Quando i valdesi tentarono di uccidere San Giovanni Bosco. Intervista a Cristina Siccardi

zzzzppvldsÈ recentissima la visita di Bergoglio nel tempio valdese di Torino. In questa occasione il Vescovo di Roma, proseguendo in una tradizione purtroppo non da lui inaugurata, si è premurato di chiedere perdono ai valdesi, e ha usato toni quanto mai accorati.  “Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!“. È interessante notare che tanta umiltà non ha scosso il sig. Eugenio Bernardini, “moderatore della tavola valdese”, che ha espresso la sua stizza per la definizione che il Concilio ha riservato ai valdesi “comunità e non chiesa”. Perché non chiesa, si è chiesto il moderatore? Questa reazione è già molto significativa. (Di tutto ciò potete leggere cliccando qui).

Non ci interessa qui commentare la visita di Bergoglio e i modi che l’hanno contraddistinta. È infatti così evidente l’assurdità di una visita in un “tempio” di seguaci di una falsa religione, comprensibile solo se fatta per ammonirli e convertirli alla vera Fede, che non val la pena parlarne.

Piuttosto c’è altro nella storia dei valdesi, che val la pena approfondire, per conoscere meglio costoro: i tentativi di uccidere San Giovanni Bosco.

Per saperne di più abbiamo chiesto un’intervista a Cristina Siccardi, scrittrice ben nota e giustamente apprezzata. Cristina Siccardi, che ha al suo attivo 56 titoli, molti dei quali tradotti anche all’estero, ha pubblicato nel 2013, con “La Fontana di Siloe” (gruppo Lindau) “Don Bosco mistico. Una vita tra cielo e terra”, un libro che in poco tempo si è affermato come la biografia più documentata e più attendibile sul grande Santo piemontese.

PD

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D. Cara Dottoressa Siccardi, anzitutto le chiederemmo di spiegarci chi erano – e chi sono – i valdesi e quale sia stato, o sia tuttora, il loro peso nella vita politica locale.

R. I valdesi nascono da un movimento eretico fondato da un mercante francese, Valdo di Lione, noto anche come Pietro Valdo (Lione, 1140 – 1206 circa), conosciuto all’epoca, in latino, come Valdesius o Valdes.

zzzzdbscsccrdAscoltando un menestrello che cantava la vita di sant’Alessio, decise di approfondire lo studio della Bibbia; non conoscendo però il latino, si fece tradurre i Vangeli e altri scritti biblici in francese. Leggendo le parole rivolte da Gesù al giovane ricco: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19, 21), decise, nel 1173, di abbandonare la moglie (alla quale lasciò i beni immobili), far accogliere le figlie nel monastero di Fontevrault e dare le sue ricchezze ai poveri. Poi si circondò di un gruppo di seguaci con i quali, fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, andava in giro a predicare il messaggio evangelico; ben presto il gruppo fu identificato con l’espressione “Poveri di Lione”. La loro predicazione si svolse all’interno dell’ “ortodossia” romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo cataro. La fedeltà al Papa di Roma da parte del movimento valdese in questi anni è testimoniata dalla ricerca di approvazione ecclesiastica nel 1179, in occasione del terzo Concilio Lateranense: essi si recarono a Roma, dove incontrarono il Pontefice Alessandro III, il quale dimostrò apprezzamento per il loro proposito di vivere in maniera povera e conforme al dettato evangelico, ma non concesse loro di predicare la Parola, non essendo sacerdoti e, inoltre, svolgendo una lettura diretta (senza intermediazione ecclesiastica) e personale della Bibbia.

Tuttavia Valdo, insieme ai suoi seguaci, continuò a diffondere l’insegnamento cristiano nonostante il divieto pontificio. Nel 1180 venne convocato dal Cardinale Enrico di Marcy, vescovo di Albano, in un sinodo a Lione, nel quale Valdo e i suoi seguaci dichiararono la loro ortodossia e al contempo esposero quelli che consideravano gli errori dei catari. Nonostante ciò, la predicazione da parte dei laici e delle donne e la lettura individuale della Bibbia erano aspetti considerati inaccettabili dalla Chiesa romana, consapevole del fatto che ammettere tale innovazione avrebbe significato dare il via ad un processo di trasformazione dagli esiti imprevedibili.

