Ricordo di Don Mario Faggi  –  di Pucci Cipriani

In calce, un articolo di Don Mario Faggi, “Guerra giusta: elogio del soldato”, pubblicato su “Controrivoluzione” Marzo – Giugno 1992.

di Pucci Cipriani

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Quando ieri sera ho appreso della morte di don Mario Faggi (1917 – 2015), il decano del clero della Diocesi, la mia mente è subito andata agli anni passati quando, il sabato pomeriggio, ci recavamo a Cafaggiolo, a prendere la “nostra” Messa, la Messa nel rito romano antico, la Messa di sempre e di tutti, in quella chiesetta sulla strada provinciale, davanti al Castello Mediceo.

E, poi, dopo la S. Messa, nel salotto buono della canonica, il caffè e le Geremiadi:

“Ormai sono vicino al passo estremo -diceva don Mario – mi sto preparando giorno dopo giorno, ormai non son più attaccato ai beni materiali e ho perdonato di vero cuore tutti quelli che mi hanno recato offesa…agli amici chiedo il ricordo nella preghiera…sono anch’io un povero peccatore…avrò bisogno di tante requiem e vivo con la paura che quelli mi cantino l’alleluja e, peggio, quella canzoncina idiota dove si parla di grappoli d’amore e cestini di dolore. Ringrazio il Signore per avermi fatto conservare la Fede…e non è stato facile in questi tempi d’apostasia”

Don Mario Faggi, poi, vinto dagli anni e dalla malvagità della gente (viveva solo ed era stato rapinato, in canonica, tre volte) dovette soccombere e abbandonare la sua parrocchia e i suoi fedeli parrocchiani ritirandosi alla “Casa del Clero” di Firenze, in via Machiavelli.

Con don Faggi abbiamo combattuto tutte le battaglie in difesa della liturgia latino gregoriana, contro il falso ecumenismo e il pauperismo cialtrone, contro i preti contestatori (fu il grande avversario del guru don Milani e autore di “Testimonianze su don Milani” che pubblicheremo, a breve, su Riscossa Cristiana – n.p.c.) a favore delle nostre radici cristiane in una Toscana che, benché “rossa”, vuol rimanere cristiana e non musulmana; don Faggi non si è mai risparmiato e – rara avis – dopo la S. Messa della mattina e la parca mensa, dedicava il pomeriggio allo studio e alla preghiera…era in contatto con tanti scrittori e pensatori cattolici: Francesco Spadafora di cui ammirava gli studi biblici,Roberto de Mattei, Antonio Socci, con il quale non sempre si trovava d’accordo e al quale scriveva lunghe lettere, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro. Di Mario Palmaro aveva letto, praticamente tutto, e lo ammirava e grande quindi fu, per il nostro sacerdote, il dolore due anni orsono al momento della scomparsa di quel grande scrittore  combattente per la Fede cattolica. Per me e per la Comunione Tradizionale don Mario Faggi è stato Maestro, amico, fratello e padre. Per la Comunione Tradizionale un sicuro punto di riferimento: nell’Ottantanove, in occasione delle controcelebrazioni del bicentenario della Rivoluzione Francese, prima che Don Giorgio Maffei, assumesse l’incarico di Cappellano dell’ANTI 89,fu don Mario a celebrare le S. Messe e le funzioni nel rito romano antico…quando allora, prima del Motu Proprio di Benedetto XVI, nessuno avrebbe osato.

L’ultima volta che ho visto il caro don Mario Faggi fu un mese fa dopo la Marcia per la Vita di Roma. Mi recai, con una folta delegazione di giovani della Comunione Tradizionale, lo trovammo nella sua poltrona assorto nella preghiera e passammo molto tempo con lui che volle sapere della Marcia per la Vita, del suo successo, della grande folla, del sacrificio di molti e anche del tradimento di pochi…e quello molto lo addolorò.

Prima di andar via chiedemmo la sua benedizione e, nonostante lo pregassimo di rimanere seduto sulla sua poltrona, volle alzarsi, indossare la stola e, con una statuetta della Madonna di Lourdes, darci la sua benedizione.

