Papa Francesco Soros – di Giampaolo Rossi

di Giampaolo Rossi

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M’INQUIETA
Lo dico con la morte nel cuore, ma questo Papa m’inquieta.
M’inquieta il suo estremismo ideologico, l’assenza di profondità con cui sembra affrontare temi epocali che scuotono dalle fondamenta la nostra società. M’inquieta la sua puntuale strategia mediatica, perfettamente coerente con le esigenze del mainstream da cui sembra golosamente attratto. M’inquieta il fatto che lui dica esattamente quello che le élite mondiali vogliono sentir dire. M’inquieta, su alcuni temi, vedere la Chiesa di Roma succube dello Spirito del Tempo, in linea col peggior mondialismo tecnocratico la cui deriva stiamo scontando sulla nostra pelle. M’inquieta, sull’immigrazione, sentire un Papa parlare come un documento della Open Society.

E se il vicario di Cristo, capo della Chiesa romana, sembra il replicante di Soros forse dovremmo inquietarci tutti. Se ottiene il plauso di Emma Bonino e fai fatica a distinguere il suo messaggio da un articolo di Roberto Saviano, vuol dire che la Chiesa ha cessato di essere “incredibile” per diventare banalmente credibile.

UTOPISMO E IRREALTA’
Le posizioni e le affermazioni di Papa Francesco sull’immigrazione imbarazzano per il livello di utopismo e di irrealtà e per la rottura radicale che questo pontefice sta facendo con gli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per i quali il “Diritto ad emigrare” (sancito peraltro già da Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra), è sempre stato preceduto da un diritto superiore: il “Diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria” (Giovanni Paolo II).

O per il fatto che il fanatismo immigrazionista di Bergoglio non tiene minimamente contro che il dovere all’accoglienza “va sempre conciliato con le esigenze delle società che accolgono gli immigrati” (Giovanni Paolo II) e che “ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune” (Benedetto XVI).

E che l’immigrazione porta con sé conseguenze stravolgenti all’identità delle nazioni che per l’internazionalista Bergoglio sono marxianamente sovrastrutture, ma per la Dottrina della Chiesa sono elemento centrale dell’ordine internazionale, come evidenziò sempre Benedetto XVI nel 2012 parlando ai sindaci dell’Anci: “bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana”. Principio che vale per ogni Nazione.

Il messaggio di papa Francesco non è rivoluzionario e neppure sovversivo; è semplicemente l’addomesticamento di questo papato al progetto delle élite

Sia chiara una cosa: qui non è in discussione l’amore e l’accoglienza che ogni cristiano deve riservare agli ultimi, ai sofferenti, ai bisognosi; fondamento di una pietas che affonda le sue radici nell’insegnamento di Gesù, nel suo Annuncio di morte e resurrezione e nell’operato storico degli apostoli.
Non è in discussione il principio cattolico del “bene comune universale che abbraccia l’intera famiglia dei popoli, al di sopra di ogni egoismo nazionalista” (parole di Giovanni Paolo II).
Qui è in discussione il tempismo di un Papa che abbraccia un integralismo migratorio banalizzando il dramma storico di questo esodo indotto dal potere mondialista, come fosse un semplice problema di egoismo nazionale dei soliti europei razzisti e xenofobi.

Il recente messaggio di papa Francesco non è rivoluzionario e neppure sovversivo; è semplicemente l’addomesticamento di questo papato a questo progetto.

UNA CHIESA DI: “NO STATE, NO BORDERS”
La stampa italiana si è soffermata sul tema dello Ius Soli, “il diritto alla nazionalità dalla nascita” rivendicato da Papa Francesco; ma in verità quel passaggio è stata una forzatura perché il contesto in cui è inserito riguarda il fenomeno dell’apolidia, cioè l’assenza di nazionalità uno dei casi in in cui “talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati”.
Ma il fatto stesso che le dichiarazioni di questo Papa si lascino andare a equivoci e strumentalizzazioni, rivela l’ambiguità di un Magistero che sembra, ogni volta, voler generare provocazione.

Ci sono però passi in quel messaggio che dimostrano la reale volontà di questo Papa di rompere con la storia dell’Occidente.

