Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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Recensioni  –  rubrica del sabato di Cristina Siccardi

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A tre libri dannosi, che sconsigliamo vivamente, del Card. Walter Kasper, opponiamo le parole di saggezza, di ammaestramento e di cristiana speranza del Vescovo Athanasius Schneider

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zzksprNovità sempre novità. La saggezza dell’«esperienza» – intesa come la intendevano i nostri vecchi (formazione di un bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche, traendo ammaestramento dagli errori) e non come vissuto personale sganciato dagli insegnamenti del passato e legato alle emozioni, ai piaceri, agli egoismi e, dunque, ai peccati – nei nostri giorni ha perso audience. Circolano perciò innovative proposte, dietro le quali si celano grandi aspettative rivoluzionarie. La famiglia è oggi al centro del ciclone: scardinare la famiglia, assecondando le istintualità degli individui, significa colpire il luogo dove maggiormente può attecchire la Fede.

La rivoluzione teologica modernista è giunta a un tale punto da guardare al peccato come ad una sofferenza da curare non con il pentimento, come Cristo, per esempio, dichiarò a santa Maria Maddalena, ma con l’assecondazione e la “misericordia” che accompagna nell’abisso coloro che scelgono la strada del comodo piuttosto che quella della rinuncia e del sacrificio, atteggiamenti, quest’ultimi, che richiamano fortemente l’attenzione del Signore (il primo ad essersi sacrificato per ognuno) e che non nega mai a nessuno il suo soccorso misericordioso, fermo restando che sono necessari tre requisiti: il pentimento, la volontà di conversione e la richiesta esplicita di aiuto attraverso l’affidamento e la preghiera.

Questa settimana sconsigliamo, quindi, tre libri pubblicati ultimamente dal Cardinale Walter Kasper, tutti e tre editi dalla Queriniana:

  1. Misericordia. Concetto fondamentale del vangelo – Chiave della vita cristiana
  2. Il vangelo della famiglia
  3. Il matrimonio cristiano

Dal primo libro parte il nuovo concetto di famiglia, aprendo la strada alla comunione ai divorziati (civilmente) risposati (civilmente). La nuova dottrina familiare, parte, infatti, dal tentativo di far passere la misericordia di Dio come atteggiamento divino assoluto, privandolo della giustizia divina, che, in realtà, prende sempre in considerazione il peccato e l’impenitenza del peccatore.

Nella tesi proposta da Kasper la misericordia divina è considerata il nucleo e la sintesi della rivelazione biblica su Dio, scorporando, dunque, la Misericordia del Signore da tutto il resto. Papa Francesco fece riferimento esplicito a questo testo nel suo primo Angelus (17 marzo 2013). La “misericordia kasperiana” invita ad una rivisitazione  spirituale, pastorale e sociale della famiglia, proponendo una svolta epocale della Chiesa: nuove direttive teologiche, in definitiva, per un nuovo concetto religioso di famiglia e, dunque, un nuovo pensiero dottrinale su Dio, come afferma lo stesso Kasper:
«Il messaggio della misericordia di Dio – tutt’altro che una teoria lontana dal mondo e dalla prassi – non si limita a evocare sentimenti di compassione. Comporta delle conseguenze per la vita di ogni cristiano, per la prassi pastorale della chiesa e per il contributo che i cristiani devono dare a una strutturazione umanamente degna, giusta e misericordiosa dell’ordine sociale».

Tuttavia moltissimi cattolici non vogliono seguire Kasper, ma ciò che Cristo ha comandato e che la Chiesa all’unisono ha trasmesso – per 2000 anni – circa l’indissolubilità del matrimonio. L’insegnamento cattolico è stato sempre chiaro: chi è lasciato o è costretto a lasciare il proprio coniuge deve vivere in continenza, altrimenti non è possibile ricevere la comunione. Il peccato resta peccato, anche se taluni auspicano diversamente, come sostiene, appunto, il Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

Il secondo libro di Kasper comprende: il testo integrale della Relazione introduttiva al dibattito concistoriale, munita di una Premessa e di due Appendici; le Considerazioni finali dell’autore riguardo al dibattito svoltosi all’interno dell’assemblea dei cardinali; l’epilogo: «Che cosa possiamo fare?».

