Salvate il soldato Trump  –  di Elisabetta Frezza

I “Pro-life” americani si dimostrano disciplinatamente allineati al sistema attaccando il candidato più out of the box per una frase chiara e netta contro l’aborto. Il sito Lifesitenews parla di “oltraggio”. Il democristianismo esportato negli USA, chi lo avrebbe mai detto…

di Elisabetta Frezza

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zzzztrmpIn un giorno ordinario di ordinaria campagna presidenziale americana, succede che il candidato più out of the box si faccia scappare una frase epocale, tanto politicamente scorretta quanto logicamente e giuridicamente ineccepibile.

Donald Trump, intervistato da un anchorman “irish catholic” conservatore, alla domanda se l’aborto debba essere punito risponde che sì, se dovesse diventare illegale negli stati americani dovrebbe essere punito, e alla domanda immediatamente successiva se la sanzione debba riguardare anche la madre che abortisce il proprio figlio risponde parimenti “yeah”. Quale il tipo di pena non lo sa, ma “yeah”. E, con colpo da maestro finale, ribalta la frittata sul suo spiazzato maieuta e gli chiede a bruciapelo: «Are you catholic?». Nel senso: se ritieni che la vita umana sia sacra e intangibile sin dal concepimento, e che quindi l’aborto – in quanto uccisione volontaria di un essere umano innocente e indifeso – sia un crimine, ne consegue che deve essere in qualche modo punito. O no? L’intervistatore balbetta.

Il primo pensiero che mi hanno suscitato le parole di questo strambo yankee sparigliatore di carte e molestatore di vacche sacre, è stato per Mario Palmaro.

«Se la pena deve sempre essere considerata come una extrema ratio, è anche vero che l’esperienza comune e il buon senso insegnano che un precetto giuridico – nel caso specifico: l’astenersi da azioni che attentano alla vita – si rivela assolutamente inefficace se privo della sanzione, cioè della previsione di conseguenze afflittive per i comportamenti contrastanti con il precetto. È necessario che lo Stato prenda posizione manifestando un chiaro giudizio di disvalore nei confronti dell’uccisione dell’essere innocente e indifeso, e questo può essere fatto unicamente con lo strumento penale» (Mario Palmaro, “Aborto & 194, fenomenologia di una legge ingiusta”, Sugarco, 2008 p. 125).

Posto che la pena viene sancita dall’ordinamento per tutelare un bene giuridico corrispondente a un interesse primario della collettività, e che con l’aborto volontario si sopprime la vita di un essere umano innocente, «una sanzione vi deve essere – dice Palmaro – se non si vuole che il giudizio del legislatore su questo grave atto contro la vita si traduca in un mero flatus vocis» anche se «le condizioni in cui di solito la donna commette questo delitto possono indurre a una speciale clemenza nel giudizio della sua responsabilità» e tenuto comunque presente «che gli attori più responsabili sono spesso diversi dalla donna: il medico, la praticona, l’infermiere, il padre, i nonni, l’amica, tutte figure che, ove abbiano agito lucidamente e con premeditazione, dovrebbero essere il principale obiettivo dell’apparato sanzionatorio previsto dall’ordinamento».

Infatti – continua – «lo scopo della pena non è la vendetta nei confronti del reo», bensì, in ordine di importanza, quello di: «retribuire chi ha fatto del male con un male proporzionato, impedire che il reo ripeta lo stesso delitto, dissuadere tutti i consociati dalla commissione dello stesso delitto, aiutare il colpevole a pentirsi…e tra tutte queste ragioni, la prima è quella fondamentale, che attribuisce alla pena un valore metafisico, legato al principio di giustizia». E infine: «La pena…deve essere quello strumento acuminato che aiuta ognuno a scavare dentro se stesso, per scoprire l’enormità della propria colpa, nel segno però di una speranza più forte di ogni nostro errore». In questo senso, «l’effetto culturale ed educativo della depenalizzazione è devastante» (ibidem, pagg. 122 e ss.)

