Riflessioni su di una suora che recita il breviario digitale – di Leon Bertoletti

Nostro Signore, secondo Giovanni, con il dito si mise a scrivere per terra. La suora che ho visto l’altro giorno in santuario, seduta al terzo banco di fronte all’altare maggiore tenendo i piedi a riposo sull’inginocchiatoio, con il dito strofinava invece lo schermo di uno “specchietto magico”, come lo chiamerebbe Ceronetti, cioè di un piccolo tablet. Incuriosito, ho scoperto che scorreva le facciate di un Breviario digitale. Pregava, stava pregando, questa sorella moderna nonostante un’età canonica. Sono certo che le sue orazioni fossero reali, non virtuali come le parole eteree, brilluccicanti sullo schermo, pronte a svanire in un tocco lieve, dell’inno, delle antifone, dei salmi, della lettura breve, del responsorio, del Magnificat, delle intercessioni. Forse tra un po’ anche il messale sulla tavola consacrata sarà esiliato per far posto, in opportuno leggio, a un iPad. E all’ambone troveremo un quindici pollici, o più grande. Ma a noi ex giovani malinconici e nostalgici, con la fissazione per il latino smozzicato e compreso faticosamente a metà, con le tiritere biascicanti e un’infinità di fisime liturgiche, non è che la novità faccia impazzire. Rabbrividire, piuttosto, questo il verbo giusto.

Che ci volete fare: continuano a piacerci i libroni con le pagine lise, stampate in rosso e in nero, bordate d’oro, filettate di tanti filetti colorati che con l’uso e l’abuso si scolorano, si logorano, si spezzano; con le pagine che portano il sudore della recita agostana, le ditate di carbonella, il profumo dell’incenso inspirato da centinaia di riti sempre uguali e sempre diversi, l’odore floreale trafugato alle feste dei vivi e dei morti, ai battesimi, ai funerali; con le pagine sfogliate da altri prima di noi: santi, farabutti o mediocri vie di mezzo, tutti però a celebrare il Divino Ufficio delle ore, delle stagioni, dei comuni e dei propri su quella carta caduca, fragile, precaria, sottomessa al ripetersi, all’eternarsi, al rovinarsi, al finire dei tempi proprio come noi. Questo gli aggeggi tecnologici non l’hanno, non lo comunicano, non lo trasmettono proprio: possiedono soltanto obsolescenze programmate, anacronismi, errori di caricamento; chiedono riforme, cambiamenti, aggiornamenti pastorali e concili stravolgenti, invocano ricariche elettriche, riparazioni tecniche e sostituzioni con prodotti dall’apparenza e dai linguaggi più aggiornati, più avanzati, nuovi. Ecco, forse, perché nascono i problemi, perché originano le differenze, perché si nutre il conflitto tra il reale, il concreto, la virtù e l’irreale, l’astratto, il virtuale.

 

 

24 commenti su “Riflessioni su di una suora che recita il breviario digitale – di Leon Bertoletti”

  1. Anch’io preferisco i libri cartacei, ma devo dire che alcune app raffigurate mi sono state utili per scoprire libri introvabili come il commento tradizionale alla Bibbia di Haydock (ovviamente in lingua inglese).

  2. Leggere la scrittura stampata su carta e ancor piu’ il brevario da’ l’idea di una cosa tramandata, che ha un passato, un respiro. Del resto un libro puo’ passare di mano in mano. Ma poi e’ questione di abitudine, l’importante e’ pregare. I religiosi nella loro sequela quotidiana danno spesso una fervente testimonianza di fede, una fede semplice ma luminosa come una pagina di breviario letta su un computer.

