Sempre Vergine? Un saggio di Padre Serafino Maria Lanzetta rilancia la discussione su un tema che divide la chiesa da secoli – di Marco Tosatti

di Marco Tosatti

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Cari amici, pubblichiamo volentieri la presentazione di un libro di padre Serafino M. Lanzetta sul tema della verginità di Maria. E ne parla – ne scrive – su Stilum Curiae il M° Aurelio Porfiri, che ringraziamo per questa introduzione. Padre Serafino Maria Lanzetta è un frate francescano dell’Immacolata in carica della parrocchia di St. Mary – Gosport, nella diocesi di Portsmouth, Inghilterra. È libero docente di teologia dogmatica alla Facoltà Teologica di Lugano (Svizzera) e collabora con la School of the Annunciation di Backfust Abbey (Inghilterra). Tra le sue opere recenti si segnala “Fatima un appello al cuore della Chiesa. Teologia della storia e spiritualità oblativa” (Casa Mariana Editrice, Frigento 2017); “La porta della fede. Quando ragione e amore s’incontrano” (Leonardo da Vinci, Roma 2017); “Il Vaticano II un concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari” (Cantarelli, Siena 2014).

La verginità di Maria è stata da sempre al centro di accesi dibattiti nella storia del Cristianesimo e di negazioni eclatanti. Nomi come Cerinto, gli ebioniti, Elvidio nei primi secoli, A. Mitterer e K. Rahner, nella metà del secolo scorso e più vicino a noi R. Brown, si aggiungono alla lista dei sospettosi (o degli eretici). Elvidio al tempo di S. Girolamo negava la perpetua verginità di Maria, invece il medico e sacerdote viennese, A. Mitterer, non riusciva a capire come mettere insieme la vera maternità di Maria e la sua verginità nel parto. Le due cose si escluderebbero a vicenda, al punto che per assicurare una reale maternità sarebbe stato doveroso ammettere la rottura del grembo e le doglie del parto. Il gesuita tedesco K. Rahner, in felice dialogo con tutti, non solo si accodò a detta proposta, ma ne derivò pure che la verginità di Maria nel parto non ha un solido fondamento. È un problema! L’aggettivo “problematico/a” entrò così ufficialmente nella teologia mariana rinnovata e presto la verginità (fisica) di Maria assurse al rango del simbolo, mentre si faceva spazio la “verginità del cuore”. L’integrità verginale di Maria, specialmente in partu, era da spostare dal piano fisico a quello teologico della purezza di fede della Vergine nell’accogliere il Verbo di Dio. Il corpo non era in fondo determinante. In ambito esegetico, l’americano R. Brown si è segnalato nel tentativo di leggere il dato del concepimento verginale non come “mito” – in questo fa un passo in avanti rispetto a molti altri – ma come espediente letterario dell’agiografo che gli consente di passare dall’Antico Testamento al Nuovo, mancando di fatti la prova della sua storicità. La filiazione divina di Gesù che emerge dal Battesimo nel Giordano fornirebbe a Matteo e Luca l’aggancio letterario per risalire al momento nascosto del suo concepimento nel grembo della Vergine Maria. Non importa quindi se Gesù sia stato concepito verginalmente (questo non lo si potrebbe sapere perché i Vangeli non sono affidabili), ma che sia stato proclamato retrospettivamente figlio di Dio fin dal grembo di sua Madre. Cade come inutile la verginità nel concepimento di Cristo e di conseguenza quella nel parto. A chi interesserà poi sentire che Maria è rimasta vergine dopo il parto? Questa prospettiva risulta tanto capziosa quanto interessante. L’Autore del saggio ne accoglie la suggestione ribaltandola per dimostrare che è vero proprio il contrario: è più logico che si parta dal concepimento verginale di Gesù per arrivare all’epifania del Giordano. Quest’ultimo evento è piuttosto la ratificazione pubblica di ciò che era già avvenuto in modo nascosto nel grembo di Maria. Bisogna rispettare la progressività della Rivelazione senza la quale i discepoli e gli agiografi non avrebbero afferrato nulla del mistero, a meno che non si risolva tutto in un racconto mitologico. La storicità dei vangeli è fondamentale e la verginità di Maria è l’inizio. Se quest’ultima si offusca o viene ridotta a puro simbolo, Gesù e il Regno Cieli da lui inaugurato – per il quale ci si fa addirittura eunuchi – diventano insignificanti. Quello che è accaduto? La verginità di Maria è una formidabile risposta alla situazione di declino nella Chiesa della vita religiosa e del matrimonio, principiata da una scorretta visione degli stati di vita del cristiano. Oggi la fanno da padrone novelli discepoli di un monaco del IV secolo di nome Gioviniano, i quali predicano di nuovo che la verginità non è superiore al matrimonio e che ciò che conta è difatti il battesimo che tutti unifica. La vita religiosa ha perso il suo sapore e tanti suoi membri. Anche il sacramento del matrimonio non è in buona salute. Si riscontrano affinità di non poco conto tra Gioviniano e Amoris laetitia, con qualche lieve deriva più epicurea: non solo il matrimonio è pari alla verginità, ma addirittura il rapporto sessuale more uxorio è pari al matrimonio e quindi alla verginità. In fondo, se il battesimo è uguale per tutti, il premio celeste è lo stesso. Così Gioviniano esortava le vergini a lasciare il loro stato di vita! La Chiesa si trova oggi di nuovo divisa tra discepoli di Gioviniano e veri seguaci di Cristo, incalzati entrambi da un infuocato Girolamo che dice: «La verginità è il frutto del matrimonio». Se il matrimonio è in crisi, perché ha perso di vista la castità coniugale, lo è pure la verginità e se la verginità è in crisi, perché ridotta a mero simbolo, il matrimonio non sa più cosa farsene di se stesso. Il libro di Lanzetta ci offre la risposta che la Chiesa si attende in quest’ora così travagliata. Con gli occhi rivolti alla Semprevergine Maria.