Le parole cristalline di Mario Palmaro sullo specifico “problema della sanzione” nell’aborto procurato illuminano la sua splendida solitudine – ora paradossalmente condivisa, mutatis mutandis, da Donald Trump – nel panorama del mondo pro life ufficiale, dove la verità è stata dissolta nell’acido dell’opinione del pluralismo democratico. La teoria di Carlo Casini “del doppio binario” propone infatti da un lato che le leggi debbano affermare il diritto alla vita del concepito, dall’altro che nel caso di aborto la donna sia sempre esentata da qualsiasi responsabilità: soluzione capace – a detta del suo ideatore – di sbloccare l’antitesi abortisti-antiabortisti e di portare a una sintesi accettabile da entrambe le parti.

Nel confronto tra i due, ossia tra il nitido ragionamento di principio e l’aporia di marca politica, emerge tutta la fallacia della seconda, fallacia direttamente proporzionale alla sua capacità di penetrazione sia nel sentire diffuso che nella prassi effettiva: seduzione diabolica di quel bipensiero democristiano che persino da prima del concilio domina la scena italica radicando una commistione vischiosa tra vero e falso, bene e male, giusto e ingiusto, fino a renderli indistinguibili ai più.

Ma torniamo a Trump.

Sia chiaro: può darsi che Trump si rimangi domattina le sue parole (che restano comunque a futura memoria, sì che una marcia indietro non è poi così facile) e in parte, in effetti, ha già provato a temperarne la portata. Ma non è questo il punto. Il punto è che intanto, nella sua veracità scevra da sovracostrutti cervellotici, Trump ha eruttato una perla di logica aristotelica e ha aperto un varco meraviglioso.

Ed ecco che i democratici, Hillary Clinton in testa, gridano alla vergogna. I repubblicani esposti sulla scena presidenziale, fiutando l’aria di burrasca, lo stroncano subito e attribuiscono il “passo falso” del rivale al suo essere un pro life improvvisato, un neofita, per dirla tutta “a charlatan”.

zzzzpnccMa l’aspetto più incredibile del quadro surrealista spolverato involontariamente da Trump riguarda i pro life di professione. Perché, dopo un’uscita del genere – plain, lineare, come la definisce il suo autore, ma al contempo incredibilmente ardita – verrebbe altrettanto linearmente da pensare che i pro life americani, noti tra l’altro per la loro supposta intransigenza, siano corsi a suonare le trombe, a portare in trionfo l’autore, a cavalcare la sua dichiarazione per far prendere quote inedite ai temi della vita mai tanto sfregiata come in questo tempo impazzito.

E invece, lungi dal raccogliere l’assist, il battagliero sito Lifesitenews – che riporta anche i commenti della presidente della March for Life Jeanne Mancini (in quota Opus Dei) e di vari personaggi del giro – dà addosso a Trump all’unisono con tutti i politici di tutte le parti, e tutti insieme calcano diligentemente la medesima linea, miope e suicida ma evidentemente segnata: cioè che Trump, non essendo un pro life autentico, non conosce il vero messaggio pro life, secondo il quale la donna che abortisce è vittima al pari del suo bambino e semmai chi deve essere punito è il medico che la guida nella sua vicenda di morte.

Emblematico il titolone di Lifesitenews – «Pro-life leaders outraged: Trump says post-abortive women deserve ‘some form of punishment’» – che parla di pro life nientemeno che “oltraggiati” dalle parole di Trump. Ed emblematico il fatto che, nella sequenza monocromatica di commenti sciorinati nel testo, siano pubblicati nature i tweet della Clinton, di Sanders, oltre che dei ciambellani della corte di Cruz. Come dire, tra Trump e loro, alla resa dei conti, meglio loro. Meglio i mostri.

Ora, non si può non constatare come, al di là dell’imprevisto cortocircuito etico generato, questa estemporanea vicenda di cronaca elettorale, oltrepassando le intenzioni di tutti, abbia portato impietosamente in superficie lo scheletro del sistema e rivelato il vero volto persino di un mondo pro life che appare a sua volta ad esso organico, cioè in qualche modo asservito all’impero.

