Reverendi sacerdoti, ci spiegate perché la chiesa dovrebbero salvarla i laici? – Trenta righe

 

In questo periodo ho ricevuto parecchie lettere che mi chiedono di essere più presente su Riscossa Cristiana, “specialmente”, dicono alcuni lettori, “con le Trenta righe settimanali”. Non sto a raccontare ancora una volta i fatti miei, ma devo confessare che ho deciso di riprendere subito la rubrica quando don Maurizio D. ha concluso la sua affettuosa richiesta dicendo quello che proprio non vorrei mai sentirmi dire da un sacerdote. “Torni a scrivere con più frequenza, caro dottor Gnocchi, perché sarete voi laici a salvare la Chiesa”.

Faccio salvi l’affetto e la stima di don Maurizio probabilmente mal riposti nei miei confronti, la buona fede con cui durante un naufragio ci si aggrappa anche a un bastoncino di legno, il dolore per le condizioni di una chiesa i cui pastori macellano quotidianamente le anime, lo sconcerto davanti a un “Vicario” che rappresenta tutto tranne Nostro Signore Gesù Cristo… Faccio salvo tutto questo e anche di più, ma mi sono stufato di curati, parroci, vescovi e cardinali i quali vengono a spiegarci senza alcuna remora che la chiesa la dobbiamo salvare noi laici.

E loro, curati, parroci, vescovi, cardinali, consacrati di ogni ordine e grado, uomini, donne e generi diversi che cosa fanno? Continuano a demolirla come hanno fatto da molto prima del fatidico Conciliovaticanosecondo? Oppure, nel caso in cui non vogliano cooperare attivamente al macello delle anime, se ne stanno prudentemente in disparte aspettando che passi ‘a nuttata? Perché, naturalmente, loro, curati, parroci, eccetera eccetera, spiegano subito che, nella loro posizione, non possono fare niente, non sono abbastanza liberi. Tanto, saremo noi laici a salvare la chiesa.

Il curato non può fare niente per non mettere a repentaglio il poco di bene che fa di nascosto all’oratorio. Il parroco non può fare niente per non mettere a repentaglio il poco di bene che fa di nascosto in consiglio pastorale. Il vescovo non può fare niente per non mettere a repentaglio il poco di bene che fa di nascosto nell’ultima cappellina della diocesi. Il Principe della Chiesa, che veste di rosso per ricordare il sangue del martirio, non può rischiare di martirizzare la carriera per non mettere a repentaglio il poco di bene che fa di nascosto in Congregazione. Eccetera eccetera.

Con questo metodo del “bene minore”, più si sale e più diventa cogente la cooperazione con il male insediato al vertice della gerarchia, che tollera senza alcun problema qualsiasi “poco di bene” poiché la sua vera richiesta è che gli venga riconosciuta l’autorità, il dominio su corpi, anime e volontà.

La convivenza con il potere, più o meno gradito, è un mestiere antico, praticato da tempo dalla casta sacerdotale. Alla fine dei conti, anche questa pusillanime desistenza nei confronti dei laici messa in atto dal cosiddetto “clero buono” non è altro che clericalismo. È il verso più inquietante di quella malapianta sorta nel momento in cui i sacerdoti hanno assunto volentieri compiti spirituali e temporali dei laici assoggettandoli al proprio volere. Ora, in palese difficoltà davanti al clericale di apparato, il clericale logorato dal potere che non ha restituisce con gli interessi ciò che aveva sottratto al laico: non solo gli chiede di tornare ad assolvere i compiti che gli spettano per la salvezza dell’anima e del corpo, ma lo carica anche dei propri: perché, ha stabilito motu proprio, tocca al laico salvare la chiesa.