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fonte: Sito dell’Autore 

14 commenti su “Sempre Vergine? Un saggio di Padre Serafino Maria Lanzetta rilancia la discussione su un tema che divide la chiesa da secoli – di Marco Tosatti”

  1. In questi tempi così bui in cui, pur di accaparrarsi le simpatie dei signori luterani la (ex) chiesa cattolica fa di tutto per sminuire la grandezza della Madonna, abbiamo tanto bisogno di paladini coraggiosi che ne cantino le eccezionali prerogative. E se non fosse stato allontanato così tanto, quanto bene avrebbe fatto in patria P. Lanzetta predicando di persona la verginità di Maria Santissima? Ma sorvoliamo su questo (inconcepibile) fatto e teniamoci attaccati alla certezza della verginità reale e non simbolica della Madonna che fu per altro definita come dogma nel secondo Concilio di Costantinopoli ( 553) dove si afferma che Maria, la Madre di Gesù, è sempre rimasta vergine, prima, durante e dopo il concepimento del Suo Figlio.

    1. jb Mirabile-caruso

      Tonietta: “In questi tempi così bui in cui, pur di accaparrarsi le simpatie dei signori luterani la (ex) chiesa cattolica
      …………fa di tutto per sminuire la grandezza della Madonna…”.

      Ma siamo proprio certi, gentile signora Tonietta, che sia la VERA Chiesa Cattolica ad essere l’Autrice di ‘far di tutto per sminuire la grandezza della Madonna’, e non, piuttosto, la neo-chiesa-conciliare che, FALSAMENTE, si presenta nelle vesti della VERA Chiesa Cattolica per presentarLa al mondo ‘rinnovata’ a tal punto da essere diventata la negazione di Se stessa?

      Comprendo bene che questa che io presento non è la tematica presentata dal dr. Tosatti, e quindi non insisto. Non senza, tuttavia, farLe notare la REALE possibilità che noi cosiddetti “tradizionalisti” stiamo stupidamente giocando nelle mani dei nemici della Chiesa cattolica – da cui Essa è stata invasa, occupata e derubata del Papato – credendo esattamente quello che la falsa-neo-chiesa-conciliare vuol farci credere e, di fatto, ha fatto credere con successo al mondo intero.

      1. Carissimo, il suo è un ragionamento che ho già sentito e che , a dire la verità, mi sembra abbastanza complicato. Personalmente mi sono trovata a vivere una situazione che a piccoli passi e senza che fino ad un certo punto me ne accorgessi, ha portato tutti là dove siamo adesso. Non credo di aver fatto mai il gioco del nemico e il dolore e il jdisagio che sento adesso , è per aver continuato a credere fermamente in ciò in cui questa neo chiesa manifesta di non credete più: un dramma spirituale di non poco conto.

  2. Alberto Giovanardi

    Non vorrei apparire semplicistico, ma nella sostanza i due pilastri su cui si regge il Cattolicesimo sono la transustanziazione e la verginità di Maria Santissima, che la caratterizzano distinguendola dalle altre confessioni cristiane: non per nulla il mai abbastanza esecrato campione di ipocrisia cardinale Mueller, già Prefetto della Dottrina della Fede, oltre a tentare di conciliare la “Amoris NEQUITIA” con la solenne proclamazione di Gesù “l’uomo non sciolga ciò che Dio ha unito”, ha messo entrambi questi Dogmi in dubbio, cosa che non gli ha evitato la solenne trombatura di due minuti senza preavviso da parte del Grande Apostata. Dobbiamo quindi tenerci strettamente aggrappati a questi due Dogmi, sul preclaro esempio di Tertulliano che con la concisione dei grandi pensatori condensò tutto il Cattolicesimo in tre parole eterne: “Credo quia absurdum”. Anche se, per essere sinceri, questa impostazione contrasta con l’insegnamento di Benedetto XVI, ultimo Papa cattolico, secondo il quale è possibile arrivare alla Fede attraverso la ragione.

