Soros prepara la guerra a Trump – di Roberto Vivaldelli

di Roberto Vivaldelli

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zsrsGeorge Soros sta preparando la sua dura battaglia contro il neo-presidente Donald Trump. Dopo aver fomentato e finanziato, attraverso le associazioni a lui vicine, le proteste di questi giorni nelle principali città statunitensi contro il tycoon, lo speculatore finanziario presidente della Open Society Foundations e della Soros Fund Management, ha radunato altri ricchissimi finanziatori della campagna elettorale della sconfitta Hillary Clinton in un incontro di tre giorni a porte chiuse che si sta tenendo in queste ore a Washington. A darne notizia è il sito d’informazione statunitense Politico,  entrato in possesso dell’ordine del giorno dell’incontro e della lista degli ospiti.

La convention, che ha preso il via domenica sera presso il lussuoso Hotel Mandarin Oriental, è patrocinata da Democracy Alliance, club dei finanziatori legato al partito democratico che conta più di 110 donatori, tra cui proprio Soros. All’incontro vi partecipano molti beniamini e personalità di spicco della sinistra statunitense, dalla senatrice Elizabeth Warren alla ex speaker della Camera Nancy Pelosi. Si tratta del primo incontro istituzionale dei democratici e progressisti statunitensi dopo la vittoria di Donald Trump. Secondo la documentazione di cui è entrato in possesso Politico, durante queste tre giornate a porte chiuse si preparerà il piano strategico per le prossime elezioni e tutte le azioni necessarie atte a contrastare il piano del presidente Trump dei primi 100 giorni, che l’ordine del giorno dell’evento definisce “un attacco terribile ai risultati ottenuti dal Presidente Obama – e alla nostra visione progressista di una nazione equa e giusta”.

In questa sede si discute inoltre anche dell’approccio di Democracy Alliance, che ha avuto un ruolo fondamentale negli ultimi anni nel plasmare le istituzioni della sinistra americana e nel finanziare numerose organizzazioni vicine ai Clinton. Molte delle battaglie portate avanti da Democracy Alliance si sono rivelate tuttavia infruttuose, come, ad esempio, la lotta al cambiamento climatico o contro i costi della politica; temi che non hanno attecchito più di tanto presso l’elettorato statunitense, convinto altresì dalle ricette di Donald Trump su economia, politica estera e lotta all’immigrazione clandestina. Il club è stato fondato dopo le elezioni del 2004 da Soros, dal magnate delle assicurazioni Peter Lewis e da un’altra manciata di finanziatori della campagna elettorale dell’allora candidato John Kerry: obiettivo primario era quello di finanziare alcuni gruppi e think tank vicini agli ambienti democratici.

Il Democracy Alliance – che oggi conta più di 100 finanziatori e comprende giganti della finanza come Soros, Tom Steyer e Donald Sussman, così come i principali sindacati – impone ai propri membri di contribuire con una donazione annua di almeno 200 mila dollari da destinare ai gruppi e alle fondazioni da sostenere. Gli affiliati pagano inoltre quote annuali di 30 mila dollari per stipendiare il personale del club e rimborsare le spese di queste convention, che si svolgono sempre in location esclusive e di lusso come l’Hotel Mandarin Oriental di Washington, sede della riunione iniziata ieri sera (domenica sera – ndr).

Questa tre giorni a porte chiuse rappresenta indubbiamente un ‘occasione importante per l’establishment democratico, chiamato a rivedere la propria strategia per contrastare i repubblicani e Donald Trump e trovare un’anima ad un partito post-Clinton e post-Obama. Qualche ragionamento lo farà sicuramente anche lo stesso George Soros, il quale ha speso la bellezza di 25 milioni di dollari per sostenere Hillary Clinton e i democratici durante l’ultima campagna elettorale. A giudicare dal ruolo dello speculatore di origine ungherese nelle manifestazioni contro il neo-presidente, pare proprio che Donald Trump abbia dinanzi un avversario temibile e pronto a tutto pur di metterlo in difficoltà. Perché dopo le proteste di questi giorni contro Trump c’è già chi parla di “rivoluzione colorata”: forse è un’esagerazione, ma da Soros è lecito attendersi di tutto.

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fonte: GLI OCCHI DELLA GUERRA – Il Giornale  

17 commenti su “Soros prepara la guerra a Trump – di Roberto Vivaldelli”

  1. Ecchissenefrega se Trump è meleducato, sessista, antipatico, ecc. ecc. Tifo per lui e per le sue idee, soprattutto ora che deve affrontare il pericolo Sorosauro!

  2. luciano pranzetti

    Il signor Soros – che in greco antico (soros, ou f.) significa “urna cineraria, sarcofago, bara, vecchia mummia” (nome omen) – non è poi così lontano dal traguardo finale. Sono gli ultimi colpi di coda dello scorpione, poi tutto sarà silenzio e tenebra il potere che gestì. Che giova, George, aver conquistato il mondo se poi perdi l’anima?

    1. jb Mirabile-caruso

      luciano pranzetti: “Che giova, George, aver conquistato il mondo se poi perdi l’anima?”.

      A volte mi avviene di riflettere, prof. Pranzetti, che ci sono persone che vengono al mondo così “malate”che è per loro quasi una impossibilità fare il salto del riscatto. Non posso dirlo, ovviamente, con certezza, ma gli Innominati penso siano ben pochi fra di noi!

      Il male è come una droga: una volta che ci ha nelle sue grinfie, sfuggirgli è solo una teoria!!!

  3. Ma Soros quanto tempo pensa di vivere ancora? E’ vero che la mala pianta è dura a morire, ma per tutti viene il momento della morte. Quando sarà il suo momento, l’umanità potrà tirare un lungo sospiro di sollievo perché si sarà liberata di uno degli ultimi anticristi, schiavo prediletto del suo padrone Lucifero.