Non so come la pensino gli altri laici, ma io, francamente, mi sono stufato. Mi spiace, caro don Maurizio, che ci sia andato di mezzo lei. So benissimo che i sacerdoti dei piani bassi sono quelli meno responsabili di questo modo di fare e di pensare. Ma mi può dire che cosa vi lega a un potere palesemente iniquo e anticristico quando siete sacerdoti di Colui che è venuto a farci liberi? Smettetela, una buona volta, di ripararvi dietro al “poco di bene” che vi concede di operare il Nemico a patto che non ne mettiate in discussione l’effettivo potere. Perché, con questa chimera del “poco di bene” siete diventati schiavi della teoria del “bene minore” che si si avvia rapidamente e irrimediabilmente verso lo zero, proprio come è nei disegni del demonio. Il “poco di bene”, mi creda don Maurizio, spiritualmente è roba da “poco di buono”.

52 commenti su “Reverendi sacerdoti, ci spiegate perché la chiesa dovrebbero salvarla i laici? – Trenta righe”

  1. Bene, benissimo, e basta con questa storia dell’impegno da parte dei laici. È diventata ormai una cosa nauseante e, almeno per me, fastidiosa. I preti cosa ci stanno a fare se non pensano loro alla salvezza delle anime? A cosa serve tutto quel loro correre da una riunione all’altra, con incontri stravaganti di ogni genere, senza che all’occorrenza e quando necessitano veramente, li si possa trovare? Di tutta la pletora di pie donne e di altrettanti pii uomini affaccendati nelle cose di chiesa (in perfetto stile democristiano) si potrebbe fare benissimo a meno se i parroci praticassero il Vangelo di Cristo nella sua essenziale semplicità.Si sentono e si leggono nelle chiese e negli attigui locali certi pensieri dei bambini del catechismo che fanno rabbrividire per l’insulsaggine del contenuto: merito dei loro ‘catechisti’ che di catechismo nulla sanno. È finita la nostra religione, fatta letteralmente a pezzi, stravolta, trasformata. Di cattolico sì e no ne resta il nome.
    Carissimi don Abbondio di cui siamo arcistufi, fatevi finalmente un severo esame di coscienza.

    1. Bravissimo amico! La penso anche io come te e come Alessandro Gnocchi! Sono stufa, siamo stufi di queste richieste di bassa lega! È più facile demandare che metterci la faccia in prima persona. Sono nauseata.

  2. Caro Dottor Gnocchi,
    come può pensare che a salvare la Chiesa siano quei sacerdoti che sono usciti dai seminari con la convinzione loro inculcata, che la Chiesa debba adattarsi al mondo?

    1. Elena De Palma

      Il problema sta nel fatto che non hanno il coraggio di farlo neanche quelli che questa convinzione dicono di non averla. E’ questa contraddizione che non si riesce più a sopportare e mi pare che qui venga detto bene. Comunque, signor Giovanni, il fatto grave è che i sacerdoti di oggi, come dice lei, adorano il mondo.

  3. Penso anch’io che la maggior parte dei preti che capiscono cosa sta accadendo non ci faccia una bella figura. Se i pastori non guidano il gregge che cosa fanno. Questi preti mi sembrano tanto quei parroci progressisti che il primo giorno in parrocchia dicono che loro non sono lì per insegnare ma per imparare. Allosta se ne stiano a casa o in seminario. Poi ci sono delle eccezioni, ma proprio perché sono eccezioni dicono che la regola è questa.

  4. Il dramma sta nel fatto che oggi più nessuno ha la forza e meno ancora il coraggio di trarre lfino in fondo le conseguenze di ciò che pensa. E’ passato il tempo di Guareschi, che comunque era un laico, caro dottor Gnocchi e lo lei lo sa meglio di tutti noi. Però non smetta di parlare e di scrivere perché non lo farà nessuno al vostro posto.
    Grazie e tanti auguri, non molli
    Enzo Romani

    1. Anch’io prego il bravo Alessandro di non mollare : lotta dura, senza paura, era il tormentone dei sessantottini dalla testa dura e vuota, avevano l’imbeccata (dal diavolo?) e seguivano gli ordini di cordata, come del resto fanno ancor oggi, basti pensare alla fenomeno “Greta e il riscaldamento globale” …

    2. Stefano Mulliri

      Uno che non le manda a dire a Bergoglio e il suo circo dei sogni c’è, si chiama don Minutella , due volte scomunicato dalla falsa chiesa, affermazione questa che condivido in toto, il resto è un deserto di fancaxxisti che tengono famiglia, e che come dice bene il nostro caro Gnocchi non vogliono rischgiare di perdere quel poco di bene che fanno a se stessi.