Tutti contro Trump che ha detto la verità, scomoda forse ma incontrovertibile. Tutti obbedienti a un ordine superiore, proveniente dallo stesso padrone. Una reazione tanto compatta e addomesticata fa capire davvero chi alla fine finanzia, e finanziando comanda, e comandando concede libera espressione al dissenso solo fino a che non lo urta davvero. L’establishment, quello profondo che non cambia se governa un democratico o un repubblicano, non vuole Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

L’ascesa alla Casa Bianca di un battitore libero, alieno e insofferente agli equilibri esistenti, pregiudicherebbe tutto: gli appalti per guerre sanguinarie in oriente, le poltrone di enti (come il Fondo Monetario Internazionale) decisivi nelle c.d. rivoluzioni colorate, la corrispondenza di simpatie con lo stato di Israele. Al punto che, sin dentro gli ambienti pro life, in molti preferirebbero vincesse la satanica abortista guerrafondaia Clinton piuttosto che la scheggia impazzita.

Per certi versi Donald Trump ricorda il Berlusconi prima maniera, come lui ariete antisistema, animale un po’ selvatico non addestrato alla scuola del compromesso obbligatorio. Anche il cavaliere, di fronte al dramma di Eluana, quando tutti volevano staccare la spina, sfoderò il suo senso più nobile e, nel tentativo estremo di salvare una vita innocente dalla barbarie “umanitaria”, disse che non si poteva uccidere chi poteva ancora procreare. E tutti gridarono allo scandalo e lo additarono al pubblico ludibrio. Eppure, anche lì, spuntava inattesa la logica limpida e ferrea dell’animo umano, da persona evidentemente ancora capace di ascoltarlo fuori dal frastuono delle truppe di automi in marcia forzata. A modo loro Trump e Berlusconi, al contatto con le ragioni della vita, del cuore e della ragione, si sono dimostrati entrambi esseri genuini, estranei a costrutti artificiosi e quindi capaci di dire cose logiche. Cose umane. Tipo che il re è nudo.

E con questo Trump, forse involontariamente ma non importa, in uno sprazzo di ispirata improvvisazione, è riuscito anche a gridare allo scandalo della doppia morale. Il democristianismo esportato negli USA, chi lo avrebbe mai detto.

Dopo le reazioni a caldo, il secondo round conferma le posizioni. A distanza di un giorno, Lifesitenews dà alla Clinton lo spazio d’onore, pubblica diffusamente le sue dichiarazioni senza prenderne le distanze, con l’esito involontario ancora più evidente di sposarne tacitamente le parti nella comune contrarietà a Trump. L’identità di fondo tra soggetti che in linea teorica dovrebbero stare agli antipodi è resa plasticamente dall’uso reiterato della stessa espressione a significare la pari distanza dal candidato estremista: outrage, oltraggio. Si sente “oltraggiata” la Clinton insieme al suo elettorato femminista e abortista, così come si sentono “oltraggiati” i pro life, costretti ignominiosamente a fare outing di moderatismo indotto.

La novità del day after è data piuttosto dal fatto che la Clinton capisce di potersi giocare la carta scappata di mano a Trump per rafforzare il suo elettorato cementando saldamente i voti di tutti quelli per cui l’aborto illegale è una bestemmia. Capisce che la sparata di Trump ha resettato il termostato, mai prima d’ora tarato su parametri così alti. Che ha aperto un fronte estremo da cavalcare a contrariis: tutti i repubblicani – alza il tiro la Clinton – sarebbero allineati nel voler negare alla donna un suo diritto fondamentale e nel mortificarne le scelte sulla propria salute. «Il 2016 – dice – deciderà se l’aborto è o meno legale».

E si spinge anche oltre. Non manca di rendere esplicito ciò che da qualche tempo (quantomeno dalla morte improvvisa del giudice conservatore Antonin Scalia) si rumoreggia in modo sommesso e quasi inconfessabile: la Roe vs Wade potrebbe essere a rischio. Forse si tratta proprio della stesso rumore di fondo che ha allentato i freni inibitori di Trump. La Clinton paventa che, essendo prossimo un ricambio massiccio alla Corte Suprema, per anzianità di alcuni membri oltre che per colmare la sede vacante di Scalia, non è così impensabile che possa persino vacillare l’orientamento consolidato in tema di aborto.

La posta in gioco, dunque, è pazzescamente elevata e investe il cuore della battaglia per la difesa della vita umana, nella quale si aprono spiragli su scenari da vertigine.

