Rigidità, l’ultima eresia – di Marco Manfredini

Il paradosso misericordista della Chiesa moderna.    

di Marco Manfredini                                                                        

.

zbrrAlla fine, ciò che è stato faticosamente cacciato dalla porta nel corso di qualche decennio, rientra di prepotenza, e all’improvviso, dalla finestra. A dimostrazione che non può esistere nessuna dottrina, vera, traviata o falsa che sia, senza dogmi e di conseguenza senza eretici che li disattendano. Nemmeno quella dei tolleranti & misericordiosi.

“E’ così o niente”: questa affermazione rappresenta l’eresia secondo il nuovo e unico dogma rimasto, l’ideologia che si è impadronita della quasi totalità del clero, in particolare ai piani alti, a partire dal vertice: il misericordismo.

I paradossi di una Chiesa modernista: chi dice “è così o niente”, vale a dire “la verità è questa, non altra”, sia messo (metaforicamente, si spera) al rogo.

Il misericordismo, o ideologia misericordista, è quella particolare forma di pensiero salita alla ribalta negli ultimi tempi, con un’impennata parabolica registrata nell’anno in corso, per cui, travisando clamorosamente il concetto stesso di misericordia per non urtare il sensibile peccatore, viene sospesa ogni forma di giudizio su ciò che è bene e ciò che è male. Come se una persona adulta e consapevole, affetta da grave patologia, venisse tenuta all’oscuro del suo stato di salute, impedendole di fatto di accedere alle necessarie cure.

 Si tratta di quella deformazione della dottrina tramite la prassi per cui è auspicabile venire a patti, o meglio accettare supinamente e acriticamente tutto ciò che di più disgustoso e anticristiano il mondo propone, in quanto ravvisabili comunque in esso semi di verità. Salvo naturalmente emarginare e zittire chi ha qualcosa da obiettare su tale nuovo e inedito dogma, anche se supportato dai Padri della Chiesa, una vastissima schiera di Santi, le Scritture, una Tradizione e un Magistero consolidati nel corso di una ventina di secoli, compresi una buona parte di documenti soggetti ad infallibilità papale.

Durante la Messa in Santa Marta di giovedì 9 giugno,

Il Papa ha messo l’accento sul male che arrecano al popolo di Dio gli uomini di Chiesa che fanno il contrario di ciò che dicono. Quindi, ha esortato a liberarsi da un idealismo rigido che non permette di riconciliarci tra noi.

Il problema dell’ora presente sarebbe quindi l’idealismo rigido. I rigidi, definiti anche altrove cuori duri, impediscono la riconciliazione, divenuta obiettivo ultimo.

Gesù chiede dunque di superare questo, di ‘andare in su’. Prende dunque come esempio il primo Comandamento: ‘Amare Dio e amare il prossimo’. E sottolinea che chiunque si adira con suo fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

Ah, ma allora c’è ancora Il Giudizio! Inconsciamente un po’ tutti speravamo che fosse stato abolito, anche se sapevamo benissimo che non era possibile che venisse cancellata una verità di fede, nemmeno dal Papa stesso. In certi casi persino questo odioso e scorrettissimo termine torna fuori: giudizio. Ma siamo sicuri che sia nel contesto giusto?

Quante volte sentiamo dire: ‘Ma quel prete, quell’uomo o quella donna dell’Azione Cattolica, quel vescovo o quel Papa dice che dobbiamo fare in questo modo’ e poi fanno l’opposto. Questo è lo scandalo che ferisce la gente ed impedisce al popolo di Dio di crescere e andare avanti.

Ed è sicuramente vero, per carità.

Ma non è forse almeno altrettanto scandaloso, in particolare di questi tempi, vedere tanti uomini, donne, preti, vescovi, papi, ministri, presidenti della repubblica, che conducono una vita privata ineccepibile ma si adoperano costantemente per gettare nebbia nelle coscienze della gente, diffondere idee malvagie, e approvare leggi contro natura?

Quale delle due cose è più scandalosa? Per quanto deprecabile, l’uomo vizioso in privato e virtuoso in pubblico, condanna sé stesso, forse suscitando l’invidia e il desiderio di emulazione da parte di qualcuno, ma la riprovazione delle moltitudini.

L’uomo virtuoso in privato ma pubblicamente agevolatore del vizio altrui, soprattutto se potente, trascina con sé nella condanna una società intera. Con l’aggravante per lui che i trascinati saranno anche convinti di essere nel giusto, rivendicheranno questo vizio, e più la legge e i costumi lo consentiranno meno loro si accontenteranno.