Secondo questo saggio è giunta, “finalmente”, la “buona notizia” della famiglia: la famiglia, cioè, «nella prospettiva della fede cristiana» (?). Kasper suggerisce che non basta considerare il complesso e spinoso problema dei divorziati risposati esclusivamente dal punto di vista canonico-giuridico e dalla prospettiva della Chiesa come istituzione; si ha necessità (chi: le testate giornalistiche? La Tv? I motori di ricerca Internet? I social network?) di cambiare paradigma, considerando la situazione, sull’esempio del buon Samaritano (?) di guardare chi soffre e chiede aiuto. E per farlo la Chiesa dovrebbe rinunciare alla sua missione di custodia e tutela della dottrina cattolica?

Afferma lo stesso Kasper: «Il presente volumetto vuole confrontarsi con le domande della realtà di oggi e preparare basi teologiche e pastorali per discuterne. A una risposta possiamo giungere solo attraverso la comune riflessione sul messaggio di Gesù, attraverso uno scambio di esperienze e argomenti, attraverso la comune preghiera».

Il terzo libro presenta un’esposizione completa, ragionata e documentata delle tesi che stanno alla base delle proposte elaborate dal Cardinale Kasper per suscitare un dibattito in riferimento ai temi del matrimonio sacramento e della famiglia cristiana oggi. Motivando quanto sinteticamente sostenuto nel suo Il vangelo della famiglia, il testo si compone di un trattato sulla teologia del matrimonio cristiano e di due appendici integrative. Il saggio è rivolto ai teologi, agli operatori pastorali, ai confessori e ai coniugi.

Prendiamo decisamente atto che il dibattito è in corso, come auspicato da Kasper, e che deve essere più acceso che mai per smascherare gli errori ammantati di buonismo.

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Con quale potere e con quale forza si denunciano gli errori? Con quelli di chi è aggrappato alle verità di Fede, la quale respinge inganni e falsità, assecondando così, con piena gioia cristiana, l’esortazione, proprio di questi giorni, del Vescovo Athanasius Schneider:

zzschn«È una triste verità il fatto che stiamo attraversando un momento di grande crisi della Chiesa. Dio è con noi, però. Mi avete chiesto ciò che i fedeli possono fare per combattere gli errori che si stanno diffondendo attraverso la Chiesa. Vorrei rispondere con alcuni suggerimenti.

Dobbiamo creare gruppi di veri cattolici, studiosi, famiglie e clero che diffondano con coraggio la verità cattolica tutta intera, in particolare sugli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sulla natura, e i comandamenti di Dio.

Come mezzo per questo obiettivo, dobbiamo fare uso di tutte le risorse che il mondo moderno ci offre. Non ci asteniamo dal diffondere attraverso i media questi messaggi. Non dobbiamo aspettare che ogni singolo parroco li predichi dal pulpito. Dobbiamo abbracciare le nuove forme mediatiche che ci permettono di diffondere il Vangelo e gli insegnamenti della nostra Santa Madre, la Chiesa. Dobbiamo introdurre il nostro messaggio su Internet, pubblicarlo su siti web, blog e reti sociali.

Ma non dobbiamo dimenticare di impegnarci con i nostri fratelli cattolici nelle forme più tradizionali. Dovremmo organizzare conferenze e simposi a livello accademico. Dovremmo usare queste per creare pubblicazioni, documenti e libri che possono essere utilizzati come riferimento e ampliare la nostra discussione.

Dobbiamo anche creare un movimento di famiglie cattoliche, di “chiese domestiche”, per testimoniare, difendere e diffondere la fede integrale e l’insegnamento sulla famiglia, il matrimonio, e l’ordine della natura.

In questo momento pericoloso, dobbiamo essere coraggiosi nello svelare il carattere veramente gnostico e rivoluzionario della “agenda Kasper,” dimostrando la continuità della dottrina divina sul matrimonio e la sua pratica durante i duemila anni di storia della nostra Chiesa. Dobbiamo ispirare i fedeli, con esempi di santi mariti, famiglie, bambini e adolescenti. Dobbiamo dimostrare, da un lato, la vera bellezza di una vita coniugale, familiare, da single in castità e fedeltà. Dall’altro lato dobbiamo puntare dimostrare la bruttura, l’infelicità, e la schizofrenia di una vita contro l’ordine divinamente stabilito.

