Resoconto di un pellegrinaggio in Terra Santa  –  di Cesaremaria Glori

Un incontro col Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal. Il suo giudizio su Putin e sull’apostasia dell’Europa

di Cesaremaria Glori

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zzzzpatriarch_twal_bnReduce da un pellegrinaggio in Terra Santa svoltosi dal 3 al 10 novembre scorso, sono stato testimone del vertiginoso sviluppo edificatorio portato avanti dalla comunità ebraica con una intensità e con una progressione che la perdurante disponibilità di risorse finanziarie e di mezzi tecnici riesce a mantenere con continuità, salvo le interruzioni sabbatiche. Rispetto al mio precedente viaggio in Terra Santa del maggio 2014, ho notato che gli insediamenti ebraici sono aumentati di numero e disseminati su tutto il territorio palestinese, sovente toccando e penalizzando gli spazi che dovrebbero essere di esclusivo appannaggio dei palestinesi autoctoni. Lo sviluppo edificatorio riguarda non soltanto le abitazioni, consistenti in nuovi villaggi di alti condomini (sei e più piani) circondati da spazi liberi per consentire una separazione di sicurezza dagli  insediamenti arabi, ma anche opere pubbliche come strade ed autostrade. L’intero stato di Israele sembra un solo cantiere che ferve, sfruttando per lo più territori che dovrebbero restare nel possesso della comunità araba palestinese autoctona. Sovente le requisizioni e egli espropri riguardano anche comunità straniere cristiane, sia ortodosse (nella maggioranza dei casi) sia cattoliche o riformate.  Questo fervore edificatorio mi ha riportato alla memoria quanto accadeva in Italia negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta del secondo dopoguerra. La stessa voglia di fare in fretta e di garantire la ripresa e lo sviluppo commercial/industriale e il benessere di coloro che erano rimasti senza casa, vuoi per emigrazione dal luogo natio vuoi per le distruzioni della guerra. Su questi aspetti ho avuto modo di interloquire direttamente col Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons. Fouad Twal e con altri prelati palestinesi, fra i quali il rettore del seminario di Beit Jala. A Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal, che ci aveva amabilmente intrattenuto sugli attuali seri problemi della sua gente, ho chiesto se riteneva affidabile come persona e come capo di Stato il presidente russo Putin. Mons. Twal, fissandomi negli occhi, mi rispose con decisione e senza pensarci su con un nitido italico SI. In sovrappiù me ne volle anche dare la spiegazione dicendo che, semmai ce ne fosse stato bisogno, ne aveva avuto la conferma la settimana precedente in occasione della conferenza di Parigi ove, tra le sessantadue rappresentanze di Stati, risaltava l’assenza dei due Stati maggiormente responsabili dell’attuale situazione dell’intero Vicino Oriente, Stati Uniti e Israele. Di Putin lo avevano impressionato le esternazioni di pensiero ripetutamente fatte negli incontri del club di Valdai , fra le quali merita di essere ricordata quella sulla apostasia dell’Europa:

Un’altra sfida seria per l’identità della Russia è legata ad alcuni eventi che si sono prodotti nel mondo. I temi sono due: la politica estera e l’aspetto morale. Possiamo apprezzare come molte delle nazioni euro-atlantiche stanno respingendo attualmente le loro radici, includendo i valori cristiani che costituiscono il fondamento della civiltà occidentale. Stanno negando i principi morali ed ogni identità tradizionale: nazionale, culturale, religiosa e perfino sessuale. Stanno implementando politiche che equiparano le famiglie numerose a coppie dello stesso sesso, la fede in Dio alla fede in Satana. La gente in molte nazioni europee prova vergogna o ha paura di parlare della sua appartenenza religiosa. Le feste religiose sono abolite o piuttosto prendono un nome diverso; il loro significato resta occulto, così come la loro origine morale. Si sta poi cercando di esportare aggressivamente questo modello al resto del mondo. Senza i valori radicati nel Cristianesimo, senza le regole della moralità che han preso forma durante il millennio, i popoli perderanno la loro dignità umana. Noi consideriamo naturale e retto difendere questi valori. Bisogna rispettare i diritti delle minoranze, ma i diritti della maggioranza non devono essere messi in discussione.  Alla fine del suo discorso Putin conclude con queste parole: Credo profondamente che lo sviluppo personale, morale, intellettuale e fisico devono rimanere nel cuore della nostra filosofia. Prima del 1990 Solzhenitsyn affermò che l’obiettivo principale della nazione avrebbe dovuto essere quello di preservare il popolo dopo un XX secolo molto difficile.