Tutto questo era stato ben compreso da Walter Map, rappresentante di re Enrico II Plantageneto al concilio lateranense del 1179, che a proposito dei valdesi aveva scritto:

«Costoro mai hanno dimore stabili, se ne vanno due a due a piedi nudi, vestiti di lana, nulla possedendo, ma mettendo tutto in comune come gli apostoli, seguendo nudi il Cristo nudo. Iniziano ora in modo umilissimo, perché stentano a muovere il piede; ma qualora li ammettessimo, ne saremmo cacciati» (Walter Map, De nugis curialium, Clarendon Press, Oxford, 1983, p. 126).

Nel 1184 a Verona, con la bolla Ad abolendam, papa Lucio III scomunicò una serie di movimenti ritenuti ereticali anche molto diversi tra loro, tra cui i poveri di Lione, i valdesi. La motivazione per tale scomunica rimase la presunzione dei valdesi a voler predicare in pubblico. Nonostante la condanna papale il movimento valdese continuò la sua espansione verso il Mezzogiorno di Francia e l’Italia (Piemonte, Lombardia, Puglia e Calabria), giungendo anche in alcune regioni della Germania, in Svizzera, in Austria, Spagna, Ungheria, Polonia e Boemia. Nel 1979 si sigla il patto di integrazione tra metodisti e valdesi in un’unica comunità confessionale.

Il peso dei valdesi, pur essendo un numero esiguo nel mondo (al 31 dicembre 2010 si contano 25.693 fedeli in Italia, gran parte dei quali nelle valli valdesi e in alcune comunità di lingua italiana nelle maggiori città della Svizzera e circa 13.000 in Argentina e Uruguay), è notevole in Italia: essi sono dallo Stato laico molto considerati a motivo del loro progressismo sociale, del loro sostegno per la laicità dello Stato e per le questioni etiche: sono rimasti pauperisti, con un’impostazione politica di matrice comunista e con forti simpatie radicali: si pensi al loro pensiero favorevole su contraccezione, aborto, eutanasia, testamento biologico (i cui registri, in diverse città, sono gestiti proprio dai valdesi).

Il loro impegno politico è sempre stato forte: hanno partecipato attivamente al Risorgimento e alla Resistenza. Da sempre i loro esponenti, fra i quali spesso anche pastori (come Tullio Vinay, Lino De Benetti, Domenico Maselli) sono stati eletti al Parlamento italiano. Attualmente sono membri della Chiesa evangelica valdese due ex ministri (Valdo Spini e Paolo Ferrero), un ex presidente di regione (Riccardo Illy), un ex deputato (Domenico Maselli), un senatore (Lucio Malan), un deputato (Luigi Lacquaniti), un sindaco di città capoluogo di provincia (Rosario Olivo), alcuni consiglieri regionali e l’eurodeputato Niccolò Rinaldi.

Il sinodo valdese, a larga maggioranza, ha deliberato in favore della benedizione delle coppie omosessuali, approvata da un ordine del giorno del 26 agosto 2010 e ciò è stato confermato nel corso del Sinodo del 2011. Non solo i valdesi si impegnano nella campagna contro la cosiddetta «omofobia», ma supportano anche la comunità LGBT. Il dibattito sul tema dell’omosessualità avviene anche tramite la R.E.F.O. (Rete Evangelica Fede e Omosessualità) e l’ «Associazione Fiumi d’acqua viva – Evangelici su fede e omosessualità».