In questa congiuntura inedita e irripetibile, il fantasista Donald Trump allunga d’istinto la mano e – voilà – apre la finestra di Overton, per una volta dalla parte giusta.

E gli ardimentosi pro life d’oltreoceano che fanno? Se la danno a gambe dalla parte opposta, accoccolandosi tra le braccia del vampiro che li nutre. Mentre stermina implacabile i loro e i nostri figli.

29 commenti su “Salvate il soldato Trump  –  di Elisabetta Frezza”

  1. Lifesitenews è diventato un sito empio ed immorale che non merita più alcun sostegno economico!
    “la donna che abortisce è vittima al pari del suo bambino”: è come dire che lo stupratore è vittima al pari alla donna stuprata e che un tagliatore di teste musulmano è vittima al pari del cristiano decapitato!
    Ma la vogliamo smettere con questo osceno politicamente corretto?
    Se la Chiesa, fin dall’antichità, ha punito con la SCOMUNICA anche la madre, vuol dire che chi è cattolico deve RICONOSCERE che è pienamente responsabile e colpevole di quell’omicidio: possono capitare occasioni che attenuano la sua colpevolezza (così come per TUTTI gli altri crimini, compresi quelli che ho citato sopra) ma nulla toglie che, se non è stata OBBLIGATA ad abortire, non è vittima ma CARNEFICE!
    Alla larga da simili cialtroni che osano autodefinirsi “pro-life”!

  2. Se Trump dovesse vincere le primarie, penso che non raggiungerebbe la presidenza: avrebbe tutti contro, tutti gli muoverebbero una guerra feroce all’ultimo sangue, dentro e fuori gli USA. Personalmente non mi suscita simpatia. Ma prego, e invito altri a farlo, per le elezioni americane. Trump o Cruz non importa. L’importante è che non vinca la Clinton (ma non le sono bastati tutti gli anni alla casa bianca e come segretario di stato? attaccata più che mai al potere, nonostante l’età e la salute? e gli americani a votarla… mah!) o Sanders, che non si sa quale dei due sia peggio; la vittoria di uno di questi sarebbe una catastrofe mondiale.

  3. Grazie avvocatessa !!

    Siamo tragicamente abituati, in Italia, alle espressioni del genere “le mamme che decidono di abortire” (perciò NON diventando mamme), tipiche degli ambienti clericali.
    Analogamente, la catastrofe delle famiglie causata dal Divorzio si accompagna quasi sempre con un Mammismo estremo, di stampo non democristiano né fascista, ma esclusivamente mitico: i figli, la casa, le risorse economiche, la parte di vittima indifesa SEMPRE alla donna.

    P.S. Non sapevo che l’ambiente “Opus Dei” avesse queste caratteristiche, anche se mi era chiaro che NON avesse quelle “schiette”

  4. Sono un “fascista” estimatore dell’ex comunista Putin e della “vir” dimenticata che “eroi” come il giovane ufficiale Alexander Prokhorenko (recentemente caduto a Palmira) riescono ancora a rappresentare. Tifo per lo yankee-spaccone Trump: uno che userebbe una motesega per tagliare una fetta di prosciutto! Il “charlatan” Trump sollecita la mia compiacenza perché è politicamente scorretto ed obbliga i “delicati” Lorsignori a giocare a carte scoperte; disarmante per la Sciura Clinton e per gli stessi suoi compagni di partito repubblicani che lo disprezzano ma lo temono. Ma, “comunque vada, sarà un successo” …e gli americani, ancora una volta, avranno ciò che si meritano! …come, del resto, tutto l’Occidente, che continua ad ammazzare i propri figli innocenti ed inermi con il vigliacco, disgustoso delitto dell’aborto! e che affoga nella propria decadenza sociale, morale, etica e religiosa, dovuta anche alle scellerate guide politiche, economiche e, appunto, religiose! …waiting Eurasia e/o…

  5. È tutto da vedere se Trump manterrà le sue posizioni. Se si però dovrebbe essere altrettanto coerente nel rispettare le vite di coloro che vorrebbero trovare una vita più dignitosanel suo paese. Insomma la vita va tutelata in tutti i tempi del suo sviluppo e in ogni persona. Mi stupisce come Obama, al quale è stato prematuramente dato il premio Nobel per la pace, ha invece fomentato guerre, certamente non di liberazione!

