Preghiamo San Giuda Taddeo per Charlie Gard – di Don Marcello Stanzione

di Don Marcello Stanzione

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Sono rimasto positivamente colpito dal fatto che i genitori di Charlie Gard gli hanno messo nella manina la medaglia effige di san Giuda Taddeo, considerato il Santo dei casi impossibili…. Il bambino di dieci mesi colpito da una malattia genetica rarissima è stato condannato a morte dalla corte d’appello inglese ma la sentenza non è stata ancora eseguita per l’interessamento mondiale dell’opinione pubblica di sentimenti cristiani. L’ospedale Vaticano del Bambin Gesù si è pure offerto di accogliere il neonato nella sua struttura di Roma.

San Giuda, soprannominato Taddeo, dall’aramaico “Thad”, che significa “dolce, misericordioso, benefico, amabile, generoso, magnanimo” era un apostolo, parente di Gesù. E’ anche chiamato “Lebbeo” (coraggioso). Marco lo chiama soltanto Taddeo (Mc 3,18). Figlio di Alfeo e di Maria detta Cleofa, genitori giusti e ferventi nell’osservanza della legge di Dio. Ebbe come fratelli: Giacomo, il minore, pure apostolo e primo vescovo di Gerusalemme. Testimoniò il Vangelo con il martirio. Giuseppe, soprannominato il “Giusto”, fu uno dei settantadue discepoli di Gesù. Simone, o Simeone secondo la forma semitica, che sarà il secondo vescovo di Gerusalemme. Morto martire in età molto avanzata. Maria Salome, la primogenita, sposa di Zebedeo e madre di S. Giacomo il Maggiore e S. Giovanni l’Evangelista.

La famiglia degli “Alfeo” abitava nell’alta Galilea nella piccola Nazareth, non distante dalla casa di Maria e di Giuseppe, padre putativo di Gesù ed artigiano di professione. Questa vicinanza e parentela diede modo a Giuda Taddeo di frequentare, fin dall’infanzia, la casa del cugino Gesù, diventando l’amico ed il confidente del Figlio di Dio: Cristo Signore. Ambedue crescevano accanto alla Vergine Maria. La vita di San Giuda Taddeo fu semplice e laboriosa. Coetaneo di età e di apostolato… Infatti fu uno dei primi a ricevere l’invito di essere “apostolo”. Però ebbe molti ostacoli dai fratelli e dallo stesso padre che non voleva che seguisse Gesù. Ma Giuda Taddeo, qualche mattina dopo, rompe gli indugi e va in cerca del Salvatore che parlava alla gente sulle rive del fiume Giordano. E’ tradizione che divenne apostolo nei primi giorni di marzo (luna di Adar). Animo generoso e fervente, soffrì molto per l’opposizione del padre e dei fratelli alla sua scelta personale; ma seguì senza tentennamenti con eroica fermezza la chiamata del Signore per tutta la vita.

Giovanni, nel suo Vangelo, menziona Giuda Taddeo precisando che non è l’Iscariota, nel riferire il discorso di addio di Gesù, allorché il Maestro fa una promessa misteriosa e permanente d’unità fra di Lui e gli Apostoli: “Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete” (14,18-19). Taddeo riflette su queste affermazioni e quasi tronca le parole sulle labbra di Gesù proponendogli una questione che lui non sa risolvere: “Gli disse Giuda, non l’Iscariota: Signore, com’è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?” (14,22). Gesù non può volgere uno sguardo di compiacenza al cugino, tuttavia lo scopre vittima della mentalità diffusa, la quale s’attendeva dal Messia una manifestazione grandiosa. Per Taddeo rimane un enigma tormentoso, anzi, un’amara delusione che Gesù voglia manifestarsi soltanto al minuscolo drappello dei dodici e non anche alle folle, che lo cercano, seguono, assediano ed ascoltano. Gesù non coglie l’obiezione, ma riprende il discorso interrotto e indirettamente dà una risposta, contrapponendo alle manifestazioni esteriori, quelle interiori che fioriscono nella profondità delle anime credenti. “Gesù gli (a Taddeo) rispose. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (14,23).