STATO E NAZIONE: Francesco afferma che la centralità della persona umana “obbliga di anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale”.
Di per sé la frase è legata alla tradizione della Chiesa e dell’Occidente: la sacralità dell’esistenza impone che non esista ragion di Stato superiore ad una vita umana. I governi hanno l’obbligo morale di salvare i migranti e proteggere coloro che arrivano nei viaggi della disperazione. Ma se il Papa afferma che l’immigrazione va accettata indipendentemente dalla sicurezza sociale di un Paese, allora la questione diventa pericolosa.
Le nazioni moderne non si fondano su un principio divino ma su un compromesso tra l’appartenenza identitaria, la libertà individuale e la sicurezza che lo Stato appunto deve garantire. Se uno Stato non adempie a quest’obbligo viene meno uno dei motivi per cui esso deve esistere. La “sicurezza nazionale” in questo caso non è Ragion di Stato ma è sicurezza personale dei singoli cittadini, di cui l’apparato statale di ogni nazione deve farsi carico, pena l’invalidamento del rapporto di fiducia tra Stato e individuo.

Forse Papa Francesco non lo sa, ma la sua frase distrugge la radice stessa della democrazia occidentale e la sua posizione lo avvicina terribilmente a quella dei nipotini di Soros quando sfilano per le città europee con gli striscioni: “No State, no borders”.

RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE: Papa Francesco afferma anche che bisogna “favorire il ricongiungimento familiare — con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti — senza mai farlo dipendere da requisiti economici”.
Cioè, in altre parole, se un immigrato arriva illegalmente in un paese, i suoi cittadini dovranno farsi carico non solo di lui ma anche dei suoi parenti in nome di un’integrità familiare che lui ha disintegrato decidendo di emigrare (salvo ovviamente il caso di coloro che fuggono perché realmente perseguitati).
Secondo questo principio, l’immigrato non va educato ad un etica della responsabilità individuale, della graduale realizzazione di sé attraverso il lavoro e la crescita personale ed economica capace poi di migliorare le sue condizioni e garantirgli di poter sostenere da sé la sua famiglia.
Qui c’è qualcosa di più dell’obbligo ad un’accoglienza umanitaria o all’inserimento socio-lavorativo (cosa sacrosanta). Questa non è Dottrina Sociale della Chiesa; questa è Dottrina Socialista.

Per questo Papa l’immigrazione non è un dramma storico ma un obiettivo da raggiungere, un disegno da attuare nel sogno ecumenico di un’integrazione globale

L’IMMIGRAZIONE COME OBIETTIVO
Per il Papa polacco e per il Papa tedesco, figli di un civitas europaea universale ma fondata sulla identità delle nazioni, il processo migratorio globale era visto come una tragedia di dimensioni storiche a cui bisognava far fronte con solidarietà, amore, accoglienza ma, nello stesso tempo, con il realismo necessario a comprendere la portata di destabilizzazione di un intero ordine sociale e culturale.

Per questo i Pontefici precedenti hanno considerato il “Diritto a non emigrare” superiore al Diritto di emigrare; e per questo la loro azione puntava a eliminare le radici malate che causano questa immigrazione: le guerre per Giovanni Paolo II e l’assenza della libertà economica necessaria allo sviluppo, per Benedetto XVI.

Al contrario, per questo Papa argentino e terzomodista, l’immigrazione globale sembra essere un obiettivo, un disegno da attuare, un progetto da realizzare; in fondo, lo sradicamento di milioni di esseri umani dalla propria terra, dalle proprie secolari tradizioni e identità è visto come un vantaggio per realizzare il sogno ecumenico di un’integrazione globale. La stessa identica visione che ha George Soros.