D. Cosa c’è di vero nei tanti tentativi di uccidere Don Bosco e quale fu il movente di questi crimini?

R. San Giovanni Bosco fu oggetto di diversi attentati dai quali si salvò grazie o all’intervento delle sue «guardie del corpo» (i suoi giovani) o della Divina Provvidenza. Oltre ai massoni anche i valdesi auspicavano la sua morte, perché egli con le sue celebri Letture Cattoliche, con le sue conferenze e con i suoi oratori che di anno in anno crescevano di numero era considerato un acerrimo nemico da odiare e da abbattere. Ed ecco, quindi, che gli spararono, lo bastonarono, cercarono di avvelenarlo, di accoltellarlo…

D. Nelle numerose e più o meno romanzate biografie di Don Bosco si raccontano questi fatti? e come se ne parla?

R. Da cinquant’anni a questa parte, ovvero da quando la Chiesa cattolica ha deciso, dopo il Concilio Vaticano II, di aprire le porte a tutti, di dialogare con tutti, di non condannare più gli errori, di sviluppare un disegno ecumenico fra religioni diverse ed opposte fra di loro, nelle biografie sul paladino dell’ortodossia cattolica quale fu San Giovanni Bosco (Padre e Maestro dei giovani, ma anche formatore di migliaia di sacerdoti Salesiani e non), l’aspetto degli attentati per mano dei valdesi e dei liberal-massoni è stato taciuto. Sappiamo, invece, per certo, che quei fatti avvennero grazie alla prima biografia monumentale: XIX volumi compilati da tre salesiani. Don Giovanni Battista Lemoyne SDB (1839-1916) scrisse i primi nove allo scopo di documentare tutto il percorso del fondatore e di impedire futuri oblii e/o travisamenti. Morì prima di completare l’opera che venne arricchita di altri dieci volumi, realizzati sulla base della vastissima documentazione raccolta dallo stesso don Lemoyne e da don Gioacchino Berto. Preziosa, indubbiamente, risulta essere anche l’autobiografia di don Bosco, Memorie dell’Oratorio. I XIX volumi e quest’ultima opera sono state le principali fonti del lavoro che ho svolto per realizzare Don Bosco mistico. Una vita tra Cielo e terra. Lemoyne morì il 14 settembre 1916 mentre era in corso di stampa il IX volume. Il suo compito di redigere le Memorie biografiche venne ereditato dai Salesiani don Angelo Amadei (1868-1945) , che scrisse il X volume e don Eugenio Ceria (1870-1957) , autore dei restanti nove. Nella letteratura agiografica la monumentale opera è un unicum, per vastità di documentazione e rigoroso spirito cronachistico.

D. Le autorità del regno (polizia, magistratura) cosa fecero per proteggere Don Bosco? E lui stesso, come reagì?

R. Polizia e magistratura non fecero proprio nulla. Don Bosco era affiancato da Maria Ausiliatrice e dalla Divina Provvidenza e con questa “scorta” proseguì la sua immensa missione. Ecco quindi l’opera dei suoi giovani: egli girava di sera o in luoghi a lui sospetti insieme ad un gruppo di ragazzi fra i più fidati e robusti, i quali intervenivano al bisogno; ma quando, per diverse ragioni, essi non erano presenti, arrivava “il Grigio”, ovvero un cane grandissimo e feroce, con il manto grigio, da qui il nome che gli venne dato. Nessuno seppe mai da dove veniva e dove poi scompariva dopo aver compiuto la sua opera di salvataggio nei confronti di Don Bosco. Tutti all’Oratorio di Valdocco videro «il Grigio» e ne lasciarono testimonianza. Se gli si offriva del cibo o dell’acqua il cane non ne voleva. Fu l’angelo custode di Don Bosco.

D. E l’autorità religiosa? Intervenne a difesa del suo sacerdote?

R. Non si hanno informazioni al riguardo. Francamente sono giunta a questa conclusione: Don Bosco riuscì a rimanere in vita, nonostante tanto odio, e a portare a termine i suoi progetti perché essi coincidevano perfettamente con quelli di Dio. Fu proprio Maria Santissima a sostenerlo, a guidarlo, a difenderlo, fino alla fine dei suoi giorni.

zzzzconversionediunavaldeseD. E infine l’opinione pubblica – se non sbaglio Don Bosco era molto popolare – come reagì?