    1. Perciò, secondo lei -come secondo il Biancovestito e il diktat massonico attualmente in vigore-. esiste un diritto a raggiungere con qualsiasi mezzo il “Mondo Ricco”, a essere nutriti e riveriti in quei Paesi, ad aprire i tragici fossati rispetto alle proprie famiglie e ai propri ambienti… e dopo qualche anno, a essere raccattati negli slums dagli “operatori sociali” e dai “mediatori culturali”- oltre che dai centri di ricupero per la tossicodipendenza e le turbe psicologiche.

      Le faccio presente un fatto realmente avvenuto: negli anni ’80, un ristoratore francese (di sangue e di cultura), ex profugo dall’Algeria, ci disse, confidando il suo cruccio, “On n’arrive pas à avoir une Réligion”. Cioè: “Gente come me non riesce ad avere una Religione (e perciò un inserimento vitale), qui nella Madrepatria”

  6. Massimo Viglione

    Io credo che Trump non vincerebbe perché non lo farebbero vincere. E qualora vincesse lo stesso, se non si rimangia quasi tutto quello che finora ha detto, lo ucciderebbero. Detto questo, condivido dalla prima all’ultima parola quanto detto dall’amica Elisabetta: quella di Trump è un’occasione d’oro, e, siccome non possiamo fare nulla in quanto italiani, possiamo almeno pregare perché quest’uomo sparigli un po’ di carte, nella difesa della vita come in altri settori, come l’immigrazione o la politica estera. Per quanto riguarda poi i cd. “conservatori”… beh, il fatto che siano più anti-Trump dei liberal la dice lunga. Negli USA come in Italia, perché, qualora non ve ne foste accorti, anche in Italia i cd. “conservatori” stanno facendo fuoco e fiamme contro Trump. Così come contro Putin. Il risultato dei loro arzigogolii mentali è che è meglio che tutto rimanga come è. Sono appunto perfetti “conservatori”. Della dissoluzione mondiale. Solo un po’ più lenta.

    1. Lo penso anch’io, caro professore: riischia la vita, molto concretamente.
      È chiarissimo che si esprime contro il Padrone, e viene votato da chi non “ringrazia” il Padrone per la sua oppressione sanguinosa. E quel Padrone che viene effigiato in cima alla colonna della Bastiglia non ama parlare, ma ruggire

    2. Non è detto, caro Prof. Tutto sta a comprendere cosa stia davvero accadendo a Washington, nelle stanze dei bottoni. Noi europei non percepiamo che pochissimo, eppure pare che sia in atto uno scontro, una vera guerra tra poteri. Sarebbe bene aspettare ancora un pochino prima di lasciarci sedurre da Trump, personaggio molto strano che ancora deve dire molte cose e fare chiarezza su punti essenziali. Non è detto che non ce la faccia. Anche il suo atteggiamento mi sembra quello di chi è consapevole che non potranno fargli nulla perché protetto. Uno che agisce come lui, con quel linguaggio, con un fare, diciamo così, rozzo e pittoresco, un pochino alla fascista, e ogni giorno caccia una nuova bomba è l’atteggiamento o di un pazzo o di uno che, avendo gli attributi, tira dritto perché consapevole che almeno la metà, non degli americani ma del potere che conta, è con lui. Compreso il potere militare.

  7. Il problema è tirare in ballo la religione: esattamente quello che auspicano i pro death. Lo ricordò Nathanson, promotore dell’aborto usa e autore di innumerevoli aborti, poi convertito e morto cattolico: una delle principali strategie abortiste attribuisce ai soli cattolici l’essere contro l’aborto.

    1. Solo i Cattolici-non-traditori sono contro l’aborto, perchè solo loro hanno il coraggio di dire che “le foglie sono verdi e il mare è blu”.
      Tutti gli altri (Cattolici traditori e “uomini di mondo”) sentono la voce del Padrone e immediatamente mettono la testa sotto la sabbia.

