RU 486: la doppia morte. La sconcertante sicurezza di Silvio Viale – di Rita Bettaglio

E’ notizia recentissima la morte di una donna dopo la somministrazione della pillola abortiva RU 486. Il fatto è avvenuto a Torino e una delle due vittime (la prima, ricordiamolo, è il bimbo che portava in grembo) è una signora di 37 anni, sana e già madre di un altro figlio. Il decesso, a quanto risulta dagli organi di stampa, è avvenuto a seguito di crisi respiratoria.

di Rita Bettaglio

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PericoloDiMorteImmediata la reazione del prof. Silvio Viale, da sempre paladino della morte in utero procurata, chimica o meno che sia.

“Non vi è alcun nesso teorico di causalità con il mifepristone, la pillola Ru486, perché non ci sono i presupposti farmacologici e clinici”, ha dichiarato con una sicurezza irreale.

Irreale perché non lo può sapere, perché  non è stata ancora eseguita un’indagine autoptica. Le sue non sono parole di un uomo di scienza (o anche solo di ragione), ma di uno che parla per ideologia. Di quelli, per intenderci, che quando la realtà cozza con l’ideologia, tanto peggio per la realtà.

Non ci vuole molto, infatti, a trovare in rete i dati circa gli effetti avversi, morte compresa della RU 486. La fonte non è qualche associazione pro-life, ma  la FDA, l’agenzia statunitense preposta a vigilare sulla sicurezza di farmaci e alimenti.

Al 30/04/2011 negli Stati Uniti gli eventi avversi occorsi a seguito di somministrazione di RU 486 sono stati 2207 e le morti 14. Le donne che hanno avuto necessità di ricovero sono state ben 612.

Se questi dati li ho potuti consultare io, come mai sembrano ignoti al prof. Viale?

Il problema vero, però, non è se la pillola sia letale. Sia lei che le ‘tradizionali’ tecniche abortive (comprese le pompe da bicicletta della signora Bonino) sono letali: ammazzano i bambini. E’ il loro scopo, il loro fine, il loro obiettivo. Punto.

Talora a morire sono in due, come in questo caso. Ma uno muore sempre ed è sempre quello che non si può difendere.

E la madre, anche se biologicamente sopravvive al figlio, non sarà mai più la stessa. Qualcosa dentro di lei resterà spezzato per sempre e, lo dicono psichiatri e psicologi, ne porterà la sofferenza tutta la vita.

Ma per il prof. Viale è tutto a posto: lui è già nato. A morire sono gli altri.

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CLICCA QUI per leggere i dati su ricoveri e decessi negli USA, conseguenti all’assunzione della RU 486

ru486-structure

5 commenti su “RU 486: la doppia morte. La sconcertante sicurezza di Silvio Viale – di Rita Bettaglio”

  1. Cara Rita, il prof. Viale è figlio della dittatura relativista (perfettamente definita dal prof. Roberto De Mattei, in un libro, edito da Solfanelli, che tutti i cattolici sensati dovrebbero leggere e rileggere). Il relativismo è dogmatico “al buio”, come recitano i personaggi che siedono al tavolo del poker tenendo la pistola sotto il tavolo. La pistola (fuori di metafora) è la debolezza della Santa Chiesa Cattolica, ovvero il travestimento buonista della misericordia. Chi paga la scommessa sono le vite innocenti, che gridano vendetta al cospetto del Signore.

  2. Mi dispiace per la morte della donna di 37 anni ma mi dispiace MOLTO di più per la morte dell’essere umano che portava in grembo!!!
    La donna è rimasta vittima del suo tentativo di omicidio (omicidio purtroppo riuscito).

  3. Morta con il figlio che portava in grembo. Sia il bimbo a pregare il Signore affinché abbia pietà di lei che volle rifiutarlo e, purificata, divenga degna della vita eterna accanto al suo piccolo angelo.

  4. Oggi Viale ha superato sé stesso rivelando che , nell’ ultimo mese , un’altra mamma italiana è morta per aborto, ma poiché si trattava di intervento chirurgico, la stampa non ne ha parlato.
    Ma non era lui che sosteneva che con l’aborto si tutela la salute della donna ?

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