R. L’opinione pubblica? Vedendo che Don Bosco compiva miracoli, ovvero fondava oratori, scuole, innalzava chiese, apriva tipografie e laboratori professionali, guariva le persone fisicamente e spiritualmente, aveva i doni della bilocazione, della levitazione, moltiplicava il cibo quando era insufficiente per sfamare tutti i suoi ragazzi e moltiplicava addirittura le ostie; giunse persino a resuscitare uno dei suoi giovani, ebbene, la gente, anche di fronte ad un sacerdote che continuava a vivere nonostante lo volessero uccidere a tutti i costi, prese a stimarlo, ad ammirarlo, ad amarlo sempre più, considerandolo già in vita un gigante di Santità.

D. Un’ultima domanda: secondo lei, che insegnamento possiamo trarre da questa vicenda così drammatica della vita di Don Bosco?

R. Possiamo trarre un utile ammaestramento, che giunge dalle parole di San Paolo: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8, 31). Tutto un feroce mondo fu contro Don Giovanni Bosco, fatto di valdesi, di liberali, di massoni, tuttavia quel mondo nulla poté contro di lui. Don Bosco è la dimostrazione vivente che la vera fede di un solo uomo è sufficiente per incidere nella storia e per portare la salvezza a migliaia e migliaia di anime. Inoltre il suo insegnamento contro l’eresia valdese continua ad essere valido e veritiero: egli stesso convertì molti eredi di Valdo. Bellissimo il suo accorato appello, presente nel suo libro Conversione di una valdese (edito da Amicizia Cristiana):

«Protestanti valdesi, e voi tutti che vivete separati dalla Chiesa Cattolica, aprite gli occhi sopra l’immenso abisso che vi sta aperto finché vivete separati dalla vera religione: la Chiesa Cattolica qual madre pietosa vi stende amorosa le braccia: venite e ritornate a quella religione che fu pure per mille e cinquecento anni la religione de’ padri vostri; venite e rientrate nell’ovile di Gesù Cristo […] e faremo un cuor solo ed un’anima sola; ed io a nome di Dio posso assicurarvi che tutti i cattolici vi tenderanno amorose le braccia per accogliervi con gioia, e canteranno a Dio inni di gloria nel vedere avverate le parole di Gesù Cristo: Si farà un solo ovile, ed un sol pastore, et fiet unum ovile, et unus pastor» (p. 107).

25 commenti su “Quando i valdesi tentarono di uccidere San Giovanni Bosco. Intervista a Cristina Siccardi”

  1. Lucio Malan oltre ad essere senatore di Forza Italia (e sabato era a Piazza San Giovanni) è il capo di una corrente minoritaria di Valdesi conservatori (“Sentieri Antichi Valdesi”, si chiama tale gruppo). Come gli altri (anzi, più degli altri) sono seguaci del Calvinismo (cui i Valdesi aderirono alla fine del XVI Secolo), però, si oppongono alle derive progressiste in materia di morale. Sono contro contraccezione, aborto, eutanasia, testamento biologico.

  2. Come è possibile passare oltre le dolcissime parole di don Bosco, veramente “ecumeniche” in quanto fatte di Verità evangelica, per arrampicarsi in sentieri impervi e in bilico sull’abisso? Possono compiacere la “voglia di avventura” di qualche pastore, ma lasciano nello sconforto e nella confusione il gregge e non aiutano neanche le pecore disperse. Il pastore non è un avventuriero, è un incaricato da Dio di custodire il gregge! Altrimenti cambi lavoro. Com’è possibile non usare neanche la “correzione fraterna” sui temi più sensibili. Fin da piccolo, passando accanto alla bacheca di un piccolo tempio evangelico, potevo scandalizzarmi a vedere come sempre “remavano contro” la sana dottrina e la morale scomoda della Chiesa, solo per il gusto di compiacere il mondo e far dispetto al Papa, ricopiando pari pari (allora) l’Unità.

