Si possono discutere gli atti di governo del Papa? – di Roberto de Mattei

di Roberto de Mattei

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zzzzdmbrgSandro Magister ha documentato il vulnus inferto al matrimonio cristiano dai due Motu proprio di Papa Francesco con un approfondito articolo (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351131) che si aggiunge alle osservazioni di Antonio Socci su “Libero” (http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11827644/Socci–Papa-Francesco-scatena-il.html), di Paolo Pasqualucci su “Chiesa e postconcilio” (http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/09/chi-ha-detto-che-nel-recente-motu.html) e al mio intervento su “Corrispondenza Romana (http://www.corrispondenzaromana.it/una-ferita-al-matrimonio-cristiano/).

Una conferma dell’esistenza di un clima di seria preoccupazione in Vaticano è venuta d’altra parte dal servizio di “Die Zeit” del 10 settembre (http://www.zeit.de/gesellschaft/zeitgeschehen/2015-09/papst-vatikan-aufstand) sul dossier che circolerebbe in Vaticano contro la riforma dei processi di nullità matrimoniale di papa Francesco.

Un delicato problema si pone a questo punto per molte coscienze. Quale che sia il giudizio che portiamo verso il Motu proprio, esso si presenta come un atto di governo personale e diretto del Sommo Pontefice. Ma può un Papa errare nella promulgazione di leggi ecclesiastiche? E, in caso di dissenso, non è comunque doveroso un atteggiamento di silenzio nei suoi confronti? La risposta ci viene dalla dottrina e dalla storia della Chiesa.

Molte volte è avvenuto infatti che dei Papi abbiano errato nei loro atti politici, pastorali e perfino magisteriali, senza che questo abbia in alcun modo pregiudicato il dogma dell’infallibilità e del Primato romano. La resistenza dei fedeli a questi atti errati, e in taluni casi illegittimi, dei Sommi Pontefici è sempre stata benefica per la vita della Chiesa.

Senza risalire troppo indietro nel tempo, mi soffermerò su un evento che risale a due secoli addietro. Il pontificato di Pio VII (Gregorio Chiaramonti: 1800-1823), come quello del suo predecessore Pio VI, conobbe momenti di dolorosa tensione e di aspra lotta tra la Santa Sede e Napoleone Bonaparte, imperatore dei Francesi. Pio VII, il 15 luglio 1801, firmò un concordato con Napoleone, pensando di chiudere l’epoca della Rivoluzione francese, ma Bonaparte mostrò presto che la sua vera intenzione era quella di formare una chiesa nazionale asservita al suo potere.

Il 2 dicembre 1804 Napoleone si incoronò imperatore con le proprie mani e pochi anni dopo invase nuovamente Roma, annettendo alla Francia gli Stati pontifici. Il Papa fu imprigionato e trasferito a Grenoble e poi a Savona (1809-1812). Il contrasto si acuì in occasione del secondo matrimonio dell’Imperatore. Napoleone aveva sposato Giuseppina Beauharnais il 2 dicembre 1804, alla vigilia dell’incoronazione, quando l’imperatrice si era buttata alle ginocchia di Pio VII e gli aveva confessato di essere unita all’Imperatore solo col matrimonio civile.

Il Papa aveva fatto sapere a Napoleone che non avrebbe proceduto all’incoronazione se non dopo il matrimonio religioso. Il matrimonio fu celebrato precipitosamente nella notte dal cardinale Fesch, zio di Napoleone. Giuseppina però non diede eredi a Napoleone e le sue origini erano troppo umili per chi voleva governare l’Europa imparentandosi con i suoi sovrani. L’imperatore decise dunque di far annullare il matrimonio per poter sposare Maria Luisa d’Austria, figlia del più importante sovrano europeo.

Nel 1810 un senatus consultus dissolse il matrimonio civile e subito dopo il tribunale diocesano di Parigi sentenziò la nullità del matrimonio religioso di Napoleone con Giuseppina. La Santa Sede non riconobbe questa dichiarazione di nullità, emanata da prelati compiacenti e, quando, il 2 aprile 1810, l’Imperatore entrò nella Cappella del Louvre per le sue seconde nozze con Maria Luisa, trovò vuoti i posti di tredici cardinali invitati alla cerimonia. L’Imperatore li trattò da ribelli e da nemici dello Stato, perché essi con il loro gesto avevano voluto esprimere la loro convinzione secondo cui la nullità del suo matrimonio poteva essere ratificata solo dal Papa. Per questo i tredici cardinali furono condannati a deporre immediatamente abiti e insegne e a vestir l’abito di semplici preti: da qui il nome di “cardinali neri”, o “zelanti”, in contrapposizione ai “rossi”, ligi a Napoleone e favorevoli al suo matrimonio.