  3. Siano lodati Gesù e Maria!
    Concordo sull’idea di principio, ma allo stesso tempo – almeno per chi vuole iniziare, ci sono App come BrevMeum, scritto dai Francescani dell’Immacolata, che riporta con fedeltà (anche grafica) l’Ufficio Divino del giorno e numerose preghiere tutte raccolte in un’unica App. Molto dipende dall’uso che si fa dell’iPhone: se é un’accozzaglia di Apps – giochi, Facebook, ecc… fra cui anche le App liturgiche…beh questo é quasi blasfemo. Se invece l’iPhone viene interamente DEDICATO come contenitore di preghiere, Salmi, Ufficio Divino, ecc… allora ecco che il dispositivo – pur continuando personalmente a preferire la carta (internet ed il web sono in gran parte mano al demonio, come il mondo) può diventare uno strumento utile.
    Ma questo é un parere del tutto personale, forse sbagliato e che sicuramente non vuole imporsi a nessun altro.
    Ave Maria

  4. Allora tassiamoci per ristampare il breviario prima della riduzione del 1955 che comprenda ovviamente la festa dell’assunta post dogma in latino_italiano e I messali e martirologi. Ringraziamo I compilatori di divinum officium che mettono a disposizione tutto questo comprese le traduzioni dei salmi come Cristo comanda. Se aspettiamo le bestie del Vaticano stiamo freschi.

  5. Inoltre sempre su divinum officium chi vuole può trovare (a titolo di studio) le varie versioni del breviario a partire da quello monastico pre tridentino. L’opera fu curata dal compianto Laszlo Kiss, ingegnere I formati o ungherese, cattolico fedele e devoto, che Dio lo abbia in gloria, e gestito e arricchito da cattolici tradizionalisti di molte nazioni I. La versione in italiano so che è costata molta fatica e presenta qualche errore marginale nei mattutini in via di correzione e a dato il via ad altre traduzioni. In origine c’era la versione inglese e ungherese. Dopo quella italiana sono seguite le altre. Quando le tipografie pontifice torneranno al cattolicesimo useremo il cartaceo. Ora dove lo trovo. Piuttosto spero che la suora usasse il telefono perché recitava il breviario cattolico in mancanza del libro e non per comodità nell’uso di quella ciofeca postconciliare con i salmi politicamente corretti e censurati (35%) eliminando quelli che i cretini modernisti chiamano i salmi imprecatori. Sia lodato Gesù Cristo. Buona novena di Pentecoste.

  6. Grazie questa riflessione giunge perfetta alle mie orecchie. Non sono una persona anziana ma si, anche io quando a messa vedo il tipo col dito sul tablet ho un’ irrefrenabile moto d’ ilarità. E anche un po’ di sdegno. Mi godo beata un messale che sto ancora imparando a sfogliare e che mi nasconde preziosi segreti da scoprire in una vita intera.

  7. Il Divinum Officium elettronico è benemerito…Ma il Messale di mamma ragazza del 1943 è struggente e inarrivabile! A ognuno il suo ambito previsto dalla Provvidenza e dall’intelligenza umana. E quanti libri da messa sopravvissuti all’iconoclastia giacciono in fondo alle sacrestie in attesa della Riscossa! A noi laici raccomandatissima (specie mentre dall’alto si diseduca) la santa palestra dell’inginocchiatoio, col training della Messa tradizionale ma anche al di fuori.

  8. normanno Malaguti

    Dove trovare i messali della tradizionale fede cattolica? Se qualcuno può darmi un’indicazione, gli sarò grato con la mia povera preghiera.

    1. Per quanto ne so ,Gent. Sig. Malaguti , alcuni sono stampati da ‘ Fede & Cultura ‘ di Verona ,altri dalla casa editrice tedesca ‘ Nova et Vetera ‘ ( attenzione , pubblica un po’ di tutto ,ad esempio il noto modernista George Tyrrell ) .Su Amazon e Ebay si trova a volte qualcosa ,ma bisogna essere perseveranti e dare un’occhiata ogni giorno .Altre possibilita’ sono gli antiquari ( molti nella zona di Firenze ) ,nel qual caso e’ meglio telefonare o mandare delle e-mails . Per gli esemplari piu’ ‘difficili’ c’e’ da aspettarsi di dover pagare prezzi da collezionisti ,anche perché le pubblicazioni piu’ rare -non solo messali,ma ad es. antiche Bibbie – risalgono al Settecento – primo Ottocento , se non prima. Alla disperata , si puo’ fare un ultimo tentativo su Amazon.de . Buona fortuna !