    1. jb Mirabile-caruso

      Alberto Giovanardi: “…Benedetto XVI, ultimo Papa cattolico, secondo il quale…”.

      Tutti i papi, signor Giovanardi, a cominciare da Roncalli fino a Bergoglio, sono stati “cattolici a tempo parziale”, Ratzinger incluso. E tutti hanno portato avanti, al contempo, l’agenda massonica nel loro rimanente tempo parziale. Escludere Ratzinger da questa realtà, che mi astengo dal qualificare, equivale ad un vero e proprio rifiuto dell’evidenza sia essa scritta che parlata. L’ultimo Papa “cattolico a tempo pieno” – come si addice ad un Vero Papa cattolico – è stato Pio XII con la cui scomparsa la Chiesa cattolica è rimasta nelle mani di papi che – molto probabilmente per la prima volta nella bimillenaria storia della Chiesa – erano, al contempo, vicari di Cristo e vicari di satana.

      Con papi di siffatta costituzione morale ed intellettuale, esagero io nel credere e nello scrivere che la Chiesa cattolica di sempre sia rimasta “vedova di Papa” con la morte di Pio XII, con tutte le gravissime implicazioni che questa subita vedovanza comporta?

    2. Mah….forse, forse….. la fede si basa sull’annuncio della morte e Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.La dottrina eucaristica ne è una conseguenza e il carattere virginale di Maria santissima per favore intendiamolo in senso “sostanziale” ( nell’accezione aristotelica del termine) e non meramente e banalmente fisico!

  3. Un altro squarcio. Prima il Vangelo, poi i Comandamenti, i Sacramenti, il fine vita (incerto), il Padre Nostro considerato improprio se non scorretto nella sua millenaria formulazione … tutto sotto inchiesta. Mentre si riflette sul “restyling” della S. Messa, i tempi sono maturi per ridiscutere anche il ruolo della Santa Vergine e la Sua divina Maternità. L’essere Madre di Gesù, del Figlio di Dio, non appaga le menti di quegli studiosi che da molto tempo cingono d’assedio la Chiesa. Il Concilio di Efeso e la definizione della Theotokos, conserva oggi il suo valore? Il Signore ci ha dotato di coscienza e ragione. Ci ha creati liberi. A coloro che si professano Suoi figli chiede l’umiltà di corrispondere alla Sua Grazia, di accostarsi al Mistero con il cuore di un bambino, non con l’arroganza di chi continuamente Lo mette alla prova, lo tenta al fine di ottenere “prove” o “segni”, per accreditare teologicamente i dogmi. C’è un punto superato il quale il ragionamento umano ha bisogno della Fede. Fede, Preghiera e opere, perché non sia reso vano il Sacrificio di Cristo.

    1. Il Credo che recitiamo, in entrambe le forme, non ci obbliga a credere a un parto miracoloso.
      Miracoloso il concepimento non il parto.

      1. Un Concilio (vero, dogmatico) della Santa Chiesa, che ne ha definito le modalità, ci vincola a credere che Maria Santissima tra gli altri suoi attributi sia anche Semprevergine. Così come venne definito il Credo a Nicea, e lei giustamente lo professa, anche questa proclamata al Costantinopolitano II è verità di fede.

        1. Io per verginità perpetua di Maria intendo che la Verginenon ha ‘conosciuto uomo’come lei stessa ha detto all’Angelo. Ma non credo che si debba ipotizzare un parto straordinario per ammettere la perpetua verginità di Maria.
          Luca avrebbe sicuramente parlato di un parto straordinario così come ha raccontato tanti particolari e poi l’avrebbero scritto nel Credo che professiamo. Anche san Paolo s’è limitato a scrivere “nato da donna nato sotto la legge”

  4. Alberto Giovanardi

    Replico a jb Mirabile-caruso su Benedetto XVI. Siamo d’accordo che Bergoglio non è un marziano con le squame verdi sceso da un disco volante ma semplicemente il prodotto naturale dello sciagurato concilio (era solo questione di tempo ma presto o tardi l’Apostata -lui o un altro- sarebbe fatalmente arrivato). Ma riconosciamo almeno al Papa tedesco le buone intenzioni nel proclamare l’eterna validità dei princìpi “non negoziabili”, il rispetto dell’ortodossia e l’equiparazione (poi annullata di fatto dall’argentino mandato da Satana) della Messa Tridentina a quella sacrilega del post-concilio. Ma ormai era tardi, e non era piu’ possibile ripristinare ciò che a partire dal cosiddetto “Papa buono” (in realtà primo della fila di Massoni che hanno distrutto la nostra Santa Chiesa, seguito poi a ruota dal vile Montini responsabile del “Novus DISORDO”) è stato irreversibilmente demolito.

  5. io, ignorante e peccatore, continuerò ad invocare la Madre sempre vergine, come mi ha insegnato il mio (antico) catechista

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