “La parola di Dio, lo studio, la riflessione, il confronto” e tutto il resto non fanno che confermare quanto la Chiesa ha sempre sostenuto fino all’attuale capovolgimento in cui ad essersi persi, oltre a buona parte del gregge, sono soprattutto i pastori.

I poveri giovani scout lasciati completamente allo sbando, anzi fuorviati da quelli che dovrebbero essere i loro educatori:

Una ragazza scout, come al termine di ogni attività, a nome di tutto il gruppo a Marco e Luca aveva augurato una “Buona strada”.

A poco serve l’augurio, se la strada è palesemente quella sbagliata.

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Dal sindaco Riccardo Marchesan, essendo espressione del PD locale, non ci si poteva aspettare niente di diverso:

Celebriamo una festa di due persone che si vogliono bene – aveva iniziato Marchesan – che oggi vedono costituita la loro unione. Il nostro paese da anni attendeva una normativa chiara per un riconoscimento anche sul piano giuridico, i diritti e i doveri di ogni coppia, volersi bene nel rispetto e nel reciproco sostegno.

Chissà se questo è il suo vero pensiero; dal volto di persona bonaria e all’antica (alla Peppone) verrebbe da dubitarne, e credere che sia solo il pensiero del partito iniettato nel soggetto tramite apposito orifizio. Si sa, il comunismo sarà anche morto, ma la terza narice si è geneticamente tramandata alla discendenza.

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Ci eravamo lasciati nell’ultimo articolo parlando del cantore ufficiale di Amoris Laetitia, ed eccolo di nuovo, immancabilmente tra noi: Luciano Moia, che in questa torbida vicenda ci ha sguazzato, fornendocene puntuali ed entusiastiche cronache dalle colonne di Sovvertire. Pardon, Avvenire.

In piena sintonia con le posizioni del Vescovo, Moia  rincara la dose, invitando anch’egli a ravvisare aspetti di grazia nella vicenda, bollando come “censori de noantri” chi si permette di fare osservazioni “banali” come immagino siano anche quelle che sto tentando di esporre.

Il suo intento è quello di

trasformare un episodio comunque difficile e imbarazzante in uno spunto per riflettere, per ripensare alla coerenza della strada fatta, per chiedersi come colmare un ritardo educativo che appare finalmente nelle sue autentiche e drammatiche dimensioni.

Ritardo educativo? Ma l’insegnamento tradizionale della Chiesa è talmente in vantaggio sui tempi che probabilmente Moia, non riuscendo a scorgerlo,  pensa di averlo alle spalle. Qua di drammatica c’è solo l’ottusità di chi ha un tesoro fra le mani e lo vuole gettare perché gli hanno fatto credere che è andato fuori corso. Ma è un inganno, è falso: il tesoro è in metallo prezioso e gioielli, e mantiene sempre il suo valore perché è intrinseco. I nuovi valori, o nuovi diritti che ci propongono sono invece come junk-bond: uno si illude per un attimo di essere ricco, ma domani si risveglia ritrovandosi tra le mani solo carta straccia.

Non si tratta solo di stabilire se il capo scout in questione abbia offerto una testimonianza di vita coerente con i valori dell’associazione e quindi con la proposta cristiana sul matrimonio e sulla famiglia…

Già, perché questo è già stabilito de facto: se l’Agesci fosse un’associazione cattolica il capo scout in questione avrebbe dovuto essere defenestrato istantaneamente all’annuncio delle “nozze” (in verità anche prima, ma lasciamo perdere). Se tutto rimane com’è, significa che l’Agesci con il cattolicesimo non ha più nulla a che spartire, nonostante quella “c” nel nome, che a questo punto starebbe a significare un altro vocabolo. Scegliete voi.

… ma anche di riflettere in modo responsabile sull’efficacia di una proposta educativa a proposito di affettività e sessualità che dev’essere probabilmente riformulata e riattualizzata, a partire dalla riflessione più ampia che tutta la comunità cristiana vuole e deve fare.

Gentile dottor Moia, non c’è nulla da riformulare né tantomeno da riattualizzare. L’insegnamento perenne della Chiesa è già ampiamente sufficiente a risolvere questioni derivanti da capricci individuali, o come le chiamate voi “irregolarità” tra virgolette. Nessuno vuole né tantomeno deve fare una riflessione più ampia, perché a forza di ampliare le riflessioni qua non si capisce più se stiamo parlando di cattolicesimo o di luteranesimo, di matrimonio o di sodomia, di diritti o di pretese, di vero o di falso, di bene o di male.