O forse che Il Giudizio vale per il primo che è un po’ antipatico, ed è condonato al secondo perché non fa arrabbiare suo fratello? Chi è il più ipocrita, il più Fariseo tra questi?

Questo sano realismo della Chiesa Cattolica. La Chiesa Cattolica mai insegna ‘o questo o questo’.
Quello non è cattolico. La Chiesa dice ‘questo e questo’. Fai la perfezione, riconciliati con tuo fratello, non insultarlo, amalo…
Ma se c’è qualche problema almeno mettiti d’accordo perché la guerra non scoppia.

“Questo e questo”: più che sano realismo trattasi del vecchio ma-anchismo reso comicamente celebre dal Veltroni politico che torna drammaticamente in auge grazie al Francesco religioso, col consueto ritardo che sconta la Chiesa quando vuole travestirsi da moderna. Scopriamo che adesso, con tre lustri di posticipo, questa specie di barzelletta, che in realtà è la negazione del laicissimo principio di non contraddizione, è diventata dottrina; anzi, ha soppiantato tutta la precedente dottrina bimillenaria, divenuta ormai indecifrabile nei documenti e nelle omelie ufficiali.

Lo ha già scritto efficacemente il vaticanista Aldo Maria Valli:

Se l’et et unisce, il «ma anche» più che altro giustifica. Se l’et et rispetta la complessità e la riporta a unità, il «ma anche» cerca di superare la complessità attraverso qualche scorciatoia logica ed etica. Laddove l’et et unisce, il «ma anche» banalizza. Mentre l’et et punta alla verità, il «ma anche» si mette al servizio dell’utilità.
[…] Ecco che cosa c’è di male: che la Chiesa del «ma anche» sposa esattamente la logica del mondo, non quella del Vangelo di Gesù. E infatti riceve gli applausi del mondo.

Pessimo segno, gli applausi del mondo. Ma ritorniamo all’omelia:

Questo sano realismo del cattolicesimo. Non è cattolico ‘o questo o niente’. Quello non è cattolico.
Quello è eretico. Gesù ci dà l’ideale, ci accompagna verso l’ideale, ci libera da questo ingabbiamento della rigidità della legge, e ci dice ‘fa fino al punto che voi potete fare’.

Allora gli anatemi vengono ancora lanciati! L’eresia esiste ancora! Sì, però adesso è definito eretico solo ciò che fino a ieri l’altro era pura e sana dottrina cattolica; per contro, tutto ciò che prima era catalogato come eretico, al massimo adesso rappresenta una bella sfida che contiene abbondanti semina Verbi.

Certo che facciamo “fino al punto che possiamo fare”; noi poveri peccatori, soprattutto se con l’handicap della rigidità e del cuoredurismo. Abbiamo sempre fatto così, senza bisogno che ce lo dicessero i chierici. Ci pensiamo già da soli a farci gli sconti; se noi scontiamo e il clero applica anche i saldi di fine stagione al prezzo di partenza, il risultato finale tenderà allo zero; va a finire che ci abituiamo male e diventa una corsa al ribasso che non può avere un esito molto benefico sulla nostra economia in ordine alla salvezza eterna.

Inoltre non mi risulta che Gesù sia venuto a liberarci dalla legge, perlomeno non con questa velata accezione anarco-insurrezionalista che si respira dalle parole del Pontefice.

La libertà dalla legge la si ottiene solo superando quel livello di santità per cui si dissolve la preoccupazione prescrittiva di osservare la legge, perché ciò accade naturalmente; il discernimento (quello vero, non quello contraffatto del Sinodo) avviene in modo automatico per chi, beato lui, si trovi in tale stato di grazia.

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

Perché in questo consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti”.

E’ il famoso “Ama e fa ciò che vuoi” agostiniano: se arrivi ad amare veramente come Dio ti chiede, quell’amore comprenderà necessariamente l’adesione alla Verità, da cui la legge deriva.

La legge sarà sempre la stessa, ma verrà vista non più come una costrizione, ma per quello che realmente è: una conseguenza dell’adesione alla vera libertà, al vero amore.

Ma stiamo volando troppo alto; torniamo a terra:

Questa è la santità piccolina del negoziato. Voglio fare di tutto, almeno per non fare la guerra e vivere in pace.

Così Dio Padre avrebbe sacrificato suo Figlio per la “santità piccolina del negoziato”. Praticamente una legittimazione post mortem del più classico democristianesimo situazionista. Era proprio necessario un sacrificio così grande, il Sacrificio, per un obiettivo così piccolo?

Purtroppo questa santità piccolina suona molto come una rinuncia alla bellezza dell’annuncio di salvezza, una sorta di riedizione del compromesso storico, però su un piano metafisico: tra verità e menzogna. Il che ne aggrava di molto la portata e le conseguenze, e questo non è né bello, né istruttivo.

