Pulsate et aperietur vobis. Da Gaviserri, cronaca di un miracolo – di Pucci Cipriani

“(questi) parroci, anche quelli con il cuore tenero, hanno le ossa dure e per questo la Chiesa di Cristo che grava sulle loro spalle resiste a tutte le bufere” – (Giovannino Guareschi in “Don Camillo e don Chichì”)

di Pucci Cipriani

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zzzzgvsrrRicordate il mio “pezzo” di due settimane fa allorché parlai di don Isio Cecchini, il soldato fedele alla Tradizione e alla Fede di sempre, sentinella vigile sui monti aspri della Toscana (clicca qui per leggerlo)?

Sì, è un pezzo di paradiso sui monti della mia Toscana, tra quelle montagne dove una piccolissima chiesetta si erge a baluardo della Fede ed è il centro vivo di una altrettanto piccolissima parrocchia che conta ventiquattro anime ed è estesa per circa trenta chilometri di foresta…e qui l’inverno dura nove mesi: a settembre si comincia ad accendere il fuoco e quando inizia a cadere la neve il paesaggio si trasforma e diventa come una di quelle cartoline natalizie di un tempo, piene di lustrini, dove la neve vien dipinta col bianco e con il celeste.

Sono stati “censiti” (a fronte di ventiquattro anime) oltre quattrocento caprioli che bramiscono, insieme ai cervi, nella notte, affamati, e sembran così rispondere al grufolar dei cinghiali e all’abbaiare della volpe che, sventolando la sua bella coda, proprio ieri ci ha, tranquillamente, attraversato la strada…

Ormai a Gaviserri ci son soltanto ventiquattro testimoni di un tempo, per lo più anziani, ai quali il buon priore, insieme ai Sacramenti, porta anche la ricotta e il formaggio di capra e loro contraccambiano, felici, con quei loro prodotti della terra: i pomodori, le patate, l’insalata… A coltivar la terra sembra rimasto soltanto don Isio Cecchini che se ne va nel campo, all’alba, insieme alla Peppa, la ciuca fedele che, a sera, con il padrone, torna carica di legna.

Ma quello dei campi non è il lavoro più duro: don Isio, infatti, più che la terra vuol dissodare gli animi della sua gente che, nei giorni di festa, richiamata dal suono delle campane, accorre in questo angolo di paradiso da Stia, Pratovecchio, Bibbiena, Poppi, insomma da tutti quei posti del Casentino immortalati da Emma Perodi nelle sue “Novelle della nonna”.

E ieri il pievano ha parlato con il cuore in mano:

 “Entrerà nelle scuole l’ideologia del gender…per ribaltare tutto, infatti la Sacra Scrittura parla con precisione: Iddio creò l’uomo e la donna…Ora invece dicono che uno deciderà, poi, se essere uomo e donna…sono cose sconvolgenti, affidare i bambini a queste persone che ne uccideranno la purezza, alla scuola di Stato : io sono pronto perfino a lasciare il lavoro dei campi e a dedicarmi completamente, in queste stanze della canonica, all’educazione dei bambini, a formare una scuola cattolica…”

Parole, che son giunte dirette al cuore dei fedeli, e che hanno commosso e scosso a un tempo il giovane Gabriele, il diciottenne liturgista toscano della Tradizione, che, in talare, ha voluto mettersi, insieme ai piccoli chierichetti, al fianco del sacerdote celebrante quella Messa dei Santi, dei Martiri, dei Confessori della Fede: la Messa in rito romano antico, la Messa di sempre e di tutti. Sì, e proprio Gabriele, il nostro fedele collaboratore, colpito dalle parole del parroco, e sdegnato per questa nuova legge infame, contro natura, dei nostri politici, nel ritorno a casa, dal Casentino al Mugello,  ha fatto come i Longobardi nel Coro de l’Adelchi che : “di terra passarono in terra cantando giulive canzoni di guerra…”

Quando don Isio ha salutato i fedeli mi tornavano alla mente i versi pascoliani:

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Tutti e tutto il buon piovano

benedice santamente,

anche il loglio, là, nel grano,

qua, ne’ fiori, anche il serpente.

