Rubata la testa del busto di Re Umberto II – di Emilio Del Bel Belluz

di Emilio Del Bel Belluz

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zzzzeslLeggo con tanta tristezza la notizia che al cippo del Re Umberto II, a Tuscania, è stata rubata la testa.  Re Umberto II fu uno degli uomini di spessore che l’Italia ha avuto. Si misura la dignità di una persona quando deve affrontare dei momenti difficili, in cui posta davanti alla scelta di più strade da percorrere, sceglie la più dolorosa. Alla fine della guerra, dopo quel dubbio risultato del referendum istituzionale tra monarchia e repubblica che vide vincitrice la repubblica; davanti alla frase che venne detta da chi aveva grande potere : “ O la repubblica o il caos” , Umberto, che era una persona sensibile e onesta, con molta dignità prese la via dell’esilio per  evitare una guerra civile.

La stampa nazionale in questi lunghi anni dalla morte del sovrano non ha mai voluto dedicargli delle pagine per ricordare il suo sacrificio di uomo e di sovrano. Era  stato educato in  modo severo per fare il Re, ma non aveva potuto compiere la sua missione. Illustri storici si sono chiesti che Re avrebbe  potuto essere, di sicuro una persona che avrebbe regnato con lealtà. Al sovrano furono rivolte delle colpe che non avrebbe meritato. Era una persona con grande cuore, con quella sua onestà avrebbe potuto dare un grande contributo al Paese così provato dalla guerra, ma non gli fu permesso. Dal suo esilio in Portogallo  cercò di fare il possibile per aiutare gli italiani che avevano bisogno, e che si rivolgevano a lui. Lo fece con amore di italiano e di Re, un re che era cresciuto  con solidi principi. L’episodio verificatosi a Tuscania dimostra che gli stanno facendo del male anche da morto. La sua immagine non viene comunque scalfita.

La cosa che può intristire è il solito silenzio della stampa e della televisione italiana. Se fosse accaduto lo stesso fatto con un busto di un qualsiasi scrittore italiano, o di un politico, i media si sarebbero comportati in modo diverso. Non  posso sopportare questa mancanza di rispetto per un sovrano così buono. Sono monarchico e lo sarò con orgoglio fino all’ultimo giorno della mia vita. Felice d’aver avuto questi ideali che mi hanno dato molta serenità. Non è possibile che le salme dei Savoia riposino in una terra che non è quella italiana. Non posso concepire che questo Paese, capace di dare tutto a quelli che vi entrano in modo clandestino, non abbia il coraggio di ricordare  coloro che hanno contribuito a costruire  la storia italiana.

Il parlamento  italiano  non ha mai trovato il tempo per permettere ai Savoia di rientrare in Italia,  per riposare al Pantheon. In questo modo, anche quelli che hanno nel cuore i Savoia, potrebbero onorarli sotto quel cielo che li vide nascere. Non credo ci sia una croce più grande di quella di dover morire in uno stato straniero, e non credo che vi sia stato dolore più grande di amare la propria patria con tutto il cuore e allo stesso tempo non poterci vivere. Morendo,  il Re Umberto II lasciò alla chiesa la Sacra Sindone, ma non se fa menzione quasi mai. Anche Papa Francesco, almeno qualche volta, potrebbe ricordare che questo atto d’amore per la Chiesa lo ha fatto un  Re buono come Umberto II.

Quando penso a Umberto II, mi vengono in mente le parole della bella preghiera del Requiem Carlista: ”La morte del giusto è il principio  della vita.  La morte sul campo di battaglia è la morte ideale delle grandi anime. Se l’ora della morte si avvicina, resta  tranquillo,  affidati alla misericordia divina. Non temere nulla, riposa nella pace di Cristo,  come colui che dorme,  poiché chi muore in Dio riposa in pace!” Il Re d’Italia era un fervente cattolico che è morto in pace. L’ultimo suo vestito fu quell’uniforme di generale italiano, sulla sua bara la bandiera Sabauda, quella che ha unificato l’Italia. L’ultima parola che mormorò fu: “Italia”.