Pio VII oscillò tra le due tendenze, ma il 25 gennaio 1813, spossato dalla lotta, firmò un Trattato tra la Santa Sede e dell’Imperatore in cui sottoscrisse alcune condizioni incompatibili con la dottrina cattolica. Il documento, noto come “concordato di Fontainebleau” (cfr. il testo in Enchiridion dei Concordati. Due secoli dei rapporti Chiesa-Stato, EDB, Bologna 2003, nn. 44-55), accettava infatti il principio della sottomissione della Santa Sede all’autorità nazionale francese, collocando di fatto la Chiesa nelle mani dell’Imperatore. Questo atto, in cui il Papa agiva pubblicamente come capo della Chiesa cattolica, fu immediatamente giudicato dai cattolici contemporanei come catastrofico e tale è ancora considerato dagli storici della Chiesa.

Il padre Ilario Rinieri che ha dedicato tre volumi allo studio dei rapporti tra Pio VII e Napoleone scrive che il concordato di Fontainebleau «era rovinoso quanto mai e per la sovranità del Pontefice romano e per la stessa apostolica Sede» (Napoleone e Pio VII (1804-1813). Relazioni storiche su documenti inediti dell’archivio vaticano, Unione Tipografico-Editrice, Torino 1906, vol. III, p. 323), aggiungendo: «Come mai il S. Padre Pio VII abbia potuto lasciarsi indurre a sottoscrivere un trattato il quale conteneva condizioni così rovinose, è uno di quei fenomeni, la cui spiegazione oltrepassa i diritti della storia» (ivi, p. 325).

«Non può descriversi la sinistra impressione e il pessimo effetto che aveva prodotto la pubblicazione di questo Concordato», ricorda il cardinale Bartolomeo Pacca (1756-1844), nelle sue Memorie storiche (Ghiringhello e Vaccarino, Roma 1836, vol. I, p. 190). Non era mancato chi aveva accolto il Concordato con entusiasmo e chi, pur criticandolo sottovoce, non aveva osato esprimersi pubblicamente, per servilismo o per cattiva dottrina teologica. Il cardinale Pacca, pro-segretario di Stato di Pio VII, apparteneva invece a quella schiera di cardinali che, dopo aver invano cercato di dissuadere il Papa dal sottoscrivere il documento, dichiararono che «non v’era altro rimedio allo scandalo dato al cattolicesimo e ai gravissimi mali che avrebbe arrecati alla Chiesa l’esecuzione di quel Concordato, che una pronta ritrattazione ed un annullamento generale di tutto da parte del Papa; e allegavano l’esempio notissimo nella storia ecclesiastica di Pasquale II» (Memorie storiche, vol. II, p. 88).

La ritrattazione venne. Di fronte alle rimostranze dei cardinali “zelanti”, Pio VII , con molta umiltà, si rese conto dell’errore e, il 24 marzo, firmò una lettera a Napoleone, in cui si leggono queste parole: «Di quel foglio, benché da noi sottoscritto, diremo a Vostra Maestà quello stesso ch’ebbe a dire il nostro Predecessore Pasquale II nel consimile caso di uno scritto da lui segnato contenente una concessione a favore di Errico V, della quale la di lui coscienza ebbe ragione di pentirsi, cioè ‘come riconosciamo quello scritto per mal fatto, così per mal fatto lo confessiamo, e coll’aiuto del Signore desideriamo che immediatamente si emendi, acciò niun danno alla Chiesa, e niun pregiudizio all’anima nostra ne risulti’» (Enchiridion, cit., n. 45, pp. 16-21).