Il patriarca latino Mons. Twal ci faceva presente che le sue relazioni con gli ortodossi e, soprattutto con il loro patriarca, sono continue ed eccellenti, per cui non è difficile intuire che la fiducia nel presidente russo possa anche derivare dalle continue informazioni che riceve dal confratello greco su quanto si va delineando nella politica di Mosca. L’aspetto morale della personalità di Putin non dovrebbe essere di  minor peso rispetto alle considerazioni di natura squisitamente politica espresse da Presidente russo, giacché una sana politica non può mai essere disgiunta da una corrispondente posizione etica.

Nei confronti del terrorismo islamico che si andava diffondendo in Siria, in Irak, in Libia e in misura ridotta in Egitto, grazie al deciso intervento dei militari che avevano fatto uscire dal caos il loro paese, Putin osservava che in quella parte del mondo si andava delineando un poligono di allenamento dei terroristi. Un poligono che era funzionale per una espansione nell’Occidente indebolito moralmente ed incapace di reagire efficacemente proprio per la sua debolezza morale. Un Occidente troppo distolto dalla sua campagna dissolutrice volta ad imporre, tramite  élite che hanno abbattuto ogni barriera morale, rivoluzioni antropologiche per abbattere la civiltà cristiana con un regresso non al paganesimo antecedente alla venuta di Cristo ma a costumi ben più arcaici, quei costumi barbarico-bestiali evocati dalla mente malata di un De Sade. Un Occidente talmente snervato che non potrà mai avere la forza di opporsi faccia a faccia al terrorismo fanatico, perché il fanatismo garantisce una carica ideale che l’edonismo spegne del tutto, lasciando semmai spazio ad una reazione emotiva sterile, precipitosa, frutto più della disperazione che di una studiata  e determinata strategia. Riguardo all’Islam, la posizione russa è abbastanza netta. Essa è stata ben espressa dal presidente Putin all’assemblea della federazione russa del 2013 con questa parole:

zzzzptnchIn Russia dovete vivere da russi! Qualsiasi minoranza di qualsiasi parte che voglia vivere in Russia, lavorare  e mangiare in Russia, deve parlare russo e deve rispettare le leggi russe. Se preferiscono la sharia e vivere da mussulmani consigliamo loro di andare nei posti in cui la sharia è la legge dello Stato. La Russia non ha bisogno di minoranze mussulmane, sono le minoranze mussulmane ad avere bisogno della Russia  e non garantiamo loro privilegi speciali né cerchiamo di cambiare le nostre leggi per adattarle ai loro desideri. Non importa quanto forte gridino  “discriminazione”. Non tollereremo mancanze di rispetto nei confronti della nostra cultura russa. Dobbiamo imparare  molto dai suicidi di America, Inghilterra, Olanda, Francia etc etc se vogliamo sopravvivere come nazione. I mussulmani stanno vincendo in quei paesi e non ci riusciranno in Russia. Le tradizioni e le usanze russe non sono compatibili con la mancanza di cultura e con le forme primitive della sharia e dei mussulmani. Quando questo onorevole corpo legislativo penserà a creare nuove leggi, dovrà tenere a mente per prima cosa l’interesse nazionale russo, osservando che le minoranze mussulmane non sono russe.

In un altro suo discorso al Valdai Putin disse: Nel corso delle nostre conversazioni coi dirigenti degli Stati Uniti ed europei, parlavo sempre della necessità di lottare assieme il terrorismo, di considerarlo una sfida su scala mondiale. I nostri amici esprimevano il loro accordo ma dopo un po’ ci ritrovavamo al punto di partenza. Dapprima vi fu l’operazione militare in Irak, dopo quella di Libia, posta sull’orlo dell’abisso. Perché la Libia fu ridotta in quello stato? Oggi è un oasi in pericolo di smantellamento ed è divenuta un campo di addestramento per i terroristi. L’America e i suoi alleati hanno cominciato a finanziare e ad armare direttamente i ribelli, permettendo di completare le loro fila di mercenari di diversi paesi. Permettetemi di domandare come fanno i ribelli ad ottenere denaro, armi, ed esperti militari. Da dove proviene tutto ciò? Come è arrivato lo Stato Islamico a trasformarsi in un gruppo tanto potente, in una vera forza armata?  Una forza armata che cerca di eliminare quei mussulmani più vicini a noi. L’Arabia Saudita, invece, nemica diretta dei Cristiani, non è stata toccata: laggiù non c’è democrazia ma nessuno la bombarda, mentre Assad, che è quello che protegge i cristiani di rito occidentale ed orientale, che esenta dalle tasse i loro templi senza abbandonare le sue convinzioni religiose lo hanno esecrato come un tiranno.