  3. dopo il Concilio Vaticano II dialogare con tutti, di non condannare più gli errori. Adesso chiediamo scusa.
    Ok, siamo pronti per essere invasi.

    1. Sono d’accordo, soprattutto su: “non condannare più gli errori”.
      Quindi è verissimo, siamo pronti per essere invasi…

  4. E’ il discorso dell’ “ospitalità eucaristica” di cui,nell’incontro col papa ha parlato il pastore Bernardini,che non riesco a concepire. Ma come può darsi la possibilità a valdesi e cattolici di comunicarsi in ambedue le liturgie senza considerare l’assurdità di un gesto che,considerando l’interpretazione totalmente diversa dell’Eucaristia (Corpo, Sangue, Anima e Divinità di NSGS per i cattolici e puro ricordo dell’ultima cena per i valdesi) non solo è insignificante sia per il cattolico che per il valdese, ma produce anche un sacrilegio da ambo le parti: nel cattolico perché oltraggia il sacramento della S. Comunione,nel valdese perché al sacramento si accosta indegnamente. Anzi, direi che consentire ciò da parte cattolica è un doppio peccato mortale e una terribile offesa al Signore, dato gratuitamente in pasto a chi non crede alla sua presenza nell’ostia che riceve. E ciò che più allibisce è la contentezza di Bergoglio che sottolinea con enfasi: “Tutti aneliamo all’unità della mensa eucaristica”

    1. Siamo in piena e galoppante eresia, cara signora. È una situazione talmente grave che pare uscita dalla penna di un romanziere di basso livello.
      La parola magica è “ospitalità” (o “accoglienza”, che è lo stesso). Tu arrivi senza passaporto, intenzionato ad accomodarti a tavola e, se musulmano, ad affermare l’unicità dell’Islam con i coltelli e le bombe; io “aggiungo un posto a tavola, e sposto un po’ la seggiola” (ricorda?). Solo che la “tavola” non è MIA, né NOSTRA, ma è l’Altare di Dio Vivente, e ai piedi della “tavola” si mangia Carne e Sangue

    2. Mi scusi. Lei non ha visto mai, atti di mancato rispetto ed adorazione dovuti al Corpo, Sangue ed Anima di N.S.G.C. durante la Liturgia domenicale o feriale, nelle nostre chiese stesse? L’abusivo protagonismo dei ministri straordinari che, di fatto, son diventati più che ordinari? Le file interminabili di comunicandi e neanche l’impronta di penitenti? I confessionali ridotti ad un intrico di ragnatele, tanto negletto è ormai il sacramento della confessione? Sarò uomo di poca fede, ma ciò che sta avvenendo ora non è che la logica conseguenza di un cinquantennio difficile. Spero di sbagliarmi.

  5. Scusate l’ignoranza, pongo una domanda senza alcuna retorica ma proprio per mia ignoranza. Per cosa il Papa si è sentito in dovere di chiedere perdono?

    1. Credo per il fatto che non è ancora riuscito a distruggere del tutto ogni residua traccia di cattolicità dalla ormai ex Chiesa Cattolica. Ottimi i risultati sinora conseguiti (dal suo punto di vista) ma il lavoro non è ancora completato: una volta terminatolo (mi sembra il Terminetor dei films con Schwazneger) potrà ritirarsi a vita privata anche lui, seguendo l’esempio del suo predecessore, e godersi lo spettacolo delle rovine che avrà lasciato dietro di sé. Spero solo che Maria Ausiliatrice glie lo impedisca : ha vinto a Roncisvalle, a Lepanto, a Chestochoiwa, a Vienna, non avrà alcuna difficoltà a vincere anche questa volta, sbaragliando questi infiltrati che si sono impossessati della Chiesa del Suo Divin Figlio.
      O Maria, sine labe originali concepta, ora pro nobis, amen.