Sorprende che questo Papa non sprechi una sola parola di condanna sulle cause dell’immigrazione; sulle guerre umanitarie dell’Occidente (dall’Iraq all’Afghanistan, dalla Libia alla Siria, allo Yemen) che hanno prodotto milioni di profughi.
Non una condanna contro i mercanti di schiavi che alimentano l’immigrazione clandestina in tutto il mondo.
Non un ammonimento sul rischio demografico per l’Europa, che nei prossimi decenni cambierà il volto ed anche la sua identità culturale e religiosa (anzi, esattamente come le élite, il Papa vede l’immigrazione come soluzione alla crisi demografica dell’Europa).
Non un accenno sul fatto che questa immigrazione globale impoverisce ancora di più i paesi già poveri privandoli di risorse umane, competenze e quindi speranze per il futuro generando un meccanismo che condannerà nella povertà ancora più estrema i paesi da cui gli immigrati provengono e impoverirà i paesi che li ricevono, impossibilitati a sostenere l’impatto e le conseguenze sociali di questo esodo biblico.

SE LA CHIESA DIVENTA UNA ONG
Nei secoli, il realismo della Chiesa è stato il prodotto di una tensione interiore che nasceva dalla consapevolezza di essere nel mondo senza appartenere al mondo. Questa tensione (dolorosa, lacerante per ogni singolo cristiano) ha consentito alla Chiesa di affrontare la realtà con una visione meta-storica che ha dato discernimento ad ogni suo giudizio e profondità ad ogni suo intervento.

La Chiesa di Papa Francesco ha scelto un’altra strada, forse inconsapevolmente: quella di essere nel mondo appartenendo al mondo.

Ma se la Chiesa non è più in grado di avere una dimensione meta-storica e si riduce ad essere  una grande Ong globale capace solo di subire le convulsioni della storia e la crisi della nostra civiltà, come può continuare a chiedere ai cristiani di essere “sentinelle del mattino”, quando ha deciso di vegliare la luce di un tramonto?

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Su Twitter: @GiampaoloRossi

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fonte: Il Giornale 

31 commenti su “Papa Francesco Soros – di Giampaolo Rossi”

  1. “L’ ambiguità di un magistero”??? Io direi la ‘chiarezza’ di un ‘magistero’, che come tale dimostra di non avere nulla in comune col magistero papale, ma anzi lo contraddica sfacciatamente! Nulla in comune tra Cristo e Belial, niente in comune tra un papa-Vicario di Cristo, e Soros-un vicario di Satana!

  2. Annarosa Berselli

    Non ricordo più quale santo – credo dell’età moderna – ha affermato che Dio dà alla Chiesa
    alcuni Papi per punizione….che sia questo il caso? Sorvoliamo su quanto ha scritto Socci
    nel suo libro Non è Francesco….la Madonna ci aiuti!

    1. io non so a quale santo si riferisca, Annarosa, o se tale santo esista….Comunque, santo o non santo, vero o non vero, Dio non dà alla Chiesa dei papiiper punirla: Dio glieli dà per guidarla ( quando sono papi e quando si ha a che fare con la Chiesa…).

      1. scusi, dimenticavo di aggiungere: questo Bergoglio camuffato da papa, è un castigo di Dio, sì, ma per l’umanità, d’accordo!

        1. nel V secolo san Vincenzo di Lérins diceva a questo proposito:

          “Dio alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge”

      2. “Dio alcuni papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge” (San Vincenzo di Lérins). Non voglio togliere nulla a quanto lei afferma ma qui il senso è molto chiaro; anche i papi che giungono sulla terra fanno parte di un disegno provvidenziale. Noi ora fatichiamo a riconoscerlo in questo individuo molto arrogante e con poca o nulla cultura, ma forse anche lui ha una sua funzione: quella di ridurre la comunità cristiana ad un “piccolo resto” da cui rinascere? Solo il Signore lo sa.

    2. Quel santo è San VIncenzo di Lérins (V sec.): coniò quell’aforisma lapidario, e questo in seguito, non impedì alla Chiesa Cattolica di farlo santo. (Alcuni papi Dio li dona, alcuni li tollera, altri li infligge)

  3. L’affermazione di Papa Francesco che a me personalmente ha maggiormente inquietato è stata quel “è bene che la domanda rimanga senza risposta” di fronte alla richiesta di senso del dolore. Un colpo tremendo alle fondamenta del senso stesso della Passione di Cristo, che quel dolore universale ha riscattato.