In questo contesto è comprensibile che l’obiettivo principale diventi “non fare la guerra e vivere in pace”, come se stesse parlando il portavoce di una qualsiasi onlus terzomondista, mentre i cattolici una volta sapevano benissimo che la pace terrena, per quanto situazione pregevole ed auspicabile, non è un fine, ma un dono, un sovrappiù che arriverà solamente se e quando tutte le genti, esercitando al massimo grado la propria libertà, si sottometteranno alla volontà di Dio.

Tra l’altro, se non erro Gesù non ha propriamente detto che veniva a portare la pace.

Mi dispiace ma io proprio non vedo dove stia la misericordia di una Chiesa che lascia credere a Scalfari che sì, in fondo non è poi tanto lontano dalla salvezza. Basta che agisca secondo coscienza, anche se questa è, in tutta evidenza, erroneamente formata se non in completa malafede.

Non vedo alcuna misericordia in una Chiesa che ricorda “con stima e simpatia” uno dei suoi massimi nemici dicendo che “ci lascia una eredità umana e spirituale importante”, avendo egli combattuto “per nobili cause”, quando le nobili cause sono state divorzio, aborto, droga libera, eutanasia, omosessualismo, pederastia, infanticidio, liberalismo, nessunotocchicainoechissenefregadiabele, eccetera.

Non vedo alcuna misericordia in una Chiesa che di fronte ai popoli che chiedono, consapevolmente o meno, la via per la salvezza, si rifiuta di indicarla. A volte addirittura sembra fare di tutto per mischiare la segnaletica rendendo impossibile individuare il sentiero: “e questo e questo”.

Non vedo alcuna misericordia in una Chiesa che anziché dare risposte chiare ai propri fedeli, li sommerge di centinaia di pagine quasi fosse una caccia al tesoro, e a chi chiede indizi risponde: “Chiedete a Schönborn” (tra l’altro pare che il tesoro non sia stato nemmeno previsto, quindi hai voglia a cercare).

Non vedo alcuna misericordia in una Chiesa che nell’anno dedicato proprio a questo ha rinunciato in blocco alle prime tre opere di misericordia spirituale, le più importanti e urgenti, che ricordiamo:

LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE

1 – Consigliare i dubbiosi
2 – Insegnare agli ignoranti
3 – Ammonire i peccatori

4 – Consolare gli afflitti
5 – Perdonare le offese
6 – Sopportare pazientemente le persone moleste
7 – Pregare Dio per i vivi e per i morti

Il terrore è quello di risvegliarsi un giorno come ne “La fattoria degli animali”, e scoprire che le “i Sette Comandamenti” (guarda caso lo stesso numero) sono stati manomessi.

Se certi teologi avessero carta bianca ci ritroveremmo probabilmente qualcosa di simile a questo:

LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA POST-SINODALE

1 – Aiutare i dubbiosi a “discernere”
2 – Insegnare ai diversamente istruiti
3 – Accompagnare i fragili
4 – Accettare le sfide della modernità
5 – Includere chi vive in situazioni complesse
6 – Integrare gli “irregolari”
7 – Accogliere i diversi

Domanda: come facciamo noi genitori/educatori a trasmettere la retta dottrina se nemmeno le istituzioni ecclesiali che dovrebbero custodirla ne riconoscono più la necessità? Risposta: dobbiamo farlo nonostante esse. Ecco un’altro dei tanti paradossi della Chiesa misericordista.

Attendo smentite, ma non credo che nella storia ci sia mai stata una Chiesa più prolissa e al contempo più avara di parole salvifiche verso i lontani, come non ho mai visto una Chiesa più cattiva con i suoi figli di questa Chiesa della misericordia.

14 commenti su “Rigidità, l’ultima eresia – di Marco Manfredini”

  1. Essere definiti eretici da Bergoglio è assolutamente RIDICOLO, comunque è UN GRANDISSIMO ONORE!
    Vuol dire essere VERAMENTE Cattolici…e in effetti il biancovestito non si sogna mai di dare degli eretici ai protestanti!
    Come potrebbe non dare degli eretici ai Cattolici proprio lui che bestemmia pubblicamente Gesù?
    Come potrebbe non essere furioso verso chi preferisce seguire l’immutabile dottrina piuttosto che le sue farneticazioni?

    Giovanni 15
    18 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20 Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.