  4. Credo che oltre un certo limite la ricchezza, che può dare alla testa ed essere causa nefasta per sè e per gli altri, debba essere usata per grandi opere pubbliche, quali il rimboschimento, la bonifica di paludi, la messa a coltura dei deserti, la pulizia, a rotazione, delle strade di tutte le città dei diversi stati. Chi possiede questi immensi capitali dovrebbe, secondo le sue forze residue, partecipare personalmente a questo tipo di lavori con un orario calibrato alla sua fase vitale senescente.

    1. jb Mirabile-caruso

      irina: “Credo che oltre un certo limite la ricchezza […] debba essere usata per grandi opere pubbliche,
      ……….quali il rimboschimento, la bonifica di paludi, la messa a coltura dei deserti…”…………

      Fermo restando il dato di fatto, signora Irina, che noi Umani qualsiasi cosa decidiamo di fare la facciamo – sempre e comunque – perché in vista di una ricompensa a noi piacevole, va osservato che una persona relativamente SANA trova piacere nel fare il bene, ed una persona fortemente MALATA trova, invece, piacere nel fare il male.

      Da cui si evince che la SFIDA non è per la persona sana che riceve la ricompensa desiderata, bensì per la persona malata che – a fare il bene rinunciando al male – rimarrebbe senza il piacere della ricompensa.

      Se poi noi sostituiamo i termini ‘sano’ e ‘malato’ con i corrispettivi termini ‘Amore’ ed ‘odio’ – nel senso che la persona sana orbita entro i limiti perimetrali dell’Amore, e la persona malata orbita, invece, entro quelli dell’odio – abbiamo una comprensione quasi scientifica del destino del signor Soros.

  5. Forse pensano a qualcosa di grosso prima del 19 dicembre, giorno del mandato ufficiale a Trump. Fianco a fianco e coordinati, c’è da scommetterci, con omissis e la sua banda.

  6. Soros perderà, gli americani si sono stancati delle luride sinistre.
    Se, come pensano alcuni, le mobilitazioni di piazza di questi giorni dovessero ottenere qualche effetto contro Trump, ne nascerebbero di molto più violente e agguerrite da parte di coloro che hanno votato il Tycoon: neppure se dichiarasse la legge marziale Obama riuscirebbe a controllarle: o Trump o una guerra civile che renderebbe il paese ingovernabile e che farebbe diventare gli States un paese del secondo mondo e senza più la capacità di nuocere a livello internazionale…in ogni caso il potere di Soros e dei democratici, come minimo per quattro anni, è FINITO!

    1. Lo voglia Iddio, caro Diego; io intanto continuo con i Rosari Giornalieri, ora non più per la vittoria di Donald Trump, ma per la sua incolumità fisica (includo nelle intenzioni anche quella di Vladimir Putin). Stiamo sicuri ce Maria SS.ma è molto più potente di quest’ uomo di tutti i suoi oscuri cofinanziatori e può sconfiggerli in ogni momento , quando meno se lo aspettano. Non ha forse detto a suor Lucia di Fatima che “quando tutto sembrerà perduto… allora Io sarò con voi”. Speriamo solo che non volesse riferirsi ad un’altro assassinio di un presidente americano, per questo è bene intensificare la crociata del Rosario, invito che rivolgo a tutti gli amici e le amiche del blog. God bless and save Donald Trump !

      1. Sono d’accordo con lei, Catholicus. Ho avuto anch’io le sue stesse idee: dopo aver pregato per mesi per la vittoria di Trump, ora prego che Dio lo assista e doni a lui e a Putin saggezza nel governare. In questo anno del centenario di Fatima davvero intensifichiamo le preghiere, le offerte e i sacrifici come richiesto dalla Madonna.

  7. Silvia Elena Masetti

    Da qui al 2020, può succedere di tutto: caduta dell’euro, della NATO, separazioni e divisioni in Europa. Soros sa che il 70 % dei voti che ha preso Hillary sono dei “millenials”, quei giovani spugna che assorbono il bombardamento tecnologico usato dal potere per distruggere lo stato nazione. Sommiamo la crisi irrisolta del 2008, la perdita di fiducia nella politica, che cosa ci si può aspettare da questa generazione quando assumerà il potere? Dalla nostra il referendum… La stessa generazione che ha votato Hillary per odio a Trump ( la nostra odia Berlusconi, è genetico) , perchè è razzista, xenofobo, macista, etc, vivrà in carne propria le crisi che verranno ed il nazionalismo. Allora loro stessi imploreranno un cambio radicale. Soros punta sui millenials come futuro , li paga, perchè deve dimostrare quant’è distruttivo un Trump in politica e così piano piano non ricorderanno più in quale stato vivono, in…

  8. Possiamo dirlo come uno slogan pubblicitario per un consolidato brand: ‘dal 1913, serietà, concretezza e passione apolide’!
    Dalla Federal Reserve a oggi, passando per due guerre mondiali, volute e scatenate dai compari di questo signore, ci si prepara all’ultimo atto. Come disse la buon’anima (si fa per dire) di Andreotti? A pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina. Dal 1945 c’è stata una strage di dittatori, diversi anche tra loro, sempre in nome della democrazia, che guarda caso, sovente, capirono il giochino riguardante lo ‘sterco del demonio’. Come ha affermato Agostino Sanfratello, siccome nella cosiddetta società aperta si amano molto i transiti finanziari, lorsignori fanno transitare a miglior vita chi non si piega al giochino. Anche J.F. Kennedy capì il giochino e infatti ci apprestiamo a commemorare la memoria, memoria che sarà strumentalizzata contro Trump, vedrete.

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