    1. Ho già avuto occasione di scriverlo: non è un Antipapa, ma un papa-Anti: Anti-chiesa.
      Svolge con costanza il lavoro di demolizione della Chiesa… più precisamente, di trasformazione della Chiesa in “società liquida”

      1. Sono d’accordo con lei, carissimo Raffaele.Ma stiamo attaccati alla Tradizione senza minimamente minimamente farci trasportare da quest’aria infetta che vuole traviarci tutti. Consacriamoci al Cuore Immacolato di Maria e Lei ci salverà.

        1. E senza prendere la situazione troppo sul serio, carissima signora. “La situazione è grave, ma non è seria”, scrisse un buon conoscitore della nostra lingua, molti anni fa.
          Deo gratias, io ho imboccato molto presto (fine 2013, se ben ricordo) la via che già avevo ampiamente percorso nei confronti di moltissimi giornalisti, magistrati, persone di spettacolo ecc.: “Voi continuate a predicare – io mi occupo d’altro e di altri”.

          Oggi siamo alla tragicommedia spinta al parossismo (ci sono anche le squadre di occupazione bergogliana delle Parrocchie: incredibile la scena ieri -prima Domenica dopo le ferie- nella mia…). Non possiamo e NON DOBBIAMO amareggiarci, né soprattutto esaurire le nostre energie nel “Cosa sta succedendo?”.
          Qualunque cosa stia succedendo -e abbiamo non poco da dire sul “quid” e sul “quia”-, il nostro “mestiere” e il nostro DOVERE è vivere con pulizia, vicini al Signore per quanto è possibile. Niente di più e niente di meno.
          Grazie!

  4. Tutte le affermazioni di questo papa inquietano. Noi guardiamo solo al Signore e a Lui solo ci affidiamo e alla sua Santissima Madre. E naturalmente seguiamo il Magistero di 1960 anni della Santa Chiesa Cattolica. E abbiamo già tutto ciò che ci occorre per la nostra salvezza. E ci basta.

  5. Vorrei per favore, se possibile, che la Redazione facesse un articolo riguardo quella iniziativa di Forza Nuova ( iniziativa poi ritirata) a Pistoia di andare alla Messa della Domenica per ” vigilare sulla Dottrina” del Parroco che aveva concesso ai ” migranti” ( in realtà CLANDESTINI in quanto africani di paesi dove non c’è guerra) che aveva portato i ” migranti” africani in piscina ( non risultano iniziative del genere per gli ITALIANI POVERI). Detto questo, ne viene fuori dalla reazione del Parroco,e del Vescovo locale .che adesso VIGILARE SULLA DOTTRINA( PACIFICAMENTE OVVIO) SIA UN REATO…….Ma forse lo è un REATO visto che chi pone domande e dubbi sul “nuovo corso” ed ambiguità del ” nuovo” Magistero, viene. TRATTATO COME UN DELINQUENTE. . GRAZIE..PS. Prove tecniche di DITTATURA.

  6. La massoneria internazionale governa gli stati più importanti della terra e si propone di giungere entro il 2020 ad un unico governo mondiale, un’unica moneta e ad una sola religione mondiale; Bergoglio assolve a questo compito per la parte religiosa….tutto qua!

  7. Cesaremaria Glori

    Credo che Leonardo abbia individuato il vero Bergoglio. Un papa ( la minuscola non è un errore di battuta) che fa un’affermazione come quella che il senso del dolore è senza risposta mostra di non aver assorbito il vero significato del sacrificio di Cristo che la Chiesa celebra nella Santa Messa e, di conseguenza, il perché della Redenzione. Questa frase di Bergoglio si accompagna a quelle altre che fanno dubitare sulla sua credenza nel peccato originale e nel peccato in genere, come si evince dallo sdoganamento dell’adulterio e della omosessualità (A.L. n.286). Una sua frase sembra però sincera, perché, forse, istintiva e non meditata: Forse passerò alla Storia come il papa che ha diviso la chiesa. Insomma si riconosce come un altro Lutero e chissà che non abbia sbagliato.
    La relazione di Rossi è teologicamente corretta e va meditata: la fede di questo papa è molto dubbia. Il lui l’ideologia prevale sulla fede.