In Italia non si conobbe subito la ritrattazione del Papa, ma solo l’avvenuta firma del Concordato. Così, il venerabile Pio Brunone Lanteri (1759-1830), che guidava il movimento delle Amicizie Cattoliche, compose immediatamente uno scritto di ferma critica all’atto del Pontefice, scrivendo tra l’altro: «Mi si dirà che il S. Padre può tutto, ‘quodcumque solveris, quodcumque ligaveris etc.’ è vero, ma non può niente contro la divina costituzione della Chiesa; è vicario di Dio, ma non è Dio, né può distruggere l’opera di Dio» (Scritti e documenti d’Archivio, II, Polemici-Apologetici, Edizione Lanteri, Roma-Fermo 2002, p. 1024 (pp. 1019-1037)).

Il ven. Lanteri, che era uno strenuo difensore dei diritti del Papato, ammetteva la possibilità di resistere al Pontefice in caso di errore, sapendo che il potere del Papa è supremo, ma non illimitato e arbitrario. Il Papa, come ogni fedele, deve rispettare la legge naturale e divina, di cui egli è, per mandato divino, il custode. Egli non può mutare la regola della fede né la divina costituzione della Chiesa (ad esempio i sette Sacramenti), così come il sovrano temporale non può cambiare le leggi fondamentali del regno, perché come ricorda Bossuet, violandole, «si scuotono tutte le fondamenta della terra» (Sal. 81, 5) (Jacques-Benigne Bossuet, Politique tirée des propres paroles de l’Ecriture Sainte, Droz, Ginevra 1967 (1709), p. 28).

Nessuno potrebbe accusare di linguaggio eccessivamente forte il cardinale Pacca o di scarso attaccamento al Papato Pio Brunone Lanteri. I concordati, come i motu proprio, le costituzioni apostoliche, le encicliche, le bolle, i brevi, sono atti legislativi che esprimono la volontà pontificia ma che non sono infallibili, a meno che il Pontefice, nel promulgarli, non intenda definire punti di dottrina o di morale in maniera vincolante per ogni cattolico (cfr. R. Naz, Lois ecclésiastiques, inDictionnaire de Théologie catholique, vol. VI, coll. 635-677).

Il motu proprio di papa Francesco sulle nullità matrimoniali è un atto di governo che può essere discusso e rimosso da un atto di governo successivo. Il motu proprioSummorum Pontificum di Benedetto XVI del 7 luglio 2007 sulla liturgia tradizionale fu dibattuto e pesantemente criticato (cfr. ad esempio, il confronto a due voci Andrea Grillo-Pietro De Marco, Ecclesia universa o introversa. Dibattito sul motu proprio Summorum Pontificum, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2013).

Il motu proprio di Papa Francesco, che è fino a questo momento il suo più rivoluzionario atto di governo, non è ancora in vigore, fino all’8 dicembre 2015. E’ illegittimo chiedere che nel Sinodo si discuta di questa riforma matrimoniale e che un gruppo di cardinali “zelanti” ne chieda l’abrogazione?

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fonte: Corrispondenza Romana

44 commenti su “Si possono discutere gli atti di governo del Papa? – di Roberto de Mattei”

  1. Certo, ma a suon di discussioni, pregevoli convegni, dotte conferenze e brillanti articoli, alla fine s’è mai cavato un ragno dal buco??? A quanto pare…..

  2. Grazie al prof. de Mattei per la consueta precisione e chiarezza. L’auspicio è che qualcuno parli, soprattutto i collaboratori del Santo Padre, perchè la confusione dottrinale è senza precedenti storici!
    don Alessandro

  3. Cardinali zelanti nel prossimo sinodo ridotti a pochi, 13 se ricordo bene. Pio VII e Pasquale II fecero degli errori e ritrattarono, come fece anche San Pietro. Ma chi vuol essere onesto dovrà ammettere che di “qualche errore ” se ne poteva parlare coi papi precedenti e anche errori mai ritrattati. Ora si tratta di una serie di errori senza fine…Dando una scorsa mi facevo il paragone, visto che è il mio tema di lettura attuale, con Mons.Lefebvre concludendo che mi pare quello di Riscossa Cristiana , e altri, lo stesso comportamento: anche Monsignore ha contin uato a denunciare gli errori invano. Nel marasma attuale difficil conservar la bussola e saper chi ha ragione, la resistenza è divisa da opinioni varie. Perciò si vede la necessità di un Pietro sul trono di Pietro e non di un Giuda. Pur essendo amaro e sconvolgente e poi si vedrà chi ha ragione. Papa Liberio e Onorio da guardar ora.