      1. A Belgrado, a Lepanto, a Vienna vinse sì Maria Ausiliatrice, ma ebbe dei veri credenti che, confidando nel Suo Soccorso, misero a repentaglio la propria vita. Ora?

  6. Annarosa Berselli

    Se non vado errando, furono i Savoia a perseguitare i Valdesi, almeno fino a Carlo Alberto, non la Chiesa…..
    I Savoia agirono per motivi più politici che religiosi…..

  7. La Chiesa istituzionale ormai chiede scusa per ogni fatto del passato, senza tenere conto che ogni atteggiamento e ogni decisione del passato va inquadrata nel tempo e nelle condizioni precise del tempo in cui sono avvenute. Che senso ha chiedere scusa oggi per fatti che non si sono vissuti direttamente? Che senso ha chiedere scusa a persone che non c’erano neppure? Che senso ha oggi, ad esempio, chiedere scusa per le Crociate di un tempo? Di quel tempo? Non capisco, ma secondo me sono scuse mal poste.
    Tale è l’ansia odierna di chiedere scusa a tutti, che la Chiesa istituzionale pare avere voglia di chiedere scusa in anticipo anche a quelle categorie suscettibili di sue possibili discriminazioni, come sodomiti, transgender, e chissà che altri. Tanto le scuse non cancellano i fatti del passato. Semmai, si possono cercare di capire le ragioni del passato, e anche affermare quelle del presente. Peggio di tutto è non capire il presente che si fa Storia e le tremende omissioni che lo caratterizzano.

  8. A nome del movimento “Sentieri Antichi Valdesi”, voglio precisare che Lucio Malan non è “il nostro capo”, ma solo uno dei nostri fondatori. E’ vero che siamo calvinisti perché la Confessione di fede valdese a cui facciamo riferimento identitario lo è. Per comprendere il significato del termine vedasi il nostro sito web http://www.riforma.net/sav Non èi questione di essere “più o meno calvinisti” perché la chiesa valdese ufficiale se ne è allontana di molto abbracciando piuttosto il neo-liberalismo con un approccio critico e revisionista alle Sacre Scritture che ne pregiudica l’autorità.

  9. Desidero inviare una domanda alla dottoressa Siccardi relativa ai Valdesi. Proprio oggi, ai microfoni di RAI UNO, programmi per la sede regionale del Friuli Venezia Giulia, c’è stato un intervento di tale don Pierluigi Di Piazza, ben conosciuto come “prete di frontiera” e del pastore della chiesa valdese di Trieste Ruggero Marchetti. Il Marchetti, in diretta, senza introduzioni particolari, affermava ad ascoltatori come il sottoscritto, ovvero sprovvisti di “antidoti” e o conoscenze storiche precise, che la strage dei valdesi di Guardia Piemontese, avvenuta nel 1561, ebbe come mandante un nientemeno che un domenicano, appartenente all’Inquisizione, divenuto addirittura Papa e santo, San Pio V. Il signor Marchetti ha quindi fatto passare la Chiesa Cattolica e il Papa san Pio V, come carnefici di innocenti che non avrebbero avuto colpa alcuna se non quella d’essere valdesi. Abbiamo bisogno di lumi perché questo Papa (Bergoglio) sta contribuendo alla confusione tra i fedeli. Grazie.

    1. E cosa ha detto l’onniscente Di Piazza, di professione presenzialista , nonché principale co-autore delle vergognose lettere di natale, che di cattolico non hanno nulla?