Il magistero tradizionale è quanto di più attuale ci potrà mai essere per curare e prevenire la tendenza al male dell’uomo, checché ne dicano preti, vescovi, arcivescovi, cardinali, papi, e persino Moia.

L’Agesci, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, come da proposta del Vescovo si troverà coinvolta insieme ad altre realtà nazionali che operano in ambito educativo “cattolico” per occuparsi di questi temi.

Per avviare nuovi percorsi e nuove iniziative, che non siano né casuali né episodiche…

Dobbiamo aspettarci quindi che l’educazione “cattolica” prenderà sistematicamente ed ufficialmente la via dell’inversione sodomitica?

Anche in vista del cammino di preparazione al Sinodo dei vescovi sui giovani dove difficilmente questo tema potrà essere eluso.

Un altro Sinodo? Pietà, vi prego! Siamo ancora sconvolti dal terremoto distruttivo provocato dal precedente, ben lungi dall’averne riparato i danni, e già ce ne volete infliggere un altro? Si salvi chi può, magari preparando abitazioni dottrinali antisismiche, come famiglie o comunità piccole ma agguerrite e ben ancorate alla dottrina, perché la battaglia si fa sempre più dura, e il nemico è sempre più interno.

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Per concludere, a mo’ di opportuno epitaffio per il triste evento, leggiamo sempre dalle cronache:

Al termine della cerimonia [una band] si è esibita con il celebre brano “Dio è morto” di Francesco Guccini, arrangiato da Fiorella Mannoia.

Vi piacerebbe.

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fotografia da Repubblica.it

22 commenti su “Omoscoutismo, l’ultima follia – di Marco Manfredini”

  1. A parte il solito disgusto, vorrei sentire dai nuovi soloni del nuovo corso ecclesiale come valutano la componente B della galassia lgbt. Bisessuali si nasce o si diventa? E in caso la risposta sia la seconda, cosa ne pensano le eminenze emergenti? In poche parole, li possiamo chiamare PORCI?

  2. CHE SCHIFO IMMONDO FANNO sti preti ancora più degli omosessuali. La prego, Manfredini, mandi loro la sua efficacissima strale! E anche all’ Agesci. Non può rimanere confinata qui. Tutti devono sapere cosa ne pensiamo. Anzi possiamo avere la mail da girargliela tutti in massa? Credo abbiano bisogno di essere tempestati!!

  3. Carla D'Agostino Ungaretti

    Non ho ragione (scusate la presunzione) se dico che la Chiesa di Dio si è capovolta? Eppure quando lo grido al mondo sono tacciata di crudeltà verso coloro (uomini e uomini o donne e donne) che si amano perché Amor omnia vincit, adattando anche il significato delle parole ai propri comodi. Sono accusata di intolleranza, omofobia, di odio per i diversi, che diversi non sarebbero affatto perché una componente di omosessualità sarebbe presente in ciascuno di noi. LO HA DETTO FREUD! Non dico altro, se no mi metto a piangere e chi mi conosce sa che quando parlo di questi argomenti mi viene da piangere, perché penso che non posso più neppure confidare nella santa guida spirituale dei nostri pastori.

    1. Marina Alberghini

      L’ha detto Freud?Si vede che anche lui pendeva!A me fa schifo una donna nuda, forse sono anormale per certa gente.

  4. Ma Freud (il re della perversione ) lo ha detto da lucido o sotto effetto della cocaina? Allora mi chiedo: se questi geni dicono che chi critica gli omosessuali in realtà lo è egli stesso ma non lo accetta, allora chi è razzista vorrebbe essere nero ma non lo accetta? A parte gli scherzi, la loro “logica” è ridicola, ma mi disgusta ancora di più quando affermano che l omosessualità è normale perché anche gli animali lo sono…

  5. Marina Alberghini

    Se si vogliono bene sono Amici, invece si mettono il…nel.. che la Natura ha preposto a tutt’altro.!Quindi sono PORCI, con tutto il rispetto per gli utili maiali.E così chi li accoglie.Per il resto, è il papa che ha cominciato dicendo:Chi sono io per giudicare?
    Alla base c’è il voto degli omosessuali!Schifo e doppio.