  4. Mons.Lefebvre scriveva al papa 31.5.75, inviandogli la Relation…”VS potrà giudicare in base alla Relazione allegata se la Procedura…ha osservato il diritto naturale e canonico…Quando penso alla tolleranza di cui VS dà prova nei confronti dei vescovi olandesi e di teologi come Hans Kung e Cardonnel, non posso credere che…” Paolo Vi rispose il 29.6.75 con una lettera sdegnata in cui rimproverava ML per aver osato combattere “un Concilio come il Vaticano II…più importante di quello di Nicea”.
    Ognun tragga proprie conclusioni.

    1. Caro Terra Nuova se noi ci informassimo di più su cosa sia successo tra Montini ( colui che vietò la Messa Cattolica in Latino ovvero la Messa di Sempre della Chiesa) e la Battaglia di Mons. Lefebvre ora non saremmo a questi punti. Idem per i successori di Montini fino ai nostri giorni. Grazie per la segnalazione dell’articolo di Maurizio Blondet:
      http://www.maurizioblondet.it/un-apologeta-fuor-di-misura/
      dove con estrema eleganza e lucidità fa chiarezza su alcuni “apologeti” che con sprezzo e maligninità danno dell’eretico a Mons. Lefebvre e assolvono il concilio vat.II CAUSA di TANTI se non TUTTI i mali che ammorbano la Chiesa e di conseguenza l’Europa cristiana INVASA DA ORDE DI maomettani che la vogliono di.struggere.
      Questi sedicenti “bisognosi” hanno trovato terreno fertile grazie alla perdità della nostra identità cattolica e forza nella fede causa diaboilico ecumenismo che ha fatto credere che tutte le “religioni” siano uguali. PER QUESTO DOVRANNO RENDERE CONTO A DIO.

    2. Probabilmente rispose così poiché egli stesso era l’oscuro manovratore di tale conciliaboio, così come lo fu dell’assalto al soglio pontificio, piazzandovi prima Roncalli, con il patto segreto di promuoverlo al più presto cardinale, preparandolo poi per la successione. Un piano degno della massoneria, dei carbonari, di tutti i complottisti rivoluzionari della storia. Se per lui era più importante di quello di Nicea, che Iddio ce ne tenga lontani! Penso a lui e a Mons. Léfèbvre in Cielo: chi sarà più vicino a Nostro Signore? il “beato” Montini, futuro santo (già deciso) o il perseguitato Léfébvre? Io non ho alcun dubbio al riguardo, e voi?

      1. Nessunissimo dubbio.
        Su Montini basta leggere gli scritti di Don Luigi Villa – Chiesa Viva (che ebbi la fortuna di conoscere), incaricato da Pio XII su precisa raccomandazione di Padre Pio per indagare sulla penetrazione della massoneria, e oltre, fra l’alta gerarchia. Tutto facilmente reperibile su internet.
        Nonostante le ben documentate scoperte raccapriccianti di Padre Villa su Montini, e tutti i cardinali ne funoro edotti, Ratzinger diede il via per la “beatificazione”, che Bergoglio eseguì, e presto lo vedremo “santo”. Tutto per “santificare” il conciliabolo, i suoi “papi” e la nuova religione.

        1. Allora, cara Adriana, bisogna diffidare di chi ha “il culto” di Ratzinger, come il buon Antonio Socci, che forse non ricorda che il documento del card. Frings sulla libertà religiosa (che fece piangere calde lacrime al card. Ottaviani) lo scrisse proprio Ratzinger. Quando Roncalli lo seppe, divenne un estimatore di Ratzinger, e da allora la carriera del tedesco decollò. Io penso che molto della deriva modernista di Wojtyla sia dovuta al cosigliere/amico Ratzinger; forse mi sbaglierò, ma è una mia impressione.

          1. La mente dei due fu certamente Ratzinger (perito modernista del supermodernista card. Frings (al punto di celebrare una liturgia ecumenica con Islamici nella cattedrale di Colonia già negli anni sessanta), ma questo non esime GPll dalle sue gravissime responsabilità davanti a Dio e la Storia. Di Roncalli si può affermare che fa di facile infatuazione riguardo eretici di varie specie, come già accennato. Socci ci arriverà anche lui (se non è già arrivato). Il problema sta nel chi tra i vescovi avrà la Fede (coraggio) per fare ciò a cui un Cattolico è obbligato: essere fedele a Dio prima che agli uomini e quindi denunciare l’attuale VdR (e predecessori conciliari) per avere deviato (apostato) dalla Fede Cattolica e condotto milioni di cattolici alla perdita delle anime.