L’attività apostolica di Taddeo è velata dall’oscurità. Quante notizia vorremmo avere sull’attività dei singoli Apostoli, come l’abbiamo su Pietro e Paolo negli “Atti degli Apostoli”. Le vicende dei primi secoli e le persecuzioni però hanno distrutto o dissipato i documenti. I tre primi secoli della storia della Chiesa sono giustamente definiti “secoli muti”. Per Taddeo, poi, le notizie sono ancora più confuse a causa del facile scambio del nome con quello di Giuda Iscariota. I dati più sicuri si deducono dalla sua Lettera. Egli scrive a giudeo – cristiani, fra i quali ha predicato, e che non si trovano lontani dalla Palestina. Secondo informazioni fornite da Niceforo Callisto (XIII sec.), autore di una Storia Ecclesiastica, Taddeo avrebbe annunziato il Vangelo in Giudea, Samaria, Idumea, Siria e Mesopotamia, ed avrebbe subito il martirio ad Edessa. Sul suo martirio sono fiorite leggende: quella persiana lo ritiene caduto sotto una gragnuola di sassi e colpi di mazza. La versione è stata recepita nelle letture dell’antico Breviario. I resti gloriosi di Taddeo e Simone, martirizzato con  lui, furono più tardi traslati a Roma e collocati in una cappella laterale della basilica di S. Pietro. Non si può sottacere l’altra leggenda, curiosa e simpatica che la stessa monaca spagnola Eteria ricorda nelle Memorie del suo viaggio in Terra Santa del 350. Nell’antica città di Edessa (l’odierna Urfa in Turchia) regnò dal 4 a.C. all’anno 50 d.C. Abgar V, che avrebbe inviato a Gesù una lettera con la preghiera di andarlo a trovare per guarirlo. Gesù gli avrebbe risposto che, dopo la sua resurrezione, gli avrebbe mandato uno dei suoi apostoli. E così, più tardi, l’apostolo Taddeo si sarebbe recato ad Edessa. Ad ogni modo il successore del re, ossia Abgar IX , intorno all’anno 200, si convertì al cristianesimo, che proclamò religione ufficiale del regno. Che si sappia, è questo il primo caso di conversione di un sovrano regnante, centodieci anni prima di Costantino. Edessa divenne centro importante del cristianesimo siriaco, e là fu tradotta la Bibbia in siriaco.

La grande fiducia che l’apostolo Giuda infondeva negli ascoltatori e nelle persone che lo avvicinavano, i grandi miracoli e le conversioni gli meritarono, nella tradizione, il nome di “Apostolo della misericordiosa bontà” ed il titolo di “santo patrono delle cause difficili e disperate”. Il Signore volle glorificare il nome del Cugino Apostolo anche dopo la sua morte, con grandi grazie e prodigi concessi per sua intercessione. La Chiesa, fondata sugli apostoli, ha sempre venerato S. Giuda dal nome simile a quello del traditore ma vero apostolo e martire. Molti Santi furono devoti di S. Giuda Taddeo e ne ottennero valido aiuto. San Bernardo portò sempre con grande venerazione una reliquia di San Giuda e volle essere sepolto con essa sul cuore. S.Geltrude lo onorava ogni giorno con particolari preghiere e ne diffondeva la devozione. Si dice che il Signore in un’apparizione a S. Brigida di Svezia, quando la Santa si trovava in una grande necessità, le raccomandò di ricorrere all’intercessione del suo Cugino. Lo stesso San Giuda rivelò ad alcuni santi che Dio gli concesse una potenza particolare per i casi più difficili e disperati.

Il Papa Paolo V, con una Lettera del 22 settembre 1548, concesse l’indulgenza plenaria ai visitatori della tomba di S. Giuda Taddeo il giorno 28 ottobre, festa liturgica dei Santi Simone e Giuda. Il culto del nostro Santo si diffuse largamente nell’Asia Mediorientale, nell’Austria –  Ungheria, in America ma soprattutto in Polonia. Molte persone in Polonia portano come nome proprio Taddeusz. Il poeta polacco Mickiewicz ha intitolato la sua più celebre composizione Pan Taddeusz (Messer Taddeo).