  5. Oswald Penguin Cobblepot

    Pur con tutti i debiti di gratitudine verso Gnocchi, questa volta dissento. Il sacerdote che invoca l’ausilio dei laici per la salvezza della Chiesa e’ semplicemente un realista: rendendosi conto che non può “agere contra”, pena l’inevitabile sconfitta, allora tenta una strategia diversa. Essa potrebbe essere così riassunta: poiché i pastori hanno tradito, spetta al gregge tenere accesa la lampada perenne nel Tempio, nella speranza che da tanta perseveranza la luce illumini anche i pastori, e si ravvedano. Se ne può discutere dell’efficacia e dell’efficienza, ma non della buona fede e della retta intenzione di questo tentativo. Con cordiale dissenso, da Gotham, il Pinguino.

    1. Sono d’accordo anch’io con Oswald. Dottor Gnocchi volenti o nolenti dovremo essere noi a salvare il seme, a trasmetterlo. Magari anche in silente accordo con i preti che la pensano come noi ma non possono dirlo. Ho chiesto al mio parroco se era d’accordo a celebrare la Messa in latino. Mi ha risposto triste “il Vescovo non vuole”. Che può fare questo povero parroco che da quando è arrivato ha ripreso a far suonare le campane, a girare di nuovo per il paese a benedire le case e fa delle ottime omelie ma è ogni anno “invitato” dal Vescovo a partecipare alla marcia della pace con le bandiere arcobaleno ?. Dottor Gnocchi se lasciamo quel seme a cui lei e tanti di noi teniamo ai soli ecclesiastici lo nasconderanno o lo getteranno tra le ortiche. Tocca a noi; può suscitare sdegno ma così è.

  6. E, difatti, come potrebbero ‘questi’ preti salvare la Chiesa se essi sono a servizio di una chiesa che se rimane nelle loro mani è spacciata? Non penseranno certo di dissociarsi da questa chiesa putrefatta, rifugiandosi nelle loro piccole riserve mentali e nei piccoli spazi delle loro piccole opere di bene….i ragazzini… i migranti …e storie del genere..
    Se dicono infatti che questa chiesa nella quale prestano servizio ( e dalla quale sono mantenuti ) è disastrata al punto che richiederebbe, per salvarsi, l’intervento dei ‘laici’, loro che ci stanno a fare che? Se ne escano una buona volta sbattendo le porte, e dicano apertamente quello che questa chiesa è: un abominio. Che questa chiesa di cui parlano non ha certo bisogno di essere salvata, morta come è, ma di essere finalmete sotterrata, e i suoi miasmi finalmente spazzzati via…

  7. Gentile Gnocchi,
    ambasciator non porta pene. Il profeta non sa perchè deve dire le cose le deve dire e basta. E spesso non sono dolci.
    Bene la polemica ed anche l’analisi ma dopo ?
    Oggi la fede, quando c’è, si trova nei movimenti e/o nei santuari. A parte qualche sacerdote santo, non più nelle sacrestie.
    Neanche una volta, era fame.
    Detto questo, se lo scontro è antropologico (chieda alla Frezza cosa intendo) lo combatterà la famiglia naturale oppure un convertito.
    Cioè persone che conoscono cosa significa stare male senza Dio, non certo i chiesoni.
    Non perchè non ci siano brave persone ma perchè “non hanno addestrato le loro dita alla battaglia”.
    Leggendo altri commenti antecedenti al mio, si può pensare che in maniera anche disarticolata tali aspetti vengano mediamente colti.
    Poi però manca o la consapevolezza o la lucidità.
    In conclusione, Le chiedo di prendere in considerazione il seguente piano strategico di Dio : Carisma e Istituzione.
    Cordiali Saluti