  2. Come non condividere – seppure con tanta amarezza- ogni parola di questo articolo? Tutto vero, carissimo Manfredini! E come ci si svuota il cuore quando ad ogni pié sospinto gli aggiornatissimi predicatori ci intimano di non giudicare, ché le chiacchiere sono la cosa che fa più male, che c’è bisogno di pace e di amore e bla bla bla, sempre sullo stesso tono. Sì, ci si svuota il cuore, anziché riempirsi del sacro timor di Dio, della sacra riverenza verso la Sua legge, verso quell’immutabile insegnamento che Cristo Suo Figlio ha portato sulla terra, facendosi uguale all’uomo sì, ma elevandosi con l’evidenza della Sua divinità. Ho la mia età e ricordo perfettamente, perché mi hanno segnato nello spirito, le prediche quaresimali o del mese di maggio che infiammavano i cuori dell’amor di Dio, ricordo il senso di compunzione che si provava per i nostri peccati, le confessioni a un sacerdote che sapeva consigliarti e ammonirti e dirti parole di vita eterna. Non le ritrovo più quelle parole, le mie…

  3. …confessioni sono una sofferenza, ché più che un padre, trovo sempre una specie di antagonista. E da queste “conversazioni” non esco mai sollevata. Che Dio abbia pietà di me e più che alla mia infinita piccolezza, guardi nel profondo del mio cuore.

    1. Però è nostro compito avere una giusta visione di come sarà il Suo giudizio e indicarla anche agli altri per non incorrere nella pena.

  4. Questi qua hanno sicuramente rinunciato anche alla settima opera. In realtà però hanno rinunciato a tutte, falsificandole.
    E per lei nessuna smentita, caro Manfredini, ma condivisione totale.

  5. Bene! Certi eventi storici ed ecclesiali, devono verificarsi (passivo teologico!). Il problema è teologico, anzi anti-cristologico. L’Anticristo finale, ritenuto da molti e anche dal sottoscritto, con buone ragioni, già nato, deve essere smascherato. La condizione univoca e senza eccezioni perché ciò avvenga, è la rimozione degli ostacoli che finora ne hanno impedito la manifestazione estemporanea: 2Ts 2,6-7. Le dimissioni di Papa Benedetto XVI, l’introduzione del Vescovo di Roma, Bergoglio, altri eventi collegabili a vari anniversari (Fatima, quinto centenario di Lutero, rivoluzione bolscevica, ecc.) contestualmente alle possibili cessazioni delle apparizioni pubbliche della Madonna (Medjugorje), sono eventi decisivi per la storia dell’umanità e per la Chiesa. Siamo giunti ai tempi penultimi, quelli che predispongono l’ascesa al potere diabolico del Vicario di Satana e cioè dell’Anticristo. A buon intenditore, poche parole…Lorenzo Ventrudo, diacono.

  6. Grazie all’autore e alla redazione. Grazie per il coraggio e la determinazione nel denunciare le eresie di Bergoglio. Ero all’oscuro di quest’ultima esternazione bergogliana che è un’ulteriore (se ce ne fosse ancora bisogno) conferma che questo (papa?)è senza alcun dubbio un eretico. Una domanda però sorge spontanea: come mai sono praticamente ormai solo dei “laici” coloro che hanno questo coraggio? Come mai non c’è neanche una sola voce che si leva con forza da parte dei religiosi e del clero?

    1. Mi sembra giusto. In fin dei conti un pò di blasfemia non guasta…. Non si fa mancare nulla il vdr.
      Io mi chiedo cosa hanno di cattolico coloro che ascoltano le ereticomelie di questo signore.

  7. Gli scomunicati modernisti, colpevoli di aver sostenuto il compendio di tutte le eresie, erano dei principianti rispetto a Bergoglio, che abolisce la Legge di Dio.

  8. Bergoglio non è semplicemente eretico, ma è apostata, ha proprio un’altra religione, una religione pagana con immagini e riferimenti cristiani di copertura. Lo spirito produttore della pace e dell’unità sociale (poliedro) è la sua divinità. Per questo chi è veramente cattolico è eretico e chi non vuole fare ponti non è neppure cristiano per lui. Oltretutto, è anche un bestemmiatore, dato che in più di un caso ha usato espressioni orripilanti e degradanti.
    L’altra possibilità è che Bergoglio non sia in possesso della sanità mentale.
    Queste accuse di eresia lanciate da Bergoglio possono essere prese sul serio solo da chi, invece di credere in Dio, crede ciecamente nel papa attuale e in tutto ciò che dice e comanda. Il punto è questo: il Papa (e i sacerdoti) hanno dei limiti oltre i quali non possono andare. Per i “cattolici” comuni ho imparato che questi limiti sono praticamente stabiliti dalle azioni del papa regnante stesso, che quindi non potrà mai infrangerli.

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