Nell’iconografia San Giuda è sempre raffigurato insieme ai dodici apostoli, nonché in alcune scene della vita della Vergine Maria. Pochi sono i quadri e le statue del Santo Apostolo, come poche sono le chiese dedicate in suo onore. In Italia purtroppo il Santo è poco conosciuto e pregato. Carlo Magno, era un grande devoto di san Giuda ed ottenne dal papa di trasportare temporaneamente le spoglie del Santo a Tolosa in Francia, nella chiesa di San saturnino, celebre per lo stile e l’antichità. La Chiesa greca celebra la festa di san Giuda il 19 giugno, l’armena il 16 febbraio, la copta il 2 luglio, la chiesa romana lo festeggia il 28 ottobre insieme a San Simone Zelota. Gli orientali li festeggiano: Simone il 10 maggio e Giuda Taddeo il 19 giugno. La devozione popolare cristiana ha sempre attribuito al santo una “forza particolare” presso il Signore. Charlie Gard e la sua famiglia ne hanno proprio bisogno…

14 commenti su “Preghiamo San Giuda Taddeo per Charlie Gard – di Don Marcello Stanzione”

  1. Carla D'Agostino Ungaretti

    Anche io sono rimasta colpita e commossa nel vedere quella manina stringere la medaglietta di S. Giuda Taddeo. La speranza dei genitori così duramente colpiti non dovrebbe mai essere frustrata. Anche se in questo caso si parla di accanimento terapeutico che anche la dottrina sociale della Chiesa condanna, io credo che in certi casi l’accanimento, ammesso e non concesso che sia un peccato, sia un peccato molto veniale perché l’amore dei genitori è qualcosa che non può essere ostacolato, represso, racchiuso entro limiti. Solo loro possono scegliere accettando la volontà di Dio, qualunque essa sia.

    1. NESSUN ACCANIMENTO TERAPEUTICO, gentile Signora Ungaretti: l’alimentazione, l’idratazione e la respirazione artificiale NON sono accanimento terapeutico: se qualche prelato eretico o la conferenza episcopale inglese si sono pronunciati in modo diverso (e osceno), ciò non ci autorizza a credere che quella sia la dottrina sociale della Chiesa Cattolica: l’accanimento terapeutico riguarda soltanto misure CHIRURGICHE e FARMACOLOGICHE, quando si sa già che non serviranno ad allungare la vita al paziente o se la allungheranno di poco a prezzo di grandi sofferenze del paziente.
      Nel caso di Charlie, mantenerlo in vita non sarebbe accanimento terapeutico neppure se i suoi genitori fossero decisi a farlo morire al più presto (o era accanimento terapeutico anche l’alimentazione e l’idratazione che tenevano in vita Eluana Englaro?).
      Comunque forse ho frainteso le Sue parole, forse lei non voleva dire che C’E’ accanimento terapeutico ma solo che alcuni lo nominano…in questo caso mi scuso per la precisazione: l’ho fatta solo per fugare ogni dubbio.
      Con sincera stima,
      Diego

      1. Carla D'Agostino Ungaretti

        Caro amico Diego, la materia in questione è talmente confusa e controversa che io, forse ingenuamente, ci vedo l’opera del demonio. Anche io penso che ventilare, idratare e alimentare il paziente significhi solo farlo respirare, bere e mangiare come facciamo tutti, ma quando ho fatto questa obiezione a un conferenziere medico anestesista mi sono sentita domandare: “Ma lei saprebbe applicare tecnicamente e correttamente un sondino? NO, e oltretutto le sarebbe proibito dalla legge perché lei non è medico, così come solo solo l’odontoiatra può estrarre un dente cariato e solo il chirurgo sa come asportare un calcolo alla cistifellea. Quindi nel caso specifico ventilare, idratare e alimentare sarebbero atti prettamente medici e di accanimento terapeutico, perché non condurrebbero all’autonomia del paziente in queste funzioni e tanto meno a un migliorameno delle sue condizioni”. Che dire? Secondo me, neanche la Chiesa ci capisce qualcosa, perciò preghiamo tutti S. Giuda Taddeo. Ricambio la stima e la ringrazio. Carla

        1. Cara Signora Carla,
          non dobbiamo permettere a certi medici di mischiare le carte: lei giustamente ci ha visto l’opera del demonio, perché quel conferenziere poteva essere soltanto ispirato da Satana da quanto è stato astuto e nemico della vita…ma il diavolo è bravissimo a fare le pentole ma non i coperchi!
          Ci sarebbe stato da rispondergli così: a parte il fatto che non solo i medici sanno applicare sondini (lo sanno fare molti infermieri e parecchie persone non mediche addestrate a farlo), CHI SE NE FREGA SE LA LEGGE UMANA DICE CHE LO PUO’ FARE SOLO UN MEDICO? SE IO NE FOSSI IN GRADO E SE QUELLO FOSSE L’UNICO MODO PER SALVARE UNA VITA, IL SONDINO LO APPLICHEREI IO, LEGGE O NON LEGGE.
          Quel medico ha mischiato il diritto positivo a quello naturale: è stato molto astuto, DIABOLICAMENTE astuto ma, seguendo i suoi acattolici sofismi si arriva a questa conclusione: siccome, secondo la LEGGE ITALIANA il defibrillatore può essere usato solo da chi è abilitato a farlo, ne consegue che chi sa usarlo ma non ne è abilitato o ha l’abilitazione scaduta dovrebbe restare a guardare…