  8. Laura Liberini

    Caro dott. Gnocchi, “mal comune mezzo gaudio”?!
    Mi permetto di condividere con lei le giornate che iniziano col dolore articolare diffuso e finiscono allo stesso modo, rallentando ogni attività e, certamente, impedendo una certa fluidità e forza del lavoro mentale!
    Questo per dire che capisco bene perché le “30 righe” siano meno frequenti, detto questo però la ringrazio davvero per queste ultime. Sono pienamente d’accordo! È davvero tanto tempo che sento affidare la responsabilità gravissima della salvezza della Chiesa ai laici! Questi, dove dovrebbero trovare la forza di rimanere piantati con i piedi nella Roccia che è Cristo se non fossero sostenuti e spronati dai consacrati?
    Grazie.
    Uniti nella preghiera, buona festa di San Giuseppe!
    Laura

  9. Ma quali laici dovrebbero salvare la Chiesa? Quelli che esultano ogni volta che Bergoglio li avvalla nella loro sistematica contravvenzione ai Comandamenti? Quelli che se al Novus Ordo vedono un cane tra i banchi sfoderano un sorriso ebete? Quelli che, se il loro parroco lascia il sacerdozio per “sposarsi” sono solidali con lui perché, in fondo, è un uomo come gli altri? Quelli per i quali Roncalli era il “Papa buono”, Wojtyla un grande Santo e San Pio X non è mai esistito? Quelli per i quali la recita del Santo Rosario è roba da vecchiette?
    O forse noi, quattro gatti della cosiddetta Tradizione, che se andrà avanti così forse non riusciremo nemmeno a salvare la pelle ( e potrebbe essere il male minore…)?
    La Chiesa può salvarla solo Nostro Signore Gesù Cristo. Il dramma è che, oramai, trovare un “cattolico” che ancora creda in Lui è diventato difficile: laici, preti o Papi che siano.

  10. “…perché sarete voi laici a salvare la Chiesa”… E’ proprio così, fin dagli albori della Chiesa… “mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente (la Chiesa militante) a Dio una preghiera per lui… (At 12)”. L’11 aprile del 1914 P.Pio scriveva a una sua figlia spirituale: “Non tutti siamo chiamati da Dio a salvare anime e a propagandare la sua gloria mediante l’alto apostolato della predicazione; sappiate ora che questo non è l’unico e solo mezzo per raggiungere questi due grandi ideali. L’anima può propagandare la gloria di Dio e lavorare per la salvezza delle anime (quindi anche dei sacerdoti n.d.r.) mediante una vita veramente cristiana, pregando incessantemente il Signore , che “venga il suo regno”, che il suo santissimo “nome sia santificato”, che “non c’induca in tentazione”, che “ci liberi dal male”. Questo è quello che dovete fare voi, offendo voi stessa e continuamente al Signore per questo scopo. Pregate per i perfidi, pregate per i tiepidi, pregate per i fervorosi, ancora specialmente pregate per il Sommo Pontefice…

  11. … continua… per tutti i bisogni spirituali e temporali della Santa Chiesa, nostra tenerissima madre, e una preghiera speciale per tutti coloro che lavorano per la salute delle anime e per la gloria di Dio nelle missioni, fra tanta gente infedele e incredula. Vi torno a esortare a consacrare tutta voi stessa e quanto più anime potete indurre per questi fini espostivi fin qui, e siate certa che questo è il più alto apostolato che un’anima possa esercitare nella Chiesa di Dio. Tenetevi ferma a questa mia dichiarazione che è appunto “ciò che dice Gesù”, e disprezzate tutte le persuasioni in contrario che il nemico vi verrà suggerendo (Ep II)”. Il carisma di Padre Pio ‘santificati e santifica’: “Chiedere a Gesù di farci santi non è superbia, né audacia, perché è lo stesso che desiderare di amarlo con amore grande…. Pregate, preghiamo senza fermarci mai: chi molto prega si salva, chi poco prega è in pericolo, chi non prega si danna… siate costanti e perseveranti, arriverete in porto ove vi attendo io…”. Nel 1915 a un’altra figlia spirituale cui additava lo stesso modo… continua