Per dare speranza a coloro che stanno lottando, è importante per noi dare esempi di cattolici pentiti del passato e del presente. Coloro che si sono convertiti dalla loro vita peccaminosa di adulterio, divorzio, o sodomia.

Per affrontare gli errori attualmente in fase di diffusione, i veri mariti cattolici, le famiglie e le persone singole devono scrivere al papa, ai loro vescovi, e ai Dicasteri competenti della Curia Romana, denunziando loro le dichiarazioni eretiche, semi-eretici, o gnostiche di persone ecclesiastiche o eventi all’ordine del giorno che vengono promossi anche persone o gruppi ecclesiastici.

Tutti questi sono mezzi di educazione e formazione. Ma la battaglia che stiamo combattendo è più che contro l’ignoranza. È contro i principati e le potenze. Essa non può avere successo se non organizziamo una grande rete nazionale e internazionale di preghiera per l’adorazione eucaristica, i pellegrinaggi, le messe solenni, le processioni rogazionali e penitenziali, con temi come “La santità della famiglia e del matrimonio”, “La chiamata alla castità”, “La bellezza e la felicità di una vita casta”, “L’imitazione di Cristo nella vita familiare” e “Espiazione per i peccati contro la famiglia e il matrimonio”».

Forse, come cosa più fondamentale di tutte, dobbiamo pregare con fervore che Dio doni alla sua Chiesa vescovi e papi santi. Tale preghiera deve essere pregata in particolare dai bambini, perché la preghiera degli innocenti penetra il cielo come nessun’altra»[1].

La menzogna e l’errore vanno combattuti con tenacia e audacia, altrimenti si diffondono con molta più invadenza e molta più rapidità rispetto alla verità e al bene: cadere è decisamente più semplice che perseverare. E non si può neppure restare indifferenti, perché, così facendo, si diventa complici dei pervertitori.

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[1] http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/02/un-invito-concreto-che-dobbiamo.html

11 commenti su “Scriptorium – Recensioni – rubrica del sabato di Cristina Siccardi”

  1. Carla D'Agostino Ungaretti

    Nessuno risponde alla domanda che io rivolgo spesso ai cattolici che condividono la dottrina del Card. Kasper: PERCHE’ LA CHIESA NON PARLA PIU’ DI CASTITà? La Chiesa non giudica e non condanna all’inferno i divorziati risposati civilmente che vogliono tornare alla piena comunione con Dio e neppure chiede loro di separarsi (soprattutto se hanno figli) perché l’amore vicendevole non è mai da condannare ma, per riammetterli all’Eucaristia, deve chiedere loro di vivere in CASTITA. L’amore e la dedizione reciproca possono realizzarsi perfettamente anche attraverso la castità e il Card. Kasper, in quanto uomo consacrato, dovrebbe saperlo benissimo; e allora perché non ne parla? Perché i preti non ne parlano? Hanno forse paura della castità? Certo non sempre è facile vivere in castità, ma che cosa è facile in una vita totalmente cristiana se manca l’aiuto dello Spirito Santo? L’Eucaristia è un dono o il riconoscimento di un diritto sindacale? Spero che qualche sacerdote mi risponda.

    1. Stimatissima Carla, credo che aspetterà ancora molto prima di ricevere una risposta chiara precisa e autorevole. Purtroppo la misercordia pampera del chi sono io per giudicare ha instaurato in silenzio ma in fretta un clima anche tra i preti che mantengono idee chiare di paura e di timore di essere epurati. Questa, oltre alle infinite sciocchezze da bar sport spesso banali e financo volgari, è a mio avviso una gravissima conseguenza della rivoluzione effetto bergoglio. La mite fermezza, piena di umiltà e coraggio supportata da fede granitica e immensa cultura, nella figura di Pietro sono terminate purtroppo il 28 Febbraio 2013. Dal 13 3 13 abbiamo una controfigura miseretta e banale adatta ai tempi in cui viviamo, espressi in maniera chiaramente da tre parole (C.Siccardi): eretici, sodomitici, babilonici. In tali tempi parlare di castità è come sperare che che chi va a prostitute reciti il rosario… Non disperiamo la Chiesa è di Cristo ci ha detto Benedetto il 28 Febbraio 2013.