Questo è il Putin che i Media occidentali, proni alla propaganda interessata giudaico/americana, parla senza tergiversare dicendo con chiarezza quasi sfrontata la dura e cruda realtà della situazione. Ora siamo in guerra. Ma di chi è la colpa? Dovremmo tornare molto indietro nel tempo per trovare la cause lontane. L’Occidente fu debole con Teodoro Herzl e con i suoi finanziatori ebrei che avevano trovato a New York la loro base operativa mondiale. Herzl e i suoi protettori miravano ad edificare uno Stato ebraico in Israele ove già viveva una popolazione che da millenovecento anni abitava là. Herzl cercò l’appoggio di Pio X, ma quel saggio pontefice rifiutò categoricamente presagendo in quel programma nuove sventure per l’Umanità. Poi venne l’ora del Concilio e gli ebrei americani, con alla testa il francese Jules Marc Isaac, fecero pressione  sulla Santa Sede ottenendo, con la dichiarazione conciliare Nostra Aetate, il ritocco della dottrina cattolica sull’Ebraismo , un ritocco colmo di benevolenza verso il “Fratello maggiore”, cioè il popolo ebraico. Ma l’ottenimento di quella dichiarazione conciliare era un falso scopo e sulla sua opportunità si potrebbe anche discutere. L’obiettivo principale, invero, era la legittimazione sostanziale del nuovo Stato di Israele ( quella ufficiale verrà in seguito), ignorando la realtà della tragica situazione in cui già si trovava quella terra ove un’apartheid strisciante cominciava ad essere praticata sempre più in profondità sino a raggiungere i livelli attuali di vere e proprie riserve indiane sparse a macchia di leopardo su alcune parti del territorio israeliano. La verità è che la situazione israeliana è tragica ed insostenibile. Sinora è tenuta compressa da un sistema poliziesco e militare occhiuto, severo, onnipresente, che chiude i varchi e che non esita a sparare al minimo cenno di reazione. Sino a quando potrà durare?
Un fatto è certo: sino a quando la situazione degli Stati vicini resterà compromessa e in pieno caos, Israele potrà continuare a usufruire di una relativa stabilità. Più gli Stati vicini sono in preda al caos politico ed istituzionale, più saranno deboli e controllabili, anche militarmente. Meglio ancora se il loro obiettivo si trasferisse altrove, magari in Europa e negli stessi Stati Uniti sino al punto da provocare, per reazione, una coalizione militare a livello mondiale risolutiva che liberi finalmente Israele dall’incubo dell’accerchiamento islamico.   La presenza di Putin è perciò vista come un ostacolo quanto mai pericoloso per la sicurezza d’Israele e non ci si può meravigliare se i russi abbiano catturato, come sembra, un colonnello ebraico che addestrava i miliziani dell’Isis. La cosa non è certa ma verosimile e le motivazioni perché lo sia non mancano di certo.

Giunti a questo punto della nostra riflessione si può cominciare a capire perché la Madonna di Fatima insistesse tanto a volere la consacrazione della Russia al suo cuore immacolato. Appena essa fu fatta, seppure in modo incompleto dal Papa  S. Giovanni Paolo II, il colosso sovietico e il suo impero implose. Poi venne Gorbaciov, Eltsin e infine Putin, l’ex KGB che ha stentato a farsi riconoscere come un convertito cristiano. I Palestinesi cristiani gli hanno creduto e hanno fiducia in lui.  Se non altro Putin è l’unico capo di Stato di un certo peso che ci abbia personalmente messo la faccia e che abbia cercato di contrapporsi al condominio israelo/statunitense nella gestione del problema del Vicino Oriente, raggiungendo subito significati successi che hanno trovato nel vertice di Antalya il giusto e apprezzato riconoscimento persino dal suo avversario più ostinato, quell’Obama che fu insignito sulla fiducia del premio Nobel per la pace ma che ha continuato a bombardare con le stesse modalità e con i magri risultati dei suoi predecessori.