        2. …a guardare, mentre una persona in arresto cardiaco gli muore sotto gli occhi: in realtà è molto meglio essere dei fuorilegge e salvare una vita, piuttosto che seguire il diritto positivo e commettere una tale omissione…vengono prima le Leggi di Dio!
          Noi sappiamo che idratazione, nutrizione e ventilazione NON sono IN NESSUN CASO accanimento terapeutico: i sofismi e i mix fra diritto positivo e diritto naturale (in cui viene sempre fatto prevalere il primo) lasciamoli ai servi di Satana, anche se sono medici che si dichiarano cattolici.
          Tizi simili sono gli stessi “cattolici” che si battevano per la morte di Eluana ma il Magistero cattolico è chiarissimo: “Nell’imminenza di una morte inevitabile nonostante i mezzi usati, è lecito in coscienza prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, SENZA tuttavia interrompere le cure normali dovute all’ammalato in simili casi.”
          IDRATAZIONE, NUTRIZIONE e VENTILAZIONE sono normali cure dovute…inoltre Charlie non è in fin di vita.

          1. Carla D'Agostino Ungaretti

            Caro amico Diego, grazie ancora delle sue parole che mi hanno fatto capire come non dobbiamo intimidirci davanti all’arroganza laicista che spesso si spaccia per ossequiente alla dottrina della Chiesa finendo per confondere anche tanti preti. E’ infatti quello che è successo a me durante quella conferenza tenutasi nella mia parrocchia. Avrei voluto replicare, ma mi sono intimidita perché non mi sono sentita supportata da nessuno del pubblico, tutti parrocchiani che hanno applaudito calorosamente l’oratore. Vedo che ormai tutti, o quasi, finiscono per approvare l’eutanasia dicendo che in molti ospedali viene praticata surrettiziamente perciò nessuno se ne scandalizza più. Io non faccio che pregare il Signore perché ci illumini tutti ma vedo che il demonio prevale ovunque. Le rinnovo la mia stima. CARLA

          1. Carla D'Agostino Ungaretti

            Grazie anche a lei, Signora Claudia. Già conoscevo quegli articoli, ma repetita iuvant.

  2. Grazie. Si conosce così poco di tanti Santi. San Giuda Taddeo protegga Charlie, ché possa diventare testimone impavido del possibile della Fede, davanti all’impossibile della scienza!

  3. caro Don Marcello, il mio cognome è Taddeo,mi permetto di crogiolarmi…sapendo che porto il cognome di Questo grande Santo!
    Grazie Don Marcello ,per averci erudito sulla vita di San Giuda,intanto grazie alla Sua intercessione è stata al momento, sospesa la pena capitale per il piccolo Charlie.

  4. solo DIO è padrone della vita e della morte,quindi…NON esiste per chi ha fede in Dio, nessun accanimento terapeutico: chi ama non vorrebbe MAI far morire un suo caro,nel nome Dio, non potrebbe MAI farlo.punto
    La finestra di Overton si stà facendo strada,anche (qua) da alcuni commenti.,ahimè

  5. Se vede chiaramente la preghiera in inglese dell’Angelo Custode – Prayer to my Guardian Angel: “Angel of God my guardian dear to whom God’s love commits me here, ever this day be at my side, to light and guard to rule and guide. Amen ” (Angelo di Dio che sei mio custode …).
    Dear Charlie I’m praying – along with my family – for your battle. May Jesus, Mary and Joseph watch over and protect you along with your Guardian Angel and Saint Jude.

  6. Da anni sono devota di san Giuda Taddeo e ho la medaglietta. Ho fatto anche un pellegrinaggio per ottenere una grazia.
    Che gioia poterlo pregare per il piccolo Charlie!! Sì, il Signore lo ascolterà!!

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