RASSEGNA STAMPA – 22 – a cura di Rita Bettaglio

dall’Italia, dal Mondo  –  29 maggio 2011

rassegna stampa

 

a cura di Rita Bettaglio

 

 

SPAGNA: VESCOVO OVIEDO, DA INDIGNADOS PROTESTA NON SOLO ECONOMICA

(ASCA) – Citta’ del Vaticano, 26 mag – ”Si tratta di un movimento molto eterogeneo che, in un primo momento, a partire dal 15 maggio, e’ riuscito a riunire tutti coloro che provavano un profondo disagio per la crisi economica” anche se poi hanno preso il sopravvento i ”contestatori del sistema”. Cosi’ l’arcivescovo di Oviedo, il francescano mons. Jesus Sanz Montes, valuta la diffusione in Spagna del movimento di protesta sociale degli ‘indignados’.

”La disoccupazione qui in Spagna e’ molto grave anche fra i giovani – continua il presule spagnolo intervistato da Radio Vaticana – ma il malessere che si registra non ha solamente cause economiche, ma direi anche culturali”. ”Una valutazione – continua – anche dal punto di vista ecclesiale e pastorale e’ che la crisi non e’ soltanto economica” aggiunge l’arcivescovo di Oviedo. ”Si tratta infatti di una crisi molto piu’ vasta che investe anche l’aspetto culturale e quello morale della societa’ spagnola”. ”Quando i valori su cui si basano la dignita’ umana, il significato della vita, le esigenze del cuore, si perdono – conclude -, allora significa che la crisi e’ molto profonda. Per la Chiesa c’e’ dunque un messaggio di speranza da rilanciare per interpretare queste esigenze e cosi’ per avvicinare la gente che si pone queste domande”.

INDIA “PAESE VIOLENTO” E “SENZA PACE”: È URGENTE RIPARTIRE CON L’EDUCAZIONE


Calcutta, 27/05/2011(AsiaNews) – Contro la demolizione di chiese e moschee, gli stupri di donne e suore cristiane, gli assassinii di sacerdoti, le riconversioni di dalit e tribali cristiani bisogna ripartire dalle scuole e dai ragazzi. Lo afferma il gesuita p. Felix Raj s.j., commentando un rapporto dell’australiano Institute of Economics and Peace (Iep) che colloca l’India tra i Paesi “meno pacifici” al mondo. Su 153 Stati esaminati nel “Global Peace Index 2011”, New Delhi è al 135mo posto. Oltre all’India, il rapporto registra una crescita della violenza negli Stati nordafricani e mediorientali coinvolti nella “primavera araba”.

“Il radicamento di ogni credente nella sua religione; l’accettazione del credo e della pratica dell’altro; il dialogo continuo: questi sono i principi che spianeranno la strada a un’atmosfera di rispetto, tolleranza e accettazione dell’altro, della sua tradizione religiosa, e permetteranno a noi indiani di vivere insieme in pace e in armonia”, ribadisce il sacerdote, preside del college St. Xavier a Calcutta, nel Bengala occidentale.

Scuole, college e istituti possono diventare i templi di una cultura a tutto tondo: attraverso lo studio di tutte le religioni, invitando leader spirituali a tenere lezioni, per ripartire dal cuore e dallo spirito dei ragazzi.

Per p. Raj leader religiosi e spirituali, accademici e teologi devono denunciare in modo aperto i pericoli e le conseguenze del fondamentalismo indù. “I politici non sono in grado di fare questo, pensano solo a come ottenere più potere”, sottolinea il gesuita. Invece “l’intervento attivo della Chiesa sarà la chiave di volta per rimettere questo Paese sul giusto cammino”.

P. Jacob Kani, direttore dell’Indian Currents Weekly, è d’accordo con p. Raj. E aggiunge: “Il Paese ha bisogno di una profonda revisione delle leggi e del loro meccanismo di applicazione. Il dialogo, non lo scontro deve essere il mantra del governo nel rapportarsi con tutti i livelli della società indiana”.



PAKISTAN: SORELLE CRISTIANE RAPITE, COSTRETTE A SPOSARE UN RICCO MUSULMANO


Faisalabad, 27/05/2011(AsiaNews) – Un potente uomo d’affari musulmano, con l’aiuto di un gruppo di complici, ha sequestrato due sorelle cristiane, le ha convertite all’islam e sposata una con la forza. Il padre delle giovani ha denunciato il rapimento alla polizia, ma le forze dell’ordine hanno negato l’apertura dell’inchiesta ribaltando la realtà dei fatti: le figlie sarebbero fuggite a causa delle violenze del padre. Un sacerdote della diocesi di Faisalabad sottolinea che il sequestro di giovani donne è ormai “una pratica comune”, anche perché i funzionari addetti al controllo e alla sicurezza sono “burattini nelle mani degli estremisti”.