      Era pensabile, solo cinque anni fa, che tutti i media facessero una “battaglia di civiltà” per rieducare la popolazione: da “padre e madre con bambini” a “padre e padre con figli?”. No.
      Il Padrone ha sibilato e ruggito, e “solo” le dottoresse Frezza e Fermani hanno riaffermato la verità

  8. A proposito di pro-life taroccati: sto avendo un’accesa discussione con il presidente dell’associazione pro-life più grande d’italia: la NO194!
    Quell’avvocato ritiene di potersi mettere al posto di Dio e di poter decidere chi ha il diritto di vivere e chi ha il diritto di morire e si permette addirittura di sputare sul Magistero della Chiesa Cattolica, che gli ho portato come prova delle mie ragioni; non solo: provoca, manca di rispetto e si arrampica sugli specchi in modo indegno (ovviamente gli ho sempre risposto a tono)!
    Arriva addirittura a dire che essere contrari all’aborto SEMPRE e COMUNQUE è di ispirazione satanica e numerosissime altre corbellerie!
    E questi sarebbero i nostri pro-life? Gente che vorrebbe vietare, in certi casi, l’obiezione di coscienza ai medici e quindi OBBLIGARLI a commettere un delitto orrendo?
    http://www.radiospada.org/2016/04/cortei-no194-a-milano-e-caserta-il-9-aprile-2016-ddl-aborto-e-reato/

  9. Riconosco che la “legge” da lui elaborata è molto migliore della 194 ma resta un compromesso con Satana e la cosa peggiore è che il “cattolico” che l’ha ideata non dice frasi del tipo: è ingiusta perché se avesse vietato l’aborto sempre e comunque non sarebbe passata…no: è convinto che una legge che in certi casi consenta l’aborto e vieti l’obiezione di coscienza sia ASSOLUTAMENTE GIUSTA e che chi si oppone all’aborto sempre e comunque sia un TALEBANO!

    1. L’Avv. Guerini mi ha deluso, come del resto Carlo Casini. Ormai non è più permesso il MAI ed il SEMPRE; si media, si cerca il compromesso comunque, con una serie infinita di distinguo, di SE e di MA. Non viene più considerato il BIANCO ed il NERO, ma si contamina tutto con il GRIGIO. Se l’aborto è un OMICIDIO, lo è SEMPRE! E si deve avere il coraggio di sostenerlo, SEMPRE! Il cosiddetto “catholic-taleban” è semplicemente un “Cattolico”.

      1. Concordo completamente con lei, caro Ioannes, i cattolici-talebani sono semplicemente dei Cattolici: sono quelli come Guerini che sono cattolici adulterati (o dei cattolAici, o dei catto-fai-da-te): neppure di fronte al Magistero Papale ha ammesso il torto, anzi: si è inviperito ancora di più ed ha usato espressioni che lo squalificano completamente!

  10. Cristiano Lugli

    Splendido articolo, che evidenzia un problema tanto bizzarro quanto grave. L’America, pur rimanendo la matrice di tutti i Mali perché porta nelle vene un sangue incestuoso e promiscuo, per certi versi è spesso riuscite ad essere meno vile della nostra pusillanime Italia democratica. È evidente che non si può generalizzare la cosa, nemmeno però si può negare che l’America ammetta nella propria corporatura gli eccessi, i due estremi; per ogni perversione c’è sempre stato un annesso contraccolpo. Se pensiamo che è evidentemente permessa la pena di morte, è già tutto un dire… L’Italia invece sempre intrisa di viltà omertosa e malminorismo non ha mai costruito eccessi, facendo passare in questo modo tutto il marcio che arrivava dai nostri cari alleati. Mode, costume, fiction, e chi più ne ha più ne metta: lo sporco che usciva dallo strizzamento di spugna americano è sempre arrivato a noi senza colpo ferire.

  11. Cristiano Lugli

    Risulta inoltre strano che il nostro modello democristianista sia stato esportato da noi, come evidenzia la dottoressa. È sempre una seccatura dover tornare a parlare di questo, ma come non pensare al supporto che la chiesa americana, nei due pontificati precedenti ( e provo a salvare il salvabile ) dava a questi movimenti? Le prese di posizione, pare innegabile, erano molto più forti, se pur con tutte le riserve del caso. Vieni quasi il sospetto che, abbandonato l’interesse, si abbandonino anche i toni.
    La pena come metodo riparatorio è sempre stata contemplata in una società degna di tal nome: San Tommaso stesso spiega bene che chi si esercita per compromettere il bene comune, deve essere paragonato ad una parte di corpo malato che contagia le altre membra, e quindi essere estirpato o gli deve essere proibito di agire. Una pena equiparata al danno non può che essere utile in senso lato, permettendo correzioni e pentimenti.