  5. Considerazioni molto fondate del professore, che non affronta però il punto cruciale: QUESTO Papa (è Papa validamente eletto?…), per la prima volta in assoluto, lavora CONTRO la Chiesa.

    Lavora per cacciare i Cattolici dalla Patria spirituale, preannuncio di quella vera (la Gerusalemme Celeste), e per riempire le chiese svuotate con dei non-cattolici

    1. E’ dal 1958 che si lavora contro la Chiesa.Tutti i VdR prima dell’attuale (a partire da Roncalli che con la “medicina della misericordia” sdoganò erteci come Teilhard de Chardin e Rahner in vista del CVll), furono formati cattolici, ma poi hanno deviato verso il modernismo. Per questo li considero più colpevoli di Bergoglio che forse cattolico non lo è mai stato. Di certo il seminario che frequentò già non formava nella Fede cattolica. Bergoglio non è apparso dal nulla. E’ un loro prodotto, come la maggior parte dei “cattolici” che lo seguono. 50 anni di aggiornamenti creativi e ermeneutiche di (non)continuità hanno prodotto una strana chiesa – attualmente con due “papi”– di cui è rimasto solo il nome di cattolica. Lefebvre e pochi altri vescovi hanno tentato di evitare la “mutazione” ma purtroppo ora anche la SSPX – in trattative con il VdR – sembra essere entrata nella prima fase. Mi chiedo, ci sarà un vescovo – UNO – che non teme assegnare le gravissime responsabilità a chi spetta?

      1. Ha ragione, carissima. Occorre archiviare il conciliabolo e tutti i “papi” da Roncalli in poi, anatemizzando tutti i loro atti e condannandoli alla damnatio memoriae. Solo così potrà sorgere un nuovo Pietro. Ovviamente non importa chi Dio sceglierà quindi possiamo e dobbiamo pregare perché lo stesso Bergoglio, l’attuale sedente, possa aprire gli occhi, accettare il Papato e compiere i coraggiosi atti di cui sopra. Altrimenti tocca pensare che forse la Seconda Venuta è imminente, molto imminente! Per chiunque sia interessato penso che l’enciclopedico volume “Apologia del Papato” di Carlo Di Pietro possa essere utile per capire meglio, alla luce dell’autentico Magistero e della Tradizione dei Padri, la tragica situazione odierna!

        http://www.ibs.it/code/9788885223707/di-pietro-carlo/apologia-del-papato.html

      2. Forse, Adriana, rimarrà solo l’IMBC (Sodalitium.it), emarginato anche dai léfebvriani in quanto “sedevacantisa”. Ho letto il “Breve esame del NOM”, scritto da Mons. Michèl Guerard de L. e devo dire che mi è piaciuto molto (anche se lo presentarono a Paolo VI i cardd. Bacci e Ottaviani, il testo era di Guerard). Non è una colpa essere sedevacantisti, anzi, con i papi che ci sono stati, da Roncalli in poi… Lei dice bene, forse Begoglio non è mai stato cattolico, e chi lo ha messo lì lo è meno di lui: massoni e nient’altro, comunisti sfegatati, sessantottini invecchiati, veri e propri bolscevichi. Ma dovranno pur risponderne a Qualcuno: verrà un giorno… come diceva Fra Cristoforo. Nell’attesa di quel giorno, io li evito, loro e tutti coloro che seguono questa Chiesa 2.0 letteralmente impazzita. Pace e bene.

  6. Un motu proprio promulgato il 08/09/2015 che entrerà in vigore l’8 dicembre 2015.
    Spero che la messa di Cuba non sia fatta con attorno le immagine del Che.