  12. … di pregare concludeva dicendo: “… così senza essere né un apostolo né un sacerdote né un missionario, ne conseguirete intanto quella corona che il Padre celeste preparò ab aeterno a costoro”.
    Nel 1917 a Fatima la Madonna insegnerà a tre pastorelli: “Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori perché molte anime vanno all’inferno perché non vi è chi si sacrifichi e preghi per loro”.
    La nostra preghiera, in ginocchio, davanti a quell’Altare-Golgota – dove il Sacrificio di un Dio, chiama ancora, per misericordia, l’umanità ingrata “pur avendo visto tutte le Sue opere e i Suoi benefici” elargiti alla creatura che ancora ama – allora diventerà forza prorompente perché unita all’Amore dell’Unico Mediatore tra Dio e gli uomini, nostro Signore Gesù Cristo “pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituale graditi a Dio”. continua

  13. …. Approfittiamo di questo Tempo Santo di Quaresima: lasciamo ‘riposare’ il nostro Redentore, tocca a noi ora, laici cattolici, “secolo peggiore non potevate nascere” diceva Padre Pio, completare ciò che manca alla Sua Passione, pregando anche il S. Rosario, come ci è richiesto dalla nostra Madre, sempre Vergine Maria, e rifugiandoci, con la Consacrazione, nel Suo Cuore Immacolato che “Alla fine trionferà”.
    In Cordibus Jesu et Mariae!

  14. … Approfittiamo di questo Tempo Santo di Quaresima: lasciamo ‘riposare’ il nostro Redentore, tocca a  noi laici cattolici, “secolo peggiore non potevate nascere” diceva Padre Pio,  completare ciò che manca alla Sua Passione, pregando anche il S. Rosario, come ci è richiesto dalla nostra Madre, sempre Vergine Maria, e rifugiandoci, con la Consacrazione, nel Suo Cuore Immacolato che “Alla fine trionferà”.
    In Cordibus Jesu et Mariae!

  15. A questi presbiteri, che dicono: voi laici dovete salvare la Chiesa. Potremmo rispondere così: quando stai male e vai dal medico, cosa diresti al medico, se ti dice: ritorna i sala d’aspetto e fatti visitare dagli astanti?

  16. Sono nuovo di questo sito. L’ho trovato per caso cercando qualcosa che parlasse chiaro su Formigoni e sul ciellame e da allora non vi mollo più. Aria pulita e senza ombra di inganni, come in questo articolo che non fa neanche una piega. E’ ora che ciascuno si prenda leproprie responsabilità che sono più grandi quanto più si sale.
    Grazie a tutti
    Tiziano

  17. Penso che il problema della Chiesa cattolica stia nelle condizioni in cui è ridotto il clero. Quello che mi spaventa dei pfreti che dicono che tocca ai laici salvare la Chiesa è che, una volta salvata, se ne impossesseranno un’altra volta e la ridurranno ancora in queste condizioni.