Stamani nella chiesa di Galliano è giunto il feretro, accompagnato dai familiari e dal Direttore del Convitto ecclesiastico don Gabriele, accolto fraternamente dal parroco di Galliano don Emilio. E questo clima di Comunione fraterna è stato salutato con gioia dai giovani amici che erano con me e che avevano ancora negli occhi e nelle orecchie la scena miseranda e vergognosa di quando, il 3 dicembre scorso, nella pieve di Borgo San Lorenzo il pievano  don Maurizio Tagliaferri, discepolo del famigerato don Lelio Cantini, profanò la morte, aggredendo violentemente (e le violenze verbali, specie quando l’agguato viene fatto a sangue freddo, nei confronti di persone ignare di tutto, sono anche più gravi di quelle fisiche) il prete celebrante un funerale nel rito romano antico – che oltre tutto era venuto con il suo permesso – non si sa se per gelosia,per odio alla Tradizione o stupidità, o per tutte e tre le cose messe insieme.

No, il nostro Arcivescovo Card. Giuseppe Betori, pervaso da zelo e grande sollecitudine pastorale,  ha esaudito l’ultimo desiderio di don Mario Faggi di far celebrare l’esequie nel rito romano antico, con quella S. Messa tradizionale alla quale l’anziano parroco di Campiano era restato fedele per tutta la vita “usque ad mortem”. Dopo la S. Messa di requiem il Vicario episcopale per il clero, il cappuccino p. Roncari, ha portato ai familiari, ai fedeli e agli amici presenti il saluto dell’arcivescovo Mons. Betori ed ha quindi ricordato, con toccanti parole, don Mario Faggi:

“Siccome alla morte – ha detto, tra l’altro, p. Roncari – si ricordano le opere buone di una persona, anche se povero peccatore, come tutti noi, dobbiamo ricordare una grande “opera buona” del nostro caro don Mario Faggi : la sua fedeltà. Fedeltà al S. Battesimo, fedeltà alla S. Cresima e fedeltà all’Ordine Sacerdotale…Don Mario Faggi, nei suoi settantaquattro anni di Messa, è sempre stato un sacerdote fedele, anche nei momenti più difficili…” 

Quindi il Vicario Episcopale, con grande “pietas”, ha dato l’assoluzione alla salma con il canto del “Libera me Domine” ed ha accompagnato la salma nel piccolo cimitero del Bosco ai Frati, accanto al caro p.Nottolini e a tutti gli altri padri di quel’antico convento e ai popolani che, sotto la nuda terra, riposano nella pace del Signore:

La Comunione Tradizionale ricorderà don Mario Faggi – ai familiari, agli ex  alunni dell’Avviamento professionale di Borgo San Lorenzo e dell’ITI di Firenze, ai fedeli, agli amici e ai conoscenti –  con una solenne Messa di Requiem nel rito romano antico, della quale daremo, al più presto, notizia.

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(fotografie di Leonardo Crescioli – clicca per ingrandire)

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GUERRA GIUSTA: ELOGIO DEL SOLDATO  –  di Don Mario Faggi

 

Da quando si sta discutendo alle Camere la legge sulla obiezione di coscienza, il tema è ritornato d’attualità, non solo nelle discussioni, ma tra i giovani che sempre più numerosi fanno obiezione al servizio militare. Fra questi spiccano i giovani che si professano cristiani.

Essi si appellano al Vangelo come se questo fosse contro tale servizio e diversi vescovi li appoggiano.

Ho qui sotto gli occhi il Documento finale del Sinodo in corso a Firenze. A pag. 23 – paragrafo 8 intitolato :“Beati gli operatori di pace” è scritto: “Promuovere annualmente attraverso la consulta diocesana per i giovani, in collaborazione con lo Studio Teologico, incontri rivolti ai giovani che forniscano elementi per aiutare il discernimento personale in vista alla di obiezione di coscienza. Sarà evidenziato il valore etico del servizio civile come scelta preferenziale per il cristiano”.

Ma è proprio vero che il Vangelo, l’insegnamento di Nostro Signore o degli Apostoli, di San paolo o della Chiesa, è contro il servizio militare?

Perché accanirsi contro coloro che hanno fatto questa scelta, così da costituirli come cristiani di seconda categoria?