  9. Non sempre si può aver dietro il breviario, e l’aiuto del cellulare a volte è meglio che niente. Io per fare adorazione mi sposto in scooter, impossibile recarmi in centro città con altri mezzi. E impossibile portarmi dietro Bibbia e altro. Non vedo nulla di scandaloso o di “modernista” nel poter leggere una pagina della scrittura nel solo modo che in quelle circostanze mi è possibile. A casa certo preferisco la carta stampata. La Suora col cellulare: era “stanziale” o di passaggio? Io non sparerei giudizi avventati. Anche il cavallo è più poetico dell’automobile. Ma ora usiamo l’automobile, e al servizio di Dio, se siamo alla Sua sequela….
    Bruno PD

  10. P. S.: E se la Suora fosse stata straniera? Ancora meno scandaloso mi sembra poter avere a disposizione, durante i viaggi, il breviario nella lingua locale. A me ha molto aiutato, in Portogallo, a cominciare a conoscere la lingua, in un modo molto gradevole…..
    Bruno PD

  11. Permettete che spezzi una lancia per la suora… cosa ne sappiamo del motivo per cui usava il telefonino e non il breviario cartaceo? Io utilizzo molto spesso le app gratuite per il telefonino….non mi posso permettere di acquistare libri costosi e pesanti da portare in giro….non ci trovo niente di male….altra cosa sarebbe che venisse usato in un monastero, dove i libri non mancano e si prega sempre nello stesso posto in coro…. comunque anche i libri sono oggetti tanto quanto i telefonini…a nessuno dei due bisogna attaccare il cuore

  12. Certo all’apparenza non è uno spettacolo edificante. Però, confesso che il sito Divinum Officium che proprio voi di Riscossa Cristiana avete dato in un’occasione è una vera benedizione. Si trovano dalla Messa giornaliera alla Liturgia delle Ore. il tutto con le traduzioni in molte lingue. Io lo uso in caso di mancanza del messale o per la Liturgia delle Ore. Se ci si pensa bene non è così vergognoso. Si vede bene, meglio della scrittura piccola dei Breviari.

  13. Io apparirò sicuramente una retrograda in mezzo a tutti i vostri commenti che esaltano il valore della tecnologia, sono d’accordo fino a un certo punto. Attenzione che non diventi un modo per stare un po’ troppo al passo col mondo anche dove non conviene… una suora che legge lo smartphone in chiesa (e già questo è di cattivo gusto già per un laico), sicuro che lo fa a maggior ragione dappertutto altrove (ecco le suore al passo coi tempi che bella cosa, via le muffe del vecchio stantio libro di preghiere!). Permettetemi (e biasimatemi pure) ma vedere in chiesa e durante Messa(!!) leggere sul cellulare anche la migliore delle preghiere e distogliere di una virgola l’attenzione dalla celebrazione) è una cosa che mi fa venire la tentazione di staccarne quattro. Maleducazione verso il Signore. Lo dice una che comunque si serve molto di internet per informazioni religiose e studi , con gratitudine sincera a questo strumento! Ma in chiesa è irriverenza.

    1. In chiesa conviene pregare e non guardare cosa fanno gli altri….come dice giustamente Lei non bisogna distogliersi dalla celebrazione….quindi neppure messalini cartacei e neppure le preghiere diverse da quelle liturgiche?

      1. Concordo pienamente con lei, Rita: in base a quale criterio si stabilisce che è maleducazione verso il Signore leggere una preghiera sullo smartphone, mentre su un libretto cartaceo va bene? Non esageriamo, suvvia!

  14. La app di cui si parla non è affatto il Breviario della Chiesa Cattolica (siii…stai fresco….) è invece la liturgia delle ore CEI sviluppata su commissione dei vescovi italici
    dalla Seed srl. Le suore la usano in massa come pure i sacerdoti.

    La trovano comodissima, perchè la fai partire dove ti pare e quando ti pare e se vuoi la voce registrata prega al posto tuo… loro si limitano ad ascolatre e a “ripetere
    mentalmente” dicono loro….. così nel frattempo che il telefono “prega”, possono cucinarsi la carbonara oppure evadere la posta e controllare gli estratti conto
    della banca e le bollette.

