Rendete a Cesare quel che è di Cesare. Dio aspetterà – di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani

 

Se fosse vissuto ai tempi della Rivoluzione Francese, monsignore di certo avrebbe salvato la pelle. È una questione di vocazione alla legalità repubblicana. Il 27 novembre 1790 l’Assemblea Nazionale chiese ai religiosi di Francia il giuramento di fedeltà alla Costituzione Civile del clero promulgata qualche mese prima. Per coloro che rifiutarono di giurare, i cosiddetti refrattari, come è noto non finì bene. Ma veniamo a noi.

Con una nota dell’Ufficio diocesano ai «legali rappresentanti delle scuole dell’infanzia della diocesi» datata 9 marzo 2019, il responsabile dell’Ufficio Pastorale dell’Educazione e della Scuola di Padova si è premurato di ricordare ai parroci a cui fanno capo le scuole paritarie l’obbligo di rispettare la legge «così come ogni altro dirigente scolastico», e quindi di consegnare il provvedimento di esclusione dal servizio ai bambini i cui genitori non abbiano adempiuto l’”obbligo” vaccinale.

Esprime comprensione ai suoi parroci, don Lorenzo Celi, per l’evidente disagio che potrebbe loro derivare da tale compito, ma li solleva subito da ogni imbarazzo o da eventuali fastidiosi problemi di coscienza rassicurandoli del fatto che «si tratta di un atto obbligatorio e non discrezionale»: se non ne va proprio della vita, ci sono comunque di mezzo non precisate conseguenze personali («responsabilità piena su più fronti del legale rappresentante») e, in ogni caso, aspetto decisivo, la conservazione del contributo statale per le scuole paritarie.

Ma questo punto della nota, sulla funzione gerarchica e burocratica si eleva l’afflato paterno del pastore: il parroco non si deve dare pena per l’espulsione che sarà costretto a infliggere agli inadempienti – spiega don Celi – perché sono i genitori, che erano stati previamente informati, «ad auto-escludere i loro figli dal servizio» in spregio alla legge e magari soltanto per fatue ragioni personali.

Ecco che poi, dismessa la pelle del pastore, il Nostro sguaina la spada del difensore contro chi insistesse a proditoriamente attribuire ai parroci la volontà di espellere i bambini, «senza tener conto dei loro diritti». Su chi sia il titolare di questi diritti si pone qualche dubbio ermeneutico, che ci piace lasciare alla libera interpretazione del lettore.

Ma il timore che il provvedimento possa essere inteso come una poco cristiana espulsione continua ad affliggere il nostro Direttore, che finalmente trova la soluzione morale del problema: non di “espulsione” si tratta, ma di mera “sospensione” dal servizio. Infatti, se i genitori riusciranno a superare le loro fisime e le loro meschine obiezioni, il bambino potrà essere riammesso senza fallo al servizio desiderato. Previa, si intende, idonea certificazione.

Monsignore infine sigilla la sua missiva con parole elevate di commosso incoraggiamento rivolte «a tutti i parroci che con impegno e dedizione si prodigano a gestire le scuole dell’infanzia e danno esempio di educazione alla legalità e rispetto del principio di laicità». A questi esprime la propria «vicinanza e piena solidarietà».

Così si conclude la seconda nota con cui don Lorenzo Celi dà giustamente a Cesare quel che è di Cesare. Con la prima, come possiamo ricordare, in piena corrispondenza di amorosi sensi con la compianta (una delle tante) ministra Giannini, egli riconobbe la bontà della “buona scuola” laddove questa disponeva democraticamente il gender per tutti.

Ma la fiamma laica e repubblicana del nostro pastore non tarderà a risplendere ancora. Tanta è la carne al fuoco che può essere rischiarata dalla sua lungimiranza. Siamo certi che, ad esempio, non mancherà di manifestarsi a proposito della allegra somministrazione della triptorelina ai giovani aspiranti transgender. Su questo tema lo Stato ha recuperato il mito della libertà repubblicana (che nel caso dei vaccini era stato momentaneamente scordato) ed è plausibile che anche la chiesa di Padova renderà omaggio al traguardo del libero trasferimento da un sesso all’altro per i minori d’età. E risolverà così la possibile indecisione di un impubere di farsi monaca oppure prete.

8 commenti su “Rendete a Cesare quel che è di Cesare. Dio aspetterà – di Elisabetta Frezza e Patrizia Fermani”

  1. Vada anche per i vaccini, anche se gli unici competenti a pronunciare l’ultima parola in materia dovrebbero essere sempre e solo i ricercatori scientifici di livello più alto, valutati i pro e i contro, e soprattutto le condizioni di salute del singolo minore. Perché è evidente che non essendo le persone – ad oggi – frutto di clonazione, l’osservanza di un generico “protocollo terapeutico” potrebbe non risultare sufficiente a scongiurare ogni possibile causa di rischio per il delicato sistema immunitario. Premesso questo, duole il tono freddamente burocratico dell’Autore della circolare, che è pur sempre un Sacerdote. Potrebbe richiamare le parole di Gesù sulla guarigione del corpo e dell’anima, e benedire, bambini, genitori e fratelli nella Fede.