Già San Giovanni il Battista, ai soldati che sono accorsi da lui per ricevere il battesimo di penitenza e che gli domandavano: “E noi cosa dovremo fare?” rispose loro cessate il servizio?

No, no. Egli rispose loro : “Non fate violenza a nessuno né calunnia e siate contenti della vostra paga” (Luca 3,v14)

Gesù, poi, proprio nei confronti di un soldato romano, un ufficiale di carriera, farà un tale elogio che, mai, nessuno ne ebbe uno uguale:

“Quando Gesù ebbe udite queste parole (quelle del Centurione che affermò di credere che Gesù avrebbe potuto guarire il suo servo anche senza andare a casa sua) rimase ammirato e rivolto alla folla disse: ‘Io vi dico che non ho trovato una fede così grande in Israele’ “.

Nessuna condanna quindi ma un elogio bellissimo. Anzi, secondo Luca, gli stessi ebrei pregano Gesù con insistenza: “Egli merita che tu gli faccia (il miracolo) perché ama il nostro popolo ed è stato lui che ha costruito la Sinagoga”.(Luca 7, 1-10)

E dire che secondo le categorie odierne il centurione è un oppressore, rappresentante di Roma che con la guerra aveva occupato la Palestina.

Negli Atti degli Apostoli si riferisce (cap. 10) : “Vi era in Cesarea un tale di nome Cornelio, che era centurione nella coorte detta italica. Uomo religioso e timorato di Dio. Faceva molte elemosine e non cessava di pregare in ogni luogo e tempo il Signore.”

Dio lo predilige tanto da mandargli un angelo dal cielo ad annunziargli: “Cornelio, le tue preghiere e le tue elemosine sono ascese davanti a Dio” con l’invito a chiamare Pietro perché lo possa battezzare con tutta la famiglia e diventare così la primizia dei gentili nella Santa Chiesa di Dio: un soldato anche lui, un soldato di carriera, un ufficiale che rappresenta Roma che ormai da anni, manu militari, ha occupato la Palestina.

Ma chi non sa che innumerevoli sono i militari Santi!

Nei primi secoli i militari martiri sono così numerosi da non potersi tutti ricordare. Basta per tutti San Sebastiano!

E San Luigi IX Re di Francia non è morto in un paese straniero perché colpito da malattia mentre prendeva parte alle Crociate?

E Santa Giovanna D’Arco? Non è stato San Michele Arcangelo a spingerla al servizio militare, lei giovane donna, per liberare la Francia dall’occupazione inglese?

Non finirei più se volessi riferire di tutti i soldati che hanno esercitato le virtù cristiane in grado eroico, facendo onore a Dio, alla Chiesa e alla loro divisa.

No, né il Vangelo né l’insegnamento della Chiesa lungo i secoli, è contro il servizio militare.

zzzzslvdcstE non poteva essere che così perché proprio in quel servizio si possono praticare tutte le virtù cristiane , ma specialmente la  caritas, la magna delle virtù, l’amor di patria appunto.

Fra poco, lo speriamo, un soldato dei nostri tempi lo vedremo circondato dall’aureola dei Santi e del martirio : Salvo d’Acquisto!

Ripieno di amor di Dio e dei fratelli offrì generosamente la vita per il loro riscatto.

Non c’è maggior amore di questo, dare la vita per i nostri fratelli” ha detto Gesù.

Non cristiani di seconda categoria ma proprio della prima, sono questi nostri fratelli in divisa, quando chiamati, con semplicità e disciplina, con dedizione sacrificio, compiono il loro dovere al servizio di tutti.

Sac. Mario Faggi, del clero fiorentino     (Cfr: “Controrivoluzione” Marzo – Giugno 1992)

5 commenti su “Ricordo di Don Mario Faggi  –  di Pucci Cipriani”

  1. è tristissimo. sembra di essere in una foresta che perde alberi monumentali proprio quando ci sono speculazioni, abusivismo, piromania, fillossere varie……………………………

  2. Grazie Don Mario Per il suo sacerdozio e la sua grande ereditá spirituale!. D. Alejandro Vila , giá rettore di Cafaggiolo

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