SPECIALE DOMENICA DI RISCOSSA – Tex Willer compie settant’anni. Vuoi vedere che era populista? – di Mario Bozzi Sentieri

30 settembre: ha compiuto 70 anni Tex Willer, ranger e capo degli indiani Navajos, il fumetto creato dalla fantasia di Giovanni Luigi Bonelli e dal disegnatore Aurelio Galleppini, in arte Galep. Il tempo passato dalla prima striscia del 1948 (intitolata “Il totem misterioso”) non sembra averne scalfito l’immagine, facendone uno dei personaggi dei comics italiani più longevi e famosi nel mondo, al punto che, per   celebrare l’anniversario, il Museo della Permanente di Milano gli dedicherà, dal 2 ottobre al 27 gennaio, una mostra. Al centro tavole originali, manifesti cinematografici, filmati rari e materiali inediti, in grado di ricostruire la vita del giustiziere solitario, paladino dei deboli, che combatte i nemici a suon di cazzotti e revolverate, insieme ai suoi compagni – il “pard” Kit Carson, il figlio Kit e il guerriero navajo Tiger Jack.

Quali le ragioni di tanto successo (i suoi albi vendono quasi 200 mila copie a numero)? E chi è veramente Tex Willer?

Nel passato il personaggio è stato strattonato sia a destra che a sinistra, arruolandolo da una parte tra le “Schiere della Tradizione” dall’altra quale capo degli indiani “proletari”.

In realtà – superate certe schematizzazioni d’ annata – Tex vive ben al di là dei suoi creatori per la capacità che ha di incarnare valori di cui “tutti hanno nostalgia” – parole di Claudio Villa, ultimo disegnatore, in servizio, delle copertine degli albi di Tex, che dichiara, intervistato da Claudio Paglieri: “Lealtà, fedeltà (anche alla moglie morta da tanti anni), senso della famiglia perché i suoi pards sono una famiglia, giustizia e naturalmente anche il senso dell’avventura. È un mix di valori, in Tex si respira aria di purezza. È il ritorno, anche solo per un paio d’ore, in un posto dove si sta bene, con ideali più semplici ma forse anche più veri”.

Ci sono poi  alcuni atteggiamenti di Tex che   ne fanno un personaggio politicamente scorretto: il suo “decisionismo” calibro ’45, il suo essere capo carismatico (con il nome di Aquila della Notte) degli  indiani Navajos, la critica costante verso i “grossi papaveri”, gli “scaldasedie” di Washington, i politicanti buoni per tutte le stagioni, se da un lato non offrono un’immagine accomodante del personaggio di Bonelli-Galleppini d’altra parte hanno contribuito, nel corso degli anni, a farne una figura a tutto tondo, sanguigna e un po’ mediterranea, comunque realistica e interessante, “vero” quel tanto che basta per trasformarlo in un  mito, seppure di carta.

Codici di comportamento, scontate ambientazioni d’epoca, riperpetuarsi, di storia in storia, di un destino da giustiziere, hanno fatto del mito (a fumetti) una realtà e della realtà stampata un mito, in cui è facile immedesimarsi, anche per i suoi tratti… “populisti”, riconoscibili nel suo messaggio diretto, nell’identità forte, nel rispetto per le radici e le tradizioni… Insomma, un personaggio di ieri, che parla nostalgicamente all’oggi, nell’eterno gioco del fantasticare e del favoleggiare, che accompagna da sempre l’uomo… al di là della destra e della sinistra…

 

 

8 commenti su “SPECIALE DOMENICA DI RISCOSSA – Tex Willer compie settant’anni. Vuoi vedere che era populista? – di Mario Bozzi Sentieri”

  1. Siano lodati Gesù e Maria!

    …oltre al fatto che, pur essendo ambientato due secoli fa, non sembra professare la Fede Cattolica, anzi sembra appoggiare il ritualismo sciamano, capo dei Navajos, ed essere legato alla magia. …proprio degno cattolico di Nostro Signore Gesù Cristo, fra un po’ lo faranno santo…

    Ave Maria

      1. Anch’io avevo una cagnetta che si chiamava Lilla, e allora?. A me sembra che vi stiate facendo un po’ di masturbazioni mentali…

  2. Intelligente la prima risposta! Infatti inizialmente il personaggio Tex è descritto come cristiano (sia pure di probabile religione protestante) e, per dirne una, nel n° 15 di Tex Gigante “La montagna misteriosa” si attiva per aiutare dei padri di una missione cattolica a recuperare una corona d’oro della Santa Vergine trafugate da una banda. Il cambio di rotta inizia col n° 39 in cui riappare Mefisto diventato un mago, poi a poco a poco la magia degli stregoni e delle streghe indiane si dilagherà fino a giungere al Lamaismo tibetano del “buon Padma” e più ai quattro amuleti indiani (non la Croce!)per contrastare il figlio di Mefisto!

    1. Nell’articolo mi pare non ci sia scritto da nessuna parte che Tex fosse cristiano e tantomeno cattolico. Si rimarcavano solamente i suoi valori tradizionali di lealtà, fedeltà e coraggio…nulla di più nulla di meno.

  3. Albino Mettifogo

    Beh, Tex Willer é un personaggio che é difficilmente classificabile. Nelle sue avventure ci sono spesso riferimenti al mondo dell’ occulto, come nel numero 228 (La Piramide Misteriosa), o nel numero 248 (Il marchio di Satana). Vi sono però anche sinceri riferimenti di devozione cristiana. Nel numero 215 giunge alle rovine della missione di Santa Cruz, per aiutare un frate francescano incontrato in Messico qualche tempo prima a ritrovare un suo confratello sparito da oltre un anno. Qui questo confratello gli appare in sogno (si scoprirà poi che é stato ucciso) dicendogli che lo stava aspettando. Alla richesta di Tex sul come faceva a saperlo, il frate risponde: “Nel mio mondo una sola cosa non si potrà mai sapere: quanto é grande la bontà e la misericordia di Dio”.
    Diciamo che Tex, al riguardo della Fede, non prende posizione, anche se l’aperto riferimento al demonio, incarnato in Mefisto, dovrebbe fargli capire come girano in realtà le cose. Forse lo si può definire un uomo in ricerca…ma sia chiaro che, da vecchio e accanito suo lettore, questa é solo una mia opinione. Albino

    1. Albino Mettifogo

      Zagor é stato creato da Sergio Bonelli, le cui simpatie comuniste erano note.
      A livello di occultismo e di perversione, comunque, Dylan Dog li batte tutti. Basti pensare che non c’é avventura in cui non va a letto con una donna diversa. Tex, al riguardo, ha una dimensione molto più pura, casta e fedele. Non per niente Giovanni Luigi Bonelli, alla domanda per cui in Tex non comparissero mai scene erotiche, una volta aveva risposto che si trattava della vita privata del personaggio (testimoniata, comunque, dalla presenza del figlio Kit), e tale doveva restare.
      Albino

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