Accennavo, poche righe sopra, alla Madonna di Fatima e al suo desiderio che la Russia fosse consacrata al suo Cuore Immacolato. Ora cominciamo a comprendere il perché. Sarà La Russia a riportare in alto la bandiera di Cristo e dirigerla verso l’Asia, probabilmente partendo proprio da un mondo islamico pacificato con le buone o con le cattive, molto probabilmente con il concorso di un’Europa obbligata a riprendere le armi per difendersi da un pericolo che ora si è incuneato nelle sue viscere profonde, dall’estremo nord a sud. Dio vuole convertire l’Asia e per farlo ha bisogno di una Russa cristiana autorevole e credibile. Credibile anche dagli avversari. Gli Stati Uniti inseguendo rivoluzioni antropologiche dissolutrici moralmente cominciate nelle Università americane con la rivolta di Berkeley e poi proseguite minando la saldezza delle truppe inviate nell’inferno vietnamita  adescate dalla sirena del mette fiori nei vostri cannoni, hanno perso l’autobus della storia. Potrebbero essere ancora in tempo ad invertire la rotta, ma la società americana, come pure quella europea, è intrisa di agnosticismo scettico che avvilisce e snerva disarmando psicologicamente.

12 commenti su “Resoconto di un pellegrinaggio in Terra Santa  –  di Cesaremaria Glori”

  1. Già da un bel po’ ho anch’io la convinzione che vi sia una connessione fra la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria e la salvezza dell’ occidente,o quanto meno,dell’Europa. La Madonna ha insistito tanto, ha tanto raccomandato di consacrarLe la Russia: un motivo ci sarà stato.Dobbiamo ritornare a interpretare i segnali che Dio ci vuol dare, ancora di più se attraverso le parole della Sua Santissima Madre. Siamo diventati tutti troppo superficiali e non vediamo niente al di là dell’evidenza più netta. Non fanno altro che insegnarci che i fatti della Bibbia non sono altro che simboli e non realtà concrete; persino di Adamo ed Eva negano la storicità. Così è tutto stravolto, tutto poggiato sull’esperienza immediata.Vietato guardare oltre. E invece no: nel misterioso e sublime rapporto tra l’uomo e Dio, porre attenzione alle sfumature e interpretare i fatti anche minimi è essenziale. Apriamo gli occhi, svegliamoci, cerchiamo la nostra salvezza, anziché la rovina. Fidiamoci dunque di Putin.

  2. Grazie per aver sottolineato l’episodio dell’incontro, a quanto pare molto freddo, tra Herzl e San Pio X (c’avete fatto caso? Tutti i papi Pio furono uomini pii ma anche papi energici e battaglieri. Non dimentichiamoci che costituiscono anche la ‘categoria’ petrina che ha dato grandi santi). Il padre del sionismo non volle baciare la mano a Sua Santità, gesto che, pare, già mise Pio X in atteggiamento ‘cagnesco’. Devo fare i miei complimenti a Cesaramaria Glori per questo gustoso è bellissimo resoconto. Vorrei scrivere tante cose commentando l’articolo, idee che impazzano nella mia testa, storie, aneddoti, considerazioni. Soprattutto per quanto concerne la Terra Santa, Putin e la Russia e l’Occidente apostata e decaduto. Avremo modo di parlarne. Intanto davvero i miei complimenti e il mio grazie di cuore a RC e a Glori per questo importantissimo resoconto. Grazie.

  3. Patti chiari, amicizia lunga! Sì Sì, No No! Ci ricorda qualcosa? Da questo verminaio di ipocriti, che cosa ci possiamo aspettare?
    Ho assaporato per qualche momento, l’orgoglio dei nostri padri (che adesso si rivoltano nella tomba) , sostituendo la parola ” Russia” usata da Putin , con la parola “Italia” , o “Europa” . Brusco e angosciante risveglio.
    Gesù e sua mamma Maria ci salvino …. per pietà.

  4. Grande Cesaremaria!
    D’accordo su tutto, con una precisazione: prima che la tua illuminata visione geopolitica si avveri, dovrà compiersi in toto il terzo segreto di Fatima. Con pazienza e preghiera, offrendo la nostra miseria nella mortificazione, lasciamo che Dio, mediante satana, purifichi questo occidente immondo e blasfemo: allora i morti seppelliranno i loro morti ………..

  5. Putin mi piace molto e l’articolo è davvero ben fatto e completo.
    Tuttavia con pacatezza e senza desiderio di provocazione vorrei ricordare che lo Stato di Israele è l’unico paese del Medio Oriente dove i cristiani non rischiano di essere uccisi per la loro fede nè costretti a pagare tasse maggiori (come in Siria e Egitto). L’antisionismo è stata la carta che le minoranze cristiane nel M.O. hanno giocato pensando di vivere più serenamente con i musulmani. Abbiamo visto com’è andata a finire… A Putin si dovrebbe chiedere il perchè del suo sostegno a favore delle centrali atomiche iraniane: anche gli iraniani vogliono uccidere la Civiltà Cristiana che odiano. Dopo avere cancellato il “piccolo satana” (Israele) avranno ancora più foga e convinzione nel distruggere il “grande satana”, cioè l’Occidente. Così ci chiamano, “grande satana”. Israele non è fatto di santi, ma non è la causa nè una delle cause di ciò che succede nel M.O. nè del terrorismo islamico. L’odio musulmano è la causa. Grazie