A raccontare il dramma delle due ragazze è il padre, Rehmat Masih, un falegname cristiano del distretto di Jhung, a Faisalabad, nella provincia del Punjab teatro di ripetute violenze contro la minoranza religiosa. “Muhammad Waseem – spiega il genitore ad AsiaNews – è un uomo d’affari musulmano della zona, che ha sostenuto a lungo un gruppo estremista messo al bando. Alcune settimane fa egli è venuto a casa mia, insieme a uomini armati, dicendo che era interessato alle mie figlie e intendeva sposarle”. In caso di rifiuto, continua l’uomo, l’imprenditore musulmano ha minacciato di rapire le due ragazze.

Masih ha sporto denuncia alla polizia, ma le autorità non hanno voluto aprire un’inchiesta. Il 24 maggio il drammatico epilogo: “Le mie figlie rientravano dal mercato – racconta – e un veicolo di proprietà di Muhammad Waseem le ha intercettate e gettate al suo interno, portandole via”. Il genitore è tornato alla polizia, per denunciare il rapimento. In risposta, gli agenti hanno affermato che “Waseem è un rispettato e stimato uomo d’affari”, le accuse contro di lui sono “false”. Per le autorità, le ragazze sarebbero fuggite perché il padre è un alcolizzato che avrebbe “abusato” delle due con “azioni immorali”.

Un vicino di casa si schiera a difesa del padre cristiano, sottolineandone la bontà e l’integrità. “Conosco Rehmat da 20 anni – spiega ad AsiaNews Malik Shahid – ed un uomo rispettabile. Non ho mai udito parole fuori luogo uscire dalla sua bocca”. Al contrario, Muhammad Waseem è un uomo influente e lo abbiamo visto più volte minacciare la famiglia Masih. La polizia, aggiunge, sta ribaltando la realtà dei fatti perché “non può fare nulla contro Waseem, con cui è collusa”.

Il giorno successivo, il 25 maggio, Muhammad Waseem ha sposato con la forza Saima Masih, alla presenza del mullah Muhammad Zubair Qasim. Con la cerimonia, in accordo alle leggi islamiche, la donna cristiana si è “convertita” e ha abbracciato la fede musulmana. Fonti locali chiariscono che anche la guida religiosa che ha officiato la cerimonia è legato a gruppi islamici dichiarati fuorilegge (Sipe-e-Sahaba), protagonisti di numerosi sequestri di donne cristiane o indù.

Rehmat Masih è disperato: la polizia lo ha invitato a dimenticare le figlie, lasciando cadere nel vuoto l’indifendibile. “Invece di servire il governo del Punjab – conclude il padre – [gli agenti] sono servi dei gruppi estremisti”.

P. John William, sacerdote della diocesi di Faisalabad, conferma che il sequestro di giovani donne è ormai “una pratica comune”, anche perché i funzionari addetti al controllo e alla sicurezza sono “burattini nelle mani degli estremisti”. Nei giorni scorsi AsiaNews ha raccontato il dramma di un’altra giovane, sempre nel Punjab, sequestrata e costretta con la forza a sposare un musulmano (vedi AsiaNews, 12/05/2011 Punjab: infermiera cristiana sequestrata, costretta a convertirsi e a sposare un musulmano).

Le ragazze cristiane e indù, continua il sacerdote, sono obbligate a sposare musulmani, convertendosi all’islam, mentre polizia e autorità locali “sono pagate” per dirimere le questioni burocratiche per evitare denunce. I funzionari sono nelle mani degli estremisti e le guide religiose nei sermoni del venerdì “parlano in modo aperto di uccidere e rapire le ragazze cristiane”. E il governo, conclude p. John, “è connivente”.

USA: UN GESUITA COME CAPPELLANO DELLA CAMERA


Washington D.C., 27/05/2011  (CNA/EWTN News).- La House of Representatives degli USA (corrispondente alla nostri Camera dei Deputati) il 25/05 ha votato unanimamente a favore della nomina di Padre Patrick J. Conroy, S.J. A cappellano di questo ramo del Congresso.

“Padre Pat Conroy arriva con un sano rispetto di ciò che facciamo,” ha detto il capo della minoranza  Nancy Pelosi (D – Calif.), secondo quanto riporta The Hill. “E’ un grande onore che affonda le proprie radici nella storia – profondamente personale, indipendente dalla politica- e gli auguriamo ogni successo in questo incarico.”

Egli sarò il 60mo cappellano della Camera, ma il secondo sacerdote cattolico a ricoprire quest’incarico.

Fr. Conroy ha dichiarato a Religion News Service che il ruolo di un cappellano è più quello di un  “consigliere” che di un pastore.

“Come cappellano, io non sarò responsabile della vita religiosa di chi lavora a Capitol Hill, di come pratichino la fede nelle proprie congregazion,” ha detto.

A chi gli chiedeva se avrebbe pregato “nel nome di Gesù”, egli ha risposto: “Io non prego mai nel nome di Gesù, se non in un rito cattolico, come la Messa.”

