Potere al posto di buon governo. Famiglia dimenticata. Due riflessioni – di Danilo Campanella

di Danilo Campanella

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Nel mondo delle ombre semitrasparenti 

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Lupo_travestito_da_pecoraLa filosofia politica in tempi a noi recenti si è occupata maggiormente dei processi legati all’acquisizione e al mantenimento del potere. Non più il «buon governo» quindi, ma il «potere». Questo è possibile riscontrarlo nei manuali universitari legati all’argomento.

Le moderne democrazie, in particolare quelle in cui i mass media svolgono un ruolo decisivo, hanno sperimentato un’arma insostituibile al servizio dell’uomo politico. Forza? Competenza ? No, fascino. E’ il fascino  che spinge le masse a votare per persone che non conoscono e che, spesso, non hanno prodotto nulla in precedenza ma promettono che «faranno tutto» una volta assisi al trono.

Questo è un problema non da poco e che non abbandoneremo molto presto: forse mai. Quasi tutti trovano la figura e il ruolo del cane pastore noioso e poco interessante, mentre quello del lupo misterioso e fascinoso. Questo è il centro della questione perché, nella sua banalità ci pone davanti a uno specchio che riflette parte dei nostri difetti psicologici e congeniti.

Non è in questa sede stabilire i come e i perché dell’origine di questo aspetto. Quello che bisogna riconoscere è il fatto che la democrazia passa per noi. In un certo senso, la democrazia siamo noi. Quando avremo realizzato il più alto livello di democrazia, rappresentato dalla democrazia della partecipazione saremo in grado di controllare e, a volte, evitare le variabili indipendenti dannose. Saremo in grado di sfuggire, anzi vincere il fascino di quel potere che logora tutti, anche chi lo possiede (Giulio Andreotti mi perdonerà?) e saper scegliere tra il buon pastore e il mercenario.

Purtroppo il popolo bove sceglie sovente Barabba, a gloria dei  tanti lupi travestiti da pecora che giorno dopo giorno ci camminano accanto,  in ufficio, a scuola, financo in oratorio e, talvolta diamo loro mandato istituzionale. Come riconoscerli? Chiedere loro un’opera buona sarebbe indicativo.  Dove rischiamo di trovarli? Ovunque ci sia da cibarsi. Dove sarà  il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi.

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La famiglia: vere urgenze e buoni propositi

Spesso e volentieri politici e politicanti si chiedono cosa si possa fare oggi in favore della famiglia. A rigor di logica sarebbe sufficiente osservare cosa prevede in merito la nostra costituzione: essa nell’art. 29 riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Teniamo bene a mente questi termini : naturale e matrimonio. Negli articoli successivi il testo continua, prima di parlare della salute, imponendo che sia dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, per i quali la Repubblica agevola con misure economiche la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo – viene specificato – alle famiglie numerose. La Repubblica deve proteggere la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale  scopo. Va da sé che ogni provvedimento o istituto che si formi in conflitto con tali norme è da ritenersi «illegale» perché pericoloso per la vita stessa della famiglia, intesa come società naturale e, per esteso, contro la società nel suo insieme: la Repubblica.

Oggi fin troppi provvedimenti vengono presi in conflitto con i nostri principi costituzionali. Sono ancora di più quelle attenzioni che i nostri politici volgono a problematiche ben meno gravi di questa. Oggi si parla di tutto, ma proprio di tutto. Diritto a costituire famiglie diverse, diritto a salvaguardare la salute degli animali (anche dei delfini, ma non in acque italiane, all’estero !), diritti degli immigrati, riconoscimento di equini come animali d’affezione, musicoterapia, incentivi  sul «verde pensile» nelle città, e chi più ne trova, più ne metta !

Questi sono soltanto alcuni degli argomenti discussi in Parlamento dal 2011. Sia chiaro, tutte cose sacrosante … eppure mentre si pensa a sfoltire e a lucidare le foglie dell’albero, nessuno annaffia la pianta alle radici. Una delle radici costituzionali è proprio quella della Famiglia. Noi tutti dobbiamo promuovere, nei limiti delle nostre possibilità che si osservino «praticamente» questi principi, organizzando momenti di dibattito, di confronto civico, culturale e politico affinché questi principi, i nostri principi, in particolare quello della Famiglia, non rimanga un semplice termine, ma sia una realtà viva e operante affinché i giovani cittadini trovino già a casa loro il terreno fertile su cui piantare i semi della virtu’ civica.

2 commenti su “Potere al posto di buon governo. Famiglia dimenticata. Due riflessioni – di Danilo Campanella”

  1. Concordo in pieno. In Europa domina purtroppo da tempo la tendenza a esaltare ribelli e contestatori come eroi romantici (a prescindere dalle conseguenze delle loro azioni), considerando sterco chi tira onestamente la carretta.

  2. Confermo quello che e’ scritto, un gioco di potere dei governi, promettono leggi che loro pensano di cambiare le cose in bene, ma e’ solo il potere quello che vogliono, ormai guardano solo quello, un grosso guadagno, L’ Io umano, il loro fine ultimo e’ diventato quello, il lavoro, la bella vita, il vivere bene secondo il loro cammino terreno, un cammino orizzontale, non verticale per andare in cielo, pensano di fare leggi sulla famiglia, tante menti che pensano sulla riforma da fare, ma poi una volta approvata e messa in pratica, le famiglie si trovano peggio di prima, oramai la gente e’ in preda alla paura, il lavoro non c’e’, la gente si suicida nella perdita del lavoro, le nuove generazioni assorbono quello che vedono, dalle altre persone che danno cattivi esempi, ormai se non hai il cellulare con le cuffiette non sei dei loro, quando vado in giro per la metro, e recito il santo rosario lo devo nascondere in tasca, lo strano sono diventato io 🙁 non c’e’ piu’ fede nel Signore. non c’e’ piu’ la luce divina che illumina la gente, non si chiede piu’ aiuto nel Signore, ma l’ uomo oramai pensa di fare da solo e non si accorge che cammina nelle tenebre

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