    2. Curiosamente,Nostra Signora del Buon Successo durante le Sue apparizioni a Quito nel 1611,parlando del XX° secolo,collego’ le due cose (virtu’ e silenzio della Chiesa)nello stesso discorso :'(Nel XX secolo) la Massoneria,che sara’ al potere,emanera’ leggi inique abolendo il Matrimonio e rendendo facile a chiunque vivere nel peccato…vi sara’ una quasi totale e generale corruzione dei costumi.Inoltre,in quei tempi infelici,vi sara’ una concupiscenza sfrenata (che) conquistera’ innumerevoli anime frivole,le quali andranno perdute.Non si trovera’ quasi piu’ innocenza nei bambini,né modestia nelle donne.In questo momento supremo di necessita’ della Chiesa,coloro che dovrebbero parlare,resteranno nel silenzio.'(L’originale e’ ancora piu’ forte:will fall silent ,cioe’ ‘cadranno nel silenzio’).In Occidente i sacerdoti,i Kasper,i Bergoglio riflettono le famiglie di oggi: gli Schneider e i Lenga appartengono ad un’altra Storia,che ha imparato,lottando e soffrendo, quali sono i veri valori.

  2. normanno Malguti

    Grazie per il confronto che scaturisce dal ‘pomo’ offerto dal serpente, travestito da cardinale, e dall’invito dell’arcivescovo Schneider. un vero squillo invitante alla pacifica pugna.
    Dobbiamo fare qualcosa. La falsariga é netta e tracciata, Riscossa Cristiana, Corrispondenza Romana e tutti gli altri che già militano nelle fila dell’ortodossia cattolica, comincino a coalizzarsi. In tanti li seguiremo e in molti, ancor più, ne verranno. Con mitezza e coraggio.
    Sia il motto: Sì, Sì. No, No.
    E vinca Cristo Signore.

  3. Il Vescovo Athanasius Schneider è veramente un grande uomo di Chiesa!
    Secondo me dovrebbe fare un passo in più e dichiarare pubblicamente che, se il Sinodo dovesse aprire ai capricci del mondo, lui resisterà!

    1. Stia tranquillo, se dovesse essere necessario, sono convinta che lo farà. Non forziamo i tempi. Intanto sa essere molto chiaro (come sempre è chiara la verità) e la sua bella testimonianza, insieme a quella di altri confratelli che come lui si sono espressi, è di conforto e di incoraggiamento per molti.

  4. Sig. Corradino, in questi tempi grami per la Santa Chiesa, magari è più probabile che chi va a prostitute reciti il S. Rosario che sentire consacrati parlare di argomenti scomodi che però rientrano nella Verità di NSGC.
    C’è inoltre un problema più grave che un anziano sacerdote oggi mi faceva notare: tempo fa in ogni uomo di Chiesa e non solo, era ben radicato e presente il timor di Dio che portava anche chi conduceva una vita non propriamente perfetta, prima o poi a pentirsi e riconciliarsi definitivamente col Signore. Purtroppo, anche a causa dell’ignavia di tanti pastori ciò è quasi del tutto svanito, sostituito dalla ricerca ossessiva del piacere individuale e dal “carpe diem” che porterà l’umanità ad essere invece sempre più infelice!

  5. Ne abbiamo già due che si stanno esponendo in maniera chiara e coraggiosa: Burke e Schneider. Sia ringraziato Dio.
    E a Cristina Siccardi, grazie per i suoi saggi consigli.

  6. Signori, la Chiesa non ha più il coraggio di invitare alla castità. La situazione morale è talmente compromessa, la mente delle persone talmente sviata, che esortare alla continenza sarebbe peggio che chiedere di interrompere l’uso dell’auto o del telefonino. La Chiesa non se la sente, teme di crollare sotto il peso delle risate; non solo medievale e oscurantista, ma addirittura fuori dal mondo, un’entità marziana. A questo hanno portato decenni di ricreazione sui temi etici. Meglio cercare dei compromessi, sviluppando una nuova etica per autoconvincersi che oggi va bene così, deve essere così. Volendo si riesce a piegare anche il Vangelo alla nuova teologia, basta pescare i versetti che fanno comodo. Il Card. Kasper infatti cita – e come no? – il buon samaritano, ma dimentica San Paolo, riproponendo un classico esempio di eresia, ossia di selezione di ciò che piace e serve. In questo modo riusciranno a far passare qualunque abominio.

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