    1. Certo, Roberto, che la Messa a Cuba sarà “fatta con attorno l’immagine del Che”. Tu hai postato questo commento l’altro ieri, 18 settembre, io ti rispondo oggi, il 20, e ti assicuro che oggi non si parla d’altro: il palco dal quale il Papa celebrerà è stato effettivamente montato proprio sotto il grande ritratto murale del Che che campeggia su un palazzo di quella stessa piazza in cui celebrarono pure i due precedenti Papi, ma badando, allora, a non dare risalto a quell’obbrobrio, mentre oggi si cerca invece di evidenziarlo il più possibile.
      Ti basterà un “giro” su tutti i blog cattolici come questo per avere conferma di quanto dico.
      Tommaso Pellegrino – Torino
      http://www.tommasopellegrino.blogspot.com

  7. Non sembrano esserci dubbi che il motu proprio del papa che entrerà in vigore l’8 dicembre ( che coincidenza) sia strettamente connesso al prossimo sinodo ma anche ai risultati di quello precedente. Insomma un colpo da maestro, almeno così mi pare. C’è da chiedersi ora se siamo davvero vicini a uno scisma vero e proprio. Chissà!?

  8. Spero di tutto cuore nello scisma, perché bergoglio sta distruggendo la VERA SANTA CHIESA!!
    E quindi aumenta rapidamente ed efficacemente i cattolici tiepidi……

    1. E’ davvero così sicura che togliendo di mezzo Bergoglio il problema si risolverebbe??? Faccia attenzione a non attribuirgli più colpe di quante oggettivamente ne abbia!

      1. La Chiesa nel senso di Clero, è sbandata e indurita per una metà da decenni, se ci riferiamo all’Europa Occidentale e alle Americhe. L’Italia non è “Europa Occidentale”, bensì “Centrale”, ed è il cuore del Mediterraneo: avrebbe avuto un percorso diverso, se non fosse stata gestita da un’intellighentsia di obbedienza massonica (politica, mass media e Clero).
        Però -ripeto- solo dal 2013 siamo (a livello planetario) pecore senza Pastore

        1. E’ davvero così sicura che togliendo di mezzo Bergoglio il problema si risolverebbe??? Faccia attenzione a non attribuirgli più colpe di quante oggettivamente ne abbia!

          Caro Ale 90 CONCORDO!!!

          ma c’è ancora chi si ostina a credere (per comodo e per simpatia verso i suoi predecessori) che SOLO adesso saremmo un popolo senza pastore. Se siamo arrivati a questo punto oscuro della storia la COLPA NON è esclusiva di Bergoglio (legittimamente eletto checchè ne dica Socci e amici vari) ma a CAUSA del concilio pastorale II che ha formato elementi con mentalità modernista riscontrata in Bergoglio, tuttavia presente in tutti i suoi predecessori postconciliari, i quali ognuno in maniera più o meno evidente l’hanno portata avanti negli eccessi. Cfr. adunate sincretiste e NON cattoliche di Assisi, libertà religiosa, ecumenismo diabolico e la deleteria colleggialità.

          1. Gentile sig.ra Giustina, condivido il suo pensiero ma su una cosa non mi trova d’accordo: lei parla di elezione legittima io invece comincio a pensare che si tratti di DESIGNAZIONEcanonicamente legittima.Il Conclave avrebbe quindi espletato la propria funzione indicando colui al quale il Signore si impegna, salvo ostacoli, a conferire il Potere di Giurisdizione, dal quale trae legittimità ogni altra autorità incardinata nella Sacra Gerarchia. Ora gli ostacoli possibili possono essere di due tipologie: la prima riguarda una previa incompatibilità(il designato è eretico manifesto ad esempio), mentre la seconda potrebbe consistere in un consenso viziato(qualcuno che non intende perseguire il bene della Chiesa). Sinceramente comincio a pensare che sia questo il nodo da sciogliere per capire realmente quanto sta accadendo dal1958 ad oggi.In poche parole: il sedicenti pastori succedutisi da Roncalli in avanti sono entrati per la porta principale? Sono stati detentori di una legittima autorità? etc…

          2. Mi permetto di segnalarle questi due volumetti :

            1) http://www.ibs.it/code/9788889596111/guerard-des-lauriers/problema-dell-autoritagrave.html
            2) http://www.ibs.it/code/9788889596128/sanborn-donald/papato-materiale-testo-latino.html

            Non posso dire con assoluta certezza che il contenuto di queste opere sbrogli definitivamente la matassa, tuttavia mi sento di poter riconoscere che entrambe offrono validissimi e rigorosi spunti di riflessione! Poi ovviamente sta a ciascuno, in coscienza, trarre delle conclusioni. Occorre preghiere e discernimento ma il Signore possiamo essere certi che ricompenserà ogni nostro sforzo teso a ristabilire e testimoniare la Verità in ogni ambito della nostra vita! Cari saluti