10 commenti su “Rubata la testa del busto di Re Umberto II – di Emilio Del Bel Belluz”

  1. Commovente questo “ritratto”!!
    Dunque Umberto era un RE di nome e di fatto!!
    E mentre mi meraviglio e mi scandalizzo che lo Stato italiano non abbia mai
    provveduto a fare rientrare i Savoia in Italia, non mi sorprende per PER NIENTE
    IL CONSUETO SILENZIO DI BERGOGLIO….

    1. SIGNORA PAOLA,
      I SAVOIA NON VENGONO FATTI RIENTRARE PERCHE’ LA REPUBBLICA NE HA PAURA. E QUANDO SI HA PAURA DEI MORTI, SI PUO’ BEN CAPIRE PERCHE’ L’ITALIA SI E’ RIDOTTA NELLO STATO IN CUI SI TROVA.
      I RESPONSABILI principali: DC-PCI(PDS-DS-PD)-PSI-PSDI-PRI-PLI.

  2. Questo è l’epilogo in un paese giustamente definito ” espressione geografica “. Non dimentichiamo che il partigiano pertini nego’ al Re la possibilita’ di morire in italia All’ Imperatrice Zita, invece a Vienna furono attribuiti estremi onori degni di un capo di stato.

    1. «LO STATO ITALIANO ,REPUBBLICANO» NULLA HA A CHE FARE CON IL RISORGIMENTO. ANCHE PER QUESTO MOTIVO: W SEMPRE IL RISORGIMENTO!

      1. Il Risorgimento aveva una matrice massonica e anticattolica finanziata da Francia ed Inghilterra. Cavour ne fu il burattinaio, VE II il burattino.
        Pio IX aveva la soluzione per un’Italia Unita: una Confederazione di Stati ispirata allo Zollverein tedesco e sulle orme della Società Nazionale per la Confederazione Italiana ideata da Gioberti. Ma la massoneria seppe impedire questa soluzione con l’assassinio di Pellegrino Rossi, capo del Governo Pontificio, e l’esilio di Pio IX.
        Ciò non toglie che molti furono gli eroi che, in buona fede, dettero la vita per l’Indipendenza di un’Italia Unita. I Savoia ne approfittarono.

  3. Ho ammirazione e rispetto per Umberto II, e sua madre la Regina Elena; ma non dimentichiamo lo squallore della figura di Vittorio Emanuele III. Del resto, i Savoia erano stati avvertiti della rovina da don Bosco, e sui primi Re d’Italia gravano gli anatemi dei pii antenati.

    1. Non sta a me difendere la figura di Vittorio Emanuele III, ma se Lei si riferisce alla fuga dell’8 settembre certo condannabile,non dimentichiamo la fuga del Presidente USA, Bush (figlio) allorquando l’11 settembre del 2001, mentre la sua nazione era sotto attacco (vedasi torri gemelle), per motivi di “sicurezza” (scriviamo di di paura?) rimase in volo per svariate ore prima di essere certo che la pelle (sua) era slava.
      Piccolo inciso ancora su Vittorio Emanuele III; durante il Suo Regno l’Italia vinse:
      – la guerra italo-turca del 1911-12 meglio conosciuta come Tripoli bel suol d’amor;
      – la Prima Guerra Mondiale;
      – la guerra di Etiopia riportando l’Impero sui «colli fatali di Roma»;
      – la guerra di Spagna risultando con la Germania, in appoggio a Franco, determinante nella sconfitta di quell’anarco-comunismo che aveva fatto scempio di Chiese, suore, preti e fedeli cristiani.

  4. «La cosa che può intristire è il solito silenzio della stampa e della televisione italiana. Se fosse accaduto lo stesso fatto con un busto di un qualsiasi scrittore italiano, o di un politico, i media si sarebbero comportati in modo diverso». P

    Verissimo: le strade sarebbero state invase dal popolo rosso-viola, si sarebbe gridato al complotto contro la Repubblica, insomma, ci sarebbe stato un permanente caravanserraglio fino a quando non sarebbe stata ripristinata la testa nell’ordine costituito del busto.

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