  18. Valeria Fusetti

    Caro dr. Gnocchi, capisco la sua insofferenza ma mentre la capisco non posso non pensare ad un episodio del Nuovo Testamento. Ricorda il quadro di Caravaggio in cui Saulo ai piedi di un cavallo, con le braccia alzate, spaventato e sofferente, chiede ” Chi sei Signore?” Alla Voce che gli aveva appena chiesto ” Saulo, Saulo perché mi perseguiti ?” E alla domanda dell’ atterrato ed atterrito fariseo la stessa voce gli risponde “Io sono Gesù che tu perseguiti”. Vede dr. Gnocchi, la ragione del perché i laici sono chiamati ad un compito che spaventa? Sta in quello che Gesù Cristo qui afferma: chi perseguita (o tradisce) la Chiesa perseguita (o tradisce) Me. Non i fedeli, i fratelli ed amici. Lui. Saulo non stava perseguitando i pastori ed i vescovi, ma la Chiesa, che è Corpo di Cristo.Corpo e Capo sono uniti.Si ricorda cosa le disse il Vescovo alla sua Cresima ? Lei è soldato di Cristo… Siamo soldati di Cristo: un immeritato onore di cui essere grati, ricordando S. Paolo, ed Efesini 6: 10-18, chiedendo che la Sua Grazia supplisca alla nostra debolezza. In cordibus Jesus et…

      1. Valeria Fusetti

        Cara Tonietta, abbiamo il miglior Generale del mondo, che può tutto ed ogni cosa. Più vari generali umani che, mi da l’ impressione, si stanno organizzando. Probabilmente più lentamente di quello che piacerebbe a tutti noi. Ma chi è veramente importante, che tutto ha sotto controllo e dirige è il Generale: il Re dei Re, il Signore dei Signori, l’ Alfa e l’ Omega.Se avessimo tutti gli altri, ma non Lui, allora si, saremmo nei guai. Molto più seri di quello che ci sembra adesso. Preghiera, Eucaristia e Penitenza devono essere le nostre armi.

  19. San Francesco era un laico quando davanti al crocifisso di san Damiano sentì la voce che lo inviava a salvare la chiesa in rovina. Era un laico Giovanna d’arco e, a quanto mi risulta, le varie apparizioni della Madonna sono rivolte più a laici che ad ecclesiastici legati, in vari modi, alla gerarchia dal voto di obbedienza che li impedisce di esprimersi liberamente. La chiesa è il corpo mistico di Cristo ma formata sul sacerdozio dei vescovi che predicano gli ideali del vangelo ai laici che dovrebbero accoglierli e quindi testimoniarli partendo dal battesimo. Quando questi ideali sono stati traditi tocca ai battezzati protestare. Ha ragione don Maurizio.

    1. Elena De Palma

      E intanto il caro don Maurizio cosa fa? Si nasconde perché lui non può esporsi e correre rischi? Siamo stufi di sacerdoti e vescovi che hanno testa una dottrina perfetta (ma non ne sono poi così tanto sicura) e hanno paura metterla in pratica. Chi carica sulel spalle degli altri quello che non vuole fare lui è un fariseo. Mi spiace per per quel don Maurizio, che è sicuramente una brava persona, altrimenti non frequenterebbe questo sito. Ma, accidenti, svegliatevi

    2. Il fatto è che qui non è Nostro Signore a parlare dal Crocifisso di San Damiano a San Francesco o a parlare a Santa Giovanna d’Arco, ma sono solo dei preti che non hanno il coraggio fare quello che appepa appena osano pensare… Non so se mi spiego, ma c’è una bella differenza. Gesù ha detto a ciascuno di prendere la sua CRoce di seguirlo, non di prendere la Croce e andare avanti da solo

  20. Domenico Carlucci

    Caro Gnocchi, ha ragione don Maurizio D. Non vuole certamente dire che i c.d. pastori non abbiano di che ravvedersi. Facessero bene solo il loro ministero (anziché i preti ‘impegnati’ nel sociale) sarebbe una grande cosa per la Chiesa. Però è vero: spetta ai laici, nel senso più autentico del termine, occuparsi del resto, anche di difendere la Fede e la Chiesa. Questo è il senso del Concilio Vaticano II, spesso frainteso. Servono cristiani veri, santi, con adeguata formazione. Certamente il clericalismo è duro a morire. Oggi si assiste a un apperente laicato. In realtà clericalismo più sottile, nascosto.