  8. Papa Francesco inquieta, come inquietano i demoni in generale, ma umanamente mi inquietano ancora di più quelli che lo tengono li a distruggere la Chiesa. Quelli che tacciono, quelli che eseguono. Sono mesi che aspettiamo la correzione formale, di amoris letitia,che noia! Questo Papa pessimo, fa quel che fa, perchè glielo lasciano fare, anzi non solo glielo lasciano fare, eseguono pure ogni suo comando dispotico, sapendo di fare il male.

  9. Non capisco perchè le persone insistono nel ritenere l’acattolico Bergoglio Papa. Un Papa non si adopera per la demolizione della Chiesa. Lo può fare solo un antipapa. O un anticristo.

  10. Non Metuens Verbum

    In codesto stupefacente messaggio, il più assente di tutti è sempre Lui, Gesù nostro Salvatore, che all’apparato ecclesiastico moderno non dice più nulla. El Papa articola il messaggio su 4 verbi molto politicamente corretti; ma il verbo più importante dov’è ? ANNUNCIARE Gesù Cristo, EVANGELIZZARE le torme che ci invadono, SALVARE anime prima e assai meglio di corpi. Macché, restino quello che sono, tolgano a noi quello che siamo. Ma già, “il proselitismo è una solenne sciocchezza” !

  11. Caro Rossi, ma non la sfiora il sospetto che quell’uomo vestito di bianco sia, in realtà, nient’altro che un prestanome della massoneria, messo lì per completare velocemente il lavoro sporco che Ratzinger (seppur modernista d’annata) ormai non dava più affidamento di volere o potere portare a termine? abbiamo visto come si è fatto da parte quando i lupi lo hanno assalito (avvelenamento del sangue da metalli pesanti, riscontratogli a fine 2012 in occasione del cambio delle batteria al by-pass, minacce di morte entro il 28.2.2013, esclusione dello Ior dallo Swift: serve altro?). Non per nulla Bergoglio non si è voluto dichiarare subito papa (forse temeva che dopo il fulmine che colpì il cupolone, in altro avrebbe potuto colpire lui stesso!), pur esercitando spietatamente e tirannicamente il potere assoluto sul clero a lui non gradito. Ma il tempo stringe, la scure è ormai alla radice dell’albero: deve sbrigarsi, quest’uomo, se vuole accontentare i suoi mandanti…

  12. Per Annarosa Berselli. Il santo cui si riferisce è san Vincenzo di Lérins, che nel V secolo affermava: «Dio alcuni Papi li dona, altri li tollera, altri ancora li infligge».

  13. Una altra recentissima affermazione molto inquietante: “..la Liturgia non è un rito…”.
    Esprimo tutta la mia solidarietà e assicuro la ns. preghiera a S.E. Card. Sarah.

  14. scusate vorrei sapere cortesemente cosa ne pensate della scandalosa( a mio parere ) presa di posizione di questo antipapa a difesa della minoranza ( per fortuna) musulmana in Birmania, proferita durante l’Angelus di ieri. Ma delle minoranze cattoliche perseguitate da sempre nei paesi musulmani e di Asia Bibi( per esempio), chi ne dovrebbe parlare in primis se non lui?
    Ma forse pretendo troppo da antipapa Francesco Soros I.

  15. Ma non si può dire, semplicemente, banalmente, che questo papa è n e m i c o della nostra civiltà? Visto che è favorevole a tutto (tutto-tutto) ciò che ne favorisce la distruzione?

  16. È, propriamente parlando, disgregatore della Chiesa.
    “La nostra civiltà” è un termine troppo indeterminato nei contenuti. “La Chiesa”, invece, è qualcosa di estremamente preciso, concreto, vitale.
    “Cristo sì, Chiesa no” detto da Lutero voleva dire essenzialmente “I preti sono corrotti, bisogna spazzarli via”; detto da questo personaggio attuale, vuol dire soprattutto “Cristo non ha voluto nessuna Chiesa… il singolo si rapporta con Lui se gli va, quando gli va, come gli va”.
    Sempre di Protestantesimo si tratta

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