          3. Sottolineo l’evidenza della discontinuità del 2013, cara signora Giustina. Non “mi ostino a credere” un’assurdità, ma invito ad aprire gli occhi su ciò che è successo: il Papa -o “colui che veste di Bianco in pubblico”- è passato dalla parte degli accusatori e “rifondatori professionisti” della Chiesa

          1. Più che convinto, caro Ale..
            Oggi viene proclamata – e si inaugura l’ Otto Dicembre prossimo- la Neo-Chiesa, che ha come proprio impegno fondante quello di essere “diversa dalla Vecchia Chiesa”.

            Ieri ho sentito un’omelia “programmatica”: “PRIMA, essere buoni Cristiani significava non saltare le Messe e non far male al prossimo; ADESSO -e siamo all’inizio di una cosa nuova- significa pregare con la Bibbia e beneficare gli sventurati”.
            Lo dico alla signora Giustina e a chi coltiva la mentalità “È saltato tutto con papa Giovanni”: si può sottolineare la tendenza “modernizzante” di papa Giovanni e dei Successori, ma se questo porta a negare l’evidenza (l’asse “papa” Bergoglio-Scalfari-Bonino, la papolatria attuale con ritratti nelle chiese, la guerra quotidiana alle persone oneste, l’inaugurazione del Divorzio Cattolico, della “normalità” dell’Aborto e dell’Eutanasia ecc.), allora serve solo a spianare la strada alla Neo-Chiesa

        2. Il “punto” cruciale è questo: siamo pecore senza pastore!
          Ecco perché, gentile Ale90, penso che togliendo di mezzo il falso
          pastore bergoglio, il gregge, che va SEMPRE BEN GUIDATO, potrebbe
          avere finalmente un Buon Pastore, se Dio lo vorrà.
          Preghiamo LUI senza tregua.

          1. La Chiesa è priva di una Guida autorevole dal 1958, cara sig.ra Paola. Vada a leggere il commento della sig.ra Adriana che ricalca in toto il mio pensiero per questo ritengo inutile argomentare la presente risposta.

  9. PRIMA si deve guardare se ciò che dice e scrive un Papa è cattolico oppure no (confrontandolo con la Convergenza dei Padri, il Magistero Infallibile precedente e il Depositum Fidei), POI vengono le distinzioni fra pastorale e magisteriale e fra i vari tipi di Magistero usato!
    Se il papa dichiarasse ex cathedra (e quindi in modo VINCOLANTE per ogni cattolico) che Dio non esiste, saremmo forse tenuti a credergli e a dagli l’assenso della Fede e dell’intelletto? Certo che no!
    Saremmo forse tenuti a non gridare dai tetti che è un eretico? Ovviamente NO!

      1. Questa è Papolatria: il Papa sarebbe più di Dio?
        Potrebbe confutare o negare Dio?
        Quel qualcuno ha sbagliato di grosso!!!
        Comunque la questione è già risolta in partenza: un “papa” che dice che Dio non esiste NON è un Papa ma un eretico, e lo stesso vale per l’Arcivescovo di Canterbury e per chiunque altro!
        Lo stesso dicasi per TUTTI gli altri DOGMI: sono irreformabili e vincolanti anche per il Papa: o li accetta o è FUORI dalla Chiesa.
        Fortunatamente Sant’Atanasio non la pensava come quel qualcuno che Lei ha citato…altrimenti il cristianesimo sarebbe scomparso!
        Bisogna stare attenti all’obbedienza cieca, o si rischia di arrivare ai paradossi: se Dio non esistesse chi renderebbe infallibile il Papa?
        E se il papa dichiarasse che chi crede al Papa va all’Inferno gli si dovrebbe credere?
        Diego

        1. Diego, non se la prenda così! Io la penso esattamente come lei, mica come il tizio inglese (che poi, probabilmente, la pensa come noi anche lui), e così chiunque affronti seriamente questi argomenti. La mia era semplicemente la citazione di una di quelle tipiche celebri battute argute da intellettuali che non sono mai da prendere alla lettera o troppo sul serio, battuta che il suo primo intervento non poteva fare a meno di farmi venire in mente!
          Tommaso pellegrino – Torino
          http://www.tommasopellegrino.blogspot. com