  21. Alessandro Gnocchi ha ragione, i laici non siano l’alibi dei chierici.
    Ma anche l’ “altra campana” è corretta: la santità dei laici è necessaria alla buona battaglia.
    Credo, anche per esperienza diretta, che grande parte della lotta la sostengano le “anime vittime”, che si immolano nel silenzio e nel nascondimento. Ringraziamo Dio che ancora ce ne sono!
    Bruno PD

  22. La fede non si trova più né tra il clero né tra i laici. Ma il clero porta una responsabilità maggiore. E’ venuto meno al suo compito proprio di difendere la fede e di insegnarla. Per codardia e/o idiozia ha abbracciato ogni forma di pensiero nemico e distruttore, e ha finito per diventarne complice. Il giovane sacerdote è sicuramente colmo, anche oggi, inizialmente, di nobili e rette intenzioni. Ma poi si ritrova in una terra trasformata in deserto dalle generazioni che l’hanno preceduto. A chi potrà rivolgersi, poverino lui, per trovare un’acqua che disseti, un pane che nutra?

  23. E io che pensavo che i cattolici non allineati al progressismo fossero tutti parrucconi baciapile e inamidati…
    Tiziano Raggi

  24. Mi permetto di ricordare il vecchio et et della Chiesa. Dovranno essere i buoni sacerdoti E i buoni laici a salvare la Chiesa. Insieme e nessuno escluso, in collaborazione. Anche se vedo la situazione alquanto disperata. Ogni giorno se ne sente di peggio. L’ultima ad esempio è quello che sta facendo la Conferenza Episcopale Tedesca col suo “sinodo permanente e vincolante” annunciato qualche giorno fa (col silenzio complice del Papa). Gli argomenti? Immaginate un po’…

  25. Caro Alessandro Gnocchi, lei ha perfettamente ragione, ma si metta nei panni di questi poveri curati, parroci, vescovi, porporati, consacrati di ogni tipo … loro hanno fatto il voto di obbedienza, non possono ribellarsi, verrebbero ridotti allo stato laicale o perfino scomunicati … il regime bergogliano è durissimo … bisogna capirli, stanno così bene … perché mettersi nei pasticci … e poi devono pur mangiare, no?

    1. mettersi nei panni di questa gente significa capire che sì, tengono famiglia, e che volete che facciano di diverso che conformarsi: se sgarrano, vanno a lavorare – coi tempi che corrono poi… Questo nel migliore dei casi; quello di chi si trova a disagio e s’aggrappa a tutte le motivazioni per giustificarsi. Dimenticandosi che l’obbedienza si deve a Dio e alla sua Chiesa, non ai falsari, di Dio e della Chiesa. Lo ha detto Pietro ai farisei (appunto ), e lo dice- è buon senso -il CjC, quando afferma che chi tradisce la verità di Dio- anche tacendo e conformandosi- non ha nessuna autorità nella Chiesa di Dio.
      Purtroppo per la maggior parte di questo clero, in alto e in basso, c’è solo da rassegnarsi al fatto che che sono massa dello stesso marciume, e che volete, che olezzino come fiori di campi? Ma li mandassimo tutti a quel paese, non farne nessun conto, e gli uni e gli altri??? Di pastori che conducono su pascoli di morte, che non difendono dai lupi, che ce ne facciano??? Abbiamo “Mosé e i profeti”: ascoltiamo loro!

  26. Appunto lo stipendio glielo dà lo stato superiore ed allora ” si deve campare”, arrotondano pur coi fedeli ma quello è “nero” forse…Lo chiamano vizio di accidia o pigrizia spirituale o vigliaccheria o lavarsene le mani….certuni. Intanto stanno apostatando accettando grano e pula e pure porcheria varia….per cui la complicità del clero ci sta tutta nel mantener in moto perpetuo l’apostasia…I laici son pochi con le rotelle rotanti, gli altri vanno dietro ai lupi, ai briganti, ai complici, ai commedianti…. che basta loro uomini con la firma. Che poi sia del falsario va loro bene uguale. Comunque non molleremo,che a questo siam chiamati, e quanto si dice è per carità che è l’anima da salvare.