  12. Cristiano Lugli

    Questi accanimenti che rafforzano la campagna di Miss. Bildeberg, sono l’evidente adeguamento comune all’illogicità che detta la legalizzazione di una cosa per renderla meno pericolosa.
    Per quanto riguarda a Trump viene da sorridere: come dice Elisabetta Frezza spunta in lui “la logica limpida e ferrea dell’animo umano”; lasciamolo fare e gioiamo qualche istante per qualche “scheggia impazzita” a cui il lieve e comune intelletto collettivo suggerisce una buona cosa. Nel caso vincesse la scalata alla Casa Bianca – e quindi mai – avrà tempo per fare la stessa fine che ha fatto il Cav. per adeguarsi ad usi e costumi, fra selfie con cagnolini abbandonati e “vladimiri guadagnati”.

  13. Trump! mi sconcertò- Pensai: “Ma da dove scappa fuori questo?”
    Ora sto pensando che la Divina Provvidenza può servirsi anche di personaggi strampalati per disorientare l’esercito dei tecnopolitici, pseudo difensori della vita, finanziati dai servitori dei mammona, che pilotano ‘quasi’ tutto e quasi tutti.

    Naturalmente, condivido tutto ciò che qui affermano le due ‘autentiche paladine della Verità’.

  14. Anche Reagan personalmente era contrario all’aborto ma non riuscì ad eliminarne la legge. Comunque restando in Italia, perchè non viene costituito un Comitato Promotore per l’abrogazione della legge 194? Essendo passati un sacco d’anni dal precedente referendum, la legge consente di richiederne un altro. Si riusciranno ancora a raccogliere 500.000 firme per indire il referendum, meglio ancora un milione!
    Poi si vedrà, alla conta fra gli italiani, quanti sono ancora i veri cattolici contrari all’aborto. Anche se, mi immagino già le reazioni che si scatenerebbero nella sinistra ufficiale, radicale ed antagonista, contro gli eventuali promotori di un simile referendum che richiederebbe molto coraggio, anche fisico, per portarlo avanti.

    1. Le ricordo, carissimo, che il card. Ruini, la sera della “vittoria” nel referendum sulla legge 40 (2005), disse al telegiornale: “Non intendiamo affatto mettere in discussione la legge sull’aborto”.
      Perciò i capi del Clero -anche quelli considerati “non rivoluzionari”- non sono veri cattolici.

      La situazione è questa: dobbiamo vivere “senza Clero”, e non certo per volontà nostra di tipo giacobino

  15. luciano pranzetti

    E chi andrebbe a votarlo, un nuovo referendum abrogativo della 194? Lo stesso gran capo, il Grande Architetto della “casa comune” venuto dalla fine del mondo, ha detto chiaramente di non volersi impicciare di politica, tant’è che nel recente dibattito sul ddl Cirinnà – sodomia di stato – se ne è stato defilato e zitto come se il peccato che grida vendetta al cospetto di Dio sia cosa esclusiva di palazzo Chigi. E mica si può sempre parlare di aborto e di eutanasia? C’è il tema delle mosche, ad esempio, tanto caro a Scola, a Moriglia al falso frate Enzo Bianchi. Ci si dimentica, però, che, se la Chiesa, e Pio XII, nel 1948 si fossero disinteressati di politica, l’Italia sarebbe diventata un’altra nazione satellite di Baffone. Ma quei tempi di impegno frontale, di coraggio e di impavida fede, di cristiani “immaturi” e avventati, son passati. Oggi prosperano i “cristiani adulti”, nutriti a Vaticano II e ad arcobaleno.

    1. I “cattolici adulti” non sanno cosa sia il SI-SI-NO-NO (Mt. 5,37); sanno solo il BLA-BLA-BLA-BLA, ovvero il relativismo tanto caro al CVII ed al misericordioso VdR. NESSUNA CERTEZZA come grimaldello per scardinare la Dottrina della Chiesa.