Ordinato nel 1983, P. Conroy è stato parroco nel nativo stato di Washington e ha servito la comunità delle Riserve indiane di Colville e Spokane. E’ stato cappellano alla Georgetown University dal 1990 al 1994 e dal 1997 al 2003. Tra questi due periodi ha fatto il cappellano alla Seattle University.

Attualmente egli insegna alla Jesuit High school a Portland, Ore.

Il sacerdote cattolico P. Daniel Coughlin, precedente cappellano della Camera, si è ritirato in aprile.

L’esistenza di un cappellano alla Camera risale al 1789, quando il Continental Congress diede inizio alla tradizione di iniziare ogni seduta con una preghiera.

I doveri attuali del cappellano sono di guidare la preghiera quotidiana, fornire consulenza e servizio pastorale, occuparsi di capellani ospiti e di servizi di commemorazione per i membri della Camera e il personale.


ISRAELE: BENEDETTINI COSTRUISCONO MONASTERO NEL SITO DI UN MIRACOLO DI GESU’

Gerusalemme, 28/05/2011 (CNA).- I monaci benedettini che custodiscono il luogo in cui Gesù miracolosamente sfamò migliaia di persone stanno costruendo un nuovo monastero in sostituzione di quello danneggiato dal terremoto.


Fr. Jeremias Marseille, OSB, membro della comunità benedettina tedesca che vive lì, ha detto che la loro attuale casa, costruita senza fondamenta negli anni ’50, non è sicura.

“Le stanze hanno tutte crepe di 45° e la casa si muove, poiché viviamo in un’area sismica, all’inizio della valle del Giordano, “ ha dichiarato a Aiuto alla Chiesa che Soffre.

La seconda ragione, “la più importante”, è che la comunità ha necessità di un chiostro “dove la vita monastica possa svilupparsi e crescere.”

Essi quotidianamente ricevono molti pellegrini e turisti, alcuni giorni fino a 5mila. I monaci hanno necessità di un luogo di ritiro e riflessione e anche di uno spazio per incontri per i giovani che essi aiutano: disabili provenienti da Israele e dalla West Bank, la sponda occidentale del Giordano.

Il monaco cita le parole di Gesù prima della moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po’» (Mc 6,30).

Aiuto alla Chiesa che Soffre sta supportando il progetto di costruire l’oratorio con oltre 70mila dollari.

La costruzione del monastero è quasi terminata.

“Speriamo di terminare i lavori dello scheletro dell’intero monastero per ottobre e di trasferirci alla fine di marzo del prossimo anno,” ha detto P. Jeremias.

I monaci custodiscono la Chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci, costruita nel 1982 dalla   Associazione Tedesca per la Terra Santa nel sito di una chiesa bizantina distrutta nel 614 dC dai Persiani. L’attuale struttura incorpora i resti del pavimento a mosaico della chiesa del V secolo.


NON CI SONO PIÙ GLI ATEI DI UNA VOLTA

Roma, 28 maggio 2011 (Osservatore Romano) – «Se avessero la faccia da salvati questi cristiani, forse potrei anche credere» scriveva Nietzsche. Ma oggi, a oltre un secolo di distanza dalla «morte filosofica» di Dio — La gaia scienza è del 1882 — è vero anche il contrario: «Se fossero abbastanza seri questi atei, forse sarebbe possibile un reale dialogo con i credenti». Lo spunto nasce dalla risposta del cardinale Gianfranco Ravasi a una provocazione pubblicata sull’ultimo numero de «L’Espresso» nella rubrica «Diverso parere», che altre volte ha ospitato interventi del porporato. «Lei che tanto si appassiona per le ragioni di noi atei — scrive una lettrice di Modena — metta le carte in tavola e provi a elencare qualche nome di ateo verace, e non “troppo poco ateo” come lei ha classificato alcuni esponenti dell’ateismo popolare dello sberleffo irreligioso». Il cardinale risponde «scartando figure contemporanee, che pure ci sono» e citando capolavori di «ateologia», dalle opere di Camus a quelle di Cioran, senza dimenticare il sarcasmo in versi di Caproni e l’amara ironia di Flaiano. Oggi — si può aggiungere — non è facile trovare interlocutori che non imbocchino la scorciatoia della superficialità o non cedano alla tentazione dello sberleffo adolescenziale. Paradossalmente, la critica più dura agli habituées della risata banale arriva da un filosofo che vede non in Dio ma nella letteratura l’unica trascendenza possibile, Alain Finkielkraut. L’umorismo è diventato il rifugio del conformista cinico, scrive nel saggio Un cuore intelligente (Milano, Adelphi, 2011, pagine 212, euro 20) analizzando le nuove categorie sociologiche della modernità: apocalittici e integrati sono stati sostituiti da burocrati aridamente razionalisti e sentimentali acritici, accomunati entrambi da una sovrana indifferenza alla singolarità dei destini individuali.



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