  2. Mi domando quale sia il motivo che spinge certi genitori a iscrivere i loro figli nelle scuole (ex)cattoliche. Che siamo affetti da autolesionismo economico?

  3. Nel mio posto di lavoro si è appena svolto un aggiornamento sul rispetto della “privacy”, come previsto dalla normativa europea. Sono previste sanzioni spropositate ed in grado di far fallire una qualsiasi impresa per ogni minima fuga di notizie sensibili, il tutto per proteggere la riservatezza di notizie riguardanti le persone: basta anche un nome e cognome.
    Io mi chiedo, allora, come sia possibile mettere alla gogna una intera famiglia, padre madre e figli, trattarla come appestata, come se niente fosse.
    Si pensi che un sieropositivo è, giustamente, protetto dalla riservatezza dovuta al suo stato di salute. E’ anche vero però che certi suoi atti possono essere causa di contagio a terze ignare persone, che di fatto non vengono tutelate nella salute.
    Un povero bambino non sottoposto ha vaccino è, di fatto, trattato come un untore, meno tutelato nei suoi diritti alla riservatezza di un sieropositivo, che, in teoria, potrebbe infettare decine di persone con il proprio comportamento.
    Emanuele

  4. Il richiamo al principio di laicità è la ciliegina sulla torta che svela lo spirito inquietante della neochiesa conciliare. Le leggi devono essere rispettate quando non contrarie alla Legge di Dio ma devono essere contrastate in tutti i modi possibili quando lo sono, come quelle su aborto, divorzio, eutanasia. I titolari dell’azione educativa e anche delle cure sanitarie per le quali è d’obbligo il consenso informato, sono i genitori per Diritto Naturale che è di origine divina. L’attuale Governo è stato eletto dagli Italiani sulla base di promesse elettorali che chiaramente esprimevano la libertà vaccinale. Divenuta ministra, la Grillo ha espresso ultimamente posizioni opposte a quelle iniziali. I genitori avrebbero giustamente molto da ridire e richieste di dimissioni non sarebbero inopportune. Ma a Padova la Curia prende una posizione che, a parte la presenza o meno di Tiomersal, etil-mercurio, molecole indigeribili sulle quali Corvelva sta indagando, che si potrebbero discutere, fa cadere il principi basilari del Diritto Naturale di origine divina. Rispetto per gli obiettori.

    1. Concordo completamente con lei e mi permetto di aggiungere che i sacerdoti che tengono di più al rispetto della legalità e dell’anticattolica e satanica “laicità dello stato” rispetto a quanto non tengano al rispetto del diritto divino e del diritto naturale lavorano per il principe di questo mondo: gente empia della cui vicinanza e solidarietà è meglio farne a meno!

  5. Spero in una vasta diffusione di una educazione parentale cattolica tradizionale ispirata a San Giovanni Bosco, a Sant’Alfonso Maria De’ Liguori, a San Francesco di Sal e, in definitiva, al Vangelo del N. amabilissimo S. Gesù Cristo. Anche se andrà in contrasto con tutto ciò che la contrasterà. Non vedo sinceramente altre possibilità di rinascita per la Nazione ma soprattutto per il bene delle anime dei piccoli.

  6. a fronte della angosciosa incapacità di sapere a quale classe di sesso si appartenga, per cui si rende nescessario , via triptorellina, il prolungamento del tempo per arrivare a una decisione – sempre rivedibile, certo, perché la certezza assoluta non l’ avrai mai…- che cosa volete che sia l’incapacità di sapere – e questa volta costitutiva – che cosa significhi essere cristiano o non cristiano, essere nel vero o nel falso, e quindi pronti a sacrificarsi per una scelta; sbandierata, anzi, tale incapacità, come la perfezione ultima dell’ essere cattolici oggi, aperti a tutte le soluzioni, incapaci di ogni “giudizio”, anche quello che parrebbe il più scontato, come insegna bene il Guru proponente il nuovo modello dell’essere cristiano- cattolico, quello che siede a Roma…

  7. Che vada al diavolo sto pseudo monsignore.Che gli secchi la lingua e vada in catalessi.
    Si informi sui risarcimenti miliardari erogati dallo Stato Americano per danni sèguenti ai vaccini.
    “Bisogna ubbidire piuttosto a Dio che agli uomini……
    Quando ci vuole ci vuole.Basta porgere l’altra guancia.

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