          1. Desidero in altre parole aggiungere, in conclusione del discorso, che è evidente che l’arcivescovo di Canterbury che nega l’esistenza di Dio è semplicemente una metafora per rappresentare chi ammette di avere sempre sbagliato a proposito di qualcosa, chi insomma parla contro il proprio interesse, cosa non facile da farsi, per cui, se uno lo fa, c’è da credere che sia davvero sincero. Inutile controbattere come se si trattasse di una presa di posizione con pretesa di fare della teologia o altro!
            Tommaso Pellegrino – Torino

          2. Gentile Signor Pellegrino,
            L’ho fraintesa e le chiedo scusa.
            In effetti mi sembrava strano che proprio Lei sostenesse una tesi simile: i suoi interventi sono sempre stati molto ortodossi, combattiamo la stessa battaglia e dalla stessa parte del fronte!
            Diego

  10. Se le circostanze indicate dall’ art. 14 del motu proprio (per poter instaurare il c.d. processo breve) finissero per costituire nuovi motivi di nullità, l’ istituto stesso del matrimonio cristiano regolato dalla legge naturale verrebbe sovvertito. In particolare laddove si prende in considerazione la brevità della convivenza coniugale e il verificarsi di una relazione extraconiugale immediatamente dopo le nozze ( per non parlare di quell’ “etcetera” che sembra lasciare all’ arbitrio del “misericordioso” di turno la scoperta di qualsiasi altra nuova causa).In tal caso diverrebbe revocabile quel diritto perpetuo ed esclusivo che i coniugi si sono reciprocamente conferiti, con esclusione inconcepibile degli stessi diritti di Dio sulle coscienze ( neanche Egli può giudicare!). Questa sarebbe la peggiore delle tirannie che mi sembra imponga ai fedeli di ogni livello e dignità, non solo il diritto a discutere quelle disposizioni blasfeme, ma il dovere alla resistenza, fino, pure, alle estreme…

  11. Roberto è profetico….? ma è stato anticipato… ci sarà il Che dietro un altare, ne ho visto la foto, una cosa tipo fil di ferro..

  12. Abrogare il motu proprio, come se fosse il problema dei problemi? Suvvia parliamoci chiaro ma non ci rendiamo conto che l’intento è sempre stato quello di alimentare illusioni e attese in un gregge che in maggioranza ormai di cattolico ha soltanto il nome?Non succederà quello che prospetta il prof.DeMattei perché questi “zelanti” cardinali sono consapevoli che qualora le loro istanze venissero accolte verrebbero accusati di tradimento e congiura ai danni del Papa misericordioso.E Dio non voglia che questa loro, per la verità, modestissima resistenza non gli si ritorca contro. La criticità della situazione è ormai sistematica. Abbiamo a che fare con metastasi in espansione continua. Il problema dei problemi è che l’attuale “Gerarchia” da tempo non parla con autorità e il gregge sentendo la loro voce e non riconoscendovi quella del Pastore non li segue più. Questo è il vero dramma dei nostri tempi. La Chiesa visibile sembra essere divenuta acefala!
    Luca 4,31-32 – Giovanni 1-18 (leggere per capire)

  13. Un solo leggero appunto al Prof. De Mattei, quale cesenate di nascita quale io sono e per giunta abitante allora in Contrada Chiaramonti, Pio VII di nome faceva Barnaba, non Gregorio.
    Se ha modo di visitare Cesena non manchi di vedere la Chiesa di Santa Cristina, cappella dei Chiaramonti e disegnata dal Valadier

  14. E’ un imperativo etico il rapportare sempre le proprie azioni all’insegnamento del Vangelo e del Magistero della Chiesa. Esprime forza morale, onestà intellettuale e non certo debolezza Colui che come Pio VII, nell’esempio riportato dal Prof. de Mattei, riflette e attentamente rivaluta le decisioni già adottate, e se necessario le revoca senza che ciò ne screditi l’alto Ufficio. Padre Pio esortava i figli spirituali ad intraprendere un nuovo cammino di Santità ogni giorno. Il Venerabile Papa Pio XII riconosceva nella modestia il sentimento della Religione.

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