  16. I politici solitamente fiutano l’aria e diventano, buoni o cattivi a seconda se il popolo è buono o cattivo, se aumentassero i cattolici che fanno i cattolici, soprattutto se la gerarchia della Chiesa e ogni singolo sacerdote iniziassero a parlare, bene e chiaro, e riniziassero ad educare il popolo ed istruirlo (l’ignoranza religiosa è ormai scandalosa), probabilmente cambierebbero le cose, probabilmente i cosidetti politici “cattolici” capirebbero che la schizzofrenia non paga e che o si crede o non si crede, o si vive come si crede o si crede come si vive e in questo caso si scordano i voti. Meglio Trump che la Clinton, meglio Putin che Renzi, chissà che non arrivi un cavaliere ardito anche in Italia, credo che se iniziassimo a uscire dalle catacombe, prima o poi un buon uomo arriverebbe. Sentite come fiutano? Allora facciamo capire loro che è giunta l’ora di cambiar rotta e tornare su quella non larga, ma buona.

    1. Molta colpa (se non tutta) dell’attuale deriva sociale, politica e religiosa del nostro paese (e dell’orbe cattolico) è atttribuibile ai preti modernisti, in particolare da dopo la loro presa del potere nella Chiesa con Roncalli, Montini ed il loro sciagurato CV II. Loro fu la colpa delle rivolte giovanili comuniste del maggio 1968 (il “vietato vetare” era un po’ il loro slogan al Concilio, usato come grimaldello contro il cattolicesimo preconciliare). se stiamo per toccare il fondo, lo dobbiamo alla loro follia ecumenista, alla loro fissa sulla liberetà religiosa, sul dialogo, sterile ed inconcludente, al loro rifiuto di convertire tutte le genti, fino ai confini della terra, traditori della missionarietà della Chiesa, (loro che voglionotornare alla Chiesa delle origini), al rifiuto dei essere ancora Chiesa Mater et Magistra.

  17. L’esser stato bersaglio degli strali di Bergoglio, e la feroce avversione verso di lui della forsennata Hillary Rodham Clinton, me lo rendono d’istinto simpatico. Avere poi agganci con una parte almeno di quelli che contano non è automaticamente negativo: senza, il tuo percorso politico non andrebbe più in là di una gita fuori porta. Il fatto che siano avversati dal covo di vipere clintoniano farebbe ben sperare.

  18. Michele D'Amico

    A Roma! A Roma! Quanti saremo? 40.000? 50.000? Non basta! Mi candido per portare per tutta la Marcia, alla faccia della periartrite, uno striscione con su scritto “Donald for President, Sergio go home”!
    Occasione irripetibile, amici, anche di preghiera. Lo sapete, vero, che Santo è (era) l’8 maggio? Tuque, Princeps militiae coelestis…
    Grazie, Elisabetta, dal profondo del cuore. Anche per le citazioni commoventi e cristalline.
    P.S. Onore al grande e Venerabile Pio XII, che si attivò per non farci schiacciare da Baffone. Ma la Storia riserva strane sorprese: magari oggi saremmo nell’orbita di… Putin! Io, comunque, farò presto un salto al consolato ungherese a compilare i moduli per la richiesta di asilo.

  19. Caro Joannes,
    mi sei simpatico, semplicemente chiaro e conciso dici quel che pensavo di scrivere anch’io sulla divertente scheggia impazzita Trump, che seguo sorridendo
    da un po’ di tempo e che mi dà quel pizzico di allegria che ravviva questi contesti elettorali così deprimenti, visto il nulla di buono che si prospetta
    all’orizzonte sociale e morale di questo occidente morto e presuntuoso…. , per non parlare dell’Europa o dell’Italia che come ben notate
    assorbe solo il peggio dal Padrone.

    Anche io però non dispero di veder un qualche nuovo superpersonaggio che smuova questa palude… non si sa mai!!!

  20. Vorrei aggiungere che in tutto questo panorama di leggi contro la vita e contro l’umanità io comunque prego, e per fortuna ho la
    certezza che Dio vede e sa tutto quel che succede e ciascuno deve fare la sua parte di azione e di preghiera, che è ancora l’arma
    più potente.

    Rinnovo la mia stima alle signore Frezza e Fermiani, grazie

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