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Ogni ramo, ogni uccellino

sì del bosco sì del tetto,

nel passare ha benedetto;

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anche il falco, anche il falchetto

nero in mezzo al ciel turchino…

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A sera, quando siam partiti, e le prime ombre della notte calavano sulla chiesetta, il silenzio sembrava davvero “sovrumano”, insomma una sorta di fortezza “Bastiani” in mezzo al deserto…ma il parroco non è mai solo perché al suo fianco c’è il Cristo, contento di questo suo soldato, che lo accompagna e lo sostiene : e a fianco di don Isio Cecchini, il prete montanaro, anche l’altro giorno c’era Gesù quando, tristemente , è andato a dare quella benedizione – ricordate?- al bambino di pochi mesi che da tempo – e i medici del Majer sembrava non ci capissero nulla – stava male, malissimo, e andava avanti ad antibiotici e cortisone.

I genitori di Cristian (questo il nome del ragazzo malato) molto giovani, che insieme a tre bambini – qui le famiglie che fanno figli “come conigli” sono benedette da Dio –  hanno ricevuto anche il dono della Fede, come il centurione, avevano chiamato don Isio per una benedizione e il loro parroco era andato, con a fianco Cristo, e aveva pronunziato quella formula antica:

“O Signore Dio nostro, il cui figlio Gesù Cristo con amore di predilezione ha accolto e benedetto i fanciulli  stendi la tua mano su Cristian precocemente provato dalla malattia, rendilo sano e salvo alla famiglia e alla Chiesa, perché possa renderti grazie e cantare le tue lodi”

E ieri mattina, insieme alle voci bianche dei chierichetti, che facevano il “controcanto” alla laude finale alla Madonna, si è aggiunto, anche un vagito: era Cristian, in braccio al papà e alla mamma, completamente guarito dopo la benedizione, che “rendeva grazie” e “cantava le lodi a Dio”… in quella chiesetta piccola come un fazzoletto.

13 commenti su “Pulsate et aperietur vobis. Da Gaviserri, cronaca di un miracolo – di Pucci Cipriani”

    1. Io albergai a Bibbiena al Borgo Antico un alberghetto tenuto da una famiglia gentilissima dove mi trovai benissimo ma ora ho visto che ha cambiato gestione. Della nuova non so ma da quello che ho letto mi pare buona. Purtroppo all’epoca non sapevo di questa chiesetta.

  1. Le persone, il prete, il luogo sono incredibili!!!!!
    Sembra la descrizione di un sogno…..!!!!
    Ringrazio tantissimo come Paola e come TOSCANA……

  2. Sì. occorre una scuola cattolica, fatta in casa e/o in canonica, che non ambisca mai diventar paritaria. Bisogna unirsi, rendersi disponibili, aiutarsi a vicenda. Difendere i piccoli.

    1. Articolo meraviglioso.
      Il posto mi sembra quello di un’ antica cartolina di Natale che conservo sin dall’infanzia:”la notte di Natale” e che mi vado a guardare per rivedere il tempo che fu.

  3. Davvero tutto commovente, soprattutto il finale in cui la notizia della guarigione del bimbo per il quale anche noi abbiamo pregato, ci riempie di gioia e di riconoscenza verso il Signore che tutto dona a chi spera e chiede con fede. E’ stupendo leggere racconti come questo che non nascono dalla fantasia di un autore, ma testimoniano la vita vera e la sua bellezza e dimostrano, se ancora ve ne fosse bisogno, che quel famoso centuplo è proprio vero che è possibile riceverlo anche quaggiù.

    1. Angelo Augusto Muscas

      Mi associo con tutto il cuore ai commenti che precedono: non sono in grado di aggiungere nulla di mio, se non l’espressione di una immensa pace e serenita’ che la lettura ha infuso nella mia anima. Ancora grazie di cuore! Sia lodato Gesu’ Cristo. Augusto

  4. Bellissimo racconto! Ringraziamo il Signore che sempre ci dimostra il suo infinito amore.
    Io questa mattina ho partecipato nella Cattedrale di Bologna alle esequie del cardinale Giacomo Biffi. Mi veniva sempre alla mente il commento teologico che lui ha scritto sul libro di Pinocchio: quella fiaba bellissima che la penna del cardinale Biffi ha fatto diventare uno splendido insegnamento di vera dottrina cattolica!!! Deo gratias. (Scusate se sono andata fuori tema…)

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