Preti scandalosi e corale indignazione… ovvero… riflessione amara – di Belvecchio

di Belvecchio

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Nuove notizie e nuove reazioni indignate… sacrosante, beninteso, ma ecco che sorge spontanea anche la riflessione che qualche prete ligio, tutto canonica e chiesa, chiamerebbe “amaramente zelante”.

E la riflessione è che:  continuare a indignarsi perché in questa nuova Chiesa figlia del Vaticano II ne continuano a succedere di tutti i colori, è diventata una cosa quasi inutile, se non fosse che tanti fedeli continuano ad avere bisogno di rinnovati avvertimenti per guardarsi dai lupi travestiti da preti che ormai scorazzano indisturbati in questa selvaggia prateria che una volta era la terra dei cattolici.

L’ultima notizia viene dalla ex Julia Augusta Taurinorum sede episcopale di San Massimo (V secolo), che oggi si chiama Torino e che ultimamente è stata sede episcopale di quel Michele Pellegrino (1903-1986 – sessantotto) che, come dicono a Torino, più pellegrino di così non si può.

Uno dei preti cresciuti nell’allevamento sovversivo del Pellegrino, di bel buono decide di non recitare più a Messa il canonico Credo, perché, secondo lui, sarebbe un’inutile tiritera di cose poco comprensibili, e propone il canto di una fesseria che, secondo lui, in quanto comprensibile, farebbe capire ai fedeli che Dio è solo ed esclusivamente amore.

Come si fa a non essere d’accordo? Dopo quattro anni di catechesi bergogliana volta a mutare il Credo dei fedeli?

Ovviamente, se Dio è solo amore e misericordia, che senso ha ricordare che Cristo ritornerà a giudicare i vivi e i morti? Si capisce subito che si tratta di un anacronismo e che quindi occorre aggiornare il Credo perché i fedeli la smettano di pensare ad un Cristo giudice che darà ad ognuno il suo.
A dare ad ognuno il suo ci sta già pensando Bergoglio e tanto basta per smettere di recitare il Credo cattolico e incominciare a cantare fesserie magari tratte dai discorsi martiani del Papa argentino.

Tanti cattolici hanno alzato la voce e hanno gridato allo scandalo, auspicando l’intervento dell’autorità ecclesiastica, come se Bergoglio non fosse lui l’autorità ecclesiastica!
Quando s’è mai visto che l’autorità ecclesiastica intervenga contro se stessa?
E allora?
E allora non bisogna prendersela con quell’apostata di Chiaffredo Olivero che vanta cinquant’anni di Messa moderna e che non è ancora diventato protestante perché non gli conviene, visto che nella neochiesa conciliare è ancora uno che conta, seppure in negativo – il che è tutto dire -; e nella chiesa protestante verrebbe trattato per quello che è: un povero deviato da tenere lontano dai fedeli – i protestanti, nella loro eresia, sono più seri degli apostati cattolici della neochiesa conciliare.

Bisogna prendersela con chi si è fatto untore della peste dell’apostasia e la va disseminando in lungo e il largo, in basso e in alto, il terra e per l’áere aereo, cercando di convincere tutti che la verità è sbagliata e che è giusta solo l’improvvisazione parolaia, meglio se al cospetto dei fotografi e sotto i riflettori delle macchine da presa.

Bisogna prendersela con i prelati che hanno voluto che a capo della Chiesa ci fosse un demolitore della fede cattolica, per portare alle estreme conseguenze gli errori del Vaticano II e dar vita ad una nuova Chiesa quanto più distante è possibile dalla Chiesa di sempre, dalla Chiesa di Nostro Signore.

Bisogna prendersela con i prelati che per quattro anni hanno fatto finta che tutto andava bene e che bisognava solo correggere filialmente questo o quel punto poco ortodosso.

Bisogna prendersela con i fedeli laici che battono le mani alle “birichinate” dei vari Fredi che bestemmiano Cristo e la Sua Chiesa.

Tutto sbagliato, tutto da rifare?
No, tutto da buttare! Proprio tutto… perché nell’acqua sporca non c’è alcun bambino da salvare,  non c’è alcunché da preservare: perfino le poche cose accettabili sono infangate dall’errore ed è solo facendo tabula rasa che sarà possibile provare a tenere in vita il seme della verità!
E guai a supporre che un pugno di veri fedeli chierici e laici possano ripulire lo sporco accumulato in quarant’anni in questa neochiesa apostata che si fa chiamare ancora cattolica!
La vera Chiesa di Cristo non la si trova confusa in mezzo alle macerie della neochiesa conciliare, ma laddove si è riusciti a tenersi lontani dalle macerie provocate dal terremoto del Vaticano II e dai suoi demolitori.

Non esiste una Chiesa ufficiale che continua a rappresentare la Chiesa cattolica, esiste solo un agglomerato di Fredi che provano ad ingannare anche i pochi cattolici puliti che nonostante tutto continuano a tenersi in vita e in piedi in mezzo alle macerie e auspicano che i veri fedeli chierici e laici che si sono tenuti distanti dal terremoto continuino a mantenere le distanze in attesa di essere raggiunti dai ritardatari… e provvedano ad allontanare dal loro piccolo recinto i personaggi che sono stati sporcati dagli schizzi di fango provocati dalle macerie cadute nel pantano e ultimamente dalle pietre lanciate quasi giornalmente da Santa Marta.