  6. Spesso mi chiedo se quelli che noi definiamo, forse sbrigativamente, valori cristiani non siano, in realtà, un controsenso, una sorta di ossimoro. Ci viene detto continuamente che i valori sono caduti, si parlò di trasvalutazione dei valori, rivalutazione dei valori, sostituzione di valori con altri… Siamo bombardati da questi concetti; Umberto Galimberti ha costruito la sua carriera sulla caduta dei valori, sul tramonto dell’Occidente. Ma il cattolicesimo, questo è il mio quesito, è un’accozzaglia di valori? Dio c’ha dato la facoltà di produrre, fabbricare valori? E cosa sono, davvero, i valori? I dieci comandamenti sono valori? Non sono, in realtà, la sostanza di Dio, quel Dio che, creando il mondo, l’ha definito in modo preciso e sostanziato attraverso il Logos? Una religione del Logos, una fede LOGICA, è immune dai valori perché si basa sul reale. Il nostro è il Dio che è il Bene e non uno che sceglie quale volontà imporre all’Uomo. La guerra odierna è tra il Logos e i valori.

  7. Viaggio spesso in Israele dove ho amici cristiani ed anche ebrei. E’ vero si costruisce moltissimo, ma…..le famiglie sono giovani ed aumentano sempre, in ogni famiglia ci sono almeno tre bambini, ma più spesso quattro o cinque basta andare in un supermercato o un centro commerciale per vedere famiglie con tanti bambini. Non c’è nessuna separazione tra ebrei e arabi, basta andare in un parco od in un luogo turistico qualunque per vedere ogni tipo di famiglia sedersi a tavoli contigui senza attriti. Ricordo poi che gli arabi in Israele sono arrivati dopo l’Egira e non da 1950 anni come sembrerebbe far capire l’articolo. Sono poi ragionevolmente certa che il Patriarca sia, anche se non lo dice, ben felice di vivere in una nazione dove può dire e fare ciò che vuole, piuttosto che vivere in Siria, Iraq o Libano……Israele offre opportunità magnifiche a tutti i suoi figli, anche arabi se sono in grado di coglierle. Ricordo poi che Gesù era ebreo ce lo dice il Vangelo con chiarezza.

  8. per approfondire la figura di Putin leggi il saggio del gesuita padre Alfredo Saenz, dottore in teologia, specializzato nella Sagrada Escritura. Vai su quenolacuenten.com/2015/09/29/vladimir-putin-un-estatista-singular-pad Oltre a vari interventi a Valdai, si trova anche il diverso approccio con l’Islam: ricordate la grande moschea di Roma, autorizzata molti anni fa e della quale almeno due imam sono stati sotto oservazione? Ecco l’aneddoto. Il re dell’Arabia Saudita disse a Putin che voleva comprare un grande appezzamento di terra per edificarci, con denaro solamente arabo, una grande moschea nella capitale russa. Non c’è problema, gli rispose Putin, ma ad una sola condizione, che lei autorizzi la costruzione nella sua capitale di una grande chiesa ortodossa. Non può essere, ribattè il re. Perchè, domandò Putin. Perchè la sua religione non è quella vera e non possiamo permettere che si iganni il popolo. Putin replicò: Io penso lo stesso della sua religione

  9. e tuttavia permetterei di edificare il suo tempio se ci fosse reciprocità. Così lasciamo stare questo argomento.
    Ve li immaginatei nostri governanti cattocomunisti nella stessa situazione? Altra statura, altra schiena!

  10. Gli israeliti che hanno subito il genocidio loro inflitto dal regime hitleriano, hanno saputo spendere molto bene sotto il profilo diplomatico questa terribile tragedia.
    Sono del parere che sia necessario separare l’orrore di fronte alla sorte toccata a tanti esseri umani e la pretesa di rivalsa nei confronti delle popolazioni della Palestina che non avevano nulla a che vedere con quei tragici eventi.
    Sin dall’inizio del loro insediamento si sia comportati con ferocia nei confronti delle popolazione che scacciavano con durezza e senza alcuna giustificazione di diritto internazionale.
    Invece é accaduto che proprio il popolo che ha subito quella ingiustificabile strage, si comporti e si sia comportato sin dall’inizio, con una durezza ed una crudeltà da lasciare allibiti.

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