  6. Fratres, ma siamo degli incontentabili, senza misericordia ! Se un papa, un vescovo, un prelato tacciono, naturalmente prudenti come serpenti, abbiamo da rampognare . Se parlano, idem .
    Naturalmente, dal mio punto di vista d’integralista fanatico, senza tenerezza, preferisco che tacciano, visto quel che sparano.
    Mi sovviene, con nostalgia, la grandiosa “supercazzola”, che raffrontata alle “omelie” dei ns. eroi , di cui sopra, è di gran pregnanza e massima esaustività.
    Chissà che qualche prete iridato, qualche vescovo tenero e misericordioso, qualche prelato accogliente et à la page, non disponga l’introduzione della medesima nella preghiera dei fedeli, cui seguirà l’apoteosi del segno di pace, da me, reprobo, detto momento ferroviario, data la calorosa e movimentata stretta di mano.
    Protervamente e intollerantemente, da colonialista crociato, insisto con il sorpassato Matteo:ἔστω δὲ ὁ λόγος ὑμῶν ναὶ ναί, οὒ οὔ· τὸ δὲ περισσὸν τούτων ἐκ τοῦ πονηροῦ ἐστιν .

    G. Vigni

    1. Sorpassato un fico secco! Grazie. Ogni tanto una bella (e vera!) citazione in greco è ossigeno puro in questo mondo anglofono…

  7. Tra i multicolori effetti del modernismo fanno parte anche queste aberrazioni.
    Non c’è da stupirsi di tutto ciò: hanno cambiato la dottrina, la Messa, il calendario con i santi, la formazione nei seminari, etc…adesso tocca alla morale. La Verità non viene palesemente negata ma annacquata, diluita, corrotta, inquinata fino a farla sparire o meglio fino a trasformarla abilmente nella menzogna senza che la moltitudine di neo-credenti confusi e felici se ne possa minimamente rendere conto. Solo pochi avvertono la pericolosità della situazione, solo un piccolo gregge avverte il pericolo dei lupi di cui nemmeno i presunti pastori vogliono più difendere…
    Per quel che possiamo cerchiamo di restare aggrappati alla Tradizione, strumento per mezzo del quale ns. Signore Gesù Cristo vuole fortificarci e salvarci. È la roccia su cui poggiare per non cadere. Il resto è ormai tutto avvelenato…

  8. Ottimo resoconto e eccellente suggerimento (quello delle piccole comunità ben ancorate alla dottrina), che cerco di attuare da tempo.

    Grazie!

  9. Vorrei dire a Carla che è in effetti possibile che in ciascuno di noi vi sia una componente omosessuale, adultera, ladra, omicida, drogata o quant’altro. Questa componente si chiama Male e la Chiesa cattolica ci insegna che viene dal demonio, che dobbiamo combatterla e ci fornisce i mezzi per farlo con successo. Una chiesa che cessa di farlo non è più cattolica.

      1. quindi, se questa è NATURALE e non DEVIANTE E DISORDINATA, quelli che si vogliono unire con i cani, quelli che abusano dei bambini, quelli che si vogliono unire con più soggetti, in che condizione sono???

  10. Il Dott. Moia lamenta ” un ritardo educativo che appare finalmente nelle sue autentiche e drammatiche dimensioni.” Che si riferisca alla mancata educazione del valore della sodomia? E’ probabile, visto che il suo mentore Mons Galantino ci assicura che Iddio, in seguito alle preghiere di Abramo, ha perdonato le città di Sodoma e Gomorra.

  11. sono cresciuto nello scoutismo dell’ASCI,che amarezza sapere che anche lo scoutismo è avvelenato con la collaborazione della attuale gerarchia della chiesa.

  12. E’ tutto vero quello che ho letto in questo articolo, ma secondo il mio umile parere queste cose ed altre ancora che no sto a menzionare, sono state tutte previste dalle varie profezie e sopratutto dalle varie apparizioni in tutto il mondo della Madonna. Io vorrei capire e sapere come mai il terzo segreto di Fatima non è mai stato rivelato completamente e con chiarezza, che poteva essere rivelato già dal 1960, per volere della Madonna stessa? Beh io non lo posso sapere, ma me lo posso immaginare. Comunque una cosa è certa, perché l’ha detto e confermato la Madonna stessa ai tre pastorelli “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Non ci resta che pregare anche per tutti coloro che insegnano fede diversa da quella di nostro Signore GESU’ CRISTO.

  13. L’orientamento omosessuale è una condizione ( non una scelta ) NATURALE, anche se largamente minoritaria.
    La Chiesa di Roma condanna le pratiche omosessuali, non l’omoaffettivitá casta.

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