Come nella neochiesa apostata è facile riconoscere chi resiste alla tormenta e rifiuta l’omologazione, così nel ridotto della vera fede e dei veri fedeli è facile riconoscere chi manifesta di essere attratto dalla tormenta e anela a raggiungere la palude dove ancora troneggia ingannevole il cartello: “chiesa cattolica”, messo apposta lì per nascondere la vera dicitura: “malabòlgia delle sabbie mobili”.

Chi resiste alla tormenta e rifiuta l’omologazione ha bisogno che rimanga intatto il ridotto della vera fede eretto provvidenzialmente da Mons. Lefebvre, e ha bisogno che tale ridotto rimanga raggiungibile per il suo rimanere isolato e distante dalla palude della neochiesa conciliare… e ha bisogno che dall’interno di tale ridotto si caccino via i novelli “Bernardi da Menzingen” che si recano in campo nemico per trattare la pace e consumano invece il tradimento.

Indigniamoci allora, ma di sacrosanta indignazione che miri a tagliare metaforicamente le teste…  perché è dalla testa che incomincia a puzzare il pesce; ed anche chi non ha più buon naso o è affetto da qualche sintomo dell’influenza modernista sente bene il lezzo che esala dal corpo marcio della neochiesa conciliare dove i vari Fredi possono guazzare e guizzare schizzando veleno da tutti i pori per sporcare i pochi rimasti veri fedeli di Cristo.

Indigniamoci non mugugnando, ma gridando ai quattro venti che non se ne può più di bergoglionate con annessi e connessi, vengano da Santa Marta o da qualunque altra parte del campo nemico…
Non si ingannino i giovani chierici che credono ancora nei cartelli di facciata… il campo nemico non è più la Chiesa di Cristo che dice di essere, ma la Sinagoga di Satana che in realtà è.

Zelo amaro! Oh! Sì! Amaro come il fiele, ma che sgorga spontaneo dal più profondo del cuore e impone che si rinnovi il monito di Chi, voce in Galilea, esclama tuonando: convertitevi e credete al Vangelo! (Mc 1, 15);

e impone che si ripeta l’avvertimento:

«Perché… tu combatta la buona battaglia con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l’hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede» (I Timoteo 1, 18-19);

e impone che si ripeta la raccomandazione:

«annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina.» (II Timoteo 4, 2);

e impone che si ripeta il consiglio:

«Dopo una o due ammonizioni sta’ lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stessa.» (Tito 3, 10-11).

Combattere la buona battaglia, ammonire, rimproverare, esortare, ma soprattutto stare lontano da chi è andato fuori strada e si è condannato da se stesso… che sia il fedele, il chierico, il vescovo, il cardinale o il papa!

Chi non se la sente di affondare il bisturi, tenga a mente che “il medico pietoso fa la piaga verminosa” e che ogni male si aggrava se non si ha la forza e la determinazione di estirparlo nonostante la cosa appaia dolorosa.

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fonte: UnaVox

3 commenti su “Preti scandalosi e corale indignazione… ovvero… riflessione amara – di Belvecchio”

  1. Concordo in pieno, soprattutto sull’ultimo grassetto. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Un cattolico che non vuol saperne di riconoscere l’apostasia della neochiesa o è in mala fede, o è un idiota totale. Ed in entrambi i casi è bene non averlo tra i piedi!

  2. Alberto Giovanardi

    Gli amici cattolici che casualmente leggono le mie modeste note non me ne vogliano se mi permetto di tessere un sincero, convinto, caloroso, entusiasta e incondizionato elogio di Bergoglio. E’ infatti per me motivo di profondo orgoglio (la rima è casuale) avere la soddisfazione, la gioia, il vanto, l’onore e il privilegio di essere coevo di questo grandissimo interprete, che lascerà una traccia indelebile nella storia dello spettacolo mondiale (anche se dobbiamo prendere atto di qualche suo recente infortunio professionale come la buffonata malriuscita delle nozze fasulle a bordo dell’aereo in volo). Protagonista infaticabile e versatile di farse, commedie, drammi e tragedie, nessun altro attore sarebbe mai riuscito come lui ad entrare in modo così convinto e convincente nel difficile personaggio di Pontefice di Santa romana Chiesa, ruolo da lui interpretato, spesso improvvisando, con tale maestria da indurre il pubblico -specie quello più ingenuo e credulone- a scambiarlo per un Pontefice vero. Ma al tempo stesso dobbiamo riconoscere che una parte significativa del merito di questo travolgente successo è da attribuirsi al suo scopritore e impresario, che lo ispira e lo guida nell’ombra e che nessuno ha mai conosciuto di persona: di questo essere misterioso, noto anche come “Principe delle tenebre” (che non è detto non possa accogliere il nostro beniamino alla fine della sua gloriosa carriera) si sa soltanto che vive, in compagnia di una moltitudine di ospiti non sempre felici, in una metropoli sotterranea caratterizzata da elevata temperatura ambientale e completa mancanza di ossigeno.

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