  27. Dott. Gnocchi in questo articolo sta facendo esattamente ciò che don Maurizio le ha chiesto di fare: richiamare la responsabilità dei Ministri di Dio a fare il loro dovere. Già questo è già un piccolo gesto di “salvezza”. I laici possono salvare la Chiesa e lo devono fare in virtù del fatto che sono battezzati e sono anch’essi sacerdoti re e profeti. Devono partecipare al disegno di Cristo in tutto ciò che a loro viene chiesto per santificare la propria vita. Santificare la vita è già di per se stesso un gesto di salvezza per la Chiesa. Lei dott Gnocchi lo fa nella misura in cui umilmente scrive mettendosi al cospetto di Dio. A ciascuno il suo.

  28. sì, giusto , non avevo letto bene , e quindi colto il tono sarcastico, “devono pur mangiare”… Martiri anch’essi sono,. povere anime!

  29. Caro dott. Gnocchi, mi sento in dovere, per quanto non sia solito intervenire in sedi come questa, di dire la mia su quanto da Lei espresso. Per quanto condivida l’amarezza di fronte ad affermazioni così sbagliate su chi deve salvare la Chiesa, che grazie a Dio viene accompagnata, protetta e salvata da Gesù Cristo, non mi sento intepellato dalle critiche mosse al clero di cui faccio parte. Siamo tutti carenti e constato le codardie, ma io, come tanti altri, faccio il mio a “muso duro” fuori dai riflettori mediatici. Faccio il massimo per quel che le forze consentono, la coscienza e il Vangelo chiedono. Sono detestato perché sono “duro”, ma si tratta semplicemente di essere chiaro. Per di più non sono interessato a “quel poco di bene”; io faccio il mio con impegno ed entusiasmo, ma non per tenere gente in chiesa come fossero clienti. Credo e cerco di essere altoparlante di Dio nella Chiesa che chiama ad essere Cristiani: comunità che fidandosi di Dio lavora per la propria salvezza e per “guadagnare” qualche anima al Paradiso. Io, nel mio piccolo, salvo la Chiesa…

    1. e allora Don Andrea smaschera apertamente l’Impostore, e con lui, gl’impostori, svincolandoti dalla loro compagnia. Non si può stare di qui e di là nello stesso tempo…
      Il primo servizio è quello della Verità. E questo è un compito grande!

  30. magistrale.
    Descrive al meglio la mia diocesi e quelle circostanti del Piemonte. I pretini della generazione ratzinger tutti veste e colletto e proclamazioni di intenti sulla celebrazione vetus ordo che piano piano stanno tornando nei ranghi. Sembravano leoni… ora sono gattini. Sembrava la legione che avrebbe cambiato il volto della diocesi… nel 2013…

  31. La loro ultima difesa: è vero, la Chiesa è peccatrice e corrotta, MA E’ COMUNQUE SANTA… si fanno belli delle virtù altrui.

  32. Sono d’accordo con te, Reinhold.
    Stiamo sempre a giustificare i “poveri” fedeli portati fuori strada dai cattivi pastori. Sono quelli che ridacchiano quando il sacerdote di turno rinnega il Credo o canta l’ultimo brano di Sanremo. Lasciamo perdere che è meglio.
    Antonio

  33. ascoltate “Radio del buon consiglio” lì sì che c’è gente( sacerdoti e laici9) che dicono pane al pane e vino al vino!

  34. Lei dice,Vittoria? Provi a criticare Bergoglio e poi vede.
    Don Leonardo Maria Pompei lo difende a spada tratta e ci accusa di immobilismo, magari commentando le discutibili apparizioni di Amsterdam.
    In generale anche i Francescani dell’Immacolata si sono abbastanza allineati, mi sembra.
    In ogni caso,ciascuno deve fare il suo, ma sono i pastori a dover guidare il gregge e non viceversa.
    Antonio

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