    2. Caro Giovanni, dia retta a me, non lo ascolti e non lo guardi, l’uomo biancovestito di Santa Marta, vedrà che ne gioverà la sua salute, la sua pressione arteriosa, il colesterolo, l’umore, ecc. Un consiglio: mai la TV ai pasti, ti fanno andare i bocconi di traverso (tanto sono tutte notizie filomassoniche, filopapali, filocomuniste, tutte da rifuggire). Un caro saluto,

  10. attendiamo con pazienza e speranza che la chiesa valdese chieda scusa per aver tentato di sopprimere SAN GIOVANNI BOSCO. Venga il TUO REGNO MIO SIGNORE.VIENI PRESTO A LIBERARCI DALLE ERESIE!

  11. Questa mania di chiedere scusa a tutti per supposti torti inflitti dalla Chiesa nei secoli scorsi non la capisco neanch’io. Credo proprio che sia nulla più di una “moda” seguita soltanto da noi! A quando avremo le scuse dai musulmani per le persecuzioni e le conversioni forzate operate nei loro territori dal VII sec. in poi? Oppure dalla Chiesa anglicana per le persecuzioni inflitte alla Chiesa cattolica in Inghilterra nei secoli XVI e XVII? O dalla Riforma nei confronti dei cattolici tedeschi negli stessi secoli?

    1. Veramente, le persecuzioni o, meglio, le discriminazioni verso i cattolici (papisti), nella “civilissima” Inghilterra si sono protratte fino al XX secolo e sembrano continuare nel XX.

  12. Confermo quanto ha scritto il pastore Paolo Castellina: non sono il capo di Sentieri Antichi Valdesi. Ritengo già un grande onore farne parte. La “larga maggioranza” con cui gli organi ufficiali valdesei dicono che il Sinodo ha deliberato la benedizione delle coppie omosessuali in realtà è stata del 58%, fatta in gran parte di non eletti. Su Don Bosco: in sostanza la stessa Siccardi afferma che non ci sono prove sui presunti tentativi valdesi di ucciderlo, altrimenti le autorità non dovevano perseguirle. Certo, se vi furono tentativi di ucciderlo poteva essere normale pensare ai valdesi, vista la sua ostilità verso di loro, ma in generale non c’è alcuna notizia di uccisione per motivi religiosi da parte dei valdesi al di fuori delle persecuzioni di cui erano oggetto. Purtroppo le notizie su Pio V sono vere, ma è anche vero ciò che dice Marco Crevani su pastori avventurieri. Infine: le atroci persecuzioni dei valdesi sono ampiamente documentate anche da fonti cattoliche.

  13. “E se se ne trovassero 50, 40, 30, 20, 10?” dice nella Bibbia Abramo al Signore, per evitare la distruzione di Sodoma, ma non se ne trovarono nemmeno dieci, e la città fu distrutta. Ebbene, questa è oggi la situazione della Chiesa, ormai ex Cattolica: non se ne trovano neppure dieci che abbiano il coraggio di uscire allo scoperto, sfidare le ire dei nuovi padroni del vapore e difendere la fede, proclamare cioè la Verità contro l’inganno perpetrato da questi impostori.

  14. Vorrei capire Francesco a che pensa,e che vorrebbe fare, quando mette in atto questi chiedo scusa hai Valdesi, e porta avanti un cammino di continuita’errato, dovrebbero essere i Valdesi a chiede scusa a noi, hanno cercato di ammazzare DonBosco,hanno perseguitato i Cristiani, un movimento eretico e protestante,il Vescovo della misericordia colpisce ancora, le sette eretiche mettono in atto verso i Cristiani la loro giustizia iniqua, e il Vescovo Francesco mette in atto la misericordia, ma la conseguenza piu’ grave e’ che nostro Signore Gesu’ e’ stato tolto dal trono del figlio di Dio, come creatore del cielo e della terra, prima e seconda persona,il nostro redentore e fondatore della ChiesaCattolicaApostolicaRomana,e aggiungo anche divina,lo hanno collocato insieme hai capi eretici:Lutero,Budda, Maometto,EnricoVIII Valdesi,e cosi tutte le religioni si uniscono e formano una sola religione universale,e non piu’ il figlio di Dio,fondatore di una sola Chiesa peccati gravissimi contro…

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