    Altro che breviario…. ma quando mai….

    1. Mi scusi, sig. Matteo, ma la Liturgia delle Ore è il breviario della Chiesa cattolica. Se vuole può recitare quello antico, ma solo nell’ultima versione corrispondente al Messale del ’62. Ma non può dire che quello in italiano non sia il breviario cattolico, così come non si può dire che l’ultimo codice di diritto canonico non sia valido. Potranno averedei difetti ma sono i libri attualmente in vigore nella Chiesa cattolica. Sennò ci faccia la chiesa che vogliamo noi. Dura…sed lex….
      Quanto poi ad utilizzare male lo smartphone, è possibile utilizzare male qualunque mezzo….perché non c’è niente che venga dall’esterno che possa contaminare l’uomo …ma dall’interno viene il male. Stia in pace

      1. La liturgia delle ore è la liturgia delle ore, il Breviario è il Breviario.

        Le cose vanno chiamate col loro nome senza fare confusione.

        La liturgia delle ore è stabilita dalle conferenze episcopali, mentre il Breviario che è del 1952 (che non ha nulla a che vedere col messale del 62), è universale
        e vale per tutta l’orbe cattolica.

        Ad ogni modo io e chiunque altro posso recitare quello che voglio e non ho bisogno di alcuna autorizzazione nè sua nè di altri.
        Se volessi recitare quello del 1879 quale sarebbe il problema? Chi me lo vieta?

        Dio certo comunque, quando prego lo faccio in prima persona e non faccio pregare il telefonino al posto mio.

        Stia in pace anche Lei.

        1. “§ 3. Ai chierici costituiti “in sacris” è lecito usare il Breviario Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962.” (Motu proprio Summorum pontificum).

          1. Gentile @Rita, alcune precisazioni:
            In primo luogo le suore come quella in articolo non sono chierici costituiti “in sacris” e quindi possono pregare (o non pregare) qualunque Breviario, i chierici in sacris possono usare o il Breviario o la liturgia delle ore per l’ufficio obbligatorio ma nessuna norma vieta loro di pregare usando anche altri breviari precedenti. Detto questo ribadisco che pregare in prima persona ha un senso mentre far pregare lo smartphone è inutile ed anche irriverente. La App. CEI favorisce invece di contrastare, la endemica abitudine dei chierici di non pregare affatto l’ufficio giornaliero o al massimo di concentrare tutte le preghiere nello stesso momento del giorno (altro che liturgia delle ore).
            Infine puntualizzo che l’ultimo Breviario Romano promulgato è del 1952 con ultime “editio” (ovvero versioni editoriali) del 1961, non esiste alcun Breviario del 1962 e la citazione imprecisa sul Summorum Pontificum che lei ha citato, dimostra una volta ancora quanto sia scaduta la falsa chiesa post-conciliare.

          2. Ma come a dire che quella suora non pregava? Io non sono in grado dirlo e non lo direi mai. Col metro con cui giudichiamo saremo giudicati….

  15. “Perché si nutre il conflitto tra il reale, il concreto, la virtù e l’irreale, l’astratto, il virtuale”; caro Bertoletti, l’aspetto criticabile del suo commento sta proprio in quest’ultima frase. Non esiste alcun conflitto, né tantomeno servono “aggiornamenti pastorali e concili stravolgenti”, soprattutto per chi assoggetta se stesso alla volontà dell’Altissimo. Non sono queste le cose che (mi scusi il giocaccio di parole) tradiscono la Tradizione, poichè si tratta solo di darle un nuovo veicolo (tutto sommato un po’ più efficiente) per farla operare. Troppe volte confondiamo la tecnologia con la verità, con la fede ed il suo depostito irriformabile ed irrinunciabile. Caro Bartoletti, occorre pregare sempre senza stancarsi mai, e se la vedovella evangelica (Luca, XVIII, 1-18) si sposta per andare dal giudice, ma che importanza ha che lo faccia 1. a piedi, 2. in bicicletta, 3. con lo scooter, 4. in macchina, 5. con i mezzi pubblici, 6. in taxi, 7. etc.etc?

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